Chapitre 5

📍27 marzo 2019

| Pierre |

<<Pierre, tesoro, possiamo parlarti un secondo?>> mi chiede mia mamma, quando passo in salone per recuperare il telefono. Papà è seduto accanto a lei, con Maddy, Will, Alex e Phil di fronte.

<<Certo, è successo qualcosa?>> domando, fermandomi in piedi davanti a loro.

Chris stamattina è uscita presto e non è ancora tornata. Quindi non c'è nemmeno lei in questo momento.

<<Vorremmo parlarti di Chris...>> incomincia mia sorella <<Sembra che tu sia l'unico con cui lei parla. Vedi...>>

<<Che volete sapere?>> sbuffo, incrociando le braccia al petto e guardando la mia famiglia uno per uno <<Coraggio, chiedete.>>

<<Noi... Pierre, Christina ha dei problemi psicologici? Soffre di qualche patologia emotiva?>> ammetto che la domanda di Alex mi ha fatto salire i brividi.

<<Me lo state seriamente chiedendo?>> replico, incredulo <<Cioè, non è chiaro?>>

<<No, sennò non te l'avremmo chiesto, fratellone...>> dichiara Maddy, spostandosi alcune ciocche di capelli dal viso <<Ti prego, è importante. Oggi è l'unico giorno in cui potremmo parlare di ciò, perché Chris non c'è...>>

<<Sentite, è ovvio che lei abbia dei problemi psicologici!>> affermo <<Ma questo è evidente!>>

<<E tu...>>

<<Ed io? Perché le sto vicino? Perché i suoi non sono problemi psicologici che la portano a fare pazzie! Lei, semplicemente, ha un blocco.>>

<<Che significa "blocco"?>>

<<Significa che è dovuta crescere troppo in fretta, mamma! A 16 anni lei ha perso i genitori e ha dovuto iniziare a badare a sé stessa. Tutto quel gelo che le circonda il cuore non è altro che paura, ha paura di affezionarsi. L'unica persona che ha abbracciato veramente quando è arrivata è stata Federica, ma non avete visto il timore che aveva quando l'ha vista partire!>> racconto <<Chris non è cattiva, né tantomeno malata...>>

<<Ma sembra che ci odi!>>

<<Maddy, lei non vi odia. Anzi, a voi ci tiene. Ha detto di considerarvi la cosa più vicina ad una famiglia che ha da molti anni! Non vi odia!>> ripeto, con sicurezza. Sono sicuro di quello che dico <<Ma lei è complicata.>>

<<Noi vogliamo solo starle vicino ed aiutarla, ma non ce lo permette...>>

<<Papà...>> dico, sospirando <<Lei ve lo permette, ve lo permette a modo suo. Pian piano, giorno dopo giorno, sta togliendo un mattone dal muro. Però sta a voi riuscire a ritrovare quel punto per poterlo scalare!>>

<<E tu... tu sei sicuro che lei non sia pericolosa?>>

<<Chris non è pericolosa!>> dichiaro, sorridendo <<Sentite... non ditele che ve l'ho detto, ma a quanto pare per farvi capire è l'unica cosa necessaria... la sua famiglia è stata uccisa durante uno degli attentati del 2012. Lei non ha potuto dir loro addio...>>

<<Ma è terribile!>> mamma si porta la mano alla bocca, e posso leggere benissimo nei suoi occhi il senso di colpa per aver solo dubitato di quella ragazza <<E... e lei...>>

<<Lei non si è ripresa da questa cosa. Ne abbiamo parlato la mattina stessa del suo compleanno, mentre mi aiutava a costruire la sedia a dondolo per Maddy... loro le mancano, tanto. Eppure cerca di non farlo vedere.>>

<<Ma perché?>>

<<Perché? Davvero, Will?>> chiedo, retoricamente <<Hai già avuto modo di parlare con lei, trasparisce subito il fatto che sia una persona orgogliosa! Ha un cuore tanto fragile e per questo preferisce pensare di non avercelo. Lo etichetta da sola come un "cuore di pietra"... è stata forte a sufficienza, no?>>

<<Noi non avevamo idea del fatto che...>>

<<Nessuno poteva saperlo, e lei non vi biasima... lo sa che facendo così attira le malelingue delle persone, però non le importa. O meglio, finge che non le importi... ma ci sta male anche lei.>>

<<Tu sembri davvero l'unico che è riuscito a capirla...>> commenta Alex <<Non è che per caso ti piace Chris?>>

<<Non... ahh...>> sospiro, mantenendo la calma <<Non è il momento per scherzare. Chris dovrebbe tornare a breve, fingete di comportarvi come al solito, ma osservatela. Guardate i suoi occhi, cercate di scavarvi dentro. Studiate i suoi movimenti... e poi ditemi cosa vedete.>> comando loro, pur mantenendo un tono gentile.

