Capitolo 65

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Canzoni per il capitolo :

Chains - Nick Jonas.

Impossible - James Arthur.

So cold - Ben Cocks.

Skinny love - Birdy.

HARRY'S POV.

Odio fottutamente tutta questa merda della scuola.

Non odio lo studiare, il sostenere degli esami o cazzate del genere.

Odio l'imposizione. Odio la fottuta presa di posizione che gli insegnanti hanno su di te, e il fatto che te lo sbattono in faccia solo per dimostrarti che loro possono e che tu non sei nessuno.

Fanculo. Un semestre e sarò fuori di qui.

Il coach ci ha appena riferito che andremo in trasferta, e che con noi ci sarà anche la squadra di nuoto. Il che significa, che Claire sarà lì, e che sarà mia ogni istante di quei giorni.

Mi ha detto che aveva gli allenamenti questo pomeriggio, e la mia intenzione era quella di tornare a casa e aspettarla lì, anche se la tentazione di entrare in quei dannati spogliatoi era forte, specialmente se iniziavo ad immaginarmi lei con addosso quel costume con cui si allena, che le fascia ogni singola curva perfettamente.

Eppure sono ancora qui, dopo la convocazione che abbiamo ricevuto dal coach, ad aspettarla.

Conoscendola, magari uscirà dal retro per raggiungere prima il cortile e andarsene, anche se non ne sono sicuro.

Controllo più volte l'orario, aspettando che quella porta si apra rivelando la mia ragazza, e sono sul punto di andare a controllare se gli allenamenti sono finiti. Mentre combatto contro il mio autocontrollo, sento chiamare il mio nome, ma non dalla persona che speravo.

«Cosa vuoi?" Sono già pronto ad alzarmi e andarmene, piuttosto che essere a così poca distanza da lei. Non riesco neanche a capire come abbia fatto a trovarmi.

«Bel modo di salutare.» Scatta, ma finisce per sboccare in una lieve e isterica risata.

Quasi mi odio se penso che fino a qualche mese fa, la trovavo sexy.

Cristo, non riesco neanche a ricordare com'era essere ciò che ero prima di rendermi conto di essere innamorato di Claire.

«Non ne conosco un altro.» Rispondo, spostando lo sguardo da lei alla porta degli spogliatoi, e l'ultima cosa che vorrei ora, per quanto più fottutamente contraddittorio possa sembrare, è che Claire la spalanchi ed esca.

«Non mi parlavi in questo modo quando avevi bisogno di me.» Replica, e un rumoroso sospiro lascia la mia bocca.

Vorrei dirle che non ho mai avuto bisogno di lei, ma non sono così stronzo da farlo. Non sono neanche sicuro che potrei ferirla se lo facessi, perchè non so se abbia dei sentimenti o anche soltanto il rispetto per se stessa, ma non lo faccio e basta.

«Dimmi cosa vuoi, Melody.» Perchè è maledettamente chiaro che voglia qualcosa.

«Sai, se fossi in te non mi risponderei in questo modo.» Dice poi, portandosi una mano sotto il mento, come per sostenerlo.

«Perchè non dovrei?» Ha ragione, perchè se accadrà quello che penso e che non spero, ha fottutamente ragione, ma non le do peso.

Finirà male, lo so.

«Mi meraviglio che la dolce e innocente Claire stia ancora con te, dopo quello che hai fatto.» Continua, istigando la mia ira già crescente.

«Non ho fatto niente.» E' stata lei a farmi un dannato pompino, io l'ho fermata prima che la situazione potesse degenerare.

«Io non direi.» La sua voce è così irritante e cazzo, deve ringraziare che è una ragazza e che lo so bene.

«Aspetta.» Riprende prima che possa risponderle. «Lei non lo sa, vero?» Quando mi volto verso di lei, ha la bocca drammaticamente spalancata, e le braccia che le penzolano nell'aria.

Abbasso lo sguardo, distogliendolo dal suo.

«Woah», dice. «E' per questo che non ti ha ancora lasciato.» Realizza, e sento che il mio autocontrollo sta seriamente per svanire completamente.

Una rumorosa e forzata risata lascia le sue labbra rosse, e prima che possa fermarmi, sono a due passi da lei.

