Capitolo 16. Molto graziosa
Quando feci ingresso nella camera di Sherlock Holmes sicuramente ciò che si presentò ai miei occhi non rappresentava le mie aspettative. Probabilmente speravo almeno in un po' di ordine, partendo semplicemente dal fatto che quella non era casa sua, ma un vero e proprio palazzo imperiale, nel quale il Zar in persona viveva e aveva dato ospitalità a noi.
Sulla scrivania di legno erano sparpagliati decine di fogli, sui quali potevo intravedere delle scritte sconnesse e un po' a casaccio. Poi il mio sguardo cadde sul pavimento al centro della stanza e fu proprio a quel punto che esclamai:- Non ci credo!- feci passare lo sguardo fra i due ragazzi -L'avete fatto sul serio!-
Sherlock strinse le labbra in una linea stretta e fece un passo verso di me, per poi incrociare le braccia al petto:- Non è quello che sembra-
Arséne annuì con convinzione come per confermare le parole dell'amico.
- Come no!- esclamai alzando le braccia al cielo -Avete incominciato il caso senza di me!
- Te ne avremmo parlato...oggi, credo- mormorò il francese grattandosi la nuca.
Li fulminai con lo sguardo per poi cominciare a camminare avanti e indietro per la stanza. Ero arrabbiata, molto arrabbiata. Ma cosa potevo aspettarmi da loro? Avevo lasciato i miei migliori amici, ingannandoli. Mi sentivo una persona orribile per ciò che avevo fatto, ma probabilmente speravo che la loro fiducia nei miei confronti era rimasta invariata.
Non so perché me lo aspettassi, sinceramente. La mia richiesta per loro non aveva alcun senso, dopo tutto ciò che era successo.
- Irene, fermati- disse a un certo punto Sherlock con una nota di frustrazione nella voce.
- Irene- fece ancora. Ma io non lo ascoltai. La mia mente era troppo impegnata a farsi strane idee su cosa avrei dovuto dire. Mi ero presentata così, nella mia vestaglia da notte, completamente fradicia, alle prime ore del mattino.
- Ti vuoi fermare? Stai bagnando tutto il pavimento- esclamò dopo qualche secondo l'inglese afferrandomi il gomito. Io mi bloccai e la mia faccia credo fosse diventata rossa come quella di un pomodoro. O forse della stessa tonalità dei miei capelli.
- Scusa- borbottai scivolando via dalla sua stretta.
Seguirono una serie di silenziosi istanti, fino a che il francese decise di parlare: -Che ci fai qui a quest'ora?-
Mi morsi il labbro, nervosa. Senza pronunciare alcuna parola, tesi il braccio nel quale stringevo il piccolo carillon e lo porsi a Holmes che lo prese inarcando un sopracciglio. Si rigirò l'oggetto fra le mani, perplesso. Anche Lupin si avvicinò, lanciandoci uno sguardo.
Gli bastò solo un'occhiata per capire di cosa si trattava:- E' lo stesso della bottega del signor Vicktorov, giusto? Quello che è stato ucciso?-
Io annuii. William si sedette a gambe incrociate sul letto, senza smettere di fissare il carillon ricoperto da piccoli smeraldi. Mi lanciò una fugace occhiata, stringendo le labbra in una linea stretta:- Dove l'hai preso?-
- E' proprio questo il motivo per cui sono qui. Circa un'ora fa, credo, sono andata a farmi un bagno caldo e mi sono addormentata nella vasca-- Arsène mi fermò con un cenno della mano.
- Come fai a dormire in un vasca?- chiese incrociando le braccia al petto. Sbuffai.
- Mi sono addormentata e basta. Non vedo quale sia il problema
- Io non vedo invece cosa c'entri il tuo dormire con questo carillon- ribattè.
- Se tu non mi avresti interrotta, io...-
- BASTA!- esclamò Sherlock sbattendo il palmo della mano contro il materasso -Irene, raccontaci cosa è successo- poi lanciò un'occhiata truce all'amico di fronte a lui -E tu stai zitto-
Il ragazzo alzò le braccia al cielo in segno di resa, e io decisi quindi di continuare:- Mi sono svegliata dal rumore della porta della mia camera che veniva chiusa, seguita da dei passi pesanti. Mi sono girata poi verso lo specchio, e sopra il cassettone ho visto questo- indicai l'oggetto che l'inglese stringeva fra le dita. Con i suoi occhi grigi analizzò attentamente la mia espressione, leggermente scettico.
