Capitolo 66

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Canzoni per il capitolo :

Demons - Imagine Dragons.

Between - Courrier.

Thinking of you - Katy Perry.

HARRY'S POV.

Cazzo.

Mi è scivolata via, ed io l'ho permesso. Le ho permesso di lasciarmi andare, di lasciarsi andare, senza neanche provare a fermarla.

Ma io sapevo che sarebbe successo. Sapevo che l'avrebbe scoperto, e sono stato un fottuto egoista per non averle detto prima ciò che avevo fatto.

Ma la paura di perderla era dannatamente troppa, e non potevo permettermi di farlo. Lei è tutto ciò che ho. Eppure è successo lo stesso.

E ho visto il modo in cui mi ha guardato.

Non voleva neanche avvicinarsi a me, quando lo ha saputo. E ancora non vuole farlo.

Nei corridoi mi evita, e anche se durante i primi giorni ho cercato di parlarle, lei non mi ha mai rivolto neanche uno sguardo. Ormai non mi guarda neanche.

Ha saltato delle lezioni, e quasi tutte erano quelle che abbiamo in comune, ed io non so cosa cazzo fare.

Ho commesso tanti errori, forse troppi, ma il suo amore per me non è mai stato abbastanza, e il mio amore per lei cresce ogni momento di più, nonostante la consapevolezza che, probabilmente, ogni cosa è andata perduta.

Ma non può essere così. Non può dimenticare ogni cosa, non può.

E io la guardo, la guardo in ogni momento, anche se lei probabilmente non lo sa neanche.

Ho persino assistito ad uno dei suoi allenamenti, nella speranza di poterle parlare, ma lei non si è presentata.

Neanche fare i doppi allenamenti mi ha aiutato a non pensarla, a permettermi di dimenticarmi soltanto per un attimo di lei.

Ci ho provato, ho anche provato con l'alcol, ma poi mi sono ricordato che a lei non piace quando bevo, quindi ho smesso anche prima di iniziare. Ma è fottutamente difficile. E' così difficile cercare di cambiare, di migliorarmi per lei, quando non so neanche se lei mi vuole ancora.

Ma è la mia unica possibilità di riuscire a starle di nuovo accanto.

E c'è questa continua sensazione, questo peso, che preme esattamente sul mio petto, ogni volta che lei evita il mio sguardo, ogni volta che cerco di incrociare i suoi occhi spenti. Ed è doloroso, è più doloroso di quanto riuscissi ad immaginare.

Se quattro mesi fa mi fosse accaduta una cosa del genere, probabilmente in questo momento non starei neanche qui ad aspettare qualcosa che forse non avverrà neanche, ma avrei una ragazza di cui non conosco nemmeno il nome sul mio corpo, la sua bocca ad avvolgermi, e forse nelle mie vene scorrerebbe l'alcol che non ho rigettato.

Ma adesso è diverso, perchè adesso ho uno scopo. E lo scopo è quello di riprendermela.

Il suo sguardo è spento, ma ha ripreso a parlare regolarmente con Isabelle. E anche se mi sta fottutamente sul cazzo, sono felice che si siano ritrovate. Almeno so che non è sola, anche se non lo sarà mai.

Sono seduto in questo banco da più di dieci minuti, e lei deve ancora arrivare.

E' da qualche giorno che non arrivo in ritardo, con la speranza che riesca a trovare il modo di stare da solo con Claire, anche se solo per qualche minuto.

Le lezioni della Heiden sono le uniche che non salta, e sono dannatamente grato per il fatto che la mia ragazza ami la letteratura, perchè potrebbe essere la mia salvezza.

Perché Claire è ancora la mia ragazza, lo è per me e lo sarà sempre.

La classe si riempie, mentre il suo banco, quello accanto alla finestra, resta vuoto. Anche la campanella che segna l'inizio della lezione suona, ma di lei non c'è traccia, fino a quando non intravedo i voluminosi capelli scuri di Isabelle. Dietro di lei, c'è Claire.

Ed è come se improvvisamente mi sentissi più leggero, mi succede ogni volta che la vedo. Anche se non posso fare fottutamente niente, questo mi basta.

Non mi rivolge neanche uno sguardo, va dritta al suo posto senza prestare attenzione ad altro.

Questa mattina ha lasciato i capelli sciolti, che le ricadono oltre le spalle in larghe onde. E' bellissima, ma non ha la sua aura luminosa ad avvolgerla.

E mi manca. Mi manca così dannatamente tanto.

Mi manca guardarla e non potermi avvicinare, mi manca il modo in cui mi parla, la sua dolcezza, la sua innocenza. Mi mancano i suoi baci, il sapore delle sue labbra sulla mia lingua, le sensazioni che il mio tocco le provoca. Mi manca non poterla avere, e fa male. Fa male rendersi conto di essere il colpevole. Ed io lo sono. E lo sono ancora di più, perchè me ne sto fottutamente fermo a continuare a torturarmi, invece di agire.

