Capitolo 24 : Una squadra rimane sempre unita

Aprii la porta della stanza, entrai e come prima cosa notai Sherlock e Arséne che parlottavani tra di loro seduti su due poltroncine, ripensai immediatamente a quello che mi avevano detto tempo prima e non potrei non stare male al pensiero che proprio i miei due migliori amici mi avessero giudicata superficialmente come tutti.
A

nche loro si accorsero della mia presenza e allora smisero all'istante di parlare, decisi però di fare dietro front perché non avevo voglia di stare in loro compagnia cosi mi incamminai verso la porta per uscire dalla stanza quando Sherlock si alzò dalla sedia e mi disse
"Irene..... aspetta non andartene subito ...... ascoltaci anche per poco però ascoltaci ..... per favore ...."
Ci pensai un po' e quando anche Arséne mi chiese di restare per parlare mi lasciai convincere e perciò dopo essermi tolta il cappotto, che appogiai su un tavolino con la borsetta, presi una poltrona che avvicinai ma non troppo al londinese e al parigino e dopo che si fu seduto anche Sherlock io dissi
"Di cosa volete parlarmi cari signori Holmes e Lupin ?"
Ebbene si avevo deciso di mostrarmi il più fredda possibile nei loro confronti in modo tale che capissero che mi avevano veramente delusa, si guardano a lungo negli occhi tristemente per quanto avevo detto ma loro avevano ferito prima me e quindi in quel momento l'unica cosa che pensai di fare fu ferirli un poco come loro avevano fatto con me.
"Irene ...... per favore ascoltaci ..... noi volevamo dirti che ci dispiace per oggi..... noi non volevamo ferirti e farti arrabbiare.." disse Arséne con lo sguardo rivolto al pavimento.
"Ma lo avete fatto miei cari non amici" dissi cominciando ad arrabbiarmi perché sapevo che quelle erano semplici scuse di cortesia.
"Quello che vuole dire Arséne ...... è che ci dispiace per quello che ti abbiamo detto oggi ma ..... noi ieri abbiamo avuto paura per te perché ..... non ci siamo visti per ben quattro anni ..... e quindi ......" disse Sherlock guardandomi attentamente negli occhi per farmi capire che fosse veramente sincero
"E quindi abbiamo avuto paura che ti facessi del male" continuò Arséne
Non sapevo se credere alle loro parole ma era abbastanza sicura che un fondo di verità ci fosse, infatti mi ricordai di quando Sherlock e Arséne separatamente mi avevano bisbigliato, credendo che dormissi, che ero veramente importante per loro; allora guardai attentamente negli occhi prima Sherlock e poi Arséne e successivamente dissi
"Va bene ..... capisco quelle che dite ma perché mi avete detto che quello che ho fatto era in un certo senso sbagliato per me ..... essendi una donna secondo voi non posso combattere ?" replicai perché volevo veramente sapere cosa pensassero.
Ci fu un lungo silenzio fino a che Sherlock si alzò, si avvicinò a un mobiletto, lo aprii e ne estrasse la tuta nera della spia, la mia tuta, quella che credevo sparita, dopo di che si alzò pure Arséne, si avvicinò al mobiletto dal quale estrasse tutti gli oggetti da spia e successivamente i due si sedettero sulle poltrone con quelle cosa in mano.
Li guardai con sguardo interrogativo perché non capivo cosa volessero e siccome nessuno dei due parlò io dissi indicando la tuta e gli oggetti
"Perché avete queste cose in mano?"
"Perché tu hai queste cose con te?" chiese di rimando Arséne.
"Sono per caso tue ?" chiese invece Sherlock.
Ero abbastanza sicura che avessero capito che ero una spia ma non volevo servirgli la risposta su un piatto d'argento perché comunque era ancora un po' arrabbiata con loro perciò dissi
"Se anche fossero mie cambierebbe qualcosa a voi?"
"Quindi sono tue ?" chiese di nuovo Sherlock mentre Arséne osservava in silenzio indicando le cose che aveva in mano.
"Se fossero cambia qualcosa ?" replicai leggermente irritata da quel mezzo interrogatorio di Sherlock e Arséne.
Siccome i due ragazzi rimasero in silenzio Il mio cervello cominciò a ragionare e pensai" chissà come faceva il direttore di questo albergo a conoscere la mia vera identità ... non sono al sicuro .... forse dovrei parlarne con Sherlocke Arséne ..... ah no non posso questi due stanno giocando ai mezzi investigatori adesso... devo andarmene però anche perché tra poche ore partirà la barca che mi porterà il più vicino possibile alla Germania... e poi devo salvare mia madre... sono quasi due settimane che lei non c'è e sono veramente preoccupata le potrebbe essere accaduto di tutto... mi dispiace per le nostre litigate ..... se potessi tornare indietro non litigherei neanche una volta con lei ".
A interrompere i miei pensieri ci pensarono i miei due amici che mi chiesero ancora se fossero cose mie, dovevo riprendere le mie cose e andarmene e allora non appena vidi su un mobiletto un...



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