Capitolo 32
Heaven Knows - The Pretty Reckless.
Io mi volto di scatto, riconoscendo la sua voce. «Harry.»
«Credevo che non ti avrei mai vista ad una festa.» È poggiato alla balaustra accanto alle scale, mentre lascia scorrere i suoi occhi sul mio corpo.
«Le cose possono cambiare.»
Sul suo volto si forma un ghigno divertito. «Giusto.»
Si sposta e inizia a camminare verso di me, non lasciando mai che i suoi occhi perdano un contatto con i miei.
Resterei a guardare i suoi occhi per sempre.
Ogni cosa sembra perdere importanza, quando c'è lui. E so che è sbagliato, che non è così che dovrebbe andare.
Adesso è davanti a me, in tutta la sua altezza. Mi sposto istintivamente da lui, facendo un passo indietro, e finendo contro la parete dietro di me.
Lui si avvicina ancora, e una sua mano raggiunge la mia guancia, le sue dita si muovono dolcemente sulla mia pelle. A quel contatto sento che il cuore potrebbe scoppiarmi nel petto da un momento all'altro.
«Harry ..» sibilo, «.. dobbiamo parlare.»
Annuisce debolmente e prende la mia mano nella sua, guidandomi lungo il corridoio.
La sua mano è grande, e stringe la mia come se mi stesse proteggendo da qualcosa. Si ferma poi davanti ad una delle porte, e poggia la mano libera sulla maniglia, che spinge verso il basso.
Entra nella stanza buia trascinandomi con lui, e richiudendo la porta alle nostre spalle.
HARRY'S POV.
Melody continua a muoversi decisamente troppo nel suo vestito aderente.
Sono venuto qui con i ragazzi, a questa merda di festa organizzata da Brad. Sono fin troppo consapevole di ciò che sta cercando di fare la ragazza bionda davanti a me, e fino a un mese fa non le avrei fatto aspettare così tanto prima di portarla in una stanza al piano di sopra. Ma non succederà stasera.
Perché adesso c'è qualcos altro che cattura la mia attenzione, che tiene occupati i miei pensieri ogni fottuto secondo. E ho la stramaledetta sensazione che lei sia qui.
E poi la vedo.
Indossa un abito bianco, che lascia le sue gambe abbastanza scoperte da riuscire ad immaginarle interamente. Ha lasciato i capelli sciolti, e quasi sorrido quando mi accorgo che non indossa dei tacchi come ogni ragazza in questa stanza.
Una strana e sconosciuta sensazione mi attraversa, fermandosi esattamente sul petto quando i miei occhi cadono sulle loro mani intrecciate.
Rialzo poi lo sguardo, incrociando il suo senza esitazioni. Dio, è maledettamente bellissima.
Claire poi si volta verso Charlie, e gli dice qualcosa. Lui preme le sue labbra su quelle di lei prima che lei lasci la sua mano e si allontani da lui.
I miei occhi continuano a seguirla, bruciando su di lei ad ogni suo movimento, e quando si volta ancora per accorgersi che io non ho mai smesso di guardarla.
Poi si volta ancora, e inizia a salire le scale per il piano superiore. E quando lo fa, tutto ciò che so è che devo andare da lei.
Mi blocco sul pianerottolo e mi appoggio alla balaustra, osservandola e bloccandola poi quando solleva la sua mano verso la porta di una delle camere. Non so cosa voglia fare e per quale motivo sia qui, ma adesso non mi interessa.
Lei riconosce la mia voce e si volta, e quando lo fa, riesco a vederla completamente, senza nessuna barriera. Senza Charlie e senza le loro mani intrecciate, solo lei.
E non so come, ma in qualche modo mi ritrovo contro di lei, e poi con la sua mano nella mia. La porto con me in una delle stanze, e chiudo la porta dietro di noi, prima di lasciar cadere la mia mano dalla sua.
«Cosa volevi dirmi?» Le chiedo, immaginando cosa le stia passando per la testa in questo momento.
«Lo sai.» Sostiene, e forse ha ragione.