Dovrei correre da lei, supplicarla di tornare da me e baciarla.

E invece sono qui, fermo, solo, come uno stronzo. Lo stronzo che ero prima di lei.

Mi ci è voluto del tempo, ma adesso ho capito. Ho capito come guarire un cuore che ho deluso, o almeno, posso provarci. Devo farlo.

Ho cercato in ogni angolo abbandonato, chiamando il suo nome nella speranza di trovarla, ma non avevo idea di dove potesse rifugiarsi un cuore spezzato. Perchè è questo ciò che ho fatto, le ho spezzato il cuore. E l'unico che può ricomporlo, l'unico che può farlo, sono io.

CLAIRE'S POV.

Sono passate due settimane.

Due settimane senza di lui.

I primi giorni sono stati i più difficili, quelli in cui ho creduto anche che la mia vita non avesse più un senso, ma poi ho capito che l'amore non è tutto. O almeno, ho cercato di autoconvincermi di questo. Lo sto ancora facendo.

Come sta andando? Sto fallendo. Miseramente.

Abituarsi alla sua assenza è difficile, dato che anche se volessi evitarlo non potrei, perchè è inevitabile non vederlo.

Dicono che questo sia uno degli effetti collaterali dell'amore.

L'amore porta gioia, ti porta ad essere felice e costantemente rilassata, se hai la persona giusta al tuo fianco. E' come se improvvisamente ti sentissi più leggera, in grado di riuscire a fare ogni cosa.

Ma l'amore può anche distruggerti, ed è questo ciò che mi ha fatto.

L'amore che ho provato e che provo ancora per Harry mi ha distrutta, e mi sta distruggendo anche ora, mentre sento il suo sguardo bruciare su di me, come ogni giorno.

In diciotto anni ho amato solo lui, quindi non ho nessun altro termine di paragone con cui confrontarlo, ma sono sicura che anche se avessi avuto delle altre esperienze con altri ragazzi prima di lui, non sarebbe cambiato niente.

Non lo credevo neanche possibile amare qualcuno così tanto, nonostante la nostra età, e nonostante tutte le nostre diversità e divergenze.

Essere a conoscenza di ciò che ha fatto dovrebbe portarmi ad odiarlo, ma anche se lo volessi, non ci riuscirei.

Mi ha tradita, nonostante mi aveva detto che mi avrebbe aspettata, e nonostante mi abbia fermata quando io volevo avere qualcosa di più. Quando io volevo dargli di più.

E l'ha fatto, nonostante qualche giorno dopo era a sussurrare di amarmi in Italia.

Isabelle è seduta di fianco a me, e sono felice che lo sia.

Questa mattina si è presentata a casa mia prima del solito, e mi ha letteralmente obbligata a curare il mio aspetto, per renderlo più presentabile e non destare sospetti sul mio stato d'animo, che ancora non sono riuscita a decodificare.

Ciò che è successo ci ha fatte riavvicinare quasi completamente. Sono corsa da lei quando ho saputo ciò che aveva fatto Harry, e lei non ha esitato a raccogliere i miei pezzi.

Eppure adesso sono ancora lì, a cercare di tenersi insieme, ma riuscire a farlo è difficile.

E' difficile specialmente se sei a conoscenza che la persona che ti ha ridotta in questo modo è esattamente a qualche metro da te.

La Heiden entra in classe, ed io rilascio un sospiro di sollievo, perchè se non l'avesse fatto starei bruciando sotto lo sguardo di Harry.

La nostra relazione era diventata ormai un dato di fatto, e anche se io non ne ho quasi parlato con nessuno, sembra che le voci abbiamo fatto il loro percorso tra le mura della scuola.

Cerco di non farci caso, anche se a volte è difficile non rispondere alle provocazioni di qualcuno che semplicemente vuole riempire la sua curiosità.

Scuoto lievemente la testa quando la Heiden inizia a parlare.

«Il semestre si è concluso, quindi la prossima settimana saranno fissati gli orari per la prova che vi è stata assegnata, quella su Shakespeare in collaborazione con il laboratorio teatrale.» Afferma, e sento che ancora una volta la terra potrebbe sgretolarsi sotto i miei piedi da un momento all'altro facendomi precipitare senza neanche che me ne accorga.

«Sarete divisi in tre gruppi, e verrete esaminati da me e dal professore Biew, che si occuperà dell'aspetto teatrale. Il teatro sarà messo a vostra disposizione da questo momento in poi, e potrete prenotarvi per utilizzarlo. La vostra prova finale consentirà a chiunque voglia di poter assistere, e saranno presenti anche alcuni rappresentati delle scuole d'arte del paese, così da aprire le loro possibilità a chi volesse continuare su questa strada.» Conclude, ed io sospiro.

