Chapitre 45

| Althea | 

Saltata giù dalla finestra, mi precipito al luogo citato dal messaggio. Sul testo non c'era scritto nient'altro, se non di incontrarci al magazzino abbandonato. 

Aspetto lì, impaziente, battendo il piede per terra e giocherellando con il mio braccialetto. 

Qualche minuto dopo, una figura incappuciata e con il viso praticamente invisibile si dirige qui, verso di me. 

Mi volto a guardarla <<Com'è andata?>> chiedo, pizzicandomi l'interno guancia con i denti aguzzi. 

La persona si cala il cappuccio con la mano destra, rivelando la figura di Markus <<Bene, sono quasi certo che Fritz mi abbia visto.>> risponde <<Certo che però non mi aspettavo di essere chiamato nel tuo piano...>> 

<<Nemmeno noi, francamente.>> due voci parallele si aggiungono e due figure volteggiano dal tetto del magazzino fino ad atterrare per terra. I visi stavolta sono visibili e la piccola luce dei nostri orologi rivela le presenze di Federica e Demetra. 

<<Beh, avrei potuto non chiamarvi per la resa dei conti?>> chiedo, retoricamente. Sorrido, abbracciando i miei amici.

<<Sei sicura che sia la resa dei conti?>> domanda Markus, storcendo il naso <<Si, è vero che Fritz mi ha visto. Ma dov'è la persona che seguiva te?>>

<<Sono uscita dalla finestra del bagno, l'ho stordito e l'ho lasciato legato nello stanzino.>> spiego <<Ho corrotto alcuni inservienti con un po' di soldi, faranno in modo che nessuno di loro ci si avvicini. Hanno accettato di collaborare con noi.>> 

<<Ottimo. E ora che si fa?>>

<<Ora... ora credo sia meglio aspettare un attimo...>> ci penso su, prima di rispondere.

<<Dai, ora dicci!>> Fede e Dem si sistemano ai miei fianchi, prendendomi sottobraccio <<Com'è andato l'appuntamento con Pierre?>> 

<<Mi ha chiesto quando me ne andrò, e perché non resterò come gli avevo detto che avrei fatto se le cose fossero andate bene.>> do risposta alle loro domande, poggiandomi con la schiena contro la parete esterna del magazzino. Mi lascio sfuggire un sospiro <<È difficile prendere coscienza del fatto che entro domani sarà finito tutto.>> 

Markus mi posa una mano sopra la testa, sfregandola come si farebbe con un cane <<Ricordati che noi ci saremo per sempre.>> le ragazze confermano annuendo. 

Il mio telefono squilla, è Felix.

<<Pr...>>

<<Al, è successo un casino.>> dichiara, in fretta <<Torna a casa il più in fretta possibile.>> e poi attacca. 

<<Che è successo?>> Federica mi guarda con un'espressione interrogativa <<Che voleva Felix a quest'ora?>>

<<Dice che è successo un casino a casa e che devo sbrigarmi a tornare.>> 

La sua voce era tremendamente agitata, lui di solito è una persona molto ragionevole. Che sarà successo? Non è che Fritz... 

Seguita dai ragazzi, arriviamo a casa in poco tempo.  

Quando apro la porta, tutti gli occhi si posano su di me. Io cerco quelli di Felix, però, che se ne sta con la testa china. 

Demetra deglutisce, toccandomi con il gomito e indicandomi il tavolinetto. 

Apro la bocca per dire qualcosa, ma vengo interrotta.

🎵 Ti avrei voluto dire - Federica Carta

<<Risparmiatelo.>> la voce di Pierre è dura. Non osa neanche guardarmi in faccia, continua solo a fissare i coltelli, le pistole e tutte le armi poggiate sopra il legno. La schedina con tutti i file di Fritz è gettata lì, sopra un foglio stampato con la firma AB. Il giubbotto antiproiettile è lì, con le manette sopra e i badge di mia madre e mio padre accanto. 

