Capitolo 48

Ragazze, Shelter non è finita, e non finirà presto, ve lo assicuro. Ho ricevuto tantissimi messaggi e commenti, e non avrei mai creduto che vi sarebbe dispiaciuto così tanto se la storia fosse davvero finita. Era un semplice scherzo, anche per vedere le vostre reazioni, e alcune di voi mi hanno davvero fatto morire dalle risate, giuro. Non lo farò più (forse).

Canzoni per il capitolo :

Say you name - Plumb.

Nothing - The Script.

Stolen - Dashboard Confessional.

Quindi è così che ci si sente, ad essere amati.

È in questo modo che il tuo corpo e la tua mente ti fanno realizzare che la persona che ami ricambia il tuo amore.

Lo credevo così impossibile, che quasi stento a sentirmi sicura che in realtà non lo sia. Ma la luce che brillava nei meravigliosi occhi di Harry è bastata per assicurarmi che era tutto vero, tutto ciò che stavamo vivendo, era reale.

Ho sempre pensato a come le persone si sentissero, nel momento in cui ammettevano a loro stessi e alla persona che amavano i propri sentimenti. Immaginavo spesso a chi lo avrei detto per la prima volta, ma non riuscivo mai ad immaginare chi potesse esserci dall'altro lato, a contraccambiare l'amore che avevo da donare.

Qualche volta ho anche pensato che forse il destino per me avesse in serbo altri progetti, nei quali l'amore non rientrava.

E invece sono proprio qui, con la testa tra le nuvole, il cuore leggero e le farfalle nello stomaco, se soltanto ripenso a quello che è accaduto la scorsa notte.

Il fato è così imprevedibile, delle volte. Non avrei mai creduto che il primo ragazzo che avrei amato sarebbe stato proprio il primo che ho conosciuto nella mia vita.

Abbiamo impiegato quasi diciotto anni per consolidarlo, ma non potrei che esserne più felice.

So che Harry non è il solito ragazzo adolescente dalla vita semplice, ma io sono pronta a stargli accanto, a sostenerlo e a cosigliarlo, se lo vorrà.

Non sono neanche sicura che stiamo insieme, e non so se dureremo, o come sarà, ma ora voglio soltanto godermi questo momento, e prendere le cose come mi verranno presentate.

Non è stata esattamente la prima volta che qualcuno mi confessasse di amarmi, ma è come se lo fosse. Quelle due parole, che Charlie pronunciò in quel corridoio della scuola, erano tutto ciò che avrei sempre voluto sentire, ma adesso ne sono certa, non da lui.

Per quanto Charlie potesse rappresentare ciò che reputavo un prototipo, si è poi rivelato essere quasi il mio alterego. Con lui stavo bene, non posso negarlo, ma siamo simili, e lo siamo troppo per poter riuscire a stare insieme.

Io ho bisogno di qualcuno che non mi assecondi in ogni cosa che faccio, anche se sbagliata. Ho bisogno di qualcuno con cui discutere apertamente, con cui poter parlare di tutto, e quel qualcuno può essere soltanto Harry.

Soltanto una cosa, manca affinchè tutto potesse davvero essere perfetto.

Mi manca non poterlo raccontare ad Is, la mia migliore amica.

Credo che se non avessimo discusso in quel modo, probabilmente in questo momento lei starebbe proprio qui, accanto a me, a toccare il soffitto dall'euforia. Ma non è così, e non so se lo sarà.

Forse siamo soltanto entrambe troppo orgogliose per poter tornare dall'altra facendo il primo passo; ma ripensandoci, se Harry era sotto la finestra della mia camera, sotto la pioggia, a cofessarmi il suo amore, è anche grazie ad Is.

Infondo, è stata lei a smuovere Harry da quella sorta di amnesia, riportandolo alla realtà. E non sono sicura che, se non lo avesse fatto, sarebbe ugualmente accaduto, anche se voglio pensare che sia così. Voglio credere che Harry prima o poi si sarebbe aperto a me, che fosse stato pronto ad amarmi, e anche se forse non sarebbe stata la scorsa notte, sono ferma nella mia teoria, sostenendo che lo avrebbe fatto.

Non è la prima volta che io ed Is discutiamo per questo motivo, anche se l'ultima volta ci siamo imbattute in uno scontro pesante.

E' successo già in passato, ma Is è irremovibile; è la sua natura, e non riesce a fare a meno di comportarsi in un certo modo, anche se qualche volta risulta sbagliato, e anche se qualche volta, anche se involontariamente, fenisce per ferire qualcuno.

Magari questa volta sono stata anch'io troppo severa con lei, ma avevo le mie ragioni, e lei sa benissimo che non sono il tipo di persona che risponde a tono soltanto per il piacere di farlo.

Senza pensarci ancora, prendo la borsa ed esco, trovando Harry poggiato sulla sua moto, che mi sta aspettando proprio fuori casa mia.

«Avrei potuto attraversare.» Gli dico, chiudendo la porta alle mie spalle.