<<Che cosa dovremmo vedere?>>

<<Prima osservatela, poi ditemi!>> sentenzio, infilandomi il telefono in tasca e voltandomi, facendo per tornare in camera a prendere le cose per allenarmi <<Ah, una cosa. Chris ha un grande occhio e soprattutto un intuito sopraffino, è sveglia, per farla breve. Si accorgerà se la fisserete.>>

<<E che dobbiamo fare, se non guardarla?>>

<<Studiatela. Fissare è diverso da studiare.>>

Mentre la mia famiglia rimane di stucco, rimuginando sulle mie parole, la porta d'ingresso si apre, rivelando così una Christina tutta imbacuccata - per via del freddo - con in mano almeno due buste cariche di cibo. La raggiungo subito, prendendogliele dalle mani e poggiandole sul tavolo per lei.

<<Scusate il ritardo!>> si scusa, togliendosi la sciarpa dal collo e appendendola assieme al cappotto all'attaccapanni <<Mi sono fermata al supermercato!>> mi rivolge un sorriso, per dirmi "grazie".

<<Ci serviva qualcosa?>> le domanda mamma, guardandola con gentilezza. Ecco, così sì che la cosa è ovvia. E Chris se n'è accorta di già, lo posso notare dal modo in cui i suoi occhi sono disposti. L'ho soprannominata "Posizione difensiva 1".

<<No, in realtà... ma dato che siete stati molto gentili con me, ho pensato di prepararvi qualcosa di buono per pranzo! Tanto sono solo le nove del mattino, ho tempo per cucinare!>> sorride Chris, rivolgendo uno sguardo a tutti noi <<Federica mi ha insegnato a cucinare da perfetta italiana, che ne dite? Vi va un po' di pasta al ragù? In alternativa, ho comprato anche i pinoli e del basilico e posso fare il pesto! Oppure...>>

Prima che Christina parta con tutto il suo monologo, noi la interrompiamo. O meglio, ci penso io <<Andrà benissimo un po' di ragù, grazie!>>

<<Beh, mi metto subito a lavoro allora!>>

Sgattaiola via per qualche minuto, giusto il tempo di cambiarsi e di riscaldarsi un attimo. Fuori la temperatura è di 4°C, è normale che abbia freddo.

<<Okay...>> sussurro <<Vedete di non fare figuracce con lei! Ci sta preparando da mangiare!>>

La mia famiglia annuisce, per poi separarsi nel momento stesso in cui l'universitaria torna in cucina. La osservo sistemarsi il grembiule rosso sulla vita, allacciandoselo però sul davanti. Si lava le mani con cura e poi si ferma i capelli con un fermaglio nero.

Nulla da dire, è sempre così perfetta... nei suoi movimenti, non trovi una pecca!

Sono costretto a dovermi andare ad allenare, non prima però di essermi cambiato. Appaio alle spalle di Chris, pronto per rubarle dalla pentola un po' di ragù con il cucchiaino. Lo faccio sempre, fin da bambino. Mamma non se n'è mai accorta.

<<Pierre...>> mi richiama l'inglese, però <<Non sono cieca. In più, quando cammini hai la grazia di un elefante indiano!>>

Allora scoppio a ridere, trascinandola insieme a me <<Okay, okay! Però voglio assaggiare!>>

<<Fuori dalla cucina, prima che ti ci spedisca a calci!>> mi minaccia, scherzosamente. Così alzo le mani, uscendo.

<<Ci vediamo dopo!>> saluto tutti, concentrandomi sul mio allenamento.

Eppure, il pensiero di ciò che ci siamo detti io, i miei fratelli e la mia famiglia continua a risuonarmi in testa. Avranno capito davvero cosa voglio trasmettere loro?


