Capitolo 3 - Dolore
''Su Tanya, sbrigati'' le disse Klara, sporgendo la testa dentro il bagno delle femmine. ''altrimenti farai tardi alla lezione''
''Arrivo'' rispose lei.
Intanto che la compagna scompariva alla vista dietro l'angolo, Tanya riprese a spazzolarsi i capelli.
La sua fluente chioma castana le arrivava fino alle spalle, incorniciandone il volto grazioso, seppur terribilmente emaciato, mentre le evidenti occhiaie che spiccavano sotto le iridi color nocciola, contribuivano a conferirle un aspetto ben più maturo dei cinque anni che aveva.
Una volta che fu soddisfatta dal risultato ottenuto la piccola mise giù la spazzola, e dopo essersi lisciata il vestitino bianco sporco, si specchiò per un'ultima volta.
L'ondata di terrore che l'investì allora fu difficile da concepire.
Nonostante non fosse certo la prima volta che Aynat le faceva quello scherzo, ritrovarsi a fissare quel volto mostruoso a così breve distanza dal suo, riusciva sempre a spaventarla come solo poche cose riuscivano a fare.
Persino l'espressione truce sfoggiata dalla signorina Blokhin quando era arrabbiata appariva rassicurante a confronto.
Orripilata da quella vista, Tanya chinò subito il capo, interrompendo il contatto visivo con lo specchio.
''Avevi promesso di non farlo più'' protestò con una vocina.
''Scusa, ho mentito'' ammise sogghignando Aynat. ''mi piace troppo guardarmi allo specchio''
Continuando a tenere lo sguardo rivolto verso il basso, Tanya abbandonò il bagno.
''Perché non ti guardi da qualche altra parte?'' chiese affranta, intanto che passava accanto ai letti del dormitorio. ''oppure potresti farlo quando non ci sono io''
''No, preferisco farlo insieme'' rispose Aynat con semplicità. ''Ti ricordi quel che ha detto la signorina Blokhin?''. Modificò la propria voce, affinché assomigliasse ad una versione caricaturale di quella della sorvegliante. ''Chi si guarda troppo allo specchio diventa vanitoso. E i vanitosi finiscono tutti all'inferno''
''Quella è solo una sciocchezza'' ribatté asciutta Tanya. ''e comunque se ci guardiamo insieme che differenza fa?''
''La fa eccome''
Il cinguettio che udì fuori dalla finestra alla sua sinistra, la spinse a voltare la testa in quella direzione.
Nel tentativo di scorgere l'uccellino che ne era responsabile, Tanya strofinò con la manica i vetri appannati per via della condensa, finendo così per rivelare il paesaggio dei boschi innevati, che si estendevano attorno all'orfanotrofio.
Nel momento stesso in cui ebbe ritratto la mano però, al centro del vetro apparve un'altra volta il riflesso di Aynat.
La creatura teneva le zampe artigliate sopra le sue spalle, mentre un raccapricciante sorriso gli deformava il muso irto di zanne aguzze.
''Visto?'' disse inclinando leggermente la testa deforme. ''Non mi trovi bellissimo?''
Tanya non rispose e uscì in tutta fretta dal dormitorio.
Quando giunse sul pianerottolo le voci degli altri bambini risuonavano già in fondo alle scale.
Presto la signorina Kiselyova avrebbe incominciato a far lezione, e se non voleva arrivare tardi le conveniva raggiungerli alla svelta.
Tuttavia, prima ancora che potesse mettere piede sul primo gradino, delle voci provenienti dal corridoio che portava all'ufficio della direttrice, la convinsero a desistere.
Anche se l'istinto le diceva di lasciar perdere, la curiosità era troppo grande.
''Guarda qui che roba'' sbottò una rasposa voce femminile. ''prima dicono di volerli togliere dalla circolazione e poi ci pagano con questi. Manco fossimo imbecilli''
Tornando sui suoi passi, Tanya raggiunse l'imboccatura del corridoio e si nascose dietro lo stipite.
La direttrice si trovava davanti alla porta del suo ufficio, e stava contando delle banconote sotto lo sguardo attento della signorina Blokhin.
''Quello stronzo farà una brutta fine'' commentò la sorvegliante in tono aspro.
''Me lo auguro tutte le notti'' le fece eco la direttrice, senza smettere di contare il denaro.
Una volta che ebbe finito consegnò una grossa mazzetta alla Blokhin, e si sistemò gli occhiali sul naso adunco.
''Ecco, tieni''. Curvò le labbra in un sorriso sardonico. ''Visto quanta bella carta?''
''Sbaglio o sono di meno?'' chiese la sorvegliante fissando cupa le banconote.
''Il ministero ha i fondi ridotti al lumicino'' tagliò corto la direttrice, accendendosi una sigaretta. ''Non possiamo permetterci di far morire di fame i mocciosi o salterà tutto''
''Sei mesi fa aveva detto che la situazione sarebbe migliorata''
''Sei mesi fa c'era ancora un paese'' le fece notare la direttrice. ''La domanda ormai non è se i fondi smetteranno di arrivare, ma quando''
''Se tanto creperanno comunque, perché continuiamo a piluccare le briciole?'' insistette la Blokhin. ''Io dico, prendiamoci tutto subito e al diavolo le pesti''
''Geniale'' convenne sarcastica la direttrice. ''e dopo come cazzo faccio a convincere quelli su a Mosca a non farci chiudere baracca e burattini? Un bambino pelle e ossa può ancora fruttare qualche rublo, uno morto d'inedia solo inutili lacrime''
Intanto che la donna tirava una boccata, la Blokhin prese a tormentarsi le mani nodose.
A giudicare dal suo atteggiamento, sembrava incerta se dar voce un pensiero.
