1.
Ormai era da giorni che quando andavo a scuola, vedevo Marinette più strana del solito: era meno attiva e pimpante quando mi vedeva, non mi sorrideva più come al solito, e iniziavo a sostenere che forse volesse evitarmi.
Iniziavo a preoccuparmi..insomma, lei è la mia unica amica..l'amica che quando ero triste, sapeva come tirarmi su il morale. Se l'avessi persa, non avrei mai saputo a come mi sarei comportato senza di lei DOPO.
Così, decisi di andare da lei da Chat Noir, pensavo che sarebbe stato meglio piuttosto che andare da lei da Adrien..mi avrebbe sbattuto la porta in faccia.
Aprii la finestra, pioveva a dirotto, ma non me ne importava affatto, stavo per perdere la mia migliore amica, avrei fatto di tutto pur di sapere cosa stava succedendo.
Mi trasformai, e prima che la mia guardia del corpo potesse aprire la porta me ne andai.
La pioggia mi avrebbe rallentato un po', ma non mi sarei mai fermato, mi ero ripromesso che sarei andato da lei.
Una volta arrivato mi accorsi che Marinette era sul balcone di casa sua, credevo stesse pensando...anche io avrei fatto la stessa cosa.
Saltai furtivo sopra il muretto pieno di Fiori di Loto, i suoi preferiti.
«Ciao Stellina! Come mai sei anche tu qui sotto la pioggia? Te lo già detto che non devi prendere esempio da me, giusto?» le dissi io, ridacchiando un po'.
Marinette mi guardò. Solo in quel momento mi accorsi che i suoi occhi sapevano veramente farti affondare nella felicità solamente guardandoli.
«Ciao anche a te Chat, sono qui fuori perché sto cercando di capire una cosa...una cosa che mi chiedo da tanto tempo...non so se rinunciare o no» quando mi disse quelle parole capii subito che stava pensando a qualcosa su di me...speravo solo che fosse qualcosa di bello. Si vedeva che era triste..i suoi occhi dicevano più delle parole, non piangeva, ma si vedeva che erano colmi di tristezza e di delusione.
«Che ne dici se...mi racconti un po'eh? Magari dentro..sai, i gatti odiano l'acqua» le ammisi io,facendole il mio solito sorriso, che a parer mio, era davvero fico.
«ok..ti faccio entrare, se...se hai freddo dimmelo, ti darò una coperta, promesso»
In quel momento mi ricordai della solita gentilezza e disponibilità di Marinette, si fa sempre in quattro per tutti, e mette sempre da parte sè stessa.
Mi fece entrare, e mi mise subito una coperta calda addosso cucita e ricamata da lei con della semplice lana nera e verde, i miei due colori preferiti. Successivamente mi diede una tisana calda, ci teneva alla mia salute, si vedeva che non voleva che prendessi il raffreddore.
Ci sedemmo sul letto, e le chiesi a cosa stava pensando.
«Stavo pensando che...insomma...tu non sai nulla...bisognerebbe partire dal principio...vedi ehm...hai presente Adrien Agreste? Ehm..ecco..lui mi piace..e mi è sempre piaciuto...ma non credo ricambi..» mi confessò lei indecisa. Quelle parole mi avevano steso, wow..insomma...Marinette ha una cotta segreta per me? Wow...davvero, wow.
Allora le risposi a tono..visto che ormai tutte le ragazze di Parigi mi amavano «Ah! Intendi il modello, giusto? Non mi sorprende che ti piaccia, insomma..lo ama tutta Parigi! Ormai forse anche la mia Lady ne è andata pazza!»
Nemmeno il tempo di pensare e di dire "A" che Marinette prese subito le "mie" difese:«Come ti permetti?! Lui non è SOLO un modello! Non potete sempre definirlo come un oggetto che viene usato solo per fare pubblicità! È ingiusto! Lui è gentile, carino, dolce e sensibile, sopporta sempre le ramanzine del padre perché è paziente! E come se non bastasse quando balbetto lui mi risponde, come se avessi appena detto una frase con senso compiuto! Insomma..lui è..perfetto»
Visto che ormai lei mi aveva rivelato il suo segreto..mi sembrava il caso di rivelarle anche il mio: «Scusa Mari..io scherzavo...visto che ormai l'argomento è "amore", avrei intenzione di confessarti anche il mio. Penso tu conosca Ladybug, la supereroina di tutta Parigi, se non la curva del mio viso... che tutti chiamano sorriso..non so se hai compreso..»
Lei sembrò perplessa, secondo me pensava che io stessi scherzando..ma sull'amore non si scherza affatto:«oh...capisco...magari Ladybug ama qualcun'altro..no?» quelle parole mi ferirono il cuore. Non mi ero mai soffermato su quell'aspetto, e all'improvviso sentii che l'ultimo frammento di speranza che era rimasta in me, si spense e si ruppe, in mille pezzi, come se non fosse mai esistita.
Purtroppo non seppi più resistere, e mi scese una lacrima che si trasformò subito in un acquazzone di delusione.
