Capitolo 18

Mi scuso per questo lunghissimo periodo di assenza. Purtroppo sono stata molto molto occupata, per cui ho dovuto mettere da parte la revisione di questa storia, complice anche il fatto che oramai non seguo più i ragazzi, solo un pochino Zayn.  Comunque, ho deciso di concludere la pubblicazione della storia, approfittando di questo breve periodo in cui sarò libera, per cui aggiornerò ogni volta che potrò. Detto ciò, buona lettura (se c'è ancora qualcuno che segue la storia).

NB: La storia non è mia, ma di due autrici che mi hanno dato il permesso di pubblicarla qui su Wattpad.



Richiusa la porta alle mie spalle, mi guardo in giro osservando attentamente la stanza ordinata: è grande quanto la mia, due letti sono vicini la finestra, gli armadi di fronte, una scrivania all'entrata a poi la porta del bagno.

-Prendo l'occorrente- mi sorpassa Zayn, ma prontamente lo blocco per un polso.

-Vado io- lo avviso. -Tu siediti sul letto e non muoverti- rispondo atona.

Il ragazzo esegue l'ordine mentre mi avvio alla porta del bagno chiusa. Faccio scattare la chiave e rimango per un momento paralizzata: nemmeno camera mia è così ordinata.

Mi abbasso ad aprire il terzo cassetto, dove c'è la cassetta del pronto soccorso.

-Come mai ci sono solo due letti?- mi chiedo curiosa.

Collegando il fatto che sia la mia stanza aveva tre letti e lo stesso quella di Harry, Niall e Louis, non capisco la differenza.

Sento un profondo respiro mentre richiudo la luce del bagno ed esco.

Lo sguardo di Zayn è perso a fissare un punto indefinito davanti a lui.

-Forse avevano paura per il terzo malcapitato- risponde poi.

Poso la valigetta sul letto accanto a Zayn, la apro e cerco il disinfettante e qualche batuffolo di cotone.

-Ah, già- penso a voce alta.

Preso l'occorrente, bagno poco poco il cotone e mi sistemo davanti a Zayn, in mezzo alle sue gambe.

-Alza la testa- e subito dopo la mascella di Zayn è rivolta verso me, che lo guardo dall'alto.

Appoggio delicatamente il cotone sulla ferita che spacca perfettamente il suo labbro inferiore. Zayn si lascia andare ad un gemito di dolore, chiudendo gli occhi e stringendo le lenzuola tra le mani.

-Così impari- dico a mo' di mamma.

Tamburello un paio di volte, osservando poi il piccolo graffio che ha poco sopra il sopracciglio nero.

-Ve le siete date di santa ragione, vedo- lo punzecchio senza lasciar trasparire alcuna emozione.

Strappo un altro pezzo di cotone, imbevendolo di disinfettante.

-Ha sbagliato a parlare- insiste.

Alzo gli occhi al cielo. -Non sei nella posizione di dire chi ha ragione o meno- gli faccio notare.

Sposto leggermente il suo viso per finire il mio lavoro. Del sangue asciutto viene spazzato subito via, mentre Zayn si lamenta silenziosamente per farsi vedere uomo ai miei occhi.

-Che mi avesse chiamata troia o in altri modi, erano solo cavoli miei- continuo.

Raccolgo tutto quello che ho usato, cercando con gli occhi il cestino della spazzatura.

-Ma hai visto che ti ho difeso?- chiede lui leggermente alterato.

-Ho imparato a farlo da sola, me la sarei vista poi io con lui- ricordo d'improvviso quello del bagno.

Tiro fuori un cerotto piccolo, posandolo sul letto e richiudendo la valigetta.

Cammino nella stanza aprendo la porta e accendendo la luce. Trovato!

Sento dei passi nella stanza, segno che Zayn si è alzato e mi sta seguendo.

Apro il cassetto e poso la valigetta al suo posto.

