Capitolo 40

Heart attack - Demi Lovato.

Il suono emesso dalla sveglia, che come ogni mattina vorrei poter spegnere per tornare a dormire, oggi ha esattamente l'effetto opposto su di me. Un insolito sorriso curva le mie labbra, e subito mi alzo.

Vago nella mia camera, prendendo ciò che mi occorre per prepararmi, quando mi fermo ad osservare la mia immagine nello specchio.

Una macchia rosea, piuttosto scura, è incisa tra la fine del mio collo e l'inizio della clavicola, creando un alone piuttosto visibile.

Passo le dita su di esso, accarezzando la pelle, e sussultando quando, facendo pressione, mi accorgo che brucia leggermente. Tendo a ricordare gli eventi di ieri sera e a quando risale la macchia.

Ero talmente presa da Harry, dai suoi umidi baci sulla mia pelle, e dal piacere che mi provocasse semplicemente con un minimo contatto, da non rendermi conto che mi stava marchiando con le sue labbra.

Entro velocemente nella doccia, e dopo essermi cambiata afferro un toast al volo, per poi uscire.

Mio padre sosta la sua auto fuori l'entrata della scuola, e adesso sono fuori, a percorrere il cortile, posizionando al meglio la sciarpa intorno al collo per rendere invisibili i segni. Ho provato con del trucco, ma il risultato non era esattamente come avevo sperato. Non lo era per niente.

È ancora presto, così mi prendo tutto il tempo che mi occorre, e anche di più, restando accanto al mio armadietto, in attesa. Non so neanche cosa aspettarmi esattamente. Non so cosa mi prenda stamattina, non so perchè sia così in ansia, ma anche così eccitata, allo stesso tempo. Non so cosa mia stia succedendo, o forse sì.

Il suono della campanella che segna l'inizio delle lezioni riecheggia nei corridoi, e insieme alla folla, mi dirigo in classe. L'aula inizia a riempirsi, ma nessuna delle persone che entra, è chi spero che sia.

Isabelle entra in classe, e soltanto quando schiocca due dita davanti ai miei occhi, mi accorgo della sua presenza. Merda, devo darmi una calmata.

«Ehi.»

«Ciao, Is.» Le sorrido, mentre prende posto accanto a me.

Poggia il mento sul palmo della sua mano, e inclina leggermente la testa.

«Cos'hai?» Le domando.

«Will mi manca già.» Sibila, sporgendo lievemente il labbro inferiore.

«Non è venuto?»

«E' partito questa mattina con la squadra.»

Squadra. Squadra. Harry.

«Claire, tutto okay?» Scuoto la testa, e riporto la mia attenzione su Isabelle.

«Uhm, certo.»

«Dimmelo, ora.» Sospiro, ma decido in ogni caso di accennarle quello che è successo proprio ieri, considerando come l'abbia presa quando l'ho eclissata dalla mia vita, anche se confido nell'arrivo della Heiden, così da salvarmi dalla situazione.

«Ieri Harry è venuto a casa mia.» Inizio, ricevendo la sua piena attenzione.

«Cosa?» Quasi urla, facendo puntare gli occhi di qualcuno su di noi.

«Is, cerca di contenerti.» La supplico, guardandomi intorno.

«Scusa, continua.» Dice, gesticolando con la mano, ma poi si blocca. «Aspetta, perché Harry era a casa tua?»

«Aveva bisogno di un libro.» Le sto mentendo e ne sono consapevole, ma non posso dirle del padre di Harry.

«Sì, certo, un libro.» Sorride maliziosamente, sollevando un sopracciglio e facendomi ruotare gli occhi al cielo. «Vuoi dirmi cos'è successo? Perchè è successo qualcosa, vero?»

Dire che sia semplicemente successo qualcosa sarebbe un totale eufemismo.

«Noi ..» Ho l'intenzione di passare direttamente oltre il marchio di Harry sul mio collo, ma prima che possa farlo Is mi precede afferrando la sciarpa che ho intorno al collo, e abbassandola leggermente, proprio in quel punto.

«Claire.» La sua espressione è impassibile, il suo tono deciso.

«Is?»

«Come .. anzi, no. Non voglio sapere come sia successo. Solo», sospira prima di continuare. «C'è qualcos altro?»

«Ci siamo baciati.» Affermo, quasi in un sussurro.

«A casa tua?»

«Sì, fuori.»

«E ti ha detto qualcosa?» Mi domanda.

Scuoto la testa. «No, non mi ha detto nulla.»

«Neanche che sarebbe partito?»

Ripenso alla brevissima, quasi inesistente conversazione tenuta con Harry.

Ci vediamo tra qualche giorno, Rain.

Ecco. Avrei dovuto leggere tra le righe, ma ero fisicamente ed emotivamente troppo debole per poter soltanto pensare al messaggio subliminale contenuto nelle sue parole.

«Allora?»

«Mi ha detto che ci saremmo rivisti tra qualche giorno.» Le dico.

«Potresti mandargli un messaggio.» Propone Is scrollando le spalle, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Non se ne parla.»

«Perché?» Squittisce.

«Is, io e Harry non siamo assolutamente niente. Tutto ciò che è successo, io .. ci siamo lasciati andare.»