«Dillo lo stesso.» La sollecito. È in piedi di fronte a me, le braccia distese lungo i fianchi.
«Harry, noi .. non possiamo continuare in questo modo. Io non posso continuare in questo modo.» So che vorrebbe apparire sicura e decisa, come cerca di esserlo ogni volta che siamo insieme, ma questa volta fallisce più delle altre.
«Quale modo?» E so anche che la sto provocando, ma in qualche modo ho bisogno che lei lo dica. Che dica ogni cosa, quello che pensa.
«Mi hai baciata, e quando ti ho chiesto perché l'avessi fatto mi hai risposto che non lo sapevi, e che non ha significato niente per te. Che io non sono niente per te.» Sospira, prima di continuare. «Ma poi mi hai baciata di nuovo, e io ..»
«E tu, cosa?» Si interrompe, ma io ho bisogno che finisca. Che lo dica.
Mi avvicino a lei, che questa volta non si sposta, non indietreggia ogni volta che io faccio un passo verso di lei.
«Io .. io non lo so, Harry. So soltanto che sono confusa, quando in realtà non dovrei esserlo. So anche che non avrei dovuto cedere a te alla prima occasione, ma l'ho fatto e non posso tornare indietro. E poi, so che dovrei esserne pentita, ma il fatto è che non lo sono.» Si ferma ancora, per riportare i suoi occhi nei miei. «E poi c'è Charlie, Harry. Non posso fargli questo.»
Quindi, è per lui che lo sta facendo.
«Chiedimelo, allora.» Le parole lasciano la mia bocca in un sussurro sicuro, più sicuro di quanto immaginassi.
«Cosa?»
«Chiedimelo, e ti lascerò andare. Le uniche battute che scambieremo saranno quelle per il compito di letteratura, non mi avvicinerò più a te.»
Niente più sguardi, niente più baci, niente più Claire. Niente più niente.
E se è questo quello che lei vuole, se sarà lei a chiedermelo, a chiedermi di farmi da parte, io lo farò.
Lei è soltanto una come tante, e le sua labbra si schiudono mentre realizza le mie parole, e mi guarda come se non riuscisse a credere che le abbia dette davvero. Invece l'ho fatto.
«E vorrei dannatamente baciarti adesso, ma non lo farò se mi dirai di andarmene.»
Claire continua soltanto a fissarmi, senza dire niente fino a quando io distolgo lo sguardo dal suo e scuoto la testa, per poi allontanarmi.
«Cosa fai?» Mi chiede, riprendendosi.
«Me ne vado.» Si morde nervosamente il labbro inferiore, portando al limite ogni limite del mio fottuto autocontrollo.
«Non ti ho ancora dato una risposta.» Le sue parole risultano quasi come una supplica, ma mi aggrappo all'idea che sia soltanto un'impressione della mia inutile immaginazione.
«Lo hai fatto.» Riporto i miei occhi nei suoi, che non hanno mai smesso di studiarmi e di cercare risposte.
Mi guarda ancora una volta insicura, ma io non posso restare ancora qui.
«Chi tace, acconsente.» La guardo un'ultima volta prima di uscire da quella stanza, chiudendo la porta dietro di me.
Rilascio un pesante sospiro e ritorno al piano di sotto.
«Dov'eri?» Mi domanda Liam, in un sussurro.
«Da nessuna parte.»
«Eri al piano di sopra?»
Alzo gli occhi al cielo. «Sì.»
«E questo non ha niente a che fare con la casualità che Claire sia salita esattamente un attimo prima di te, giusto?» Dannazione.
«Non c'è niente di cui parlare, Liam.»
Continuo a spostare il mio sguardo all'interno della sala anche se non sto davvero prestando attenzione a ciò che i miei occhi incontrano, ma è un modo per evitare di incontrare quelli di Liam.
«Non ce n'è bisogno.»
Torniamo entrambi nel gruppo, dove Melody è ancora al centro di ogni attenzione.
Mi affianca e mi domanda dove sia stato, ma non le rispondo. Qualche istante più tardi ho uno dei bicchieri che hanno tutti tra le mani, e riconosco Claire mentre raggiunge anche lei la sala principale.