«Perchè dovrei lasciarti?» Una terza voce, quella che ho imparato ad amare, risuona dietro le mura degli spogliatoi, e io non riesco neanche a voltarmi per avere la conferma che si tratti di lei.

Adesso sono sicuro, che finirà fottutamente male.

Mai come questa volta, avrei voluto che non fosse così abitudinaria, e io avrei voluto conoscerla un pò meno, perchè così l'avrei aspettata davanti l'uscita principale, e non da quella sul retro.

Ma siamo così uguali ed opposti anche in questo, e io avrei dovuto saperlo.

CLAIRE'S POV.

Non impiego molto a riconoscere quella voce, specialmente quando la persona da cui proviene è esattamente davanti ai miei occhi.

Probabilmente mi sto sbagliando, e sto soltanto affrettando le cose, ma non posso fare a meno di non sentire il pesante e intenso dolore che si propaga nel mio petto, quando mi rendo conto della vicinanza dei loro corpi, e delle sue parole.

«Aspetta.» Dice lei, come se avesse improvvisamente realizzato qualcosa di estremamente importante. «Lei non lo sa, vero?» Riprende, e la sua sembra più una domanda che un'affermazione.

Sono completamente paralizzata, quando mi rendo conto che lei, sono io.

Harry distoglie lo sguardo dal suo, e l'unica cosa che riesco a fare è preoccuparmi che nessuno dei due mi veda, anche se non riesco a capirne il motivo.

Cosa dovrei sapere?

«Woah», continua Melody, agitando i suoi voluminosi e lucenti capelli biondi. «E' per questo che non ti ha ancora lasciato.»

Lasciare?

Dovrei lasciare Harry?

Cosa diamine sta succedendo?

Mentre le domande continuano a susseguirsi nella mia mente, Harry è sempre più vicino a lei, e io non riesco a fermarmi.

«Perchè dovrei lasciarti?» Intervengo, uscendo dal mio nascondiglio.

Harry blocca i suoi movimenti, ma non si volta.

Melody spalanca letteralmente la sua bocca dalle labbra definite, e sento che se anche la terra si sgretolasse sotto i miei piedi, non me ne accorgerei.

«Harry.» Insisto, provando ad avvicinarmi.

Lui si volta lentamente, e nel momento in cui il suo sguardo incrocia il mio, sento il mio equilibrio vacillare.

Melody adesso è dietro di lui, e io non riesco a pensare a niente, se non che vorrei che tutto questo fosse soltanto qualcosa di cui non dovrei preoccuparmi.

Eppure io lo sentivo. Continuavo a sentire quell'enorme peso, che quasi mi impediva di respirare.

Sposto lo sguardo da Melody a Harry, dal momento che lui non sembra deciso a rispondermi, ed io non so cosa fare.

Soltanto nel momento in cui lui distoglie lo sguardo dal mio voltandosi, e abbassandolo, la realizzazione di ciò che è accaduto mi colpisce come se non avesse aspettato altro.

Non è possibile, non sta succedendo davvero.

Prima che possa rendermene conto, sto indietreggiando, allontanandomi da entrambi.

«Claire.» Mi richiama Harry, tentando di raggiungermi, ma lo blocco. «Posso spiegarti.»

Sollevo lo sguardo su di lui, cercando qualcosa, qualsiasi cosa che mi permetta di aggrapparmi a lui, ad una speranza. Una speranza che credevo potesse esistere anche per noi.

«Ti prego.» Dice, quasi supplicando.

«Dimmi che non è come sembra.» Le parole che credevo di non riuscire a pronunciare lasciano la mia bocca, alimentate da quella debole, inutile speranza che continuo a riporre in lui, e in noi. «Dimmelo, Harry.»

«Non è venuto a letto con me, se è questo quello che vuoi sapere.» L'attenzione di entrambi si sposta sulla ragazza dai capelli biondi, che interrompe il silenzio e l'attesa.

Riporto lo sguardo su Harry, che mi guarda come se quella fosse l'unica spiegazione plausibile, e l'unica che mi merito. Ma so che non è così.

«E allora cos'è successo?» Non posso negare che le sue parole non abbiano alleggerito l'enorme peso che mi portavo sul petto, ma non sono neanche sicura di crederle.