- Sei sicura che prima non ci fosse?- domandò grattandosi il mento.
- Sicurissima- affermai con decisione.
Si strinse nelle spalle e annuì leggermente:- Allora qualcuno è entrato nel tuo bagno e ha messo il carillon- a queste parole il francese strabuzzò gli occhi dalla sorpresa reprimendo un grido di rabbia.
Deglutì a fatica prima di esclamare: -Qualcuno è entrato nella toilette mentre Irene era nuda a dormire tranquillamente nella vasca da bagno?- la sua voce esprimeva collera allo stato puro. Holmes però non sembrò scomporsi.
- Ottima osservazione- mormorò scattando in piedi e precipitarsi verso la piccola scrivania, abbandonando l'oggetto ricoperto d'oro sul letto. Afferrò un pezzo di carta e scarabocchiò qualcosa su di esso con una piccola matita mangiucchiata all'estremità. -Davvero molto interessante-
Il mio altro migliore amico invece, strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche e girò il viso verso di me. Era rosso di rabbia.
- Pensi di sapere che sia stato?-
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Mi morsi il labbro inferiore con ancora più forza, non sapendo cosa rispondere.
Poteva essere stato Moriarty? No. Impossibile. Non riuscivo a credere che lui, nonostante fosse stato un genio del crimine si sarebbe azzardato a lasciare lì quel carillon. E a che scopo poi?
C'era qualcosa che non quadrava, anche se...
- No, non lo so- risposi scuotendo la testa. Alle mie parole Sherlock face un passo verso di me sfiorandomi una spalla.
-Sicura? Irene, se sai chi è stato...- cominciò con un tono che mi fece divincolare dalla sua presa con rabbia. Indietreggiai rossa di rabbia.
-Seriamente? Che ne ricaverei io a mentirvi su questo? Qualcuno è entrato nel mio bagno mentre facevo il bagno io...- senza accorgermene delle lacrime calde avevano cominciato a scendere lungo le mie guance arrossate. Arsène sembrò combattuto tra l'avvicinarsi e abbracciarmi e tra il rimanere fermo e immobile sul suo posto.
Come faceva? Come faceva a nascondere con tanta naturalezza ciò che accadeva fra di noi?
Holmes boccheggiò come per dire qualcosa, ma poi scosse la testa con un sorriso amaro:- Ormai non so chi ho davanti-
Calò il silenzio. Lo fissai in preda ad una crisi di nervi.
Il francese si morse il labbro facendo passare lo sguardo fra me e il suo amico per poi slanciarsi verso Sherlock e prendere dalle sue mani il carillon con un'espressione furba stampata in faccia. Esaminò attentamente l'oggetto come se nulla fosse: -Lo hai aperto? Forse c'è qualcosa-
Scossi la testa abbracciandomi il busto con le braccia magre:- No...io...avevo paura di cosa avrei potuto trovare al suo interno-
- Beh, ora ci siamo noi con te- esclamò inclinando la testa di lato.
Senza dire un'altra parole ci sedemmo in cerchio sul pavimento coperto da un tappetto pregiato trattenendo il respiro, mentre seguivamo i veloci movimenti di Lupin. Le sue dita affusolate fecero scattare il piccolo gancio che teneva chiusa la scatoletta e con uno scatto sollevò il coperchio.
Gli occhi scuri del ragazzo accanto a me si focalizzarono su un qualcosa di preciso dentro al carillon. Mi sporsi verso di lui:- Hai trovato qualcosa?-
Lui non rispose e ne tirò fuori un foglietto ripiegato. La carta, sotto il lume delle due lampade ad olio, mi risultò stropicciata. Lui lo dispiegò lentamente, facendo scorrere il suo pomo d'Adamo su e giù per la gola, nervoso prima di passarmi l'oggetto:- E' in russo-
Io aggrottai le sopracciglia, cercando di decifrare la calligrafia disordinata e frettolosa. Dopo qualche secondo lessi ad alta voce, con voce tremante.
- Trova la pietra,
salva la principessa,
suona il chiaro di luna per trovare la chiave,
distingui il falso dal reale
Scossi la testa. Non aveva alcun senso.
Sherlock mi strappò bruscamente dalle dita il foglietto:- Che cos'è? Una specie di indovinello?-
- Può essere...ma per quale motivo? Per quale motivo l'hanno lasciato?- mormorò Lupin arrotolandosi le maniche del pigiama sui gomiti.