Alza il suo sguardo soltanto per cercarne uno che non è il mio, ma io riesco comunque a vederla. Le sue guance sono arrossate e i suoi occhi sono gonfi. Cristo.
Poi, in qualche modo ritorna da Charlie, e gli sorride nel modo più fottutamente falso che possa esistere. E lui non se ne rende conto.
Prende soltanto la sua mano e la bacia velocemente, prima di tornare a voltarsi e parlare con Brad. Anche Charlie ha un bicchiere rosso tra le dita, che solleva e spinge verso Claire. Lei scuote la testa, ma lui le sussurra qualcosa.
Sono quasi sicuro che Claire non abbia toccato alcol in diciassette anni, e ho bisogno di distogliere lo sguardo quando lei alla fine cede, portandosi il bicchiere alle labbra.
Sento il bisogno di allontanarmi, e raggiungo la cucina già occupata da troppe persone.
Una ragazza dai capelli blu mi sorride maliziosamente e mi chiede se abbia bisogno di qualcosa. In realtà, sto per dirle che la domanda esatta sarebbe se ho bisogno di qualcuno.
«Lascio fare a te.» Le dico poi, scivolando sullo sgabello e poggiando i gomiti sul bancone. Il suo sorriso si allarga e i suoi capelli ondeggiano mentre versa qualcosa in uno di quei bicchieri rossi.
Porto poi il bicchiere alle labbra e lo rovescio nella mia bocca senza esitazioni.
Quattro drink più tardi, la figura di Claire insieme a quel Charlie del cazzo inizia ad annebbiarsi, ad offuscarsi sempre di più. Avevo quasi dimenticato i benefici dell'alcol, quanto fosse appagante.
La ragazza dai capelli blu, di cui ho dimenticato il nome nonostante lei me lo abbia ripetuto più volte fa il giro del bancone, raggiungendomi.
Lascio che la sua mano percorra la mia gamba sinistra, fino al cavallo dei miei pantaloni. Poi si avvicina ancora, accostando le sue labbra al mio orecchio. «Che ne dici se andiamo al piano di sopra?»
Mi volto verso di lei e la guardo, e lei sembra prendere questo come un invito a prendere la mia mano e trascinarmi con lei. Non oppongo resistenza.
Anche se probabilmente sono ubriaco, non posso fare a meno di lanciare una veloce occhiata al punto della sala in cui prima Claire era con Charlie. Adesso non ci sono più, ma probabilmente sono andati via.
Un amaro e sarcastico sorriso aleggia sulle mie labbra mentre salgo le scale, ricordando quello che è successo poco più di un'ora fa.
Una risata poi sbocca dalle mie labbra quando mi rendo conto che l'unica camera disponibile è quella dove prima ero con Claire.
Ma alla ragazza dai capelli blu non sembra importare il mio comportamento, perché si avventa sulle mie labbra non appena chiude la porta dietro di lei.
Le concedo ciò che vuole, attirando il suo piccolo corpo al mio e facendo scorrere le mie mani su di esso. Geme nella mia bocca, boccheggiando poi contro le mie labbra. Porta le sue mani dietro il mio collo, prima di aggrapparsi a me e cingere i miei fianchi con le sue gambe.
Ci stiamo spostando verso il letto, quando poi la lascio scivolare di nuovo sul pavimento. Continua a baciarmi, mentre le sue mani si spostano sulla cintura nei miei pantaloni.
Nel momento in cui la sfila e inizia ad armeggiare con la cerniera, delle voci, quasi come delle urla rompono le impazienti intenzioni della ragazza dai capelli blu.
Mi stacco dalle sue labbra quando le voci continuano, e quando le riconosco. Non può fottutamente essere.
E' lei.
A/N.
Insieme a Exterior, hanno nominato questa storia in un contest che trovate sul profilo di 94february01 , basta commentare con un voto da 1 a 10 insieme a #ItalianBookParty e votare quella parte in cui viene citata la storia. Shelter la trovate al punto 5. , mentre Exterior al 15.
Grazie di cuore a tutte, in ogni caso!❤️
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