«Dimmi cos'è successo o me ne vado, Harry.» Il tono della mia voce risulta molto più deciso di quanto avessi sperato, e so che è l'unico modo per farmi dire qualcosa da lui è impormi in questo modo, facendo il suo stesso gioco.

Harry distoglie ancora lo sguardo dal mio, e riesco a sentire le lacrime formarsi all'interno dei miei occhi, ma la rabbia prevale sulla mia emotività, in questo momento.

Sospiro e faccio per andarmene, ma lui mi riprende, avvolgendo le sue dita intorno al mio polso.

«Gesù, gli ho solt-» Riprende Melody, ma Harry finalmente parla, imprecandole contro.

«Vattene, cazzo!» Lei sospira e si allontana, ma non sembra minimamente turbata dalle sue parole o dal suo tono. Mi domando quanto tempo abbiamo passato insieme per diventare così confidenti tra loro, ma finisco per farmi più male di quando credessi.

«E' la verità?» Domando, insicura come non mai.

«Cosa?»Chiede, ma poi capisce a cosa mi riferisco e si affretta a rispondermi. «No, Claire, te lo giuro. Non riesco neanche ad immaginarlo.» Dal modo in cui le parole scivolano velocemente dalle sue labbra sono spinta a credergli.

«Ma Melody stava dicendo qualcosa, prima di andarsene.» Ho le braccia incrociate al petto, e voglio soltanto sapere cos'è successo tra loro. «Cosa?»

Harry mi guarda e poi si volta, passandosi una mano tra i capelli. E' come se stesse riorganizzando i suoi pensieri, ma ho bisogno che di qualsiasi cosa si tratti, la dica. Non posso più aspettare, e ho bisogno di certezze e verità, anche se dolorose.

«Sono stato con lei, ma non nel modo in cui tu credi.» Spiega, e adesso sono io quella che ha bisogno di distogliere lo sguardo, incapace di sostenere il suo.

«E in quale modo, allora?» Domando. La mia voce ridotta ad un sussurro.

«In un modo in cui avrei potuto momentaneamente dimenticare quello che non riuscivo a sostenere.»

Non ho bisogno di altri particolari o cose del genere, per rendermi conto della realtà dei fatti. Ma ho anche bisogno di farlo.

«Ho bisogno di sapere, Harry.» Pretendo, nonostante la consapevolezza che mi farò del male.

«E' successo quando tu eri in Italia.» Inizia, e voglio che concluda. Lui capisce le mie intenzioni e sospira, prima di continuare.

«Era la vigilia di Natale. Ricordi quando ti ho telefonata?» Annuisco alla sua domanda, cercando di trovare un collegamento con Melody.

«Quel giorno, ho ricevuto la lettera di mio padre. E' stato dopo averla letta che ti ho chiamata. Avevo bisogno di te. Avevo bisogno di sentire la tua voce, perchè soltanto in quel modo avrei potuto calmarmi.» Le sue parole mi colpiscono dritto al cuore, che quasi ricompone, ma senza riuscirci.

Ascoltare la sua voce, anche dopo quello che era successo tra noi, mi fece rendere conto di quanto io non riesca a stare senza di lui, e di quanto io ne abbia bisogno.

«Ho provato a richiamarti.» Lo interrompo, ricordando che è riuscito sempre a sviare la questione. Una volta mi ha detto che semplicemente la linea telefonica era intercettata a causa della distanza, e dal fatto che mi trovassi in un altro paese. Ma qualcosa mi fa intendere che non è così.

«Lo so.» Dice. Sospira pesantemente e si passa una mano tra i capelli nervosamente - ancora - prima di continuare.

«Dopo averti chiamato, sono andato a casa sua.» Sussurra, e sento come se tutto il mondo che ho faticato a costruire intorno alla nostra relazione stia crollando, esattamente sul mio corpo.

«Non riesco a capire.» Sostengo, scrollando le spalle.

Perchè aveva bisogno di lei? E perchè, perchè dannazione non mi ha risposto e ha chiuso quelle chiamate senza neanche provarci?

«Mentre stavo parlando con te, ho sentito una voce.» Parla, socchiudendo gli occhi. «Non riuscivo a capire da chi provenisse nè cosa dicesse, ma era una voce maschile.»

