Capitolo 36

Losing your memory - Ryan Star.

Le parole di Isabelle risuonano nella mia mente, da quando hanno lasciato la sua bocca ieri.

Innamorata. Non posso esserlo, e non di Harry. Non di una persona che non so neanche più che cosa sia per me.

Credo di non essere mai stata innamorata, l' amore nella mia vita ha sempre avuto un secondo posto, è sempre stato un concetto ideale, rimasto intrappolato soltanto nelle pagine dei miei libri.

È stata anche una mia decisione quella di tenerlo fuori e di rifugiarmi in me stessa, rifiutando la possibilità di essere amata da qualcuno, perché in diciassette anni, nessuno l'ha mai fatto. Nessuno mi ha mai fatta sentire abbastanza, fin da quando ero piccola, e l'oscurità ha preso posto nella mia vita, quando credevo che non potesse più esserci speranza.

È lunedì mattina, e percorro il cortile della scuola sotto mentre la pioggia autunnale si infrange sulle foglie cadute.

Ieri, quando Is ha affermato che fossi innamorata di Harry, sono rimasta senza parole. Non ci si innamora da un giorno all'altro, non funziona così. L'amore per una per persona va costruito, cresce con il tempo.

Non vedo Harry da quando sabato sono andata via da casa sua. E adesso abbiamo le prove.

Sembra passata un'eternità dall'ultima volta, eppure riesco a sentire ancora così bene il sapore delle sue labbra.

Sistemo le mie cose come da manuale sul solito banco, mentre ripasso le parti, aspettando l'arrivo di Harry.

«Mormoravi in questo modo anche mentre dormivi.» La voce di Harry risuona nell'aula, facendomi sussultare mentre porto una mano al petto.

«Devi smetterla di fare così.» Dico, mentre la sua risata continua a riecheggiare tra le pareti della stanza.

«Così, come?» Ghigna, facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Entrare ogni volta senza che io me ne accor..Aspetta, io cosa?» Ero troppo presa da lui da non prestare attenzione alle sue parole.

«Ti capita anche di muoverti come quel tipo di perso..»

Lo interrompo prima che possa continuare ancora. «Harry!»

Prende posto accanto a me mentre continua a sorridere, una piccola fossetta ai lati della sua bocca.

«Cosa .. ho detto?» Gli domando in un sussurro.

«Cosa intendi?» Alza lo sguardo su di me.

«Mentre dormivo.» Affermo. «Tu hai detto che ..»

«Oh, credimi, non vorresti davvero saperlo.» Le sue labbra si curvano nel suo sorriso malizioso.

Dio, il pensiero di cosa possa aver detto mentre ero con lui mi tormenta. Sono sicura che da Harry non avrò nessuna risposta, e non sono neanche sicura di averlo fatto davvero.

«Ti sei arresa in fretta.» Dice.

«Nessuno mi aveva mai detto che parlassi mentre dormo.»

«C'è sempre una prima volta. E un'altra cosa.» Dichiara. «Occupi troppo spazio.»

Arrossisco al pensiero di me e Harry nel suo letto, il suo braccio a circondarmi la vita.

«Sei tu ad essere troppo grande.»

"Quindi la colpa sarebbe mia per occupare troppo spazio nel mio letto?» Harry cerca di mantenere un'espressione seria, ma sta per fallire miseramente.

È un suo nuovo lato che incontro, come se ogni volta scoprissi sempre qualcosa di più, e mi piace. Tanto.

«Sei stato tu a chiedermi di dormire con te.» Mi difendo, sorridendo insieme a lui.

«Volevo soltanto evitare che mi svegliassi ancora.»

«Mi dispiace averti svegliato.» Sussurro poi, distogliendo lo sguardo dal suo e dopo un breve silenzio.

«Hai avuto ancora quegli incubi?» Domanda, inchiodandomi con il suo sguardo.

«No.» Mi aspettavo qualche ricaduta quando una volta tornata nel mio letto, senza nessuno che mi proteggesse, ma il suo pensiero è stato abbastanza da tenermi lontana e al sicuro. Harry annuisce, per poi riportare il suo sguardo sui fogli tra le sue mani.

«Siamo a buon punto, dobbiamo migliorare soltanto l'ultima parte.»