- Sembra una specie di avvertimento- dissi lanciando un'occhiata al carillon appoggiato per terra -Intendo...il fatto della principessa potrebbe essere riferito a me-
Arsène annuì come per darmi ragione, ma l'inglese ci interruppe secco.
- Deve essere legato alla morte del capo di Paul. Deve esserlo- ribattè lasciando trasparire una nota di scetticismo nella voce -Il carillon era scomparso dalla scena del delitto. E ora eccolo qua. No, qualcosa non quadra-
- Almeno questa cosa esclude l'ipotesi di una rapina- disse l'altro.
Mi strinsi nelle spalle, presa dal panico:- Quindi dite che...che...-
- Sì. Alexander Viktorov è stato assassinato a sangue freddo. Un omicidio premeditato- negli occhi del futuro detective più grande mai esistito guizzò un'ombra di eccitazione negli occhi. Io rabbrividii da testa a piedi, mentre il fuoco nella fiaccola creava strane ombre sui nostri visi. -E domani parleremo con la nipote, Yulia-
- Avete scoperto qualcosa su di lei?
Sul viso di Arsène comparve un sorrisetto malizioso:- Oh, eccome. E' un'aspirante ballerina al teatro di San Pietroburgo. Ha diciotto anni e si dice che sia molto graziosa e non fidanzata...-
Alla sua ultima affermazione storsi il naso infastidita. Cercai di ignorare il fatto che le sue parole mi fecero male come una pugnalata nello stomaco e mi rivolsi a Sherlock, anche se fino a quel momento mi aveva risposto con una freddezza che non gli apparteneva:-Pensate centri qualcosa?-
-Può essere, e questo biglietto mi lascia ancora più perplesso-
E così ci perdemmo in una lunghissima conversazione. Non mi accorsi nemmeno che il sole aveva cominciato velocemente a sorgere dietro alla finestra, facendo trasparire dalla tenda azzurra dei timidi e caldi raggi di luce.
Ci separammo verso le otto del mattino, dopo esserci raccomandati di incontrarci fra tre ore di fronte all'entrata del palazzo reale per poi incamminarci insieme al teatro. Scivolai dalla stanza di Sherlock chiudendomi la porta alle spalle.
Sbadigliai e velocemente mi incamminai verso la mia stanza.
-Oh, signorina Adler!- esclamò una squillante voce femminile. Sobbalzai portandomi una mano al cuore. Mi girai di scatto incontrando l'espressione sorpresa di una ragazza che doveva avere all'incirca l'età del mio migliore amico inglese.
Nelle mani stringeva un vassoio d'argento con sopra alcuni piatti coperti da dei coperchi di metallo. Mi fissò perplessa:- Signorina...che ci fa fuori dalla sua stanza?-
Arrossii violentemente abbassando lo sguardo verso i miei piedi nudi contro il pavimento di mermo:-Ero uscita un attimo, sì- poi le lanciai un'occhiata interrogativa -Lei è...?-
- La sua cameriera personale. Il Zar mi ha incaricato di portarle la colazione tutte le mattine che alloggerà nelle sue stanze...-
Inarcai un sopracciglio:- Ma io ho già una governante...questa mattina presto...-
Mi bloccai. Quella donna...come aveva fatto a sentirmi se le stanze della servitù si trovavano completamente dall'altra parte del castello? E se...fosse stata lei a mettere il carillon? Il biglietto...
-Signorina, si sente bene?- mi domandò preoccupata.
Un rivolo di sudore freddo mi attraversò la schiena e io mi forzai ad accennare un sorriso:-Sì, certo...entriamo-
Ma io non stavo bene. Ero completamente nel panico più totale.
Nemmeno a San Pietroburgo ero al sicuro.
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*rumore di onde del mare* *musica hawaina*
Sam: *si abbassa gli occhiali da sole e guarda in camera* Ma ALOA a tutti tezorini! Qui è il Tonight Show Starring Samantha Kellys
*saluta con la mano finta della Queen Betty II*
Gio: Hai rotto. Fai schifo nell'hawaiano *afferra una noce di cocco e cerca di romperla*
Sam: E tu sei stupido. Non fa una piega, caro *si sistema sulla sua sdraio e sospira*
Gio: Puoi spiegarmi il motivo della nostra permanenza a Honolulu?