«Non credo saresti sopravvissuta, fino ad arrivarci.» Mormora, e un angolo delle sue labbra si piega verso l'alto, rivelando un sorriso malizioso che mi era quasi mancato.

«Mi credi così debole?» Replico, fingendo di essere accigliata.

«Decisamente.» Continuo, e il sorriso sul suo volto si accentua, rivelando una delle fossette ai lati della sua bocca.

Mi avvicino a lui, ma volutamente lo supero, scaturendo una sua reazione, come speravo.

Poggia le sue mani sui miei fianchi, stringendoli lievemente, prima di attirarmi a sè, avvolgendo le sue braccia intorno alla mia vita.

«Dove credi di andare?» Chiede, prima di avvicinarsi al mio volto, sfiorandomi le labbra.

«Chi è il debole ora, Harry?»

Tento di resistergli per provocarlo, ma finisco soltanto per temporeggiare, perchè un attimo dopo, le nostre labbra si fondono in un dolce, ma allo stesso tempo passionale bacio, colmo dell'amore che entrambi abbiamo da donare all'altro.

«Buongiorno, piccola.»

-

Is è seduta accanto a me, e non mi ha rivolto un solo sguardo da quando sono entrata in classe, insieme a Harry.

Nel cortile della scuola ha intrecciato le nostre dita, e abbiamo avanzato mano nella mano anche nei corridoi. Gli occhi di tutti quelli che li popolavano erano su di noi, e per un momento mi sono sentita imbarazzata, nuova a quella situazione; ma sentivo che anche per Harry lo era, così ho deciso di non dare troppa importanza agli sguardi dei ragazzi appostati nei corridoi o fuori le aule.

La lezione della Heiden trascorre più velocemente di quanto pensassi, e tra gli sguardi di Harry, e i continui pensieri su Is e su cosa succederà tra noi, sono già fuori dall'aula, per la prossima lezione.

«Cos'hai ora?» Mi domanda Harry, distogliendomi dai miei pensieri.

«Trigonometria.» Gli rispondo, senza però prestargli attenzione.

«Ehi.» Si ferma, bloccando anche me. «C'è qualcosa che non va?»

«È tutto okay.» Tento di rassicurarlo, ma fallendo. Devo ancora abituarmi a questa nuova versione di Harry, ma ho sempre paura a sbilanciarmi troppo, infondo siamo appena all'inizio.

«Dimmi cosa ti succede.» Pretende, sollevando il mio mento con due dita, così da portarmi ad incrociare il suo sguardo.

«Dobbiamo andare a lezione, Harry.» Gli ricordo, cercando di sorpassarlo. Ma ancora una volta, lui è più veloce di me.

«Abbiamo ancora dieci minuti. Parlami.» Il suo tono diventa così dolce, che non posso fare a meno di accorciare la distanza che separa i nostri corpi, poggiando la testa sul suo petto.

Lui prende ad accarezzarmi i capelli, e so che lui è a conoscenza del fatto che sto semplicemente temporeggiando, e che gli racconterò ogni cosa. È per questo che ha smesso di chiedermelo.

«Ho litigato con Is.»

«Mi ero accorto di qualcosa prima, ma credevo fosse nulla che non si potesse risolvere.» Ammette, mentre io sposto la testa dal suo petto, tornando a guardarlo.

«Non so se questa volta riusciremo a farlo.»

«Raccontami tutto.» Dice, lasciandomi un leggero bacio sulle labbra.

Gli racconto praticamente ogni cosa, e questa è un'ennesima nuova situazione che vivo. Ci siamo trovati in una circostanza simile quando Harry mi ha detto di suo padre, e quelle volte in cui io mi sfogavo con lui; ma questa è diversa.

«Sono sicuro che andrete avanti.» Recensisce Harry, dopo il mio monologo, nel quale ho tentato di sintetizzare anche i dettagli più importanti, per riuscire a dirgli tutto prima che la lezione inizi.

«Lo spero, ma fino a quando una di noi non si deciderà a fare il primo passo, non credo sia possibile.»

«E se fossi tu a fare il primo passo?»

-

«Stai continuando a sbagliare, Claire.» Harry cerca di trattenere una leggera risata, ed io lo guardo accigliata e disperata, dato l'ennesimo esercizio che non mi riesce.

«Bene, quindi adesso ridi anche di me.» Lo riprendo, abbandonando la testa sul foglio davanti a me.

Harry stamattina, dopo la lezione di trigonometria, vedendomi in difficoltà, mi ha proposto di darmi una mano, offrendomi il suo aiuto. Inizialmente ho esitato, non volendo sfruttarlo e fargli perdere del tempo, ma lui ha insistito, dicendomi che per lui non era un problema, così ho accettato.

Siamo a casa sua, anche perchè non avrei saputo cosa dire a mia madre, se mi fossi presentata con Harry dopo la scuola.

«Non sto ridendo di te.» Mormora, ma io continuo a restare poggiata con la testa sul mio braccio, sulla scrivania di Harry.

«Non ce la farò mai.» Affermo, voltandomi nella sua direzione.

