Capitolo 1 - La mensa del Laska

Il raschiare dei cucchiai di metallo dentro i piatti riecheggiava all'interno della sala mensa producendo un monotono tintinnio.

Tin-tin. Tin-tin.

Il bacio dell'acciaio sulla ceramica ripetuto all'infinito. Se non fosse stato per i bisbigli dei ragazzini seduti dietro ai tavoli di legno sporco, ci si sarebbe potuti illudere di essere all'interno di una surreale fabbrica. Di sicuro, in quanto a livello di svago, non c'era poi molta differenza.

Il brodoso shchi di cavolo di quel giorno era particolarmente annacquato, persino rispetto agli standard dell'orfanotrofio Laska, e questo non faceva altro che rendere ancora più difficile buttar giù quella minestrina insapore.

Da parte sua, Tanya non se ne lamentava.

Era da quando aveva memoria che il cibo sembrava del tutto privo di attrattiva per lei. D'altronde, se si è abituati fin dalla più tenera infanzia a mangiare pane di segale mezzo raffermo e blande zuppe all'aroma di cavolo, risultava pressoché impossibile maturare un approccio diverso. Ciò che importava era scacciare la fame.

Il resto lo poteva anche sopportare.

''Il kvas oggi ha un sapore strano'' commentò Klara mettendo giù il proprio bicchiere.

''Hai ragione'' convenne Sasha. ''Sembra quasi che ci sia caduto dentro del caffè''

Alexei, che aveva appena preso un sorso di kvas, storse la bocca in un'espressione di disgusto.

''Per me ci è caduto dentro Kefir''

L'intera tavolata scoppiò in una risata sommessa, che però venne soffocata quasi subito, come un fiammifero acceso durante una tormenta. Non potevano rischiare di farsi scoprire dalla loro sorvegliante.

La signorina Blockhin odiava le risate a tavola.

''Sapete, dicono che in città adesso vendano la Cochi Cola'' disse Nikolai mentre strappava un pezzo di pane secco da intingere nella minestra.

''La Cochi Cola?'' ripeté Klara confusa.

''Quella specie di kompot che c'è in America'' spiegò Nikolai con impazienza. ''ho sentito la signorina Kiselyova che ne parlava con la direttrice''

''E che sapore ha?''

''Boh''. Si strinse nelle spalle. ''forse è dolce''

''Credete che ce la faranno provare?'' domandò Sasha speranzoso.

''Non penso'' sospirò sconsolato Alexei, contemplando le strisce di cavolo bollito nel proprio piatto. ''La signorina Blokhin non sprecherebbe mai dei soldi per comprare qualcosa solo perché ci piace. E poi lei preferisce la vodka col mors''

''Cos'è la vodka?''

Gli occhi dell'intera tavolata conversero all'istante su Tanya, facendola arrossire.

Anche se non aveva ancora aperto bocca da quando si erano seduti al tavolo, al suono di quella parola la piccola non era riuscita a resistere alla tentazione di dar voce alla propria curiosità.

''Come, non lo sai?'' le chiese Klara abbozzando un sorrisetto divertito.

Tanya scosse la testa con innocente sincerità.

''È una cosa che bevono gli adulti'' le rivelò Sasha. ''brucia la gola e rende strani''

''In che senso strani?'' domandò Tanya, con gli occhi che luccicavano per l'interesse.

''Tipo dire cose assurde, camminare storto o ridere senza motivo'' precisò Alexei. ''quando lo faceva mio padre rideva sempre''. La sua espressione s'incupì. ''Almeno all'inizio. Poi si metteva ad urlare, e alla fine picchiava mamma''

''Allora non voglio berla'' confessò Tanya spaventata.

''O forse si potrebbe farlo solo finché fa ridere'' ipotizzò saggiamente Sasha. ''in questo modo sei allegro, ma eviti di urlare e picchiare le persone''

''Giusto'' convenne Klara facendo di sì con la testa.

''A me piacerebbe berne molta''

A parlare era stata una voce profonda, roca e terribilmente inquietante. Tuttavia, in quel momento al tavolo nessuno dava l'impressione di averla sentita.

Facendo finta di niente, Tanya riprese a sbocconcellare la sua pagnotta tenendo gli occhi bassi.