''E se...insomma...''. Scoccò un'occhiata eloquente alla superiore. ''li mettessimo sul mercato?''
Prima di rispondere la direttrice emise un denso sbuffo di fumo.
''Stai davvero parlando di quel che penso?''. Incarcò le sopracciglia. ''Seriamente?''
''Ma perché no?'' la incalzò la Blokhin gettando al vento ogni cautela. ''all'estero c'è un sacco di gente che sarebbe pronta a sborsare una piccola fortuna per averne uno. Senza poi contare la faccenda degli organi e del divertimento. Se ce la giocassimo bene, potremmo accumulare un patrimonio in appena qualche mese''
''E se ci scoprissero, la gente ci scannerebbe in mezzo alla strada''
''Se ci scoprissero'' precisò la Blokhin alzando l'indice.
''Le ultime parole famose'' sogghignò la direttrice dando un altro tiro alla sigaretta.
''Potremmo iniziare con uno solo'' propose cautamente la Blokhin. ''In fondo, uno da poco nell'occhio. Avrei anche il candidato ideale. Scommetto quello che vuole, che la piccola ci potrebbe fruttare almeno cinquemila''
A quelle parole Tanya non riuscì ad impedire che un gemito, per quanto debole, le sfuggisse dalle labbra prima che lei riuscisse a soffocarlo.
Allertata dal rumore come un segugio dall'odore del sangue, la Blokhin si voltò all'istante verso il corridoio.
''Chi è là?'' domandò ad alta voce.
Decidendo di giocarsi il tutto per tutto, Tanya corse subito in direzione delle scale, ma per sua sfortuna si trattò di una fuga assai breve.
Potendo contare su un passo tre volte più ampio di quello di una bambina come lei, la Blokhin riuscì ad agguantarla per il colletto nel momento stesso in cui si accingeva a scendere i primi gradini, per poi sollevarla di peso.
Avvertendo la punizione in arrivo, Tanya cominciò a tremare.
''Cos'hai sentito?'' le domandò la sorvegliante dopo che l'ebbe sbattuta contro il muro.
''Niente'' farfugliò Tanya in preda al panico.
''Piccola sporca bugiarda'' sibilò la Blokhin, digrignando i denti ad appena pochi centimetri dalla sua faccia. ''Stavi origliando, non è vero?!''
''No''
''Bene, perché non c'era niente da sentire''. Contrasse i muscoli del volto in un'espressione truce. ''ma giusto per essere sicuri...''. E dopo averla rimessa bruscamente a terra, cominciò a trascinarla sul pianerottolo.
Nel frattempo, la direttrice sbucò dal corridoio, e si mise ad assistere alla scena standosene appoggiata contro lo stipite.
''Ce n'erano altri?'' chiese con noncuranza.
''Solo lei'' rispose asciutta la Blokhin.
La direttrice prese una profonda boccata, per poi soffiare fuori il fumo.
''Cerca di non andarci troppo pesante'' le ricordò in tono pratico. ''i danni abbassano il valore''
Senza curarsi di rispondere, la Blokhin condusse Tanya fino ad uno sgabuzzino nei pressi del dormitorio dei maschi, e dopo averla gettata dentro, la seguì a ruota chiudendosi la porta alle spalle.
Dissipata l'oscurità accendendo una lampadina sospesa, la sorvegliante costrinse quindi la piccola a mettersi carponi, per poi abbassarle pure la biancheria intima.
Sentendosi le natiche scoperte, Tanya arrossì per la vergogna.
''Te la faccio passare io la voglia di origliare i discorsi altrui''
Nemmeno il tempo di metabolizzare la gravità di quelle parole, la Blokhin recuperò una vecchia cintura di pelle da uno scaffale e cominciò a srotolarla.
''Cos'è che non devi più fare?'' chiese minacciosa.
''Origliare'' sussurrare Tanya tremando come una foglia.
''E poi?'' la incalzò la Blokhin.
Tanya aprì la bocca, ma non disse niente. Non sapeva cosa rispondere.
''E poi?!''
L'urlo della Blokhin rimbombò dentro lo sgabuzzino, nello stesso momento in cui faceva scattare la cintura come una frusta, sferzando le natiche della bambina.
Tanya gemette.
''Non devo origliare'' ripeté affranta.
''E poi?!''
Altra frustata, altra carica di dolore.
''Non origlierò più!'' gridò Tanya disperata. ''Lo giuro, non origlierò più!''
''E poi?!''
La cintura calò di nuovo.
''Giuro che non lo faccio mai più!''
''E poi?!''
Il colpo di frusta la fece scoppiare in lacrime, mentre un rivolo di sangue iniziava a sgorgare dal taglio appena aperto sulla pelle.
''La prego, basta!''
''E poi?!''
La cintura sferzò implacabile.
Il dolore era straziante
''Dimenticare tutto!'' strillò Tanya. ''Devo dimenticare tutto''
A quel punto scoppiò in singhiozzi e la Blokhin smise di colpire.
Per quasi un minuto la sorvegliante rimase immobile a fissarla in silenzio, tenendo la cintura sempre stretta in mano, ma proprio quando Tanya credeva di averla finalmente scampata, la donna parlò di nuovo.
''Cos'hai sentito?'' domandò gelida.
''Niente'' si affrettò a rispondere Tanya.
La cintura colpì ancora.
''Cos'hai sentito?!'' urlò la Blokhin.
''Niente!''
L'ennesima frustata fece sgorgare altro sangue, macchiandole la biancheria.
''Cos'hai sentito?!''
''Niente!''
Prima di calare per la terza volta, il braccio della sorvegliante si alzò ancora più in alto.
Quando raggiunse il bersaglio, la cintura squarciò la pelle.
''Cos'hai sentito?!''
Tanya cacciò un urlo.
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