Giro il viso e mi trovo Zayn appoggiato allo stipite della porta aperta con le braccia incrociate al petto.

-E poi ... perché avrebbe dovuto darmi della troia? Io ancora non l'ho capito- sbotto esausta.

Il moro mi guarda perplesso, quasi a pensare se dirmi o meno quello che è successo realmente in quel bar.

-Ci trovavamo entrambi lì ed è scattato qualcosa in entrambi nello stesso momento. Ci siamo messi a parlare del più e del meno, su di te.-

Porto il peso su una gamba, ascoltandolo attentamente.

-E' venuta fuori di nuovo la discussione dello spettacolino di qualche sera fa, e lui ha cominciato a dare la colpa a me-.

Il mio viso assume una smorfia -Be ... - mi lascio sfuggire.

Ignorando il mio commento sarcastico, continua, staccandosi dalla porta e venendo sempre più vicino a me. -Ho cercato di spiegargli la situazione, ma lui ha detto che potevi andare a fare benissimo la troia con chi ti pareva-.

Per un momento mi sento cedere. Davvero Harry ha detto queste cose su di me?

E' vero che le cose possono cambiare da un giorno all'altro, ma pensavo che Harry mi avesse conosciuto realmente per quel poco che eravamo rimasti soli in casa sua. Non mi ero mai confidata tanto con nessuno; gli unici che sapevano realmente la mia vita erano, appunto, Harry e Zayn.

Ero una calamita per la sfortuna.

-Resta il fatto che non c'era bisogno di prendere le mie difese in mia assenza- cerco di spostarlo per uscire, ma la sua mano mi blocca per un braccio.

-Mi sentivo in dovere dopo quello che ti avevo fatto- mi perdo a fissare i suoi occhi.

-Si sbaglia ogni tanto- taglio corto divincolandomi dalla sua stretta e uscendo dal bagno.

Recupero il cerotto che avevo posato poco prima sulla punta del letto e lo scarto.

Vedo avvicinarsi Zayn, capendo le mie intenzioni. Lascio la carta in eccesso sul letto, alzandomi leggermente sulle punte giusto per arrivare alla ferita sopra il sopracciglio.

Attaccato il cerotto, mi ritrovo terribilmente a pochi centimetri dal viso di Zayn. Deglutisco rumorosamente.

I battiti del cuore aumentano a dismisura, e sento il respiro mancare. Il profumo Gucci arriva dritto alle mie narici mentre appoggio una mano sul suo petto fasciato da una maglia nera.

Le labbra di Zayn vengono inumidite prima di puntare dritte alle mie. Entro nel panico. Cosa dovrei fare a questo punto?

Volto la testa appena in tempo per evitare un bacio. -Che fai?- sento la voce confusa del moro.

-Io devo andare- faccio un passo indietro, ma la mano di Zayn mi blocca nuovamente.

-Dove credi di andare?- il suo tono si abbassa notevolemente, come se tutto quello che sta succedendo sia un gioco per lui.

-Vado a vedere come sta Harry- lo avverto riuscendo a liberarmi dalla sua presa.

-Harry?- dice in modo interrogativo.

Sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio camminando nervosamente verso la porta. Non rispondo, mi limito ad aprire la porta e uscire dalla stanza.

-Tanto lo sai che alla fine tornerai da me- lo sento urlare. Prendo un profondo respiro chiudendo gli occhi.

Può anche essere...

Richiudo la porta alle mie spalle, consapevole delle occhiate di fuoco che Zayn sta continuando a lanciarmi.

Non posso farci niente se i maschi ragionano con i piedi. Hanno la testa solo per farsi i capelli con litri di gel.


Cammino lungo il corridoio del dormitorio maschile leggendo attentamente tutti i numeri stampati sulle porte. Finalmente mi blocco leggendo quello che mi interessa.

Prendo un respiro profondo prima di lasciare due leggeri tocchi, battendo alla porta.