Erano trascorsi quasi cinque minuti dalla fine della conversazione, quando la signorina Blokhin marciò fino al centro della corsia che divideva tra loro le due file di tavoli, e sollevando un secchio di metallo a mezz'aria, cominciò a battervi sopra con un corto bastone di legno.

''Giù i cucchiai!'' ordinò in tono perentorio.

L'eco di decine di cucchiai che ricadevano dentro i piatti risuonò all'interno della sala mensa pressoché nello stesso istante.

Persino tra i ragazzini più grandi del Laska, nessuno avrebbe avuto il coraggio di disobbedire ad un suo ordine diretto, anche se Nikolai cercò di aggirare il comando bevendo ciò che restava del proprio shchi portandosi il piatto direttamente alle labbra.

Essendo riuscita a finire la minestra appena in tempo, Tanya si ficcò in bocca l'ultimo pezzo di pane mezzo raffermo, per poi masticarlo più discretamente che poteva.

Era asciutto, duro e sapeva di muffa.

''Si sparecchia!'' proseguì la Blokhin con la stessa voce autoritaria.

Agendo sempre all'unisono i bambini si alzarono tutti in piedi, e marciando in fila ordinata sotto lo sguardo altero della nerboruta sorvegliante, raggiunsero il tavolo accanto alla porta delle cucine in fondo alla sala, dove poggiarono piatti e bicchieri prima di abbandonare la mensa.

Dato che il suo era il tavolo più lontano di tutti dall'uscita, Tanya fu anche l'ultima a chiudere la silenziosa processione. Complice la giovanissima età e la bassa statura dovuta all'essere la più giovane ospite dell'orfanotrofio, mentre la piccola andava dietro ai compagni sembrava quasi la punta della coda di un lungo serpente.

Si trovava ormai a pochi metri dal traguardo, quando il piatto che teneva in mano divenne improvvisamente sfocato finché non si sdoppiò di colpo, assumendo così l'aspetto di un vibrante disco biancastro.

Colta alla sprovvista, Tanya cercò di resistere come meglio poteva, ma le bastò puntare lo sguardo verso il basso perché anche quel semplice proposito venisse infranto.

Alla vista dei suoi quattro piedi, intenti ad avanzare sopra il tremolante pavimento di legno sporco, la bambina perse l'equilibrio e cadde a terra.

Sebbene fosse perlomeno riuscita a salvare il bicchiere, non appena i suoi occhi si posarono sui frammenti di ceramica di ciò che restava del piatto, un'ondata di terrore investì Tanya con la stessa irruenza di uno tsunami.

Al Laska rompere qualcosa equivaleva a bestemmiare durante una messa in chiesa.

Aynat, perché...

Nemmeno il tempo di concludere il pensiero, che la voce della sorvegliante rimbombò attraverso la mensa ormai praticamente deserta.

La schiena di Tanya fu percorsa da un brivido freddo.

''DURAK!''

Agendo d'impulso, la bambina tentò subito di raccogliere i cocci del piatto, ma ben prima di esserci riuscita una mano grande e dalla stretta solidissima l'afferrò per il braccio, costringendola a tornare in piedi.

Nel momento in cui Tanya rialzò la testa, la signorina Blokhin incombeva su di lei, fissandola con la stessa espressione feroce che sfoggiava tutte le volte in cui perdeva la pazienza.

La sorvegliante era una grossa donna di mezz'età, dalle braccia larghe e la presa di ferro, il cui volto incuteva soggezione al solo guardarlo. Al pari di un toro pronto a caricare o di un mastino a guardia di un cancello, sembrava sempre sul punto di partire all'attacco, e quel momento di certo non faceva eccezione.

Mentre scrutava la piccola dall'alto del suo metro e ottanta, i suoi piccoli occhietti neri lanciavano saette.

''Cretina mani di burro'' commentò sprezzante scuotendola per il braccio. ''Possibile mai che trascorra una settimana senza che qualcuno non rompa un piatto?!''

''M-mi dispiace'' balbettò Tanya con una chiara nota di panico nella voce. ''sono inciampata e...''

''E ovviamente hai pensato bene di perdere l'equilibrio nell'unico momento della giornata in cui dovevi conservarlo'' sbottò sarcastica lei. ''Chissà perché la cosa non mi stupisce per niente''.

