Capitolo 24
NB: La storia non è mia, ma le due autrici mi hanno autorizzata a pubblicarla qui su Wattpad.
Niall balla di fronte a me, sicuramente meglio di Louis e Harry per come ho potuto notare questa mattina. Ma le risate non mancano di certo, dato che a volte le sue movenze sembrano quelle di una scimmia, e a volte sbatte addosso ad alcuni ragazzi intenti a ballare tra loro. Ha già rovesciato tre drink, e gli insulti non sono mancati. Mi giro in direzione del dj che sta parlando del nuovo pezzo che sta per mettere, ma mi blocco. Sotto la postazione c'è lui. Che ci fa qui Zayn? Dovevo immaginarlo però, dopotutto siamo a casa di Liam, ma speravo in un brutto scherzo della mia immaginazione, quando l'avevo visto poco prima.
-Wendy? Tutto bene?– Niall mi scuote per una spalla, notando che ho perso il sorriso. Ma comunque non perdo il mio contatto visivo con Zayn.
Delle persone passano davanti al moro, e quando sono passate, non lo vedo più. Ma che diavolo?
-Si, scusa Niall, ero sovrappensiero– dico poi al biondo, che ci crede senza fare altre domande. Sono sicura di averlo visto, e sono sicura di stare anche in casa di Liam! Ovviamente, entrando dal retro, in un primo momento non l'ho notato. Ma adesso è tutto più chiaro, e non sono io quella pazza!
Torno a ballare col ragazzo, e mi rigiro per un attimo verso il posto in cui l'ho visto. Niente, non c'è. Torno a guardare di fronte a me, ma anche Niall è sparito. Ma che succede? Aggotto le sopracciglia e mi guardo intorno, notando Lily ballare col suo ragazzo, sfiorandogli le labbra. Già, dalla sera della festa si sono messi insieme, ma nonostante questo è la prima volta che li vedo in atteggiamenti intimi. Il loro rapporto è diverso da quello di Lou ed El, e anche di Harry e Charly. Quando sono insieme preferiscono punzecchiarsi, esattamente come facevano fino a una settimana prima, quando non erano più di due amici. Mi piace il loro rapporto, il loro scherzare in continuazione.
Preferisco non avvicinarmi ai due, sentendomi di troppo, e mi avvicino a Harry e Charly, vicino al banco delle bibite.
-Ehi, ragazzi- richiamo la loro attenzione quando sono abbastanza vicina.
-Wendy! Dov'è il biondino?– mi chiede Charly, e io le indico un punto indefinito della pista.
-Con Lily– spiego ai due.
-Vuoi qualcosa da bere?- Urla Harry, sovrastando il caos creato dalla musica e dai ragazzi che, come noi, urlano per farsi sentire.
Annuisco, accettando la proposta, e gli faccio segno con la mano di prendere quello che gli pare, è indifferente. Il ragazzo si gira verso il barman e ordina tre vodka lemon, passandocene poi uno a testa, mentre tiene il suo stretto tra le mani.
-A noi!– urla il riccio, alzando il bicchiere, e io e la bionda ci affrettiamo ad alzare anche i nostri, facendoli tintinnare.
–A noi!– ripetiamo all'unisono io e Charly.
-Ma El e Louis?- chiedo ai due ragazzi, mentre iniziamo a sorseggiare la bevanda.
-Non ne ho idea, sono spariti appena tu hai trascinato Niall in pista– mi spiega Harry, mentre Charly finisce il suo drink.
-Si saranno appartati su qualche divanetto- ipotizza poi, con sguardo malizioso.
-Idiota– scoppio a ridere, ma noto Charly fare una smorfia, prima di mettere una mano davanti alla bocca e riempire le guance d'aria.
-Che succede?– chiede allarmato Harry.
-Portala in bagno, veloce– gli dico velocemente, dato che Charly è sul punto di vomitare e non è in grado di parlare. Il riccio annuisce preoccupato alle mie parole, e prende sottobraccio la sua ragazza.