Sento un rumore di passi all'interno della stanza farsi sempre più vicino.

-Chi ... - alla mia vista, Harry alza un sopracciglio. -Ah, sei tu- dice con tono pacato.

Il labbro leggermente spaccato e il pezzo di cotone infilato nel naso, mi provocano dei leggeri brividi.

-Che c'è?- mi chiede risvegliandomi dal mio stato di trance.

-Io... io volevo parlarti- rispondo giocando nervosamente con la stoffa della felpa.

-Hai già fatto abbastanza per oggi. Ora se permetti... - vedo lo sguardo del riccio sparire dietro la porta, che man mano viene chiusa.

-Aspetta- riesco a mettere un piede tra lo stipite e la porta prima che quest'ultima venga chiusa totalmente. -Volevo chiederti scusa-

Il riccio mi osserva un attimo in silenzio, poi sospira aprendo di nuovo la porta e facendomi cenno di entrare.

Quando entro nella stanza, noto Charly seduta al bordo della finestra intenta a fissare di sotto. Si volta nella mia direzione e alza una mano in segno di saluto.

-Allora?- mi giro verso Harry, che intanto si è seduto sul letto.

-Sì... - penso velocemente a delle parole, ma solo in quell'istante mi rendo conto che nemmeno io so cosa realmente devo dire.

-Inizio col dirti scusa- lo vedo alzare gli occhi al cielo, ma evito di soffermarmi su questo punto. -Non volevo che andasse a finire così. Zayn è una buona persona se la conosci- un sorriso amaro compare sul suo viso.

-Una persona buona? Ma se mi ha picchiato- mi mostra i suoi graffi in faccia. -Tu nemmeno ti rendi conto in cosa ti stai andando a cacciare- mi dice con tono più calmo.

-Già- gli do conferma. -Per questo voglio dirti di fidarti di me... - cerco di addolcirlo.

-Come vuoi- sbiascica senza emozione.

Che voleva dire con 'come vuoi'? Gli andava bene? Aveva ceduto così facilmente?

-Ehm...volete che vi lasci da soli?-

L'aria si è fatta intensa e Charly si è resa conto di essere di troppo, forse. Non che non la voglia in camera, anzi. Ma arrivati a questo punto quelli che dobbiamo chiarire siamo io ed Harry.

-- prende parola Harry. C'era qualcosa che deve dirmi, lo si può notare dal suo sguardo.

La ragazza cammina frettolosamente per la stanza. -Ci vediamo in mensa, allora- richiude subito dopo la porta dietro di sé.


-Va tutto bene con Charly?- mi permetto di chiedere.

La risata isterica di Harry mi fa quasi gelare il sangue. -Non lo so, dimmelo un po' tu visto cheultimamente parli con chi vuoi della vita degli altri-.

Sento un leggero crampo allo stomaco. -Mi dispiace-

A volte mi sembra di essere Zayn. Non ho altre parole da dire?

Harry si porta le mani sul viso stanco e mal ridotto. Dio mio, non ci credo. L'ho deluso di nuovo.

-Senti, non lo so nemmeno io cosa siamo adesso io e Charly, ma sappi che è solo colpa tua- lo sguardo che Harry mi rivolge e pieno di odio, senza dubbio.

Sto letteralmente incasinando la mia vita; da qualche mese tutto sta andando a rotoli.

Voglio solo ritornare a quel centro a non fare nulla, a pregare che tutto vada bene nella mia vita. Voglio andarmene da qui, voglio smetterla di far soffrire le persone.

-Tu non te lo meriti, scusa- replico in tono supplichevole.

Ha ragione, è colpa mia se la sua storia con Charly adesso non esiste più. Ha ragione ad odiarmi, avrà ragione se da qui a qualche momento mi manderà felicemente a quel paese.

Lo sento sospirare. -Perchè?- mormora poi stanco. -Perchè non riesco ad odiarti? Dimmelo- mi chiede.

