Capitolo 12

Don't forget - Demi Lovato.

«Scusami?» Quasi grido, non riuscendo a credere che abbia davvero detto una cosa del genere.

Quando sul suo viso compare l'ombra di un sorriso, capisco che questa era esattamente la reazione che si aspettava e che voleva da me.

«Non ti credevo quel tipo di persona, sai?» Non ho idea di cosa stia dicendo, ma non cederò alle sue provocazioni.

«Non sono affari tuoi, Harry.»

«Non essere sulla difensiva, Claire.» Cantilena, prendendomi in giro.

«Basta.» Dico, i denti stretti e il tono deciso.

«Sai, credo che neanche Charlie riuscirà a cambiare una puritana come te.» Continua, alimentando il sentimento che provo verso di lui in questo momento. E' puro odio, e adesso ne sono sicura.

«Smettila.» Ripeto, prendendo la testa tra le mani.

«Dài, piccola Claire.»

Prima che riesca a fermarmi, mi alzo di scatto, accecata dalla rabbia. Adesso sembra essere lui quello sorpreso. Questa è la reazione che non si aspettava da me.

«Non sai davvero cosa sia un limite, vero?» Urlo, rivolgendomi a lui. Non aspetto che mi risponda e continuo. «E' questo, e l'hai superato. Tutto ciò è troppo persino per te, Harry.»

Sento le lacrime spingere per uscire, e so che non riuscirò a fermarle, non adesso. Devo andarmene da qui.

Raccolgo velocemente le mie cose e vado verso la porta, ma mentre sto per aprirla, sento la sua mano avvolgersi intorno al mio braccio.

Non mi volto verso di lui, e lui continua a trattenermi. Alla fine lo faccio, ma non gli rivolgo la mia attenzione. Abbasso lo sguardo, non posso permettergli di vedere cosa mi sta facendo.

«Cosa vuoi?» Dico poi, cercando di mantenere il mio tono deciso, ma fallisco.

«Mi dispiace.» Sussurra, e io sollevo lo sguardo verso il suo volto. «Pensavo soltanto di fare conversazione.» Aggiunge, ma io sto ancora pensando alle sue scuse.

Harry Styles che si scusa. Non può essere successo davvero.

«Conversazione?» Gli rispondo, dopo essermi ripresa. «Io non devo darti nessuna spiegazione, Harry. Siamo qui soltanto per questo compito, niente di più.»

«Quindi per te dovremmo stare in silenzio tutto il tempo, senza rivolgerci la parola se non per qualcosa che riguardi questo fottuto compito o per discutere? Cristo, ma sei seria?» Harry si lascia scorrere una mano tra i capelli folti, e non riesco a fare a meno di notare il modo in cui gli ricadono sulla fronte quando li rilascia.

«Come cazzo fa Prince ad essere interessato a te?» Chiede retoricamente, quasi come se io non fossi presente in quell'aula insieme a lui.

Le lacrime rigano il mio volto, e questa volta non riesco ad oppormi. «Dannazione, ma perché ti interessa così tanto?»

HARRY'S POV.

Pronuncia le parole tra le lacrime, il volto rigato da queste. Solleva una mano e la strofina sulla sua pelle, tentando di rimediare.

Non riesco neanche a comprendere il motivo per cui stia piangendo ora, e credo che non riuscirò mai a farlo. E' così dannatamente sensibile, maledizione.

Perché mi interessa così tanto? Perché mi interessa ciò che fa lei, o ciò che pensa Charlie di lei? Claire per me rappresenta soltanto l'unica soluzione per riuscire a superare questo compito, e quindi il semestre.

Eppure, quando ieri sera l'ho vista scendere dall'auto di Charlie, ho sentito come il bisogno di sapere di più. Li avevo già visti qui, a scuola, e ho sentito lui e Will parlare dopo gli allenamenti. Da come lui descriveva la cosa, sembra che tenga davvero a lei.

So che non devo pensarci, e che a me non importa di lei, ma allora per quale motivo ho sentito quell'impulso nei suoi confronti? Non lo so, e non so cosa diavolo mi stia succedendo.

«Ti sbagli.» Soffoco una risata. «A me non interessa.»

«E perché hai detto tutte quelle cose?» Mi domanda. E' in piedi davanti a me, aspettando una risposta. Cazzo.