«Però tu da lui vorresti altro, perché in realtà per te lui non è 'niente'.»

«Is, no.» Dannazione, sì.

Non sono sicura di voler rivelare ancora ciò che provo, o che credo di provare per Harry. Mi basta la mia consapevolezza e autoconvinzione di ciò, e avere quella che Harry non sentirà mai qualcosa per me.

«Però ti piace lo stesso.»

La Heiden varca la soglia della porta, e Isabelle si sporge verso di me.

«Non credere che sia finita qui, riprenderemo più tardi.»

Le ore trascorrono lentamente, e le parole di Is risuonano nella mia mente. Harry non mi ha detto che sarebbe partito con la squadra, e neanche quando sarebbe tornata. Non che avrebbe dovuto, perchè in realtà mi ritrovo ad essere sempre più confusa su questa situazione che si è creata tra di noi. Continuiamo soltanto a baciarci, e ho finalmente ammesso a me stessa di provare qualcosa per lui.

Sono sdraiata sul mio letto, lo sguardo rivolto verso l'alto, e il cellulare che giro e rigiro tra le mani. Non so neanche come, non so neanche perchè, non so minimamente nulla, ma in qualche modo, le mie dita si stanno muovendo veloci sulla tastiera. E, continuando ad essere inconsapevole praticamente di qualsiasi cosa, prima che possa realmente rendermene conto, il messaggio è già stato inviato, e probabilmente, proprio in questo momento, lui lo sta leggendo.

Lasciare in quel modo una ragazza, dopo averla baciata, non è esattamente romantico.

Dio, cos'ho fatto.

Tengo lo sguardo fisso sullo schermo del mio cellulare, che è proprio davanti a me, mentre picchietto l'indice sulle mie labbra, attendendo un qualsiasi segno, qualsiasi cosa, che permetta al mio cellulare di illuminarsi. E, quando inizia a lampeggiare, lo afferro velocemente.

Ma prima di aprirlo, considero la possibilità che non si tratti della risposta che aspetto. Tuttavia lascio scorrere un dito sullo schermo, aprendo il messaggio. E quando leggo il suo nome, un sorriso prende forma sulle mie labbra. Sto seriamente impazzendo.

Non ho mai parlato di romanticismo, Rain.

Le sue parole mi confondono, e io sono troppo su di giri per riuscire a pensarci. Formulo velocemente una risposta, e la invio.

Allora devo averti sopravvalutato, Styles.

Ho il cellulare tra le mani, ed è incredibile, come anche a distanza, e senza il minimo contatto, ma soltanto con delle parole, l'effetto che Harry abbia su di me.

Il romanticismo è sopravvalutato.

Devio la piega della conversazione, cercando una reazione da parte sua.

C'è anche Charlie?

È impressionante come la risposta sia talmente immediata.

Non me lo stai seriamente chiedendo, Claire.

Un ampio sorriso si apre sul mio volto, e sbocco anche in una sottile risata, leggendo quel messaggio.

Quando tornerete?

Sono a conoscenza del fatto di star divagando su altro, e altro ancora, ma è come se non riuscissi ad avere pieno controllo di me stessa, immaginando Harry da qualche parte, con il cellulare tra le mani, esattamente come me. Anche se probabilmente le sensazioni che anche un semplice messaggio suscitano in me, non equivalgono alle sue.

E in realtà io so quando torneranno, perché Isabelle non ha fatto altro che contare le ore che la separano ancora da Will. Mi chiedo se anche lui sia così.

Sembrano una coppia così affiatata, una di quelle che, soltanto se le guardi, ti portano a sorridere. Non riuscirei ad immaginarli separati. A volte mi piace immaginare come sarebbe ora la mia vita, se fossi al posto di Is.

Immagino come sarebbe avere un ragazzo al mio fianco che mi ama, ripetendomelo ogni giorno, ed essendoci sempre, incondizionatamente. Mi piacerebbe pensare di poter riporre anche una singola, infinitesima speranza in Harry, ma quasi mi do uno schiaffo morale da sola, per il mio assurdo presupposto.

E poi le parole illuminano lo schermo del mio cellulare :

Tra tre giorni. Sei già così impaziente, Rain?

Posso immaginare il suo sorrisetto malizioso prendere forma sulle sue labbra, lasciando anche intravedere le fossette ai lati.

Stai continuando a sopravvalutarti.

E tu stai continuando a sbagliarti.

Scuoto la testa, mordendo il mio labbro inferiore.

Ti ricordo che sei stato tu ad avermi segnata, Harry.

Scrivo velocemente, alludendo alla macchia ancora visibile sul mio collo.

Sei fottutamente seria? Eri praticamente mezza nuda.

Esattamente!

Era come se mi avessi pregato per farlo. Ti fa male?

Passo le dita sul contorno del segno, sussultando leggermente. Non mi fa male quanto questa mattina, ma non mi è neanche indifferente.

Soltanto al contatto.

Andiamo avanti così, continuando a scriverci messaggi. E durante qualche sua risposta, riesco quasi ad immaginare un sorriso curvare un angolo delle sue labbra perfette, dipinte sul suo viso.

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