La sua domanda mi blocca le parole in gola. Non riesce ad odiarmi? Ma perchè?

-Harry... - mi permetto di sedermi al suo fianco, appoggiando una mano sulla sua spalla. -Io ho parlato con Charly, lei ti vuole bene come tu ne vuoi a lei. Dovete solo parlare, dovete solo cominciare tutto da capo- cerco di confortarlo.

Ma le mie parole devono sembrargli una battuta,perché comincia a ridere senza alcun motivo.

-Meglio che vai a mangiare. A stomaco vuoto la gente non ragiona-

I miei occhi si muovono veloci sul suo viso, nella speranza di aver sentito male.

-Vai- insiste lui spingendomi via dal letto.

Mi volto un secondo prima di uscire. -Tu non vieni?- chiedo.

Le sue mani sfiorano di nuovo il viso stanco. -Ho di meglio da fare-

Appoggio la mano sulla maniglia e piena di rimorsi esco dalla stanza. Ero andata per chiarire, per chiedere scusa, ed invece hp peggiorato solo le cose.

Ho bisogno che qualcuno mi aiuti.


* * *


Sbuffo stanca prima di aprire le porte della mensa ormai piena di gente. Lo spettacolino era finito da una mezz'ora, era normale che tutti erano andati a cenare.

Mi guardo in giro notando ad un tavolo Charly con Niall ed Eleanor. Il biondino si accorge della mia presenza e alza una mano come per richiamarmi. Lo saluto facendo finta di non aver capito il suo segnale.

Mi volto dall'altra parte della mensa e noto Zaynseduto al tavolo con Liamed altri due che non conosco.

Proprio in quel momento lo sguardo del moro si alza incrociando i miei occhi; rimango paralizzata per qualche secondo.

Ho capito: stasera si mangia solo una mela.

Mi metto in fila senza nemmeno prendere un vassoio.

-Ballerina- alzo lo sguardo riconoscendo il sorriso di Josh. D'istinto mi giro nella direzione di Zayn e posso notare il suo fastidio stampato in volto.

-Non si arrabbierà Maya di vederti al mio fianco?- torno alla fila, sbiasciando la frase in tono piatto.

-Maya? Che c'entra adesso lei?- spinge quello che mi stava dietro per essermi più vicino.

No Josh, non rischiare anche tu.

Lo guardo dal basso e -Dice a tutti che state insieme; non voglio finire nei casini anche con lei- ammetto.

Indico alla signora della mensa una mela e un succo alla pera; stasera si digiuna.

-Prendi solo questo?- mi chiede qualche passo dietro me.

-Sì, Josh. Scusa... devo andare- giro i tacchi lanciando un'ultima volta un'occhiata a Zayn, per poi aprire le porte della mensa e camminare veloce verso l'uscita della scuola.

Ho bisogno di aria; stanno succedendo troppe cose insieme.

Le luci provenienti dall'interno della scuola illuminano il giardino; cammino in silenzio sedendomi sul primo muretto che trovo.

Per fortuna quella sera non pioveva.

Poso il succo sul muretto e mi siedo accanto, addentando la mela in silenzio.

Alzo lo sguardo al cielo perdendomi a fissare le stelle che brillano. Ci sono poche nuvole, ma l'aria è comunque fresca.

Mi stringo nella felpa maledicendomi mentalmente per non esser uscita con una giacca più pesante.

-Stai aspettando il tuo Peter Pan?- volto di scatto il viso riconoscendo la voce di Louis -Che fai da sola qui?- mi chiede appoggiandosi al muretto con le mani.

Alzo le spalle -Avevo bisogno di un pò d'aria- ammetto sincera.

Con la coda dell'occhio noto che alza lo sguardo al cielo, per poi sospirare un paio di volte.

-Come va con Ele?- rompo il silenzio, attirando la sua attenzione.