«Prince non ha bisogno di distrazioni in campo.» Affermo, e lei dopo avermi guardato come se avessi tre teste o qualche merdata del genere, sbocca in una risata.

«Stai scherzando?»

«No.» Dichiaro, e lei solleva gli occhi al cielo.

«Non sarò una distrazione per nessuno, io e Charlie siamo soltanto amici.» Sostiene lei. Peccato che lui non la pensi in questo modo.

CLAIRE'S POV.

Harry sembra aver abbassato la guardia, perché adesso siamo di nuovo seduti l'uno di fronte all'altro, e nessuna provocazione ha lasciato la sua bocca.

«Abbiamo ancora un'altra ora.» Dice, guardando l'orologio sul suo polso. «Iniziamo?»

«Se parli ancora di Charlie sarò io a lasciare l'aula questa volta.» Pretendo, e sul suo volto compare l'accenno di un sorriso.

Lui si accorge della mia espressione e solleva entrambe le mani, come se stesse cercando di convincere qualcuno della sua innocenza. «Ho afferrato il concetto.»

Mentre sistemo - sperando che sia l'ultima volta - il materiale, Harry si alza, ma prima che possa chiedergli cosa stia facendo, lui si avvicina a me, porgendomi un piccolo tovagliolo di carta.

«Tieni.» Mormora, e io lo guardo. «Dio, Claire. Prendilo e basta.»

Io scuoto la testa e tendo la mano verso la sua, recuperando il tovagliolo. Le nostre dita si sfiorano, ed entrambi sussultiamo leggermente al contatto.

«Grazie.» Sussurro, confusa dal suo gesto improvviso.

Le lacrime sono ormai secche sul mio volto, ma non sento più la loro presenza impressa sulla mia pelle. Lui recupera uno dei fascicoli dal tavolo, e sfoglia le pagine.

«Le hai fatte tu?» Domanda.

«Sì.» Rispondo. «Ne ho un'altra copia, quella è la tua. Io ho quasi finito di evidenziare le mie battute sulla mia.»

Trascorriamo l'ora successiva ad evidenziare, e quando la prova termina, raccogliamo le nostre cose in silenzio e usciamo dall'aula.

Sono passati due giorni dalle ultime prove, e da quella discussione con Harry.

La mia mente mi riporta a quello scambio di intense provocazioni che abbiamo avuto, alle mie lacrime, e al cambio di atteggiamento di Harry. Discutiamo sempre, troviamo un pretesto per litigare ogni volta, ma non era mai successo in quel modo.

Oggi è sabato, e questa sera sarei dovuta uscire con Charlie per quell'appuntamento di cui mi aveva parlato, ma qualche ora fa mi ha inviato un messaggio in cui mi chiedeva di rimandarlo. Non gli ho chiesto il motivo di quella decisione, perché sono sicura che me ne parlerà quando ci vedremo.

Recupero il mio cellulare e scrivo velocemente un messaggio a Is, chiedendole quali sono i suoi programmi per questa sera. E' da tantissimo che non trascorriamo del tempo insieme, perché lei il più delle volte è impegnata con Will.

Pochi minuti più tardi, la sua risposta non tarda ad arrivare.

Will non c'è. Facciamo da te o da me?

Il modo in cui riusciamo ad essere connesse è impressionante, e un sorriso spunta sulle mie labbra.

Ti aspetto qui, vieni quando vuoi.

Arrivo tra poco, aspettami lì!

Anche se io e Isabelle ci vediamo ogni giorno a scuola, spesso non riusciamo a parlare come vorremmo davvero.

Quando raggiungo mia madre in cucina, le dico che Isabelle starà con noi questa sera.

«Non saresti dovuta uscire con quel ragazzo?» Mi chiede, e io quasi mi pento di avergliene parlato.

«Mi ha detto di aver avuto un imprevisto. E comunque, siamo soltanto amici.» Enfatizzo l'ultima parola, e lei solleva gli occhi al cielo. Probabilmente è da lei che ho preso quest'abitudine.

«Com'è? E' carino?» Continua, come se quello che le ho appena detto non lo avesse compreso come avrebbe invece dovuto.

«Mamma!» Lei ride e solleva entrambe le braccia portandole davanti a sé, ricordandomi Harry. Scaccio velocemente quell'immagine dalla mia mente.

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