Capitolo 46

Canzoni per il capitolo :

Take me away - Avril Lavigne.

Solo - Demi Lovato.

By the grace of God - Katy Perry.

«Is, dimmelo.» Ho trovato strano il comportamento di Is, che ha insistito per venire da me subito dopo la scuola.

Stamattina le ho mandato un messaggio avvisandola che non ci sarei andata. In realtà saltare le lezioni non è una cosa che di solito faccio, ma la possibilità di vedere Harry ha fatto sì che cedessi, non essendo ancora relativamente pronta ad un imminente e sicuro scontro con lui.

Adesso Is è seduta sul mio letto, mentre io sono davanti a lei con le braccia conserte, aspettando che mi dia una risposta.

«Non so se sia una buona idea, Claire.»

«Sei venuta fin qui, quindi adesso me lo dici.»

Sbuffa e alza gli occhi al cielo, ma alla fine sembra cedere.

«Uhm, come la prenderesti se tipo io .. insomma .. avessi parlato con .. Harry?» Dice, fermandosi quasi ogni volta che pronuncia una parola.

«Che cosa hai fatto?» Sbotto, non potendo credere a ciò che Is mi ha appena detto.

«Ero arrabbiata, e lui mi ha chiesto di te.»

«Ti ha chiesto di me?» Le chiedo, riuscendo a pensare soltanto al motivo per cui Harry abbia domandato qualcosa ad Is, che riguardasse me.

«Si, questa mattina. Alla fine della lezione con la Heiden.»

Mi ritrovo a pensare a come possano essersi svolte le cose, immaginando Harry che, dopo la lezione, si ferma a parlare con Is, chiedendo di me. E' così impossibile da credere; Harry non farebbe mai una cosa del genere.

«Cosa voleva sapere?»

«Perchè tu non fossi venuta.» Quindi, si è accorto della mia assenza. Ma non è assolutamente, neanche lontanamente possibile, che io possa davvero credere al fatto che Harry abbia notato che non ci fossi perchè è interessato a me.

«E tu cosa gli hai risposto, Isabelle?» Is non è una delle persone più dolci che conosca, e spesso il non pensare prima di poter rispondere non giova a suo favore. E' una sua qualità che più volte ho ammirato e invidiato, per il modo in cui riesce sempre a cavarsela in ogni situazione, di qualsiasi genere. Vorrei poter riuscire anche io a non pensare alle conseguenze, e a non soffermarmi troppo sui possibili problemi che potrebbero susseguire dopo le mie parole.

«Ho alluso al suo livello di premura nei tuoi confronti, che sembrava non avere per niente sabato, quando ti ha urlato contro.» Spiega Is, gesticolando come suo solito.

«Continua.» La sprono, sentendo che c'è qualcosa, che non ha intenzione di riferirmi, che vorrebbe tralasciare.

«Ti giuro Claire, non era programmato, ma ero furiosa per il modo in cui ti aveva trattata.» Si mette già sulla difensiva, ed è questo a preoccuparmi.

«Is, dimmi che non gli hai davvero ricordato ciò che gli avevo confessato.» Abbassa lievemente il capo, portando lo sguardo sulle sue mani tenute incrociate sulle gambe. E quando noto la sua espressione accigliata, mi rendo davvero conto di ciò che ha fatto. Non può avergli detto tutto, ma il suo silenzio mi lascia alludere che probabilmente è proprio così lo ha fatto davvero.

«Dannazione, Is!» Quasi urlo, passandomi le mani tra i capelli. Non so cosa dirle, perchè vorrei urlarle così tante cose, per una volta vorrei davvero poter dire ogni singola cosa che penso, senza il bisogno di dover pensare alle conseguenze.

«Ti avevo anche detto che ero quasi felice del fatto che Harry non ricordasse praticamente nulla di quella sera, e tu sei andata a rinfrescargli la memoria? Mi fidavo di te, mi sono aperta completamente, non per poi farti andare da lui per spifferare ogni cosa. Ma tu devi sempre essere al centro di ogni cosa, monopolizzando tutto ciò che ti circonda, prendendo il pieno possesso di tutto. Non dovevi farlo Is, non avevo bisogno di qualcuno che parlasse al posto mio.»