Fa un balzo atletico e si sistema sul muretto. Chiude le mani a mò di preghiera e prende un profondo respiro.

-Ho scoperto che le piacciono i tulipani, ama il rosso e che odia baciare al primo appuntamento- dice tutto d'un fiato.

Aggrotto la fronte -Cosa?- ridacchio divertita.

-Sono serio- mi riprende -Ho scoperto che non vuole essere baciata al primo appuntamento, così ho deciso di non farlo- mi spiega.

Rielaboro mentalmente quello che aveva appena detto -Aspetta- poso la mela ancora intera sul muro -Mi stai dicendo che hai intenzione di chiedergli un appuntamento?- chiedo confusa.

Il ragazzo sorride, annuendo -Era questa la mia idea. E' troppo presto per chiederle un appuntamento? Dici che sto correndo troppo?- mi chiede visibilmente preoccupato.

-Presto?- chiedo in risposta -Vi conoscete da cinque anni e mi chiedi se è presto?- lo ammonisco -Forse è anche già troppo tardi-.

-Perchè, esce con qualcuno?- si affretta a chiedermi con occhi sbarrati.

Scoppio a ridere per la faccia che aveva fatto -Ma no..almeno credo- penso a voce alta -Voglio dire, sei ancora qui? Cosa aspetti? Vai e diglielo- lo sprono.

-Ehy, ehy. Calma. Ho già pensato a tutto, domani metterò in pratica il piano- si sfrega le mani mettendomi paura.

-Posso sapere la tua idea?- mi incuriosisco avvicinandomi piano piano come una bambina.

-Allora- allarga le braccia cominciando a parlare -prima di tutto le farò trovare un mazzo di fiori nell'armadietto- lo interrompo smontando il suo sogno.

-Come pensi di aprire il suo armadietto?- chiedo confusa.

-L'anno scorso era quello di Lily, ricorderà la combinazione- mi spiega sorridente -Comunque..- scrolla il braccio ripartendo col discorso -appena prenderà i fiori..-.

-Ehi- ci voltiamo nello stesso momento verso la figura di Olly che veniva dalla nostra parte.

-Oh, ma non si può più parlare in santa pace?- mormora Louis alzando gli occhi al cielo.

Gli lascio un pugno giocoso alla spalla, dicendogli di stare zitto.

-Olly- la saluto quando ormai è vicino noi -Come mai fuori?- chiedo.

Apro il mio succo di frutta portando la cannuccia alle labbra.

Alza le spalle -C'era troppa confusione in mensa- ammette.

-O non c'era nessuno disposto a dartelo?- mi strozzo con il succo maledicendo Louis e le sue battute. Almeno credo fosse una battuta, quella.

Il ragazzo si appresta a battere qualche colpo sulla mia schiena, aiutandomi.

-Louis- lo rimprovero con un tono di voce più alto.

-Che c'è? E' la verità- risponde lui con nonchalance.

La risata di Olly attira la mia attenzione; che rideva? Le aveva appena dato della poco di buono.

-Oh, Tomlinson. Ci sei rimasto male per quel giochetto?- aggrotto la fronte, fissando prima Olly, poi Louis.

Di che giochetto stava parlando?

-Ah ah, divertente Olympia- la ragazza diventa seria, mentre Louis si appresta a scendere dal muretto e dare una pulita ai suoi pantaloni -Lo sai che giocando col fuoco si rischia di bruciarsi, no?- chiede minacciandola.

-Ehm ...scusate... - mi sento in dovere di mettermi in mezzo -Ma stavate insieme?- chiedo.

I due mi fissano con una faccia schifata.

-Con questo?- Olly scoppia a ridere -Mai- poi dice.

-Siamo stati in aula punizioni insieme- risponde Louis con fare vago.

-Oh mamma mia Louis, cresci- sbotta Olly spingendolo di poco -e poi..- i suoi occhi vengono stretti a due fessure. E poi cosa?