La presa sul polso di Tanya si fece più forte, mentre il suo tono diventava sempre più rabbioso.

''Non vi entra proprio in quella testaccia dura il fatto che non posso buttare soldi solo perché siete scemi? Lo volete capire che ci danno i fondi col contagocce?!''

''Io...''

Il debole pigolio della piccola fu completamente sovrastato del terribile urlo di dolore che cacciò subito dopo.

Agendo con una prontezza sorprendente considerata la sua stazza, la sorvegliante le aveva mollato il braccio, e dopo averle stretto l'orecchio destro tra pollice e indice, si era affrettata a sollevarla di peso, lasciandola sospesa ad oltre dieci centimetri da terra.

Senza smettere di gridare in preda al panico, Tanya alzò subito le mani nel tentativo di aggrapparsi al braccio della Blokhin.

Lo sentiva.

Se non fosse riuscita a ridurre la pressione sul suo orecchio, di sicuro si sarebbe staccato.

''Natalya, ora basta!''

Come un salvagente gettato ad un naufrago, quella voce familiare e rassicurante giunse in suo soccorso proprio quando sembrava che le forze cominciassero ad abbandonarla, e appena pochi istanti dopo la sorvegliante la lasciò andare, permettendo alla bambina di crollare sul pavimento.

Con ancora la mano premuta sull'orecchio dolorante, Tanya sollevò cautamente il capo, appena in tempo per vedere una giovane donna dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, camminare verso a loro a passo di marcia.

Da quando l'aveva conosciuta, la signorina Kiselyova si era sempre dimostrata una persona gentile e di buon cuore, ma in quel momento l'espressione sul suo volto era tutto fuorché amichevole.

''Che stai facendo?'' chiese stizzita alla collega, una volta che furono faccia a faccia. ''pensi forse che staccarle l'orecchio riparerà il danno?''

''Stanne fuori Mila'' tagliò corto la Blokhin. ''questo non è affar tuo''

''In fondo è soltanto un piatto''

La sorvegliante anziana scoppiò in una risata senza gioia.

''Solo un piatto, certo'' la schernì beffarda. ''Perché allora non glielo dici tu alla direttrice la prossima volta che ci striglierà per un'ora di fila a causa delle spese extra? Non è mica colpa mia se siamo costretti a gestire degli scimpanzè anziché dei bambini''

''Se si renderà necessario me la vedrò io con la direttrice'' ribatté asciutta la signorina Kiselyova. ''adesso però lasciala andare''

Per qualche secondo la Blokhin parve sul punto di rifiutare, ma all'ultimo afferrò Tanya per il colletto, e dopo averla costretta a rialzarsi la spinse in modo brusco addosso alla giovane collega.

Nel momento in cui entrò in contatto col suo grembiule, la bambina le si strinse addosso con tutta la forza che poteva.

''Che affarone'' sogghignò maligna la Blokhin. ''Valeva di più il piatto''

Si era appena voltata, quando le labbra della Kiselyova si mossero per pronunciare un debole sussurro.

''Rispetto a te di sicuro''

Una mezza piroetta, un lampo di colore, e prima ancora che potesse accorgersi del pericolo, Mila si ritrovò a sbattere contro il tavolo alle proprie spalle, trascinandosi dietro Tanya.

Sulla guancia sinistra le era appena apparsa una vistosa impronta a forma di mano, nel punto esatto in cui lo schiaffo della Blokhin l'aveva raggiunta.

''Ridimmelo in faccia'' sibilò la donna, avvicinandosi pericolosamente alla collega. La Kiselyova non osò fiatare. ''Riprova ad insultarmi ancora e ti ammazzo''

La Blokhin aveva varcato la soglia della mensa già da qualche secondo, quando Tanya trovò il coraggio di staccare la faccia dal grembiule della sua salvatrice per incrociare lo sguardo con lei.

Gli occhi della piccola erano pieni di lacrime.

''Mi dispiace'' gemette con voce spezzata.

''Va tutto bene, Tanya'' la rassicurò Mila dandole una pacca affettuosa sulla testa. ''ora però vai a giocare con gli altri, ok?''

Per tutta risposta la bambina fece di sì con la testa, e senza voltarsi indietro abbandonò la sala.

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