«Basterà soltanto un pò di esercitazione in più.» Dice, e un angolo delle sue bellissime labbra si alza verso l'alto, rivelando un sorriso a me familiare, perchè si tratta di quel sorriso.

«Cos'è quel sorriso, Harry?» Gli domando, quasi spaventata da ciò che potrebbe celare.

«Hai bisogno di una mano, e dovrai esercitarti molto se vuoi passare gli esami finali, giusto?»

«Sì?» Chiedo interrogativa, incitandolo a continuare, così da poter arrivare al dunque.

«Ciò implica che noi dovremmo passare del tempo insieme. Molto, tempo insieme.»

Ecco che tutto si spiega, ed io che ci sono arrivata soltanto ora. Conosco Harry da così tanto e devo ancora imparare a distinguere e conoscere le varie sfumature del suo carattere.

Persa in quei pensieri, e di quanto in così poco tempo sia riuscito a sorprendermi, non mi accorgo di quanto si sia avvicinato a me.

Sono seduta più o meno sul bordo della sedia, lasciando dello spazio vuoto, che Harry colma posizionando il suo corpo dietro il mio.

Sento le sue mani poggiarsi sulla mia vita, e poi le sue dita spostare una ciocca dei miei capelli fuoriuscita dalla coda, dietro l'orecchio.

Prende poi ad iniziare a lasciarmi dei dolci baci sul collo, che presto diventano più avidi, e che mi portano ad inclinare il collo, che gli permette un maggiore accesso alla mia pelle scoperta.

«Ha-arry.» La mia voce si spezza, dettata soltanto dal piacere e dalle infinite sensazioni che sto provando in quel momento, tradendomi.

«Shh.» Biascica, accarezzandomi il collo con una mano. Dio, non resisterò a lungo.

«Devo studiare, Harry.» Non so neanche come abbia trovato la forza per sibilare quelle parole, e per assemblarle in modo tale da permettere alla mia mente di formulare una frase di senso compiuto, ma ciò sembra non fermare Harry, che invece aumenta la presa sulla mia vita, e che in un istante, volta il mio corpo, facendo sì che adesso sia a cavalcioni su di lui.

Porto istintivamente le mani sul suo petto, mentre lui continua a baciarmi, scendendo lungo l'incavo del mio collo.

Questa situazione è straziante, e se è questo ciò che vuole, non posso far altro che acconsentire; così, per la prima volta, sono io a lasciare che le mie labbra trovino le sue.

Harry approfondisce il bacio sin da subito, accarezzando le mie labbra con la sua lingua.

Lascio scivolare le mie mani tra i suoi capelli, facendolo gemere. Lui, in risposta, sposta una sua mano tra i miei capelli, sfilandomi l'elastico che li tiene legati, e che ora mi ricadono sulle spalle e sul petto. Si allontana poi leggermente da me, stanziando le nostre labbra, lasciandomi perplessa.

«Con questi sei adorabile, e dannatamente innocente.» Dice, togliendomi gli occhiali dal viso. «Ma potrei non rispondere delle mie azioni.»

Sorrido contro le sue labbra quando le ricongiunge alle mie.

E' da un pò di tempo che mi sono abituata a portare le lenti a contatto, ma quando sono a casa, o devo studiare, ritorno ad essere la solita Claire dai grandi occhiali.

Percepisco la presa di Harry, che si sposta sul retro delle mie gambe; mi solleva senza fatica, e avvolgo le gambe intorno ai suoi fianchi, senza mai lasciare che le nostre labbra si allontanino.

Mi adagia dolcemente sul suo letto, ed io gli tengo il volto con le mie mani, trascinandolo su di me. Sostiene il peso del suo corpo sul mio con i suoi avambracci, mentre continua a baciarmi.

Non so cosa cosa stiamo facendo, non so se è realmente ciò che voglio, ma in questo momento riesco a vedere soltanto lui. Lui è l'unica certezza che sento di avere, e quando sono con lui, la parte razionale della mia mente viene completamente accantonata, lasciando spazio soltanto ai miei sentimenti per questo ragazzo.

«Non immagini cosa vorrei farti in questo momento, Claire.» Dice, mentre le sue labbra scendono fino all'incavo del mio collo. Il mio respiro è irregolare, e riporto le mani tra i suoi capelli, come per aggrapparmi a lui.

«Fallo, Harry.» Le parole scivolano fuori dalle mie labbra, dettate soltanto dal piacere e da ciò che provo per lui.

Harry si blocca, sollevando la testa, e incrociando i miei occhi.

«No.» Afferma, ed io mi acciglio leggermente, non aspettandomi una reazione come quella.

«Ti voglio.» Continua, accarezzandomi gentilmente la guancia, e mi rilasso completamente sotto il suo tocco. «Ti voglio così fottutamente tanto, ma non succederà adesso.»

Si sdraia accanto a me, e mi tiene tra le sue braccia, incrociando le sue gambe alle mie, e incatenando i nostri sguardi.

«Ti prometto che innamortarti di me non sarà un errore.» Sussurra contro le mie labbra, prima di posare le sue sulle mie in un dolce bacio.

A/N.

Ps. Vi ano tutte.

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