-Vuoi una mano?– gli urlo prima che scompaia dalla mia vista, mentre il riccio fà un cenno con la mano di no, mentre si affretta a raggiungere il bagno. O almeno, di trovarne qualcuno.
Sicuramente si è sentita male per il fatto che ha bevuto a stomaco vuoto, dato che a casa si è dedicata a ripulire il casino che avevamo creato per fare l'albero, dato che se suo padre fosse tornato dal lavoro trovando quel caos si sarebbe arrabbiato e non poco.
Mi appoggio al bancone, non sapendo che fare. Lily e Niall stanno ancora ballando sulle note di una canzone da discoteca, e non si sono accorti di nulla; Louis e Eleanor non si vedono da nessuna parte e non ho nemmeno intenzione di andarli a cercare per poi farci la candela, e poi, non me ne preoccupo più di tanto, si staranno divertendo.
Mi guardo intorno, cercando di scorgere qualche faccia conosciuta: dato che la festa è a casa di Liam, e che andiamo alla stessa scuola, magari ci sarà qualcuna delle cheerleader con cui ho fatto amicizia, o almeno qualcuno che ho conosciuto negli ultimi mesi.
Sospiro, non scorgendo nessuno nella massa di persone intente a ballare o strusciarsi. Sbuffo, girandomi verso il barman.
-Una vodka lemon, grazie- dico, ordinando lo stesso drink di prima: il barman si mette subito all'opera, non prima di avermi rivolto un sorriso malizioso.
-Due– sento pronunciare da un ragazzo, ma la voce mi arriva ovattata a causa della musica. Il mio drink arriva subito, mentre il barman è intento a finire quello del ragazzo. Non mi sono voltata a vedere chi sia, sinceramente non mi interessa.
-Ehi bellezza, ti va di ballare dopo?– il tizio mi mette una mano sulla spalla, e io alzo un sopracciglio per quel tentativo di rimorchiare. La voce è leggermente brilla, anche se mi ricorda qualcosa.
-Passo, grazie– sorrido sarcasticamente, girandomi a guardarlo. Il sorriso scompare dal mio volto: proprio lui? Gli occhi cioccolato si spalancano riconoscendomi, le labbra si allontanano dal drink che il barman gli aveva appena passato, e io non posso trattenere un leggero sbuffo: non doveva vedermi qui. Non lui!
Sento un paio di ragazzi dietro di lui sghignazzare e dargli spinte giocose come per prenderlo in giro del mio rifiuto, ma non ci faccio caso.
-Wendy? E tu che ci fai qui?– mi chiede Liam palesemente sconvolto. Di sicuro, lui non mi aveva notata prima, quando invece l'avevo fatto io, collegando tutto!
-Direi quello che ci fai tu– rispondo, la timidezza spazzata via da quel poco di alcool che ho ingerito. –E' una festa, no?– chiedo retorica, e un sorrisino compiaciuto spunta sul suo volto.
-Vero– annuisce, con la stessa espressione sul viso.
-Liam, non ci presenti la tua amica?– chiede uno dei ragazzi dietro di lui, ammiccando nella mia direzione.
-Oh, si. Ragazzi, lei è Wendy. Wendy, loro sono James,- dice, indicando quello che aveva parlato. –E Sam– indica un ragazzo castano dietro di lui.
-Piacere di conoscerti, bellezza– ammicca James, mentre Sam si limita a fare un cenno col capo, che ricambio.
-Il piacere è tutto mio- trattengo un leggero sbuffo, anche se dentro di me sorrido da quell'inaspettato coraggio: e ho preso solo due drink!
Quando una bionda tinta ci passa accanto, perdo completamente l'attenzione di Liam, troppo indaffarato a fissare il fondoschiena della tipa.
-Comunque, ti stai divertendo?- si sforza a tener un contatto visivo con me. Ma è tutto inutile. Sembra che quella ragazza l'abbia stregato.
Finalmente arriva il mio bicchiere di vodka, precedentemente ordinato per la terza volta, e, prendendolo tra le mani, mi viene spontaneo rispondergli. -Và da lei, noi possiamo parlare dopo-.
