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Crystal non aveva ancora parlato a Lilith degli effetti collaterali del farsi bere il sangue. Voleva farlo di persona perché le sembrava un argomento abbastanza importante, eppure era fuggita così. In maniera così stupida. Non lo aveva fatto perché era gelosa, lo aveva semplicemente fatto perché non aveva idea di come socializzare con una persona in più. Era stanca, non ne aveva voglia e non sapeva nulla di quella Jessica. Certo l'aveva già vista perché lei notava tutti in classe. Jessica era bella, simpatica e aveva un gruppo di amici propri. E Crystal non poteva fare altro che sentirsi terrorizzata dal suo giudizio, come quello di qualunque altro essere vivente. Certo era più semplice ignorare l'idea che la gente la vedesse sul serio, che esistessero nello stesso piano di realtà, ma era impossibile ignorare quell'idea se Jessica si trovava seduta vicino a loro.

Di nuovo la sua mente la assillò.

Lilith stava con te a lezione solo perché non conosceva nessun'altro
Ora non avrà più bisogno di te, entrerà nel gruppo di Jessica.
Ti ignorerà e poi racconterà a tutti il tuo segreto e la tua vita sarà finita, dovrai andartene dall'università, dalla città. Dovrai sparire.

Crystal sbuffò tormentata dai propri pensieri gettandosi di faccia sul letto. Sapeva che si sarebbe dovuta preoccupare davvero molto di aver rivelato la sua vera identità, eppure a preoccuparla non era quello, era l'idea di non essere importante per Lilith.
Sapeva di essere in una posizione di svantaggio... E sapeva che Lilith ne era consapevole.
Lilith conosceva un sacco di gente in università, parlava con chiunque, e si stava preparando per le elezioni perché voleva diventare addirittura rappresentante. Erano così diverse.
Insomma perché una ragazza popolare come Lilith doveva avere bisogno di una come lei?
Quello svantaggio la faceva impazzire. Lei non aveva nessuno, assolutamente nessuno in università tranne Lilith.
Mentre Lilith poteva avere chiunque, letteralmente; le bastava sedersi vicino a qualcuno, iniziare a parlare e poof: nuovo amico.

Così, mentre sospirava sul proprio letto, infilandosi sotto le coperte esausta per fare il riposino, Crystal si lasciava trasportare da quei pensieri. Lily era spesso nei suoi pensieri, si sentiva così esposta, così fragile con lei. Quando la provocava il suo cervello andava in tilt, faceva di tutto per nasconderlo, il suo volto rimaneva serio, il suo animo diventava scontroso, ma dentro si sentiva morire. Diventava buffa, impacciata, si ascoltava parlare a vanvera, si guardava agire impulsivamente. L'unica fortuna era che il suo volto rimaneva serio e statico. Se fosse stata anche una persona espressiva sarebbe morta immediatamente. Almeno il suo volto era una maschera dove poteva celare i propri sentimenti. Aveva imparato così, in maniera automatica probabilmente, aveva imparato a non mostrare mai i propri sentimenti, a non far capire cosa le stesse passando per la testa, così da potersi difendere, così da poter sopravvivere...

Le tornò in mente Lily, il sapore del suo sangue, e una fame vorace le bucò lo stomaco preoccupandola. Si lasciò fantasticare per qualche minuto; il sangue di Lily sulla sua lingua non era una sensazione fisiologica, non era come mangiare o bere. Non se lo aspettava. Aveva sempre immaginato che bere sangue umano sarebbe stato come bere il suo succhino di frutta ma molto molto più buono. Invece non era stato così. Non si era dissetata come quando beveva l'acqua o masticava il cibo, era stata un'esperienza totalmente diversa. Era stato come bere in un sogno.
Il sangue di Lily sulla sua lingua aveva fatto esplodere un centinaio di sensazioni nel suo corpo. Lo aveva sentito arrivarle al cervello, come una sorta di droga, l'aveva fatta sentire calda in tutto il corpo, specialmente in petto, l'aveva fatta sentire bene, al sicuro. Aveva riempito qualcosa dentro di lei, che non sembrava essere fisico, più uno spazio astratto, un posto freddo nascosto tra le sue costole. Allo stesso tempo aveva acceso tutti i suoi sensi, aveva sentito il proprio battito accellerare, gli odori, i sapori, tutto il suo corpo le era parso vibrare in estasi, era certa si sarebbe eccitata se non fosse stata tanto distrutta. Ripensarci la eccitava un po'... Arrossì e nascose il volto sotto alle coperte. Bere sangue sembrava un azione emotiva, le faceva provare emozioni molto forti, come se il confine tra la sensazione e l'emozione svanisse, come se il confine tra il concreto e l'astratto non fosse mai esistito, come nei sogni dove agire era sentire, dove fare era vivere.

Si era già legata molto a Lilith ma dopo quell'esperienza le sembrava di impazzire. Non voleva bere più il suo sangue, ma il fatto di averlo bevuto l'aveva avvicinata emotivamente tanto a lei. Era qualcosa di intimo e viscerale, che la faceva sentire legata a lei in una maniera che non sapeva spiegare a parole e che per questo avrebbe ignorato.

Sarebbe bello se io piacessi a Lilith, almeno la metà di quanto piace a me...

Pensò prima di addormentarsi esausta per la giornata.


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