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Lilith si sentì dispiaciuta, avrebbe preferito passare un pomeriggio con Crystal, anche perché aveva davvero bisogno di parlare di ciò che era successo, ma come sempre ci sperava troppo. Crystal dava meno importanza a passare il tempo con lei di quanto ne dasse lei, e quel pensiero la infastidiva da morire. Forse era tutta colpa del suo narcisismo. Come le aveva detto la psicologa: doveva smettere di farsi aspettative sulle persone, di pretendere di più dagli altri. Non voleva essere più quel tipo di persona; migliorare era davvero un lavoraccio e Crystal sembrava bravissima nel metterla faccia a faccia con le proprie insicurezze.
«Amo andiamo a sederci lì?» Jessica indicò una panchina, e Lilith non aspettò prima di saltarci sopra e sedersi sullo schienale, appoggiando le scarpe sulla seduta in legno.
«Che bella giornata di sole, cazzo!» esclamò entusiasta, pervasa da un'euforia sociale. Gli occhi azzurri di Jessica la rassicurarono dandole ragione. Era proprio una bellissima ragazza.
«Ao, ne vuoi una amo?» prese il tabacco iniziando a rollare.
«Grazieeeeee! Fortuna che ci sei te» la abbracciò affettuosamente, grata di aver trovato un'amica sempre così generosa e dolce.
Aveva conosciuto Jessica in associazione studentesca, circa un mese prima. Solitamente era lei ad adottare introversi e scegliere chi sarebbe diventato suo amico, ma per la prima volta in vita sua, era stata scelta prima di poter scegliere. Al primo incontro a cui aveva partecipato, Jessica le si era subito presentata, dicendole che l'aveva notata ai primi posti, che erano in corso insieme. L'aveva fatta subito sentire a proprio agio, si erano volute bene dal principio. Una sorta di chimica le aveva legate, così nel giro di un paio di settimane si erano già raccontate traumi infantili, problemi mentali e drammi vari. Lily sentiva proprio che Jessica fosse diversa da tutte le amicizie avute prima, era un'amicizia pura, genuina. Ed era la prima persona che conosceva che non avesse davvero nessun problema mentale e fosse sana e consapevole.
Lilith ancora non poteva saperlo, ma Jessica sarebbe stata ciò che avrebbe potuto definire "migliore amica".
«Comunque stra carina Crystal...» commentò accendendo il proprio drummino, e passando l'accendino a Lilith per fare lo stesso.
«Lo soooooo! Hai visto? Ma quanto è bella, quanto è carina, diocaneeeeee!» esclamò Lily pervasa dalla cuteness aggression sbattendo i piedi sulla panchina e facendola tremare.
Jessi scoppiò a ridere per la sua reazione.
«Sei proprio cotta...»
«Ma va...» negò immediatamente Lily ricevendo un'occhiata scherzosa.
«Non è che sono cotta, è che mi piacciono le cosine carine, è che la mh voglio mfh» abbassò il tono verso la fine per non farsi sentire.
«No, no, non sei cotta...» le diede corda divertita.
«Dai aggiornami! Come è andata quando ha dormito da te?»
Lilith ammutolì, incerta. Rabbuiata dai ricordi.
«No amo, è successo un casino con mio padre...»
Proseguì nel raccontarle tutto ciò che era successo riguardo l'aggressione di suo padre, ma ovviamente prima di raccontare di come Crystal gli aveva spaccato il dito si fermò.
«E poi... mio padre è scappato perché ha sentito le sirene della polizia e Crystal ha detto che li aveva chiamati lei e stavano salendo» cambiò la versione delle cose in una più credibile e che non la facesse passare per psicotica delirante.
«Ommioddio amo, ma stai a scherza'? Oddio, mi dispiace una cifra» Jessica la abbracciò preoccupata per lei.
«Deve essere stato traumatico» empatizzó con lei facendola sentire capita.
«Ma va...» sminuì come era solita fare, troppo a disagio della tenerezza altrui.
«Non ti preoccupare è tutto ok, sticazzi di mio padre, sono più preoccupata per Crystal... nel senso, le ho buttato addosso tutta la mia merda così...»
«Vabbé, ma mica è colpa tua se è arrivato tuo padre! Non potevi saperlo o prevederlo. Sono sicura che capirà anche lei. È vero non è una situazione semplice in cui trovarsi, ma ormai è andata! Ed è finita bene, grazie a Dio. Il resto non conta. Poi da quel che mi hai detto Crystal è una persona buona e sensibile, sono sicure che sia semplicemente felice che le cose siano andate così...» la rassicurò Jessi. Come sempre riusciva a dire le cose giuste per calmare le sue paranoie. Lily annuì condividendo.
«Mi ha praticamente salvato la vita...
Ho paura che questa cosa l'abbia legata a me senza che lei lo voglia... Nel senso, e se in realtà fosse tutto troppo per lei? Sarebbe comprensibile, la mia vita è un casino. Magari vorrebbe sparire, ma ora non può più perché...» non poteva finire la frase dicendo la verita, ma poteva modificarla così che Jessica capisse le sue emozioni.
«Perchè se dopo avermi salvata sparisse sarebbe strano, ora che cioè praticamente le devo la vita. Se io salvassi qualcuno e sentissi la sua gratitudine mi sentirei una merda a sparire...»
«Amo ma perché deve voler sparire?! Avete vissuto un evento traumatico insieme, e va bene non è una cosa positiva, ma sicuramente vi ha unite di più. Ti ha salvata perché ci tiene a te, non penso proprio voglia abbandonarti per il tuo passato, non è il tipo di persona, si vede...»
Lily ripensò a Crystal, al suo faccino tenero, ai discorsi infantili che faceva sulle paperelle o sulle mucchine, al modo in cui si preoccupava per chi amava, al modo in cui l'aveva salvata e come si era preoccupata di non succhiarle il sangue per non farla sentire usata. Jessica aveva ragione su tutto. Crystal non era il tipo di persona che ti abbandonava per i problemi. Aveva pochi amici e se li teneva stretti, prendendosene cura al meglio. Guardò il sole provando a lasciarsi cullare dai fatti che erano stati esposti.
«Hai ragione. Cazzo, hai ragione su tutto! Non so perché ma ho sempre mille pare quando si tratta di Crystal. Mado' grazie amo che mi fai ragionare.» le diede un mezzo abbraccio.
«Ma figurati, con tutte le volte che mi sopporti tu quando parlo del mio ex» ridacchiarono.
«Comunque abbiamo dormito insieme... abbracciate... ma non è successo niente» le rivelò con un ghigno.
«Ma oddio, che carine che sieteee» le shippó Jessica come faceva sempre.
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