Capitolo 64
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Canzoni per il capitolo :
Fix a heart - Demi Lovato.
Stay with me - Sam Smith.
I see fire - Ed Sheeran.
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Chiarire con Isabelle mi è servito più di quanto immaginassi.
E' come se mi fossi scrollata di dosso un enorme peso, anche soltanto rivolgendole la parola.
Ammetto che dimenticare mi risulta difficile, perchè avevo piena fiducia in lei, ma il suo punto di vista non era sbagliato, anche se non avrebbe dovuto essere lei a fare ciò che ha fatto.
Credo che se le cose con Harry non fossero andate bene, la nostra amicizia non sarebbe mai tornata come prima.
Ma fortunatamente, le cose con lui vanno anche meglio di quanto potessi mai immaginare, e credo di non essermi mai sentita in questo modo.
Eppure c'è qualcosa che mi tormenta, come un dubbio o una strana sensazione, e non riesco a trovarne il motivo.
Ma parlare con Is mi ha risollevata, in qualche modo, e lei aveva bisogno di me. Non potevo negarle il mio sostegno, non in un momento come quello che sta attraversando con Will.
Mi chiedo come possa anche soltanto pensare che Is provi qualcosa per Harry.
Inizialmente, ho dubitato anch'io, perchè non riuscivo a trovare alcun pretesto per cui non avrebbe potuto essere vero.
Ma io ed Harry abbiamo un legame talmente intenso e forte, non potrei mai credere che lui possa provare un'attrazione per Isabelle, anche se non lo biasimerei.
Insomma, lei è bellissima, aggraziata, e basterebbe un suo semplice sguardo o accenno per far cadere tutti i ragazzi della scuola - forse anche ragazze - ai suoi piedi.
«Ciao.» Un paio di braccia mi avvolge la vita, facendomi sussultare lievemente e distogliendomi dai miei pensieri.
«Ehi.» Rispondo, poggiando le mie mani sulle sue, e voltandomi quanto basta per permettergli di posare le labbra sulle mie.
«Stai bene?» Mi chiede, quando si allontana troppo presto.
«Certo.» Dico velocemente, liberandomi dalla sua presa, approfittando del fatto che si sia allentata sulla mia vita, ma lui mi afferra gentilmente il polso e mi costringe e voltarmi nella sua direzione.
«Claire.» Mi richiama quando io sposto il mio sguardo su ogni punto della stanza, ma non fermandomi mai su di lui.
«Sto bene, Harry.» Sostengo, combattendo contro i suoi occhi che sento sul mio corpo.
«Dimmelo guardandomi.» Ma lui è Harry, e ovviamente, non si accontenta mai. Perchè mi conosce così dannatamente bene.
Una sua mano é avvolta ancora intorno al mio polso, mentre l'altra la utilizza per sollevare il mio mento, facendo avvenire lo scontro che stavo cercando di evitare.
«Che hai?» Mi domanda dolcemente, sfregando le dita sulla mia guancia, mandando in estasi il mio corpo, con quel solo tocco.
«Non è niente, sul serio.» Sussurro, sperando che gli basti come spiegazione, anche se non lo è.
«Se non me ne vuoi parlare, va bene.» Inizia «Ma io sono qui, e ci sarò sempre.» Le sue dita si muovono sulla mia guancia, ed io mi poggio contro la sua mano per aumentare il contatto.
Copro le sue dita con le mie, prima di aggrapparmi alle sue spalle e premere le labbra sulle sue.
Lui non esita ad accogliermi, riportando le sue mani intorno alla mia vita, stringendomi a lui.
La sua lingua entra in collisione con la mia, ma le sue labbra si muovono lentamente contro le mie, in un dolce e lungo bacio.
«Ho parlato con Is.» Decido di parlargli, ma non so se riuscirò a dirgli cosa penso. Potrei sembrare patetica o paranoica. Anzi, lo sono.
Harry poggia la fronte contro la mia, continuando a tenermi per la vita.
«E?» Chiede, controllando il respiro ancora non del tutto regolare.
«Credo che sia andato tutto bene.» Dico. «So che l'ho perdonata, ma devo ancora rendermene conto.»
«E' normale, ma sono felice per te.» Si avvicina e mi lascia un bacio sulle labbra, sorridendo.