Lo vedo ringraziarmi con lo sguardo, per poi sparire tra la gente.
Sospiro rassegnata, iniziando a sorseggiare il mio drink. Questa serata la avrei passata da sola, non c'è altra soluzione!
-Se vuoi, possiamo andare a ballare insieme- rialzo lo sguardo, incontrando quello di James e i suoi amici. Mi sono completamente dimenticata di loro durante la chiacchierata con Liam.
Appoggio il bicchiere ancora pieno sul bancone, e mi giro verso il ragazzo, intento ad aspettare una risposta.
-No, non ti preoccupare. Nemmeno mi piacciono queste feste. Sono venuta solo perché mi ci hanno costretto- lo avviso, sforzando un sorriso e sperando non insistesse.
Lui sobbalza leggermente, scambiandosi un'occhiata di intesa con il suo amico, per poi guardarmi nuovamente e sorridermi. Dopo qualche secondo, noto il ragazzo allontanarsi da noi con una scusa, lasciandoci completamente soli. Non tanto soli, visto che stavo ad una festa.
Per non pensarci, afferro il bicchiere e butto giù il liquido rimasto, in un solo sorso.
-Ehy ragazzina, vacci piano con questo- mi prende il bicchiere, ormai vuoto, dalle mani, posandolo sul bancone lontano da me.
Provo a protestare, ma la sua forte mano mi blocca in tempo. E se io ne volevo un altro bicchiere? Chi era lui per impedirmelo?
-Non toccarmi- non so nemmeno il perché all'improvviso il mio tono si fa più duro e disprezzante. Non mi va di stare da sola con quello, che per altro nemmeno conoscevo. E quindi, per evitare di peggiorare la situazione, mi guardo in giro nella speranza di ritrovare qualcuno dei miei amici, magari Louis ed Eleanor, magicamente scomparsi appena entrammo nella villa.
Ma di loro, nessuna traccia.
-Dai, vieni a ballare con me. Ci divertiremo- tenta di nuovo il ragazzo, e sbuffando, scuoto la testa.
-Davvero, faccio schifo e poi non mi va- lo avverto.
Il ragazzo si avvicina in modo minaccioso a me, appoggiando le mani al bancone alle mie spalle, intrappolandomi. Il mio cuore prende una strana velocità, quella che solo una persona era riuscita a farmi provare. Che sia di paura, o altro.
-Non ti voglio costringere. Allora... Vieni con me? Voglio farti vedere una cosa- sussurra al mio orecchio, facendomi provare delle strane scossette alla base della schiena.
Quella frase...
Quella maledetta frase. Mi ricorda troppo qualche giorno prima a scuola, quando Max, con quella frase, era riuscito a farsi seguire, portandomi poi a farmi conoscere il vero Zayn. E non so perché, ma qualcosa mi dice che anche per questa sera, con quella frase, James, vuole mostrarmi qualcosa di Zayn.
Magari è con una nuova ragazza, o magari è di nuovo con Maya. Tutta la scuola conosceva la situazione, non mi sarei meravigliata se anche James lo sapesse.
Con fare automatico, scendo dallo sgabello e lo accontento.
La ragione che prevale sul cuore. No. Il cuore stavolta comanda!
La sua mano viene intrecciata alla mia, giusto per non farci perdere di vista, e a spallate riesce a farsi spazio tra la folla ammassata al centro della stanza.
Il ragazzo è grosso, le spalle larghe e alto. Soprattutto questo. Non riesco nemmeno a vedere la direzione che sta prendendo, talmente sono minuta in confronto a lui. Il mio occhio cade sulle nostre mani, e un sospiro esce dalla mia bocca.
Di nuovo. Sta succedendo di nuovo. Mi sto fidando di uno sconosciuto. Ma a questo punto, cos'ho da perdere?
Sono pur sempre ad una festa, non potrà farmi mai nulla di male senza essere visto. E la voce ce l'ho, se fosse servita per chiedere aiuto.
