Capitolo 19 : Allora avete capito?
Stavo per aprire gli occhi quando fece il suo ingresso nella stanza un'altra persona e allora feci ancora finta di dormire, le parole di Sherlock mi rimbombavano nella testa e non potei non essere contenta di quello che avevo sentito perché così io avevo scoperto che lui mi aveva perdonato e che non ce l'aveva più con me.
La persona che era entrata nella stanza si avvicinò a me, si sedette sul letto, incominciò ad accarezzarmi i capelli e restó in silenzio per un periodo molto lungo fino a che non bisbiglió
"Irene..... devi svegliarti ...... ti ho incontrata da pochi e non posso già perderti.... ti voglio bene... e anche se non lo da a vedere te ne vuole Sherlock...... sei una ragazza molto forte....... e perciò devi svegliarti ...... va bene?..... ora vado con Sherlock a chiacchierare perché non ci vediamo da quando te ne sei andata...... tu nel frattempo riprenditi....."
Detto questo Arséne smise di accarezzarmi i capelli, si alzò dal letto e uscii dalla stanza lasciandomi nuovamente sola, appena fui certa di essere da sola aprii gli occhi, mi misi seduta facendo molto piano e dopo osservai attentamente la stanza in cui mi trovavo.
La stanza era rettangolare e a parte il letto c'erano 2 armadi, 3 poltrone e un tavolino vicino a una finestra, la stanza era illuminata dalla luce che entrava dalle 2 finestre poste una sopra il letto e l'altra sopra un tavolino, quando mi girai per osservare meglio la stanza la testa mi fece molto male e perciò chiusi gli occhi, restai tranquilla e quando il dolore si fu attenuato riaprii gli occhi.
E pensai " Allora i miei amici Sherlock e Arséne mi hanno perdonato ..... e hanno capito che sono scappata per proteggere le persone a cui volevo bene bene..... ora però mi domando se per caso non abbiano capito che sono un agente dei servizi segreti americani..... perché comunque mi hanno visto lottare contro un uomo molto più grande di me ed uscire vincitrice..... mi hanno visto impugnare una pistola e mi hanno visto indossare una tuta con sopra la bandiera americana... non credo che abbiano intuito che sono una spia...... anzi lo spero"
Passò circa un'oretta e in quel tempo mi resi conto di indossare sopra la tuta un vestito di un colore bianco panna abbastanza semplice e mi resi conto anche di essere in una stanza di un albergo, cosa che intuì quando sentii due donne chiacchierare e dirsi che nella stanza 8 c'era un signore veramente maleducato e scorbutico.
Siccome non sapevo cosa fare spostai le coperte e mi alzai, tenendo la testa con una mano per evitare che mi facesse troppo male, dopo essermi alzata andai nel bagno della stanza dove, grazie a uno specchio osservai la ferita che avevo sulla testa.
La ferita era abbastanza grande ma non mi sembrava molto profonda, e al contrario dei miei amici io ero contenta di ciò, ovviamente non ero contenta dell'enorme ferita che avevo ma ero contenta di essere riuscita a mettere KO un uomo completamente da sola ricevendo solo una ferita grave e non molte.
M
i toccai i bordi della ferita e questa non mi fece molto male ma quando toccai quasi il centro della ferita essa mi provocò un giramento di testa perciò dopo aver appoggiato le mani su un mobiletto, chiusi gli occhi e solo quando fui certa di stare bene li riaprii, dopo di che tornai nella camera, mi andai a sedere sul letto e mi rimisi addosso le coperte.
Era passato un bel po' di tempo da quando Arséne mi aveva lasciato sola e perciò pensai che probabilmente lui e Sherlock stavano per tornare perciò mi stesi sul letto, pronta a chiudere gli occhi appena qualcuno fosse entrato nella stanza.
Poco dopo sentii la maniglia della porta abbassarsi e perciò chiusi gli occhi molto velocemente, sentii la porta chiudersi e poi una voce che disse
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