Capitolo 34

Fly with me - Jonas Brothers.

Charlie continua a baciarmi dolcemente, mentre mi ripete dolci parole, come ogni volta. Le sue labbra sono morbide, il suo tocco leggero.

Si allontana dal mio volto, e mi guarda con quei suoi grandi occhi così azzurri, più dell'oceano. Lo guardo, cercando di perdermi in quel celeste così intenso, credendo che potrebbe davvero essere la persona di cui ho bisogno al mio fianco.

Continuo a guardarlo, mentre lui fa lo stesso.

Ma, d'un tratto, i suoi occhi si incupiscono, cambiando radicalmente colore, così come la sua espressione.

Non è più il Charlie dolce, ma un'altra persona a me sconosciuta. Non è più chi credevo fosse, uno dei possibili eroi dei miei romanzi, e ne sono spaventata, terrorizzata.

Si avventa su di me, racchiudendo le mie labbra tra le sue, spingendosi a volere sempre di più, mentre le sue mani vagano sul mio corpo. Mi distende sul grande letto bianco, e si posiziona sopra di me.

Sono in trappola.

Lacrime percorrono il mio viso, mentre supplico il ragazzo che mi tiene incatenata di lasciarmi andare, ma è come se stessi urlando, e nessuno mi sentisse.

I muscoli della mia gola continuano a contrarsi, producendo singhiozzi e suoni strozzati, ma non c'è nessuno qui che possa aiutarmi. Tutto si è dissolto intorno a noi, che ora siamo avvolti dal buio, dalle tenebre.

Ma c'è una cosa, un suono, una voce, che riaccende un piccolo briciolo di speranza dentro di me.

Quella voce continua a chiamarmi, ma io non vedo nessuno. Adesso sono sola, mentre il mio corpo è ricoperto da macchie.

Continuo a piangere, urlando il nome di colui che vuole riportarmi in superficie, permettendomi di uscire da quest'incubo, ma è troppo lontano, e io sono troppo debole.

«Claire, svegliati» continua a dire, con la sua voce roca.

«Claire!» adesso sta urlando.

Voglio soltanto andare da lui, voglio soltanto perdermi nell'azzurro cristallino dei suoi occhi, e rifugiarmi tra le sue braccia.

Qualcuno continua a scuotere il mio corpo, mentre continua a ripetere il mio nome e dirmi di svegliarmi.

I miei occhi si aprono con riluttanza, incontrando subito il verde di quelli di Harry, seduto accanto a me, una mano ad accarezzarmi la guancia. Il mio volto è bagnato dalle lacrime, e il mio corpo è madido di sudore.

Guardo il ragazzo di fronte a me, che mi osserva. E io mi tendo a sedere, gettandogli le braccia al collo.

È tutto ciò di cui ho bisogno, ho bisogno che Harry mi faccia dimenticare.

Sembra scosso e colto alla sprovvista dal mio gesto, ma ricambia immediatamente, avvolgendo le sue braccia intono al mio corpo, attirandomi a sè.

Poggio la testa sul suo petto, insieme alla mia mano sinistra. La destra è ancora avvinghiata al suo collo, mentre lui ha una mano poggiata sulla mia schiena e l'altra tra i miei capelli.

«Hai avuto un incubo?» Mi domanda, la voce roca attraversata dalla stanchezza. Guardo fuori la finestra, attraverso le tende scure. È ancora buio fuori.

Mi allontano dal suo corpo, portando i miei occhi nei suoi e annuisco.

Harry sospira. «Saresti più tranquilla se dormissi con te?» Ha i capelli leggermente arruffati, e disordinate ciocche scure gli ricadono sulla fronte.

Sono spinta dall'inaspettato desiderio di rispondergli affermativamente, ma combattuta allo stesso tempo di contrariarlo, non volendo mostrarmi vulnerabile, ancora una volta.

Perchè ho paura, e non riesco neanche a negarlo. Io ho paura. Una paura tremenda di soffrire, di cadere nel ciclo vorticoso di Harry.

Ho paura delle mie emozioni, dei miei sentimenti, quando sono con lui. Perché so che lui non è come gli altri ragazzi, e se c'è qualcosa che ho imparato in diciassette anni, è proprio questo.

Lui sembra portarsi dietro demoni e segreti, nascondendo sempre una parte di se stesso a chiunque. Sembra che a lui non importi niente e di nessuno, come se fosse perennemente in contrasto con qualsiasi cosa.

Eppure in queste ultime settimane mi è sembrato così diverso. È come se avessi scoperto qualcosa in più su di lui, e lui mi ha permesso di farlo.

E c'è quest'incredibile e inspiegabile legame che sembra tenerci sempre connessi, costringendoci ad attirarci in ogni singola situazione.

Harry mi sta ancora osservando, mentre aspetta una risposta da parte mia. Mi sorprende ancora una volta, quando va oltre il mio silenzio.

«Vieni.»Sussurra, mentre mi prende la mano e mi guida verso il suo letto.

Non è molto grande, ma a lui non sembra interessare. Va dall'altro lato e si siede, aspettando che io faccia lo stesso. E adesso sono accanto a lui, e sento i suoi occhi su di me, anche nel buio avvolgente della sua camera.