Sono ormai passate almeno due ore da quando ho lasciato casa per allenarmi. Spero che non sia successo alcun casino, perché non reggerei la tensione con Chris. Sto cercando di fare del mio meglio per diventarle amico, per starle quantomeno simpatico, e non voglio che quel poco che sono riuscito a fare venga distrutto.

Mia sorella, per esempio, è un disastro della natura. Mi auguro di non trovare casa in fiamme!

Con un po' di timore, mi avvicino al cancello, facendo attenzione a non prendere freddo. A marzo, il clima in Normandia è terribile.

Entro, usando le mie chiavi, e subito un profumino invitante mi arriva alle narici. Mi tolgo il cappotto e il cappello dalla testa, mettendoli vicino al camino ad asciugare.

Prima di andare a farmi una doccia, mi sporgo in cucina, dove c'è Chris che affetta una cipolla, sminuzzandola con una precisione incredibile. Muove quel coltello come se fosse un'arma che usa tutti i giorni.

<<Puoi anche avvicinarti, eh, non mordo mica.>> mi dice, e ancora una volta mi stupisce. Come ha fatto a notare la mia presenza? Non ho fatto il minimo rumore!

<<Ma... come hai fatto a...?>>

<<Ho sentito il rumore delle chiavi nella serratura. Tua madre e tuo padre sono usciti solo venti minuti fa e hanno detto di essere andati a camminare, quindi è impossibile che siano già tornati. Tua sorella è nascosta dietro quella porta da almeno un'ora, p.s ciao Maddy, e i tuoi fratelli hanno fatto a turno, mentre ora si sono chiusi nelle loro stanze. Dunque, l'unica alternativa potevi essere tu.>> mi spiega, e rimango quasi a bocca aperta, con lei che si pulisce le mani sul grembiule e fa cenno a Madylin di raggiungerci.

<<Mi hai davvero vista?>>

<<Hai davvero capito che fossi io solo dalle chiavi?>>

Sono le nostre due domande, poste nello stesso momento.

<<Una volta eliminato l'impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile che sia, deve essere la verità... questo per rispondere a te, Pierre...>> cita Chris, senza distogliere lo sguardo <<Per rispondere a te, Maddy, invece... certo che ti ho vista. Mi sono accorta di te non appena si sei spostata dietro la porta.>>

<<Ma come hai fatto?>>

<<Nonostante ti fossi sistemata in modo da non farla vedere, l'ombra della porta si è allungata di più del normale. Inoltre, ho visto alcune ciocche dei tuoi capelli. Ah, e giusto per aggiungere, ieri ti sei lamentata del fatto che ti cadono alcuni capelli, per terra ce ne sono almeno tre.>>

Sono sinceramente stupito <<Altro che Sherlock Holmes!>> esclamo <<Tu dovresti entrare a far parte di Scotland Yard!>>

La vedo sorridere in modo strano, anche se non ne capisco il motivo. Ecco, questa è una parte di lei che non sono ancora riuscito a decifrare: quei sorrisetti. Sono enigmi completi, per me!

<<Sì, proprio Scotland Yard... e perché non l'FBI?>> scherza, alzando un sopracciglio e girando il sugo nella pentola.

<<Ah beh, anche la CIA allora!>>

<<Meglio l'FBI.>> è il suo commento. Ma lo dice in un modo particolare... quasi come se lei ne fosse sicura. Come se fosse certa che l'FBI sia il miglior ente segreto.

Ma la vera domanda è... lei come può saperlo?


<<Pierre, scusa se ti disturbo...>> alzo la testa dal cuscino, spostandola sulla porta, mezza aperta, con Chris che regge la maniglia nella mano.

Ormai è sera inoltrata e stavo quasi per mettermi a dormire. Ma di solito lei non parla mai, quindi credo sia giusto starla a sentire.

<<Hey, dimmi!>> mi tiro su, sedendomi sul letto e aspettando che prenda parola.

Lei, però, mi indica <<Mettiti una maglietta, per favore, non riesco a prenderti sul serio, altrimenti...>> mi fa presente e così ne afferro una a caso, infilandola al volo.

