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Lilith aprì il capitolo dei riti di sangue, riempita di un entusiasmo bambinesco che ricordava di aver provato solo da bambina. Un intero mondo nuovo era tra quelle pagine: da scoprire, un mondo reale! Il mondo del quale la sua desiderata Crystal faceva parte.
“Nell’oscurità insondabile della notte eterna, sotto il manto della Dea Madre, si compí il primo sacro vincolo tra il mortale e l’immortale. I Riti del Sangue, solenni e terribili, sono il fulcro di un’alleanza antica quanto le stelle stesse, un legame forgiato non nel ferro, ma nel calore del sangue pulsante. Essi non sono mera celebrazione, ma l’atto supremo di devozione e abbandono: gli umani offrono il loro fluido vitale, la quintessenza della loro esistenza, alle figlie longeve della notte.
L'istinto primitivo che connette i corpi e le menti in una silenziosa caccia, porta all'unica e possibile via dalla luce all'oscurità . La devozione eterna dell'umanità per la stirpe scelta dalla Dea, si tramanda nel sangue, nel calore e nella passione.
Dannata colei che si fa bestia e da bestia si nutre, poiché la Dea fece dono di essere molto di più. La fame della verità sempre è riempita dal calore sincero e devoto della propria preda, dalle possibilità infinite della propria Dea.
I marchiati dalle sacre zanne potranno ascendere alla Dea, riconnettersi alla natura, accettarne la ciclicità, e consacrarsi al cospetto del divino. In tempi sempre più eretici, dove l'uomo perse contatto con madre morte e natura, sarà un'atto di risveglio sacro quello di riaccendere in lui il ricordo della sua infinita fragilità. Poiché divenne peccatore abusandone il frutto e creato, perpetrando violenza e sofferenza.
È dovere vampiresco, permettere la salvezza dell'anima al sangue dolce umano, è onore antico essere parte dei sacri riti di sangue.”
Quell'introduzione le diede i brividi, era così emozionata da sentirsi eccitata. Tutte quelle informazioni le fluivano nel cervello formicolando in scariche di piacere tra i suoi neuroni.
Si sentiva parte di qualcosa di immenso. Crystal che le beveva il sangue, era un rito che aveva radici antichissime. Pwr secoli e secoli umani avevano donato il proprio sangue proprio come aveva fatto lei, avevano provato le stesse sensazioni, la stessa confusione, la stessa curiosità. Quella tradizionale connetteva tutte le loro vite passate, presenti e furure. C'era qualcosa di estremamente potente ed emozionante in quel concetto. C'era qualcosa di estremamente rassicurante nella prova che una Dea esistesse. Eppure per Crystal quella prova non bastava, ma forse non cambiava molto da qualsiasi ateo che non credeva nella Bibbia, che non credeva nel miracolo e nell'assurdita della propria esistenza.
L'unica ragione per cui lei credeva nella Dea però era che fosse la prima divinità mai esistita prima. Se doveva credere in una divinità allora sarebbe stata la più antica, da cui erano partite tutte, e poi di certo sarebbe stata donna. Proseguì con la lettura.
“Questi riti sono più che un atto fisico: sono un cammino spirituale, un ponte tra due mondi separati. Attraverso il dono del sangue, i mortali si purificano e si elevano, avvicinandosi alla Dea Madre, la matrice di tutte le cose. Ogni goccia versata è un’offerta che sgorga con fervore, un simbolo di fede e sottomissione che trascende il limite della carne.
Per le vampire, i Riti del Sangue rappresentano la celebrazione della sacralità del dono ricevuto e l'opportunità di scoprire il Dono Sacro: poteri antichi e rivelazioni profonde che solo la Dea concede a coloro che sanno custodire il suo patto. È durante queste cerimonie che il silenzio della notte si anima di canti arcani e le fiaccole rivelano la gloria di un ordine antico, dove ogni atto è permeato da un significato eterno.”
Accigliò lo sguardo sforzandosi di leggere visto l'inchiostro sbiadito sulla carta vecchia e usurata. Nonostante il capitolo fosse abbastanza lungo e ci mettesse parecchio a decifrare quei segni sbiaditi decise di prendersi tutto il tempo necessario.
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