Esitante lascio aderire la schiena al materasso, e vengo inondata dal suo profumo, sparso ovunque, dalle lenzuola, al cuscino sotto la mia testa.

La distanza che separa i nostri corpi è incredibilmente breve, e lui si sposta su un fianco, mentre io ho ancora lo sguardo sul soffitto.

Mi sposto e mi volto, in modo da avere il corpo di Harry dietro il mio. Lui porta una mano sulla mia vita, e mi attira a sè. La mia schiena combacia con il suo petto, e la mia gamba sinistra è incrociata alla sua. Posso sentire la familiare fiamma iniziare a divampare lungo tutto il mio corpo, mentre Harry continua a tenermi stretta.

«Dormi, Claire.» Sussurra contro il mio orecchio, il suo respiro sul mio collo.

Mi lascio trasportare dalla sensazione del corpo di Harry avvolto intorno al mio, e mi concedo al sonno, consapevole che con lui non ho bisogno di temere nulla.

Sottili raggi di luce penetrano dalle scure tende della stanza di Harry, facendomi aprire gli occhi. Impiego qualche istante prima di capire dove sono, ma è quando mi trovo avvolta dalle braccia e dal calore di Harry, che ogni cosa ritorna alla mia mente.

La festa, le parole di Harry, le mie lacrime, Charlie, e poi ancora lui.

Mi volto a guardarlo.

Ha i capelli disordinati, ciocche ribelli gli ricadono sulla fronte e sul cuscino. Ha le labbra dischiuse, e dorme ancora trattenendomi nelle sue braccia. Sento il suo respiro sul mio collo, e la curva di un sorriso prende forma sulle mie labbra.

Lancio uno sguardo veloce alla sveglia oltre le spalle di Harry, e io ringrazio che oggi non ci siano le lezioni. Ho bisogno ancora di un pò di tempo per elaborare tutto ciò che è accaduto.

Tento di scostare con una mano il grande braccio di Harry che è avvolto al mio corpo, facendo scontrare la mia schiena con il suo petto.

Dopo vari tentativi vani, e piccoli gemiti riesco nella mia impresa, divincolandomi dalla sua presa senza svegliarlo.

Raggiungo il bagno e mi sfilo i vestiti di Harry, prima di attirarli al mio volto. Hanno ancora il suo profumo, che ora è su di me.

Mi cambio velocemente, e torno nella sua camera. Harry dorme ancora come quando l'ho lasciato. Ripiego i suoi vestiti e li poggio sulla scrivania insieme ad un biglietto.

Non ho voluto svegliarti quando me ne sono andata. Grazie per tutto, Harry - Claire.

Prendo la borsa e la giacca, e lancio un'ultima e veloce occhiata a Harry, mentre un altro sorriso aleggia sul mio volto.

Dio, non posso andare avanti in questo modo. Apro la porta della sua camera, e la richiudo dietro di me dopo essere uscita. Scendo le scale lentamente, e attenta a non fare rumore. Troppo tardi.

«Claire?» Mi volto di scatto, sentendo pronunciare il mio nome. È la madre di Harry. Accidenti.

Sono sicura di essere completamente impallidita, mentre lei mi guarda dal bancone della cucina con una tazza tra le mani.

«Salve, signora Styles.» Borbotto, andando verso di lei.

«Fai colazione con me?» Mi chiede poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Come se non avesse appena visto una ragazza lasciare la camera di suo figlio dopo una notte trascorsa insieme.

Faccio per protestare, o anche soltanto per dire qualcosa, ma vengo preceduta ancora una volta, dalla madre di Harry che mi fa segno di avvicinarmi.

Poggio le mie cose, mentre prendo posto accanto a lei al bancone della cucina. Lei si alza per versarmi del caffè in una tazza, che mi porge subito.

«Grazie.» Sorrido timidamente.

Sorseggio un pò del mio caffè, prima che la donna di fronte a me rompa il silenzio.

«Hai passato la notte qui?» Mi domanda con esitazione,l'incertezza nella sua voce, e posso immaginare cosa stia pensando.

«Sì, e mi dispiace se l'ho svegliata.»

«Non preoccuparti, ero già sveglia quando ti ho sentita. Era troppo presto per potersi trattare di Harry.» Sorride, e io lo faccio con lei.

I suoi occhi sono simili a quelli Harry, e sono bellissimi come i suoi. Capelli scuri le ricadono sulle spalle, legati soltanto in cima alla testa.

Una cosa che non so, è dove sia il padre di Harry. Non ricordo di averlo mai visto, da quando ho conosciuto la sua famiglia. Loro abitavano già qui quando noi siamo arrivati.

«Quindi, tu e Harry ..» Anne mi guarda, chiaramente imbarazzata, mentre il mio caffè sta per andarmi di traverso.

Scuoto subito la testa, e sento le mie guance avvampare per l'imbarazzo.

Io e Harry insieme. Dio, se è folle.

La madre di Harry però sorride, e porta lo sguardo sul liquido nella sua tazza, quando poi continua a parlare.

