Capitolo 23: Non tutto è come sembra

"Posso aiutarla signorina principessa Von Hartzenberg ?"
Le sue parole mi rimbombarono in testa in continuazione, non capivo come poteva conoscere la mia vera identità, di sicuro non era boemo, lo si capiva dall'accento chiaramente americano o inglese e proprio per questo motivo mi maledissi mentalmente per non aver portato con me una pistola o comunque qualcosa di simile.
Cominciai a tremare come una stupida in preda al panico e solamente la voce del direttore mi scuoté da quello stato di trance in cui ero entrata.
"

Cara principessa Maria Von Hartzenberg ..... è un piacere conoscerla di persona.... so che ora si starà chiedendo come faccia a sapere il suo nome vero ma non si preoccupi ........ non sono un boemo....."
"Calma e respira Irene ...... non ti preoccupare va tutto benissimo ........... hai solo davanti a te uno che sa la tua vera identità, non hai nessun tipo di arma per fronteggiarlo e ti ha appena detto che non è boemo ....... quindi probabilmente è qualcuno che cercherà di rapirti per portarti in Boemia ...... perciò Irene va tutto benissimo......" pensai ironicamente.
"So che sta cercando sua madre ...... se si vuole accomodare su una sedia ne potremmo parlare signorina Maria Von Klemntiz..." disse il direttore ma io lo fermai dicendo con la voce sicura

"Non la voglio star a sentire ....... e la smetta di chiamarmi Maria Von Hartzenberg!!....."

Detto questo uscii velocemente dalla stanza e mi incamminai verso la camera dove avevo dormito per scappare dal direttore che mi stava inseguendo, ma siccome il direttore mi aveva quasi raggiunto decisi all'ultimo di prendere le scale per arrivare all'entrata principale dell'albergo.
Quando ci arrivai uscì velocemente dall'albergo e incominciai a camminare per la strada cercando di allontanarmi il più possibile dall'albergo, pensavo di averlo seminato quando lo vidi riapparire dietro di me molto vicino, continuai a camminare velocemente sperando con tutta me stessa di riuscire a scappare.
Ormai avevo il fiatone, avevo corso e camminato troppo, non ce la facevo più, stavo per fermarmi quando un signore che stava camminando nella direzione opposta alla mia mi fermó prendendomi per il polso destro e mi disse
"Cara Rachel..... quanto tempo che non ci vediamo ..... vuoi venire in una pasticceria a fare un piccolo spuntino con me?"
Io annuì contenta di aver trovato una via di fuga dal direttore che vedendomi con un uomo sicuramente non avrebbe cercato di rapirmi, non avevo capito di chi era la voce che a me era molto familiare; l'uomo mi prese a braccetto e mi condusse in una pasticceria.
Aveva indosso un cappello nero probabilmente di manifattura pregiata che gli copriva abbastanza il viso, indossava inoltre un cappotto anch'esso nero molto elegante e dei guanti in pelle forse di serpente ovviamente pregiati, complice la luce del sole non riuscì a vedere completamente il volto dell'uomo e solamente quando entrammo nella pasticceria e ci sedemmo riuscì a vederlo in volto.
Non potete capire la mia sorpresa quando scoprii che l'uomo che mi aveva salvato era una persona che credevo fosse concentrata solamente sui soldi, sul guadagno e su un possibile matrimonio  ché involontariamente mi aveva salvato.
Perciò sorrisi sinceramente a George il quale mi sorrise anche lui
"Cara scusa per la mezza litigata di ieri sera ..... pensavo che ormai potevamo definirci una coppia ..... ma se tu credi che non lo siamo ancora .... possiamo continuare a frequentarci .....  per me va bene così ..... l'importante e averti vicino ......  puoi perdonare Rachel ? "
Disse George guardandomi con uno sguardo molto triste e carico di speranza, non riuscii a dirgli di no perché comunque mi aveva salvato e quindi dissi
"George .... va bene ti perdono .... stasera partirò per Berlino ..... se devi andarci anche tu potremmo frequentarci lì ...... ora però vogliamo prendere qualcosa da gustare in questa pasticceria? "
George annuì e fece portare da una cameriera alcuni tra i dolci più buoni della pasticceria, li mangiammo e parlanno un po', scoprì così che anche George aveva delle passioni, come ad esempio collezionare quadri di artisti per lo più famosi e anche collezionare monete antiche.
Capì perciò che George non non era come lo dipingevo io, quindi una persona concentrata solamente sui soldi ma anche una persona che aveva delle passioni e che le sapeva coltivare perciò quando si alzò a pagare lasciandomi sola io pensai
"Forse e dico forse potrei dargli una seria possibilità..."
Quando tornò mi prese a braccetto e mi riaccompagnò di fronte al mio albergo e io dopo averlo salutato andai verso la stanza dove avevo riposato abbastanza contenta di quell'uscita con George.

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