Una voce. Tento di ripercorrere gli eventi di quel giorno, e il momento della telefonata. Con me c'era .. «Dylan.» Realizzo.

Era Dylan. Maledizione, non può davvero pensare che lui sia..

«Chi cazzo è Dylan, Claire?» Scatta, urlando.

«E' mio cugino, Harry!» Rispondo, usando il suo stesso tono. «Mi hai tradito perchè credevi che io stavo facendo lo stesso?» Ad ogni parola che lascia la mia bocca, il dolore si intensifica.

«Cazzo!» Il suo piede colpisce la borsa caduta sul terreno, mentre le lacrime percorrono il mio volto. Non mi preoccupo neanche di nasconderle, o di cercare di fermarle.

«Ma come potevo sapere che fosse lui? Perchè non avresti potuto farlo?» Chiede, tornando a mettersi davanti a me.

«Me lo stai davvero chiedendo, Harry?» Replico, sperando che non abbia bisogno seriamente che gli risponda. A quanto pare, continuo a sbagliarmi. Tutto sembra essere un continuo sbaglio.

Avrei dovuto saperlo.

«Perchè non avresti potuto, Claire? Perchè tu non sei il tipo?» Richiede, ironizzando.

«Sì, e perchè avresti dovuto fidarti di me!» Le lacrime mi rendono difficile riuscire a vedere con chiarezza, e un vuoto si propaga nel mio stomaco, sopraffacendomi.

«Perchè dovresti conoscermi, e avresti dovuto sapere che non farei mai una cosa del genere, nonostante quello che succede tra noi . Io ti amavo, Harry.» Sto letteralmente singhiozzando, e ogni colore ha lasciato il volto del ragazzo che credevo essere riuscita a cambiare, come lui ha cambiato me.

«L'hai baciata?» Gli domando, riferendomi a Melody.

Non ho bisogno di sentire la sua voce, quando è il suo silenzio a rispondermi. Un'ennesima lacrima riga il mio volto, e non riesco a fermarla.

Potrei sembrare patetica, anche stupida e qualsiasi altra cosa, ma il fatto che l'abbia baciata mi fa più male di un qualsiasi altro atto fisico, anche se si tratta di quello che hanno condiviso.

«Ma mentre lo facevo, pensavo soltanto a te.» Afferma Harry, riprovando ad avvicinarsi.

«Il tuo pensiero era fisso, costantemente impresso nella mia mente, e non riuscivo a mandarlo via. Non riuscivo a mandarti via.»

«Solo, perchè?» Non mi sforzo neanche di apparire decisa o forte.

In questo momento sono soltanto debole, e la mia voce rotta è la rappresentazione del mio cuore, e dei pezzi in cui si sta frantumando.

Pensava che lo stessi tradendo, che mi fossi già gettata nelle braccia di qualcun altro, quando è soltanto nelle sue che mi sento al sicuro. Soltanto le sue potranno rifugiarmi, da qualsiasi cosa. Sempre. E credevo che lui lo sapesse.

«Volevo provare a dimenticarti, soltanto per un momento.»

Le sue mani raggiungono il mio volto, e non riesco neanche a negare ciò che riesce ancora a provocarmi il suo tocco, ma non posso neanche negare ciò che è successo, ciò che ha fatto, e il rumore dei pezzi del mio cuore spezzato.

Quando schivo le sue mani, si blocca, e la delusione, la tristezza, e forse il dolore, attraversano il suo volto.

«Claire.»Tenta. Il tono così diverso da appena qualche istante fa. «Ti prego.» La sua voce si spezza alla fine, e fa così male.

Il suo sguardo è sincero, e potrei quasi dire che i suoi occhi sono velati dalle lacrime, ma devo impormi di non lasciarmi trasportare da loro, di non lasciare che mi riportino sul fondo.

«Mi dispiace, Harry.» Sibilo, allontanandomi da lui.

Prima di voltarmi completamente e andarmene, torno a guardarmi indietro, nell'esatto momento in cui le sue ginocchia si scontrano con il terreno, e le sue mani gli coprono il volto.

E adesso mi resta soltanto trovare un posto, un posto che accolga il mio cuore spezzato.

A/N.

Siamo quasi alla fine, team Clarry!

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