-Perchè quello continua a fissarci?- mi volto curiosa per capire di cosa stesse parlando.

Zaynin cima alle scale fumava una sigaretta e ci fissava intensamente. Oh no.

-Ma non è quello per cui hai fatto lo spettacolino l'altra sera?- mi rinfresca la memoria Louis.

Mi volto verso lui fulminandolo con lo sguardo.

-Oh, sì. L'ho visto anche io. Non ti credevo così in gamba- risponde Olly prendendosi un'occhiata assassina da parte di Louis -Okay, scusate- alza le mani al cielo in segno di arresa.

Louis torna a fissarmi aspettando una risposta -Sì, è lui- prendo la mela mangiata e il succo dal muretto -e ho intenzione di dirgliene due-.

Prima che possa voltarmi per andarmene, Louis mi blocca per un braccio -Sei sicura?- mi chiede -Non è la stessa persona che ha picchiato Harry?- insiste.

Guardo per un momento Olly alle spalle di Louis, poi torno al ragazzo -Tranquillo- sfilo il braccio dalla sua presa avviandomi verso Zayn.

I battiti del mio cuore aumentano man mano che mi avvicino. In realtà nemmeno so perchè ho deciso di andare da lui, forse volevo solo chiarire, o forse volevo che la smettesse con quell'atteggiamento da duro.

-Sapevo saresti tornata da me- la cicca della sigaretta viene buttata a terra ed in seguito calpestata con forza.

Fisso dal basso Zayn con un sopracciglio alzato -Veramente avevo intenzione di dirti di smetterla di seguirmi- lo rimprovero con tono piatto.

Il moro si passa una mano sulla spacca che riga il suo labbro inferiore -Sicura?- si accerta con tono malizioso.

Annuisco velocemente -Certo- rispondo.

-Perchè il tuo amico continua a guardarci?- mi volto nella direzione in cui puntavano gli occhi scuri di Zayn.

-Lascialo stare, è solo un amico- riporto l'attenzione su di me -Che vuoi ancora?- chiedo stufa.

-Io? Sono uscito solo per fumare una sigaretta- risponde con fare ovvio.

Sospiro lentamente -Zayn..- vedo i suoi muscoli irrigidirsi.

-Mi da fastidio- aggrotto la fronte non capendo la sua frase.

-Cosa?- chiedo confusa.

-Il tuo amico- sottolinea il nome in tono acido -continua a fissarci- mi volto di nuovo nella direzione di Louis e Olly.

Louis aveva gli occhi puntati su noi, quasi a controllare la situazione. La cosa non mi piaceva più di tanto.

-Vieni- lo prendo per un braccio spingendolo verso l'interno della scuola -Smettila di fare così con me, non sono di tua proprietà- lo ammonisco.

Richiude la porta alle nostre spalle mentre con gli occhi cerco un cestino dove poter buttare quello che rimaneva della mia cena.

Cominciamo a camminare lungo il corridoio senza una meta.

-Come mai non ti sei fermata in mensa?- chiede Zayn al mio fianco.

Mi giro verso di lui -Non c'era posto- mi affretto a rispondere.

Alza un sopracciglio notando la mia bugia -Veramente era quasi vuota; potevi sederti benissimo al tavolo con me- risponde.

Getto il tutto nel cestino che avevo trovato, ritornando al fianco di Zayn.

-Non conoscevo nessuno- rispondo convinta.

-Beh, Liam posso sempre presentartelo. Gli altri due nemmeno io so chi erano- risponde facendo comparire un sorriso sul suo volto.

Perchè è così dannatamente bello quanto bipolare?

-Io non ti capisco- mi blocco davanti la porta della palestra -Un minuto prima sembra che vuoi spaccare il mondo, il minuto dopo sei più tenero di un panda- dico posando le mani sui fianchi.