Anche la sua mano non scherza. Se l'avessi messa al confronto con quella di Harry, non so quale delle due fosse più grande. E la pelle è scura, quasi come quella di Zayn.
Rialzo lo sguardo, quando ormai siamo alla fine della pista, in direzione dell'uscita del garage, e studio attentamente anche i capelli: sono chiari, un misto tra il castano e il biondo. Le luci della palla colorata posta al centro della stanza non mi aiuta a decifrare il giusto colore. E così lascio perdere... Perché a me non importa nulla di lui, se non quello di sapere dove mi stesse portando.
I miei piedi si muovono soli, seguendolo, mentre nel mio cervello le ultimi immagini di Zayn e Maya in quella biblioteca si fanno spazio, lacerandomi le budella.
Non può averlo fatto davvero, ed è ridicolo che anche dopo tutti questi giorni spesi a dimenticarlo, lui è là, a ronzarmi tra i pensieri.
Sarà stata quella frase, sarà stato il bicchiere di vodka. Ma io sto comunque seguendo una persona sconosciuta.
Quando metto il piede fuori casa, il vento freddo di dicembre mi investe come una lama sul viso. Con la mano libera, strofino l'altro braccio, sperando di riscaldarmi almeno un po'. Ma non ottengo nulla.
La musica comincia a calare e, presa dalla curiosità, volto lo sguardo verso la festa. Per poco non spalanco gli occhi quando constato la lontananza.
-Dove mi stai portando?- finalmente chiedo, provando a piantare i piedi per terra, ma senza risultati.
Per tutta risposta, il ragazzo, scocciato dal mio improvviso cambiamento, mi strattona per un braccio e mi tira poco avanti a lui. Per poco non casco ai suoi piedi, perdendo leggermente l'equilibrio che i tacchi non mi danno.
La sua mano ancora intrecciata alla mia, appunto, evita ciò, tirandomi con forza verso l'alto.
Gemo di dolore, perché il braccio sembra quasi strapparsi per la forza. E lui sorride solamente.
-Che vuoi f... - ma non riesco a finire la frase perché la grossa mano di James me la tappa del tutto, sbattendomi poi con le spalle al muretto di una casa lì vicino.
Sento perfino gli occhi pizzicare agli angoli quando mi rendo di cosa stesse pensando.
-Sta ferma- tenta di calmarmi, mentre provo a dimenarmi per la forte presa. Ma niente, non riesco neppure a muovere un muscolo.
Il suo corpo mi schiaccia al muro, bloccandomi completamente, mentre con la mano che ha ancora libera, sfila dalla tasca quello che sembra una piccola cordicina. Più che altro, mi ricorda un laccio di scarpe.
Afferra voracemente i miei polsi, portandoli sopra la mia testa, unendoli e legandoli ad una fessura del muro.
La sua mano preme ancora sulle mie labbra, mentre piccolo gocce salate varcano sulle mie guance, rosse già per il freddo.
Lui sembra tranquillo della situazione, anzi sghignazza quando nota il mio stato.
-Non ti preoccupare, non farà tanto male- e con quella frase, strappa violentemente la bretella del mio vestito.
Chiudo gli occhi di scatto, facendo scivolare altre lacrime. Ma questo non gli fa cambiare idea.
Inutile anche il tentativo di tirargli un calcio tra le gambe, che mette le sue tra le mie, bloccandomi.
Sposta di poco il braccio e appoggia le sue labbra sul mio collo. Il suo respiro caldo sbatte contro la mia pelle, ma quando affonda i suoi denti, caccio un urlo soffocato, però, dalla sua mano che preme ancora contro le mie labbra.
Inutile anche provare a mordergliela, nemmeno quello riesce a fermarlo.
-Non ti agitare, tanto qui nessuno può vederci- sussurra, mordendomi poi il lobo dell'orecchio.
Singhiozzo silenziosamente, constatando la crudele verità in quelle parole. Non me la sarei scampata per questa volta.
Le sue labbra scendono lungo il collo, passando per la stoffa ormai strappata, fino ad arrivare al mio seno.
Stringo di più gli occhi, facendomi piccola.