«Sai, non ha mai portato qui una ragazza. E ieri sera è stata forse la prima volta in cui è tornato a casa prima che sorgesse il sole.»

Le sue parole sembrano attraversate da malinconia e da tristezza, ma poi alza il capo e incontra i miei occhi.

«Non so cosa siete, ma Harry da qualche giorno ha un'aria diversa. Una settimana fa, quando è tornato dalle lezioni, mi ha presa improvvisamente tra le sue braccia e mi ha fatta volteggiare.»

Una settimana fa. E' più o meno quando Harry mi ha baciata per la seconda volta, ma è solamente una coincidenza.

«Sono sicura che qualcosa, che qualcuno, ha riportato un pò di luce negli occhi di mio figlio. E non credo che il fatto che ti abbia portata qui e che ti abbia fatto indossare i suoi vestiti sia soltanto una coincidenza.»

Adesso le sue parole sono piene di speranza, ed io mi ritrovo ad arrossire ancora una volta.

«Signora Styles, davvero, io e Harry siamo soltanto compagni di corso.» Tralasciando l'effetto che suo figlio ha su di me, è la verità.

Alzo lo sguardo sull'orologio sul muro, e mi alzo dal mio posto. Devo tornare a casa, e pensare ad una spiegazione da dare a mia madre se ne avessi bisogno.

«Adesso devo andare, grazie per la colazione.»

«Di nulla, e chiamami Anne.» Ricambio ancora una volta il suo sorriso ed esco dalla casa, dove vengo travolta dall'aria mattutina autunnale.

Guardo verso l'alto dove c'è la camera di Harry, e le tende sono ancora chiuse. Attraverso il vialetto e la strada principale che ci divide ed entro in casa, mia madre mi raggiunge velocemente quando mi vede.

«Mamma, sto bene.» Le dico dolcemente, anche se non ne sono sicura.

«Stamattina sono andata nella tua camera e tu non c'eri. Solo dopo tuo padre ha visto il tuo messaggio. Ero così in pensiero per te.» Le parole quasi le muoiono in gola, e un senso di colpa si insinua nel mio petto.

«Mi dispiace, ma ieri Is mi ha proposto di passare la notte da lei.» Non ricordo neanche più il motivo per il quale ho iniziato a mentire, e personalmente, non mi piace.

Per niente. Non è da me, ma mia madre non deve sapere di Charlie, nè della notte passata da Harry.

«Com'è andata ieri sera?» Sapevo che questa domanda sarebbe stata inevitabile, e io cerco di costruire un sorriso sul mio volto per non farle sospettare qualcosa che non dovrebbe.

«E' andata bene.»

Lei sorride, e mi guarda. «Hai un'aria diversa.»

«Cosa intendi?»

«Sembri rilassata, felice.» Sostiene, tradendo ogni mia aspettativa. Se solo sapesse quanto non sia vero.

«Mamma, sono sempre la stessa.» Taglio corto e allontanandomi da lei. «Adesso vado a cambiarmi.»

Chiudo la porta della mia camera alle mie spalle, e lascio cadere la giacca e la borsa sul mio letto.

Faccio una doccia veloce, e indosso un paio di pantaloni da corsa e una felpa verde. Lego i capelli ancora umidi in una crocchia disordinata, e alzo l'orlo della felpa, notando che il livido sul mio fianco si è espanso. Fa più male guardarlo di qualsiasi altra cosa.

Vado verso il mio letto e recupero il mio cellulare prima di sdraiarmi. Ricordi di ieri sera continuano a vagare nella mia testa, ed è come se riuscissi ancora a sentire le mani di Charlie su di me.

Mi ha completamente sconvolta, e se Harry non fosse arrivato in quel momento, non so a cosa sarei andata incontro, fino a dove si sarebbe spinto Charlie.

Riesco quasi ancora a sentire il suo profumo su di me, mentre un sorriso aleggia sulle mie labbra. Controllo il mio cellulare, ci sono tre messaggi da Is.

Ti ho vista salire al piano di sopra con Charlie. Voglio sapere ogni cosa.

Claire, ho appena visto Charlie da solo, e quasi non lo riconoscevo. E' successo qualcosa? Sei andata via?

Will ha detto di averti vista uscire con Harry. Claire, cosa sta succedendo?

Penso alla possibilità di parlare a Is di Charlie, di quello che ha cercato di fare.

Sto bene. Domani ti racconterò tutto, promesso.

Lancio il cellulare al mio fianco e chiudo gli occhi, portando entrambi i palmi su di essi. Ho bisogno di qualcosa che mi aiuti a distrarmi, che mi aiuti a non pensare a ieri sera, così prendo un libro e me lo poggio in grembo.

Evidenzio i vari paragrafi, e sembra funzionare, fino a quando il segnale dell'arrivo di un messaggio mi fa sussultare.

Recupero il telefono, e apro il messaggio sicura che sia di Is.

Hai fatto bene, devo già fartela pagare per avermi svegliato alle tre del mattino. Quando vuoi, Cenerentola.

Un altro sorriso prende subito forma sulle mie labbra, al ricordo delle sue braccia avvolte intorno al mio corpo.

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