La faccia di Zayn assume un'espressione di stupore -Un panda?- chiede ridacchiando.

-Sai quello che voglio dire..- lo rimprovero aprendo le porte della palestra -Io non ti capisco, il minuto prima litighiamo a morte, mi lasci uno schiaffo, mi dai della troia..- fa male ricordarlo -e quello dopo cerchi il perdono- sbotto d'un fiato -Non ti capisco proprio- affermo, sedendomi poi sul tavolo vicino la porta.

Il moro si posiziona davanti a me -Guarda che tu fai la stessa e identica cosa. Non sono io l'unico pazzo qui- risponde appoggiando le mani vicino le mie cosce e avvicinandosi con il suo viso al mio.

Dondolo le gambe a mezz'aria, strofinando una mano nell'altra -Ma è sempre per colpa tua- fa una smorfia -Se tu non fossi un cocciuto bambino che non sa decidersi, io non avrei questo comportamento infantile- rispondo in difesa.

-Quindi adesso sarebbe solo colpa mia?- le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie.

Deglutisco rumorosamente, leccando poi le labbra stranamente asciutte. Annuisco --.

La sua risata riempie le mie orecchie; mi volto da un'altra parte cercando qualcosa di più interessante da fissare dei suoi occhi. Tempo sprecato.

-Wendy?- mi richiama prendendo il mio mento tra il pollice e l'indice, facendomi girare verso lui e così guardarlo negli occhi -Io ci tengo a te, okay? Credevo di avertelo fatto capire- risponde.

Una strana fitta allo stomaco mi blocca anche il respiro -Lo so- rispondo vaga -Ma a volte mi fai paura- abbasso il tono, fissando le mie mani giocare tra loro nervose.

-Scusa-.

Un angolo della mia curva si alza, mostrando un mezzo sorriso. Sapevo a cosa si riferiva.

-Ti fa male?- la sua mano sfiora la guancia ormai di un colore normale.

Annuisco flebilmente.

-Non era mia intenzione, ero su tutte le furie..- comincia a parlare a raffica, fin quando non lo blocco per una mano attirandolo di più a me; i suoi occhi sono puntati ora nei miei mettendomi di più a disagio.

Ingoio un pò di saliva prima di riaprire bocca -Voglio che non succeda più- dico interrompendolo.

I suoi occhi scendono a fissare le mie labbra, poi con la testa annuisce -Certo- risponde prima di spezzare la piccola distanza.

Sbarro gli occhi osservando il gesto del moro.

Il corpo del ragazzo si avvicina al mio, mentre le mani si posano sul sedere attirandomi di più a lui. I nostri bacini si scontrano mentre le mie mani si posano sul petto di Zayn che continua a muoversi velocemente ad un ritmo irregolare.

La mia bocca si schiude mentre la lingua di Zayn cerca la mia. Il suo gusto di menta e tabacco si confonde col mio.

La palestra si riempie ben presto dei nostri ansimi strozzati dai continui baci.

Senza fiato, Zayn si allontana di poco tenendo il mio labbro inferiore tra i suoi denti e lasciandolo andare poco dopo con un sorriso stampato sul viso.

-Sono perdonato?- mi chiede fingendo un broncio.

-Solo se mi prometti di non fare più certe scenate- lo intimo con un dito.

Incrocia due dita portandole al livello dei nostri visi -Parola di boyscout- scherza facendomi ridere.

Le sue labbra si riavvicinano insistenti alle mie stampando un bacio fugace, per poi iniziare a lasciarne altri su tutto il viso facendomi ridacchiare.

-Ehy, voi due- nello stesso momento, sia io che Zayn ci giriamo verso una voce proveniente dal fondo della palestra -Non potete stare qui-.

Scendo dal banco agganciando la mia mano a quella di Zayn mentre di fretta cerchiamo di evitare il bidello che ci insegue con una scopa in mano.

Sono strana io o non riesco a stare lontana dai casini?

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