Is si alza, venendomi incontro.

«Quelle parole erano già uscite dalla tua bocca, Claire. Ora non riversare la colpa su di me.» Si difende, e non posso credere che non riesca davvero a capire cos'è che mi ha ferita.

«Harry non ricordava quella conversazione, e la situazione sarebbe dovuta rimanere tale.è»

«E per quanto tempo credi sarebbe durato? Claire, tu sei innamorata di lui, e anche se Harry in quel momento non ricordava, prima o poi lo avrebbe fatto, in un modo o nell'altro.» Adesso anche il suo tono si è alzato, e non ricordo che avessimo mai litigato in questo modo.

«Non attraverso te, però.»

«Sai cosa ti dico, Claire? In realtà , io ti ho fatto solamente un favore, a ricordargli ogni cosa. Non fai altro che chiuderti in te stessa, vivendo nella tua spessa campana di vetro, che Harry ha abbattuto, come nessun altro è riuscito a fare. E adesso tu stai così, soltanto perchè Harry ti ha detto di non provare nulla per te, e se continui a comportarti in questo modo, non lo farà mai.» Le sue parole fanno terribilmente male, ma forse mi colpiscono ancora di più, perchè è stata proprio lei a pronunciale, la mia migliore amica.

«E' davvero questo ciò che credi?» Le chiedo ingenuamente, volendo ancora riporre una speranza in un possibile ribalto della situazione.

«Sì.» Scuoto la testa, e mi colpirei da sola, soltanto per aver potuto pensare, ancora una volta, che potesse esserci un lato positivo in tutto ciò che mi succede.

«Bene. Credo che a questo punto tu possa anche andare, conosci la strada.»

Isabelle non lascia trasparire neanche un'emozione dall'espressione che contorna il suo volto, quando non mi rivolge neanche un ultimo sguardo, prima di lasciare la mia camera, chiudendosi la porta alle spalle.

Ci sono state discussioni, divergenze, e spesso siamo state in conflitto, ma è anche questo che caratterizza un'amicizia, e credevo che la nostra fosse una di quelle più forti, perchè alla base c'era la fiducia che avevamo l'una dell'altra. E anche se eravamo in un momento della nostra vita in cui non andavamo d'accordo, sapevamo che per qualunque cosa saremmo potute correre dall'altra che, inevitabilmente, ci sarebbe stata.

Ma forse, mi sbagliavo.

Lascio cadere il mio corpo sul letto, e mi stupisco di come nessuna lacrima abbia ancora attraversato le mie guance.

Il fatto è che sono stanca anche di piangere, di stare perennemente male, e di credere ancora in qualcosa che probabilmente, non arriverà mai.

Pur di non pensare a ciò che è appena accaduto con Is, apro un libro preso a caso, da cui cade un piccolo pezzo di carta.

Lo afferro, e quando lo apro, un sorriso malinconico si forma sulle mie labbra, ricordando perfettamente il giorno in cui è stato scritto.

Eravamo alla lezione della Heiden, e voleva valutare a che punto fossimo con i nostri lavori.

Io ed Harry avevamo provato pochissimo, avendo trascorso quasi tutte le ore che avevamo avuto a disposizione a discutere, o finendo per lasciare l'altro da solo.

Ricordo che ci fu un breve scambio epistolare tra me ed Harry, e proprio su questo bigliettino che ho tra le mani, mi domandò cosa avremmo potuto inventarci, per non lasciare che la Heiden venisse a conoscenza del fatto che non avessimo provato abbastanza, da poter sostenere una prova.

Alla fine fu il suono della campanella che annunciò la fine della lezione, a salvarci.

E quando provammo la prima volta, dopo quell'episodio, Harry mi baciò, e lo ricordo come se lo avesse appena fatto.

Non era il mio primo bacio, ma è come se lo fosse stato. Eppure, ogni volta che mi ha baciata, mi è sempre sembrata come se fosse stata la prima. Riusciva sempre a suscitare in me una marea di emozioni e sensazioni, tutte contrastanti tra loro, ma allo stesso tempo, tenute insieme dall'armonia e dalla leggerezza, date dal tocco delle sue labbra che premevano sulle mie.