«Abbiamo ancora tempo prima della fine del semestre, rilassati.»

Il tempo a disposizione è quasi terminato, e la pioggia ha interrotto la sua discesa. Esco dall'aula insieme a Harry, e silenziosamente attraversiamo i corridoi, fino ad arrivare quasi all'atrio, quando il mio nome viene chiamato da qualcuno.

Mi volto, e trovo Charlie davanti a me. E vederlo adesso, dopo quello che ha cercato di fare, mi fa quasi perdere l'equilibrio.

«Claire, ho bisogno di parlarti.» Harry è accanto a me, e riesco quasi a percepire la sua rabbia e il suo rancore verso di lui, mentre tieni i suoi occhi puntati su di me.

«Charlie, non abbiamo niente da dirci.»

«Claire, per favore. Mi bastano pochi minuti.»

Guardo Harry, al mio fianco. Poi sospiro. «Okay.»

Harry circonda il mio polso destro con la sua mano, avvicinandomi a lui sotto gli occhi di Charlie.

«Non ci sarò dopo.» Sussurra, a pochi centimetri dal mio viso. E so che non si riferisce soltanto ad adesso. A oggi.

«Lo so, ma devo farlo.»

Lascia il mio polso, e lo osservo mentre i suoi occhi mi guardano ancora una volta, prima di voltarsi e andarsene.

Charlie si avvicina a me, e io istintivamente indietreggio.

«Cosa c'è?» Inizio, incitandolo a continuare.

«Claire, mi dispiace. Mi dispiace davvero, non volevo farti del male, ma ero totalmente fuori di me.»

A questo punto lo guardo. «Charlie, io avevo una considerazione di te completamente diversa prima di quella sera.» Le lacrime minacciano di cadere sul mio volto, ma le ricaccio via.

«Lo so. Merda, lo so e mi dispiace.» Tenta di avvicinarsi ancora.

«Ma perchè l'hai fatto?» Non riesco a fare a meno di chiederlo a lui, allo stesso modo in cui l'ho chiesto a me stessa dopo quella sera.

La sua espressione resta immutata, chiaramente non sorpreso dalla mia domanda. Sapeva anche lui sarebbe stata inevitabile.

«Brad ha visto te e Harry insieme.» Confessa.

«A cosa ti riferisci?» Voglio essere sicura sia quello che credo.

«Claire, sai benissimo cosa intendo.« Fa una pausa, confermando le mie ipotesi. «E io so che non è neanche minimamente pensabile che potessi fare una cosa del genere, ma ero completamente accecato dalla rabbia, e volevo fare qualcosa. Sapevo che c'era qualcosa tra voi, ma io mi fidavo di te, e poi Brad vi ha visti.»

Alzo una mano, per chiedergli di fermarsi. Ho bisogno di assimilare ciò che ha detto, le sue parole, trovando in esse una spiegazione.

«Perchè non me lo hai detto? Perché non ne hai parlato con me?»

«Io .. non lo so. Te l'ho detto, ero arrabbiato, e lo ero perchè tu stessa mi avevi confermato che tra voi non ci fosse nulla. E credimi, non avrei voluto spingermi così oltre con te, ho perso il controllo, e poi lui è ricomparso.» Charlie abbassa lo sguardo.

«Charlie, tu eri come un'altra persona. Non ti avevo mai visto così, eri totalmente l'opposto del ragazzo che credevo di conoscere. E se Harry non fosse arrivato in tempo, nessuno sa fin dove ti saresti spinto con me.» Una singola lacrima percorre il mio viso, riportando il dolore in superficie.

«Claire, mi dispiace. Mi dispiace tantissimo.» Si avvicina e solleva una mano, portandola sul mio volto e asciugando quella lacrima solitaria.

Mi sposto leggermente, al contatto con la sua mano, che poi lascia cadere.

«Per favore.» Mi supplica.

«Cosa mi stai chiedendo, Charlie?»

«Perdonami.»

Porto i miei occhi nei suoi, ritrovando la stessa sincerità di sempre, lo stesso sguardo dolce, e adesso così spaventato.

«Ti prego, io .. credo di amarti.» Sussurra, prima di premere le sue labbra sulle mie.

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