Ciò significa che dovrò passare del tempo con Harry, anche se non deve necessariamente essere così.

Anche prima di partire per l'Italia, entrambi conoscevamo le nostre parti quasi perfettamente. E nonostante non lo credessi possibile, Harry è sempre stato più convincente di quanto immaginassi. Lo ha dimostrato anche quando è venuto in Italia, e quando mi ha recitato le parole di Romeo, quelle del nostro atto.

Prima che possa fermarmi, mi volto verso i banchi alle mie spalle, incrociando il suo sguardo.

Non sono sorpresa dal fatto che lui mi stesse già guardando, ma riuscire a guardare lui, dopo tutto questo tempo, fa male ma allo stesso tempo anche così bene.

Piuttosto, quello sorpreso sembra lui.

Probabilmente è dato dal fatto che lui mi cerca continuamente, lo ha sempre fatto, ma io non gli ho mai permesso di trovarmi. Ma, allo stesso tempo, è come se lui si fosse arreso.

Mi aspettavo che lottasse, che credesse di più in noi, ma forse mi sbagliavo.

Ho saltato qualche lezione durante queste due settimane, per lo più è stato nei primi giorni, poi ci ho fatto l'abitudine alla sua presenza.

No, non è vero.

I suoi occhi verdi sembrano illuminarsi nel momento in cui decido di non deviare il mio sguardo, ma continuo a mantenerlo nel suo.

Era così tanto che lo evitavo, e soltanto adesso mi rendo conto di quanto ne avevo bisogno. Ma mi sto facendo soltanto più male in questo modo.

Lo amo, lo amo più di quanto io avessi mai creduto possibile amare una persona, ma non riesco a dimenticare.

«Styles e Rain.» Richiama poi la Heiden, facendomi sussultare e distogliere l'attenzione da Harry.

«Siete entrambi nelle squadre della scuola, quindi per conciliare gli allenamenti con le prove, e data l'imminente trasferta che vi terrà impegnati tra due settimane, voi sarete una delle prime coppie ad essere esaminate.» Dice.

Dannazione.

Non può essere. Sembra che ogni cosa mi spinga verso di lui, quando io ho soltanto bisogno di stargli lontano.

Non sono sicura che risolveremo, ma ora come ora, non sembra una possibilità tornare insieme, e ciò di cui ho bisogno per convincermene e per dimenticarlo è passare il meno tempo possibile con lui.

Ma adesso ho capito. Tutte quelle parole di Isabelle sull'amore, quelle sull'essere innamorati, soltanto adesso riesco a comprenderle.

Ho sempre visto lei e Will come un idillio, un quadro quasi impossibile da mantenere vivo nella realtà, utopico. Credevo che lei esagerasse quando diceva ciò che provava, anche soltanto con uno sguardo del ragazzo che ama, nonostante tutto il tempo trascorso insieme.

Io le ho sempre risposto che non ne avevo bisogno, che non avevo bisogno dell'amore, perchè avevo i miei libri in cui rifugiarmi. Eppure ci ho sempre sperato, nonostante tutto. Ho sempre voluto una storia che mi consumasse, con un ragazzo che mi tenesse testa e che non mi assecondasse su ogni cosa.

E alla fine l'ho trovato. Ho trovato il mio rifugio, anche se non lo stavo cercando.

Ma un cuore spezzato è difficile da ricomporre, quando la posta in gioco è così alta, quando hai messo da parte ogni pregiudizio, lasciando spazio soltanto all'amore, permettendo a te stessa di lasciarti andare.

Dimenticare ciò che abbiamo avuto è difficile, e non voglio neanche farlo. Non posso. Sebbene il dolore sia così opprimente e insistente, è anche ciò che abbiamo vissuto insieme a tenere i miei pezzi più vicini tra loro.

Lui è cambiato così tanto, come sono cambiata io.

Ma poi è ricaduto nel suo stesso inferno, ed era quello che temevo di più. Io mi fidavo così tanto di lui, e adesso non so più cosa pensare.

So che mi ama, lo sento. Ma forse questo non è abbastanza, forse non sono io quella di cui ha bisogno. Forse non sono io quella giusta per lui.

Quando la lezione termina, il foglio che ho davanti è pieno di linee tracciate senza alcun senso su di esso, e quasi non ricordo di averle disegnate.

La lezione termina, e il suono della campanella riesce a far svuotare l'intera aula in troppo poco tempo.

Is è già pronta, mentre io sto recuperando i miei libri dal banco.

Sono quasi sicura che siamo rimaste soltanto noi, ma quando qualcuno rompe il silenzio, ho quasi paura di voltarmi.

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