<<Meglio?>>

<<Molto. Posso entrare?>> mi chiede, ma lo fa comunque, anche senza permesso. Chiude la porta, appoggiandosi alla mia scrivania e piantando lo sguardo nel mio <<Potevi dirmelo.>>

<<Che cosa?>>

<<Che cosa la tua famiglia pensa di me...>>

<<Co-cosa?>>

<<Lo sai, Pierre... non volevo origliare, ma ho sentito cosa stavano dicendo gli altri. Tua sorella ha ripetuto per due minuti buoni quanto fossero spenti i miei occhi mentre cucinavo e quanto la avesse turbata il fatto che io l'avessi vista mentre mi spiava. I tuoi fratelli, prima uno e poi l'altro, hanno detto così, esattamente queste parole: "Sembrava che facesse quei movimenti in maniera meccanica, come se stesse ripetendo le azioni di qualcuno". E ciò mi porta a pensare ad una sola cosa...>> si zittisce, facendo dei passi avanti ed arrivando davanti a me <<Per cui, avresti potuto dirmelo! Anziché farmi spiare, perché Dio... sono dannatamente terribili al farlo!>>

<<Senti, io non volevo che ti spiassero...>>

<<Ciò che conta non è quello che volevi tu, ma quello che hanno fatto loro!>> afferma, e posso sentire la pelle squarciarmisi, per via della tagliente occhiata che mi ha lanciato <<Non mi importa se mi spiano, finché sono loro... ma odio che si parli di me senza conoscermi. Io sono vuota? I miei occhi sono vuoti?>>

<<Chris, non capisco dove vuoi arrivare!>>

<<Sono così vuota?>> domanda, allargando le braccia <<Eh? Sono così vuota?>>

<<No... tu non sei vuota...>>

<<Sai, so riconoscere bene i bugiardi, ma tu sembri sincero. E soprattutto sembri essere l'unica persona, oltre mia sorella, a non considerarmi una macchina di ghiaccio. Ma okay, mi sta bene...>> parla, annuendo <<Fatto sta che...>>

<<Che? Fatto sta cosa?>> domando, alzandomi in piedi e ritrovandomi a pochi passi da lei <<Dai, finisci la frase.>>

<<Ora sei tu quello offeso?>> chiede, retorica, incrociando le braccia al petto <<Perché non è esattamente così che le cose dovrebbero andare.>>

<<E come dovrebbero, allora? Ti aspetti di essere amata da tutti anche se non fai niente per dimostrare a chi dubita che si sbaglia? Te la prendi con me perché TU non sei in grado di RISOLVERE il tuo problema! I tuoi genitori sono morti, sei dovuta crescere in fretta, ti sei fatta coraggio, okay... va bene! Brava! Sei stata coraggiosa e tutto il resto, ma se tu non permetti a chi cerca di volerti bene di farlo, rimarrai da sola. Perché Federica non ci sarà per tutto il resto della tua vita! Tu hai bisogno di qualcuno! E usare la scusa dell'adolescenza difficile non è una soluzione!>> sbotto <<Tu non sei vuota, ma le persone continuano a pensare che tu lo sia, perché non dimostri niente!>>

La sua espressione vacilla per un solo secondo, anzi, forse per un solo millesimo. Le mie parole l'hanno toccata, lo so, lo vedo... ma continua a non dire niente.

D'un tratto, gli occhi le si fanno lucidi, fino a gonfiarsi di lacrime, che però si ostina a non versare. Le sue iridi non si staccano dalle mie.

<<Okay...>> mormora <<Okay... ho capito.>>

Si volta di colpo, avvicinandosi alla porta ed uscendo. Quest'ultima sbatte con leggera violenza, e quando la riapro non faccio in tempo a fermare Chris. In mano regge il suo borsone e ha in mano il telefono, mentre compone un numero.

Scendo le scale dietro di lei, nel tentativo di non rovinare ciò che ho già distrutto.

<<Chris! Hey!>> la chiamo, ma lei è già uscita.

Rimango in piedi davanti la porta d'ingresso, chiusa, con la mano allungata in avanti ed un'espressione un po' delusa in viso.