«Ma adesso dimmi cosa c'è che non va.» Pretende, ma la sua voce è più dolce di quanto possa sembrare.
«Harry.» Mi lamento, alzando gli occhi al cielo.
«Se non si tratta di Is, c'è qualcos altro.» Osserva, ed io mi ritrovo a sentire il bisogno di allontanarmi da lui, anche se non è quello che voglio.
«Si tratta», si ferma. «Si tratta di me?» Il suo tono è preoccupato, e la voce ridotta ad un sussurro.
Risollevo lo sguardo su di lui, sospirando.
«Will ha chiesto ad Isabelle una pausa.» Non so cosa sto facendo, ma i dubbi iniziano a vorticare nella mia mente, e so che soltanto lui può darmi le certezze di cui ho bisogno.
«Perchè?»
Sospiro ancora, e mi passo una mano tra i capelli, prima di continuare.
«Crede che lei provi qualcosa per te.» Dirlo ad alta voce fa più male di quanto credessi, e non trovo il coraggio per incrociare lo sguardo di Harry.
«Che cazzo, cosa?» Quasi scatta, agitando le mani in aria.
«E' quello che pensa lui.» Spiego, guardando verso il basso.
«E tu cosa pensi?» Chiede, ma nessuna parola lascia la mia bocca.
Sento i suoi passi, man mano che avanza verso di me, e io di riflesso ne faccio uno indietro, facendo poi fermare anche lui.
«Claire, non puoi credergli.» Sostiene, e riesco a sentire le lacrime pizzicarmi gli occhi. Accidenti alle lenti a contatto.
«Isabelle cosa ti ha detto?» Si avvicina ancora, ma questa volta non mi sposto.
«Ha negato.» Sibilo, scrollando le spalle e continuando a non guardarlo.
Harry rilascia un pesante sospiro, e distende il suo braccio, poggiandosi contro la parete, stringendomi contro di essa.
«E allora perchè non vuoi credermi?» Mormora con voce roca, avvicinando il suo volto al mio. «Parlami.»
«E se tu non ti accorgessi di provare qualosa per lei?» Dico dopo qualche istante, dando voce ai pensieri che si stanno rincorrendo nella mia mente.
«Non sei seria.» Lui dice, quasi sorridendo. Quando si accorge che lo sono, si allontana da me, facendo scorrere entrambe le mani nei suoi capelli.
«Cristo, Claire, quella ragazza mi sta sul cazzo come pochi, come potrei provare qualcosa per lei?» Chiede retoricamente, riportando il suo sguardo su di me.
«Perchè è più bella di me?» Ammetto, e lui in un veloce passo mi raggiunge, ma resta a pochi centimetri di distanza, senza toccarmi.
«Sei fottutamente impazzita?» Dice, quando si rende conto - di nuovo - che sono seria, e che forse non si tratta semplicemente di essere paranoica, perchè c'è qualcosa di più. Dio, quanto sono confusa.
«L'hai vista, Harry.» Sussurro. «L'intero genere maschile della scuola farebbe i salti mortali anche per essere solo preso in considerazione da lei.» Scrollo le spalle, e credo che se i suoi occhi potessero, in questo momento mi starebbero lanciando fiamme.
«Claire.» Richiama il mio nome in modo deciso, ma sussurrandolo. Poggia entrambi i palmi sulla parete su cui sono stretta, distendendo le sue braccia ai lati del mio volto.
«Non so per quale assurdo motivo tu mi stia dicendo questo, o anche perchè lo hai soltanto pensato, ma io non voglio assolutamente lei.» Riesco a sentire il suo respiro che soffia sulle mie labbra mentre pronuncia lentamente le parole.
«Voglio te.» Riprende. «E vorrò sempre e solo te.»
Quando il suo sguardo incrocia il mio, mi perdo completamente nella limpidezza dei suoi occhi, che mi studiano con dolcezza, ma anche con preoccupazione, e allo stesso tempo con decisione. E' sincero, ed io non so cosa dire.
«Mi dispiace.» Sibilo, portando una mano sul suo petto. Lui poggia una delle sue sulla mia, e si avvicina ancora, fino a raggiungere le mie labbra.