Ad interrompere il flusso dei mie pensieri, che continuano a viaggiare tra i ricordi, è l'eco della voce di mia madre, che mi chiama per avvisarmi della cena.

«La prossima settimana?» Chiedo, non credendo che sia passato così tanto tempo da quando ne avevamo parlato l'ultima volta.

«Sì, e voi potrete raggiungermi durante le feste natalizie.» Aggiunge mia madre, indugiando con lo sguardo sulla figura di mio fratello.

«Come sono le sue condizioni?»

«Non è cambiato nulla, Claire. Ma potrebbe farlo da un momento all'altro.» Percepisco la malinconia e il dolore che attraversano la sua voce, anche se tenta di nasconderlo.

«Va bene, ti raggiungeremo non appena inizieranno le vacanze.» Affermo, mostrandole un sorriso.

Aiuto mia madre ad ordinare la cucina dopo la cena, per poi cambiarmi e tornare nella mia camera.

Mi stendo sul mio letto, poggiando la testa sul cuscino, e spegnendo poi l'abat-jour, lasciando che la stanza sia illuminata soltanto dalla debole luce emessa dal mio cellulare, quando lo prendo tra le mani, dopo la segnalazione dell'arrivo di un messaggio.

Ho bisogno di parlarti.

-H.

Vorrei tanto rispondergli, soltanto per potergli dire che non c'è bisogno che si firmi, perchè so esattamente che il messaggio è da parte sua.

Esitante all'inizio, ma poi decisa della mia scelta, decido di non replicare.

Deve esserci sicuramente un collegamento tra questo messaggio e la conversazione che ha tenuto oggi a scuola con Is, per cui, almeno fino alla fine di questa giornata, non voglio doverci pensare. Non voglio pensare al litigio con Is, e a cosa possa volermi dire Harry, proprio adesso che è stato spinto a ricordare.

Probabilmente vuole soltanto continuare a rinfacciarmi che non c'è neanche una minima possibilità che lui possa provare qualcosa per me.

Ripongo il cellulare sul piccolo comodino accanto al mio letto, e cerco, anche se invano, di dormire.

Tutto ciò che riesco a fare, è soltanto continuare a girarmi e rigirarmi, rimuginando su ogni ricordo evocato dalle immagini che la mia mente non vuole smettere di lasciar scorrere davanti ai miei occhi.

Porto lo sguardo sulla finestra al centro della mia camera, notando come le gocce di pioggia ricoprono interamente i vetri, su cui continua ancora a scorrere, sempre più intensamente.

Anche i cambiamenti atmosferici sembrano seguire i miei sbalzi d'umore.

Continuo ad osservare come goccia dopo goccia i vetri vengono inumiditi e bagnati ancora e ancora, ma sussulto, quando sento qualcosa battere contro di essi.

Inizialmente penso che magari potrei averlo semplicemente immaginato, o che potrebbe essere semplicemente la pioggia.

Ma i colpi continuano, uno dopo l'altro, sembrando quasi sassolini, che colpiscono i vetri.

E quando i colpi diventano sempre più insistenti, decido di sollevarmi, spinta allo stesso modo dalla curiosità , forse anche dalla paura, e dall'irascibilità che provocano in me i continui colpi.

Raggiungo la finestra, e ho bisogno di passarci ripetutamente le dita sopra, per poter indebolire lo strato di umidità presente su di esso.

Quando riesco a vedere oltre il vetro, la mia attenzione viene catturata da una figura, che quasi non si distingue nel buio della notte, in piedi proprio sotto la finestra della mia camera.

Un ennesimo colpo si scontra con i vetri, confermando la mia tesi che si stessero lanciando dei sassolini. Apro lievemente la finestra, giusto per capire chi possa essere, a quest'ora della notte, a battere e lanciare sassolini contro la mia finestra, cercando di non permettere alla pioggia di oltrepassarla, arrivando anche nella mia camera.

E quando riesco finalmente ad aprirla in modo tale da poter osservare quella figura, lo riconosco.

Harry.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top