Sam: Mi ero rotta le palle di sego a stare chiusa in casa *afferra il cappello di paglia e se lo ficca in testa a mo' di diva*
Gio: *continua a non riuscire a rompere la sua noce di cocco*
Sam: Giorgio?
Gio: Mhm?
Sam: Non ti pago per spaccare noci di cocco
*un gabbiano che vola accanto li guarda male*
Gio: Ma non siamo in vacanz-AHHHHHHHHHHH *comincia a urlare a caso*
Sam: *gli lancia in faccia della sabbia*
Gio: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH *comincia a correre sul posto*
Sam: *facepalm*
*il gabbiano comincia a urlare*
*Ars comincia a urlare*
*Irene comincia a tirare acuti*
*Didi comincia a urlare*
*Will piange*
*L'urlo di Munch continua a urlare*
Sam:...
Sam: Giorgio...sei imbarazzante
Gio: *smette di urlare* *la guarda male* e tu hai rotto.
Sherl: Quando mai!
Sam: *cade dalla sdraio* CHE CI FAI TU QUI BRO?
Gio: Era quello che volevo dir-
Sam: *gli lancia altra sabbia in faccia*
Gio: *comincia a soffocare*
Sherl: *sorseggia della cioccolata calda*
Sam: No io voglio capire perché tu, il mio fottutissimo fratello, sei qui *comincia a cercare il lanciarazzi nella borsa* l'ultima volta, allo show di Grace, hai cercato di uccidermi!
Sherl: *beve ancora cioccolata* Non esagerare...ti ho solamente sedato
*il gabbiano comincia a mangiare popcorn*
Gio: *non capisce*
Sam: SOLO?!
Gio: Qualcuno mi può spiegar- *gli cade una noce di cocco in testa* *muore*
Sam: *facepalm* Grazie, bro. Hai ucciso il mio cameraman sottopagato. GRAZIE.
*sbuca il signor Nelson*
Sam: AAAAAAAAAAAAAAAAAH *sviene*
*grilli di sottofondo*
*onde del mare in sottofondo*
*turisti che non capiscono*
Sherl: *guarda il signor Nelson* quante volte ti ho detto di uscire SOLO quando ti do il segnale
Nelson: Io sono un maggiordomo *indica i due sventurati* devo sapere sempre tutto
Sherl: Si si...ora però-
Gio: *comincia a sputare sabbia* Ma che azz sta succedendo *si massaggia la testa*
Nelson: Ma non era morto?
Sherl: A quanto pare no *si rivolge al cameraman* Potresti morire ancora per un po'? Sto pensando.
Gio: Col cavolo...io voglio vivere!
Sherl: Ti prego *sventola la mano in aria con noncuranza* abbassi il QI di tutta l'isola
Gio: Ma- *si accorge di Samantha mezza morta* ODDIO! E ADESSO CHI MI PAGA?!
Sam: *non respira*
Nelson: Qua ci vorrebbe una bella respirazione bocca-bocca *faccia maliziosa*
Gio: Ehm...
Sherl: Si si...una bel limon- *tossisce* respirazione bocca a bocca
*Giorgio si avvicina alla faccia di Sam*
*dal mare esce una Grace Lupin piuttosto contrariata*
Grace: NO NO. Io qua voglio un #Drelli moment
Sam: *resuscita* NO GRAZIE.
Sherl: Ma io volevo un limone...
Sam: Cristo, ti prego no *guarda schifata Giorgio* scollati.
Gio: *alza gli occhi al cielo* Con piacere, capo!
Nelson: Ma quella che ci fa qui *indica Grace*
Sam: già...che ci fai nel mio show?
*l'inquadratura slitta a Giorgio, che intanto ha cominciato a flirtare con una tipa hawaina*
Sam: boh. io lo pago per registrare e lui che fa il cascamorto *facepalm*
Sherl: *faccia maliziosa* EHHH. Brucia, sorella?
Sam: Ti tiro della sabbia in faccia se non la smetti.
Grace: *sgrana gli occhi* non vorrei interrompere questo bel momento ma-
Nelson: Sì vorrei far notare che se il signorino Giorgio è la...e noi siamo qua...
Grace: ...chi sta tenendo la videocamera?
Sam e Sherl: per.tutte.le.palle.di.sego
*suono di un tuono in lontanaza*
X: DID YOU MISS ME?
TO BE CONTINUED...
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