-Ehy, che stai facendo?- riapro gli occhi piano. Quella voce.
Sento James digrignare i denti, mentre si stacca da me trapassandomi con uno sguardo spento.
-Non vedi che ho da fare? Vai via!- gli ringhia, voltandosi poi di nuovo verso me.
Provo a liberarmi di nuovo, prendendolo alla sprovvista e mugolando per protesta.
Ma James mi sbatte nuovamente con le spalle al muro, incastrandomi di nuovo. Piango, sia per il dolore che per la situazione. Sono sempre io quella che se le cerca!
In un secondo il peso del corpo muscoloso del ragazzo si allontana dal mio, mentre l'aria fresca prende il suo posto. Anche la mano si stacca dal mio volto.
Le gambe non mi reggono più, facendomi scivolare a terra. Mi rannicchio, chiudendomi a guscio, ma non troppo per non vedere Zayn tirare un pugno dritto sulla faccia del ragazzo, buttandolo a terra.
Questo lo guarda confuso, avanzando all'indietro e allontanandosi.
-Ma non ti fai schifo? Violentare una donna?- sputa Zayn a denti stretti, mentre lancia un calcio dritto nello stomaco di James che rimane piegato in due.
Il moro si gira nella mia direzione, provando a venirmi in contro.
Ma la mano di James afferra saldamente una caviglia di Zayn, bloccandolo e gettandolo per terra.
Chiudo di nuovo gli occhi, mordendomi il labbro inferiore per non piangere ancora. La cosa peggiore è che non riesco a muovere muscolo, tanto mi fanno male, e nemmeno riesco ad aprire bocca per chiedere aiuto, tanto è lo shock.
James si mette a cavalcioni su Zayn, mirando al suo zigomo sinistro. Sento un urlo strozzato da parte di Zayn quando viene colpito.
Un'altra lacrima scivola sulla mia guancia.
Se stava prendendo tutti quei colpi era solo colpa mia. Ero io l'errore!
-Basta!- urlo una volta preso un pò di coraggio.
James rialza lo sguardo, lasciando perdere per un momento la faccia di Zayn. Si alza dal suo corpo steso a terra e viene dalla mia parte.
Mi stringo nelle spalle, aspettandomi il peggio. Ma per fortuna, non arriva.
Alzo lo sguardo solo dopo aver sentito un tonfo assordante: Zayn è di nuovo in piedi e James è sotto i suoi piedi.
-Mi fai schifo- ringhia nuovamente.
Capendo che comunque non ce l'avrebbe mai fatta, James si rimette in piedi -Non finisce qui- avverte Zayn, per poi lanciarmi un'occhiata di fuoco che mi fa gelare. Poi, sparisce.
Quando ormai è lontano da noi, Zayn si volta nella mia direzione e prova a parlarmi.
-Stai bene? Che ti ha fatto? Ti ha toccata?- e fa un passo verso di me.
Automaticamente, mi sposto all'indietro, sbattendo, però, con le spalle al muro. Ho paura, ho paura di fidarmi di nuovo.
Lui si rende conto del mio comportamento e si ferma.
-Wendy, sono io, Zayn- prova. Ma sa, appunto, che quella frase non mi consolerà più.
Lo vedo sospirare, mentre passa una mano tra i capelli, nervoso.
Poi mi guarda di nuovo e tenta di nuovo di avvicinarsi.
Mi stringo nelle spalle, chiudendo gli occhi quando lo vedo abbassarsi davanti a me.
Sento la sua mano sfiorare la mia guancia, e per un secondo smetto di respirare.
-Ci sono io con te, adesso- cerca di consolarmi. Ma il mio corpo trema tutto, il mio cuore batte troppo veloce.
Un calore mi avvolge, mentre singhiozzando finalmente mi lascio andare, apprezzando l'abbraccio di Zayn.
Prova a darmi qualche pacca sulla schiena, aiutandomi poi a rimettermi in piedi.
-Vieni con me. Qui non è un bel posto- e mi trascina di nuovo verso la villa. Ma non verso la festa.
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