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Crystal molto lentamente iniziò a mangiare il pacchetto di patatine che Lily aveva comprato quella mattina alle macchinette. La sua compagna la obbligò anche a bere il succhino che si portava sempre per merenda.
Il suo colorito pallido non sparì, e le sue labbra rimasero di un colore preoccupante, ma almeno ora sembrava dare segnali di vita rispondendo alle sue domande e riuscendo ad aprire gli occhi.

«Devo andare in bagno... Ho il vomito...» sussurrò flebile. Lily come se fosse una questione di vita o di morte la prese per braccetto e la trascinò fino ai bagni, accompagnandola alla toilet, entrando con lei tra le quattro mura, chiudendo la porta alle loro spalle per dare loro un poco di privacy.
«Cos'hai Cry? È tipo influenza vampira?» chiese preoccupata alzando la tavoletta del cesso e preparandosi a tenerle la testa se ce ne fosse stato bisogno.
Cry scosse il capo.
«Penso sia... l'astinenza...» le rivelò riflettendo ad alta voce. Una fossetta severa si posò sulla fronte di Lily. Senza farselo ripetere si alzò la manica spostando il polsino che nascondeva la cicatrice dove l'aveva morsa. Non c'era traccia di esitazione nei suoi gesti.

«No. Non voglio... Va bene così... Devo solo... resist-» un conato le spezzò la frase, ma non vomitò nulla. Solo una fitta aggressiva la piegò in due facendole tremare le ginocchia. Lo stomaco sofferente le pulsava feroce in pancia. Non era mai stata male così, non pensava che bere sangue umano potesse portare tanta dipendenza.
«Non me ne frega un cazzo amo, bevi dioporco» esclamò estremamente preoccupata, avvicinandole il polso alle labbra.

Dopo quella scossa Cry sembrò sentirsi un po' meglio, anche se stava sudando freddo e tutto il suo corpo formicolava. Raddrizzò la schiena aprendo la mano, facendole gesto di aspettare.
Non si era mai sentita peggio, ma aveva letto fosse normale, doveva solo abituarsi, superata l'astinenza sarebbe andata meglio. I momenti di crisi sarebbero diminuiti fino a scomparire.
Non voleva usare Lily, non voleva sfruttarla, non voleva darle effetti collaterali. Non lo avrebbe fatto. Non voleva essere come gli altri vampiri, non voleva essere cattiva.
«Non voglio farti stare male... Gli effetti collaterali...» le spiegò affaticata.
«Guarda che non ho avuto effetti collaterali! Sì ho avuto fame, ho dormito alla grande ma mica sono stata male, amo!» insistette esasperata appoggiando il polso sulle sue labbra.
«Noooo...» provò ad allontanare il braccio della sua amica spingendolo via, ma non aveva energia e inciampò spinta da Lily, finendo spalle al muro. L'umana si impose davanti a lei, intrappolandola tra le proprie gambe per non farla scappare.
«CAZZO CRYSTAL BEVI!!» ringhiò con rabbia, ma Cry non la stava mordendo.

Allontanò il polso dal suo volto spazientita.
«Non capisci che mi fai preoccupare? Stai praticamente collassando, cretina! Bevi e non rompermi il cazzo o ti meno» la minacciò sfiorandole il naso col proprio. Il suo sguardo serio, sofferente, non l'aveva mai vista preoccupata così per lei.
Crystal arrossì colpita da quella confessione velata da minaccia.

Non pensava di star facendo preoccupare così tanto Lily, non pensava le importasse tanto di lei, non per davvero. Si sentì in colpa. Realizzò quella terribile verità: di non essere più sola al mondo. Non poteva più lasciarsi in preda al malessere, Lily non glielo avrebbe permesso. Se non aveva abbastanza energie per occuparsi di se stessa, allora quelle energie ce le avrebbe messe Lilith, letteralmente; pagandole in sangue.

Rimase in silenzio guardandola negli occhi colpita, anche lei si zitti leggendo nel suo sguardo una risposta, un cambiamento. Una lieve tensione si creò nello spazio tra i loro volti, tra i loro pensieri. Lo sguardo di Lilith era dolce, la supplicava di accettare quel prezzo che era disposta a pagare, la supplicava come se ne avesse bisogno lei, come se non potesse farne a meno, come se fosse sua la fame, il bisogno, come se un suo rifiuto le sarebbe costato la vita.

Crystal non capiva.
Perché Lilith era disposta a tanto per lei? Perché stava facendo tutto quello? Perché darle tanto in cambio di niente? Perché offrirle il proprio tempo, il proprio sangue, le proprie energie?
Perché Lily voleva a tutti i costi prendersi cura di lei? Perché voleva farla sentire così bene? Perché le importava tanto? Perché a qualcuno importava di lei?
Perché?
Lei non lo meritava, non meritava niente.
Quello avrebbe voluto chiederle, urlarle, ma il cuore le si strinse in petto, famelico, agitato, spaventato.

L'ennesimo capogiro le fece socchiudere gli occhi, si aggrappò alle braccia della sua compagna.
Sentì la pelle liscia del suo polso appoggiata alle sue labbra, il pulsare del sangue che palpitava dentro i capillari, che tracciavano delle stupende strade verdi sotto la pelle dell'amica.
Aprì gli occhi.
«Per piacere, ti prego Crystal. Bevi. Non mi fa male, te lo giuro. Lo voglio. Lo voglio davvero.
Lasciamelo fare...» come sempre le disse solo parole giuste, dolci, rassicuranti.
I loro sguardi si incastrarono tra loro, gli occhi profondi di Lilith la scaldarono; un pensiero innocente bisbigliò a Crystal che nessuno l'aveva mai guardata così. Mai in tutta la sua vita, mai al mondo.
Il suo cuore vacilló e poi prese fuoco rabbioso.

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