«Sei bellissima, e non hai bisogno di relazionarti a qualcuno per saperlo.» Le sue mani si spostano sulla mia vita, e capovolge entrambi i nostri corpi, in modo che sia lui ad essere poggiato contro la parete.
«E' come se fossi completamente accecato, perchè tutto ciò che riesco a vedere sei tu.» La sua confessione scioglie il mio cuore, e dà la vita ad una miriade di farfalle che svolazzano nel mio stomaco.
Gli sorrido e poggio la testa sul suo petto, incapace di dire qualsiasi cosa.
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«Tra un mese ci sarà la prima trasferta del secondo semestre, e ci saranno alcuni esaminatori delle università più conosciute, che metteranno a disposizione delle borse di studio.» L'allenatore ci mostra il programma della trasferta, per la quale staremo via tre giorni, se riusciamo a qualificarci anche per le finali.
E' la prima volta quest'anno che gareggiamo al di fuori della nostra scuola, avendo sempre ospitato.
Sono consapevole di aver perso qualche allenamento durante la stagione passata, ma voglio davvero impegnarmi in questa, volendo qualificarmi per poter ricevere una di quelle borse di studio.
«Non saremo gli unici ad andare in trasferta.» Riprende l'allenatore, riacquistando la mia attenzione. «Ci saranno anche le squadre di basket, cheerleading e football.»
Squadra di football.
Harry.
Harry verrà con me in trasferta.
Significa che partiremo insieme, che saremo nella stessa sistemazione, e che lui sarà lì.
Dovrei esserne felice, se non entusiasta, al pensiero che il mio ragazzo mi sosterrà durante la giornata delle competizioni, ma allo stesso tempo, penso a come potrebbe essere una distrazione per me.
A meno che non risulti essere l'opposto, incombendomi la forza necessaria di cui avrò bisogno per affrontare l'inizio del campionato.
Non credo che a lui gliene abbiano già parlato, altrimenti me l'avrebbe detto, no?
«Claire.» Scuoto velocemente la testa, riportando la mia attenzione sull'allenatore.
«Hai perso qualche ora di allenamento, ma sei un elemento su cui punto, quindi non farmene pentire.» La stima che nutre per me mi fa sentire bene, perchè tutto ciò che ho ottenuto, è stato soltanto grazie alle mie forze. Mi sono impegnata, ho combattuto duramente per tanti anni per riuscire ad essere dove sono ora, e non posso permettermi di lasciarmi andare proprio adesso.
«Non lo farò.» Prometto, prima di raggiungere le mie compagne, che stanno per entrare in acqua.
Harry non deve necessariamente rappresentare una distrazione per me, giusto?
Posso riuscire a scindere la mia carriera da atleta da quella di essere la sua ragazza.
Quando l'allenamento termina, due ore dopo, sono completamente distrutta, e gli allenamenti persi pesano sul mio corpo dolorante.
Lascio che l'acqua della doccia scivoli su di esso con la speranza che sciolga i miei muscoli contratti e mi aiuti a rilassarli.
Asciugo velocemente i miei capelli e li raccolgo in una coda disordinata, prima di rivestirmi.
Sistemo il solito occorrente negli armadietti, e recupero la mia borsa con alcuni dei miei libri, e dopo aver salutato le ragazze, esco dalla porta che porta sul retro, nel punto in cui i nostri spogliatoi confinano con quelli maschili.
Mentre percorro il perimetro degli spogliatoi, il leggero vento mi soffia nei capelli, peggiorando la situazione già critica della coda in cui li avevo raccolti. Sfilo l'elastico, arrendendomi e lasciandoli sciolti.
Improvvisamente, una voce richiama la mia attenzione.
Credevo che a quest'ora non ci fosse nessuno, specialmente da questa parte della scuola.
Si tratta di una voce femminile, e mi chiedo chi sia, dal momento che l'unica squadra femminile ad avere un allenamento oggi era la nostra, e la sua non ricorda nessuna delle voci delle mie compagne.
Se non dovessi necessariamente andare nella direzione in cui credo ci sia anche lei, non lo farei, ma sono uscita dal retro per risparmiare tempo, e non posso tornare indietro.
Nel momento in cui sento anche un'altra voce, i miei passi si bloccano, così come il mio respiro.
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