«Chat..Chat Noir? Stai piangendo..ci tieni davvero così tanto a lei allora..ma-magari non è come ho detto prima..forse gli piaci ma fa finta di niente!» mi consolò lei, e stranamente, quei frammenti di delusione si trasformarono subito in un mucchio di speranza «grazie Marinette. Certe volte vorrei che il rapporto tra me e Ladybug fosse più di una semplice amicizia tra colleghi, vorrei conoscerla di più ed...OH PER TUTTI I FELINI!!! Sono le otto di sera! Avevo detto alla mia Lady che sarei stato libero questa sera e che l'avrei aspettata in un posto con un panorama fantastico! Scusa Mari devo andare! Asta la vista stellina!», e detto questo me ne andai dandole un bel bacio sulla mano.
Mi avviai verso il posto dove si sarebbe dovuto tenere l'appuntamento e poi...eccola là. Si era appena presentata di fronte a me con un sorriso più intenso del solito, si avvicinò a me e mi disse: «Heilà gattino! Come stai eh? Prima di iniziare come si deve quest'uscita..siamo sicuri che non ci siano Akuma in giro? Oppure super cattivi o...» le feci "shhh" con il dito, le presi la mano e ci sedemmo subito sul bordo della terrazza:«non ti preoccupare M'lady, Papillon stasera non potrà farti del male perché se qualcuno si azzardasse a disturbare DI NUOVO una delle nostre uscite lo prenderei a calci sul di dietro!» La rassicurai io, sdrammatizzando un po' la cosa.
Il suo sguardo lo avrei riconosciuto tra mille altri sguardi, il suo era speciale: aveva sempre un sorriso stampato in faccia, quei suoi grandi e penetranti occhi blu notte, e poi..quando si concentrava nel far scorrere le dite tra i suoi capelli, creava riccioli, e poi li scioglieva, come se fossero una moderna Penelope su una tela diversa. Io la osservavo sempre, mi piaceva e ogni volta non sapevo mai cosa scegliere: in un momento avrei voluto essere le sue dita per attorcigliarla, proteggerla e avvolgerla tra le mie braccia,in un altro invece avrei voluto essere vittima della sua concentrazione, del suo impegno e della sua determinazione.
«Bellissimo panorama» mi disse lei, sorridendomi, in modo tale da farmi venire la gioia alle stelle.
«già. Proprio bello come te M'lady. Ora..che ne dici di fare un gioco? Ti dirò quanto ti voglio bene da 1 a dieci» mi venne naturale chiederglielo, volevo sorprenderla!
«ok Micetto! Vediamo un po' quanto mi vuoi bene!» mi rispose lei ridacchiando un po'
«Le vedi tutte quelle stelle? Ora contale tutte. Quella è la percentuale di bene che ti voglio» e poi le sorrisi,mi sarei aspettato uno schiaffetto amichevole da parte sua, ma invece mi abbracciò, piangendo. Io ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. Colui che avrebbe fatto del male alla mia Lady, sarebbe morto.
«Allora M'lady! Non piangere su! Ti devo far ridere io! Che ne dici se facciamo una gara? Il primo ad arrivare alla torre Eiffel vince un gelato!»
Lei si asciugò le lacrime di gioia, e poi incrociò le braccia rispondendomi che sarebbe stata felice di battermi. Io non potei fare altro che ridere:«Che burlona che sei eh? Allora, 3...2...1...via-hey no aspetta! sei partita prima!» e con questo la inseguii, e mi diressi verso la torre Eiffel, dove a quanto pare stava facendo un film, più avanti c'era il carretto dei gelati di Andrè, chi sarebbe arrivato per primo avrebbe vinto un bel gelato che voleva.
Fui arrivato per primo, perché avrei voluto fare una cosa che forse non si sarebbe aspettata:«Eccomi qua! Ho vinto! Ora posso gustarmi il mio gelato!» lei mi guardò con aria esasperata e divertita;successivamente andai da Andrè e gli chiesi:«Ciao Andrè! Vorremmo due gelati, grazie. Uno per me e per la mia Lady!»
Ladybug sembrava felice di quello che avevo fatto, ed io ero contento che le era piaciuto
«Ma certo! Un gelato per Ladybug e un gelato per te Chat Noir! Ecco a voi!»
Andrè ci diede il suo gelato, noi lo ringraziammo e andammo a fare una bella passeggiata sul Pont Des Arts. Visto che era tutto perfetto, le chiesi se voleva fare un selfie, e mi rispose di sì. Era tutto stupendo.
Angolo autrice: Ciao! Ho appena compreso che sono più brava a scrivere Ladychat e Marichat piuttosto che Pjo Humor, comunque sia io ADORO come è venuta la storia, a voi? Ah..ed...si si, pubblico ad ore improbabili, ma vabbe, spero che la storia vi sia piaciuta, ricordatevi di commentare le vostre idee per la storia e votate! Ora vi lascio,
Un bacione dalla vostra semidea.
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