<<Ma che succede?>> domanda mamma <<Pierre, che cosa...>>

<<Vi ha sentiti!>> affermo <<Vi ha sentiti mentre parlavate di lei e mi ha chiesto perché la consideriate tutti vuota, mi ha chiesto se vuota lo è veramente.>>

<<Ma noi...>>

<<Ma voi... ma voi non vi siete nemmeno resi conto di lei. Eravate consapevoli del fatto che avrebbe potuto sentire, ma avete continuato a farvi gli affari vostri, a parlare di quanto vuota lei sia, come se fosse il vostro argomento preferito!>> indico la mia famiglia uno ad uno <<Se è scappata via, lo ammetto, è colpa mia. Ma non ne potevo più! Ci sono andato giù pesante con lei, ma voglio che si svegli, che capisca!>>

<<Capire che cosa?>>

<<Che non è più sola!>> dichiaro, spiccio <<Che non lo è più dal momento in cui l'abbiamo conosciuta!>>

<<Spiegaci una cosa, Pierre... perché continui a provarci? Lei evidentemente non vuole aprirsi! Eppure tu continui a perdere tempo e sprecarci fiato!>> dice Alex, scuotendo la testa <<Perché?>>

<<Perché? Perché lei è una persona incredibile! Ha tutto un mondo dietro il ghiaccio che voi vedete, ma non vuole che qualcuno lo scopra, che qualcuno vi si insidi, perché teme che quel suo mondo, quel suo sogno si macchi.>> affermo <<Christina Robin, potrei scommetterci la mano sul fuoco, è una delle persone migliori che esistano a questo mondo, bisogna solo capirla. Bisogna solo fidarsi di lei...>>

<<E tu... e tu ti fidi?>>

<<Sì.>> non ci penso due volte a rispondere <<Sì, papà, di lei mi fido. Ed è quello che dovreste fare anche voi. Non ve ne pentirete assolutamente...>>

<<Perché se l'è presa per i nostri commenti? Non volevamo che fossero insulti...>>

<<Probabilmente perché quello era il modo in cui sua madre cucinava, nonostante stesse eseguendo una ricetta di Federica, quindi la spiegazione dei movimenti meccanici era quella... ma... credo che più che altro sia rimasta ferita da quello che ha detto Madylin. Credo che non ci sia cosa peggiore da dire ad una persona fragile...>>

<<Ma lei sembra tutto meno che fragile!>>

<<Anche tu sembri tutto meno che intelligente, Philippe, è lo stesso concetto!>> ribatto, beccandomi un'occhiataccia da mio fratello.

<<Abbiamo sbagliato!>> esordisce Maddy, voltandosi verso mamma <<Le chiederemo scusa! Aspetteremo che torni e poi le parleremo a cuore aperto. Le diremo come ci sentiamo e le faremo capire che, se vorrà parlare con noi, noi la ascolteremo. O sbaglio? Non è questo quello che volevi farci capire stamattina, vero, Pierre?>>

<<Esatto Maddy, esatto!>>

Sorrido a mia sorella, io l'ho sempre detto che è la più intelligente tra tutti noi! Sicuramente quella dotata di più cuore.

<<Bene, allora appena tornerà! La aspetteremo svegli, no? Sì, farà più effetto!>> sorride Philippe <<Sono sicuro che ci perdonerà, se è davvero buona e speciale come dici tu, Pierre.>>

<<Perdonarvi... in realtà si tratta solo di accettare le vostre parole.>> alzo gli occhi al cielo, sospirando <<Però lei lo farà... lo so che lo farà, è buona a sufficienza.>>

Improvvisamente, il vetro della finestra in cucina si spalanca, frantumandosi. Saltiamo tutti dallo spavento, colti alla sprovvista.

Subito non capisco bene cosa stia succedendo, ma è quando mi ritrovo con una pistola puntata alla tempia che mi rendo conto effettivamente di tutto.

<<Mani in alto, questa è una rapina.>> grida una delle cinque persone che si sono appena introdotte in casa nostra, mentre noi eseguiamo. Tremiamo tutti come delle foglie.

Ma chi diamine sono questi? E cosa...

<<Dateci tutti i vostri oggetti di valore, e forse nessuno si farà male!>> ne ghigna un altro, con un tono che non trasmette per niente sicurezza.

Siamo costretti a dare loro ascolto, ma in questo momento nella mia testa alberga un solo e unico pensiero: Dio, ti prego, fa che Chris non torni a casa. Per favore, tienila fuori da questa storia.

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