Il resto dei Gasly mi guarda con delusione e tristezza. 

Rimango lì, in silenzio, con le gambe che tremano. Con il cuore che palpita veloce. Con la sensazione di non riuscire a dire nemmeno una parola. 

Nessuno ha il coraggio di dire niente. 

Solo che poi mi rendo conto di dover parlare. Devo almeno dire qualcosa. Glielo devo. 

<<Come hai potuto?>> ancora una volta è Pierre a precedermi. Stavolta lo sguardo freddo si precipita su di me <<Come hai potuto farci, farMI, questo? Dopo che mi sono fidato di te! Dopo che ti ho confidato tutte le mie paure! Come hai potuto?>> è arrabbiato. Anzi, arrabbiato è dire poco. Furibondo penso sia la parola giusta. 

<<Mi dispiace.>> sussurro, scuotendo la testa. Questo, per ora, è tutto quello che riesce ad uscire dalla mia bocca. 

<<Ti dispiace?!>> quasi grida <<Non hai nient'altro da dire? Non so, magari una spiegazione? Magari una motivazione, qualsiasi cazzo di cosa!>> 

<<E che dovrei dirti, eh? La verità? Sarebbe troppo difficile e dura da raccontare.>> 

<<Mh...>> ride ironicamente e freddamente <<È meglio sopportare il peso di cento verità piuttosto che sentirsi dire una bugia.>> le sue parola, ancora e ancora, sono la prova vivente della sua maturità d'animo. 

<<Chi pensi che sia?>> sussurro, sentendo la mano di Fede poggiarsi sulla mia schiena. Sa quanto difficile sia per me stare qui ora, così, in questa condizione. 

<<Una maledetta bugiarda.>> è la sua risposta <<Ci hai sempre preso in giro, fin dal primo momento. Non ti meriteresti neppure la nostra presenza qui per ascoltarti. Almeno Chris è il tuo vero nome o pure quello è una menzogna?>> 

<<No...>> bisbiglio <<No, Chris non è il mio vero nome e neppure Robin è il mio cognome.>> confermo il sospetto del francese, osservando la sua espressione delusa con dolore. 

<<Che altro? Quali altre bugie ci hai raccontato?>>

<<Non frequento l'università, non più almeno. Non mi sto per laureare, né studio.>> rivelo, provando una voglia immensa di morire qui agonizzante piuttosto che continuare <<E...>>

<<Non fare finta di pensarci.>> mi rimprovera Pierre, posandosi le mani sui fianchi e parlando crudelmente <<Hai mentito su tutto. Almeno possiamo sapere come ti chiami o nemmeno questo ti è consentito?>> 

<<Mi chiamo Althea Sheila Blythe.>> e per la prima volta, davanti ai Gasly, viene pronunciato il mio vero nome - eccetto Pierre, che lo sentì per errore da Federica poco dopo il mio arrivo <<Ed è per questo che loro mi chiamano Ally.>> ruoto la testa, in direzione dei tre agenti vicino a me. 

<<Althea...>> sussurra il pilota, a denti stretti <<Complimenti, bel nome. Peccato non averlo saputo prima, mi ci sarei abituato sicuramente. E sei un agente dell'FBI...>> 

<<Già...>> annuisco <<Io sono Kir.>> 

<<Wow... bello anche questo, ancora complimenti.>>

Quello a cui non sono abituata io è il lato pungente e insofferente del suo carattere. Ma va bene... è giusto. 

Non ero io a dire che preferivo che mi odiasse? 

Ora mi odia. 

<<Non avrei potuto fare altrimenti.>> sentenzio, alzando le spalle e fingendo che tutto questo non mi importi.

<<Non avresti potuto fare altrimenti... bella questa!>> esclama, puntandomi il dito contro e sferrando un calcio alla poltroncina, facendola spostare di almeno un metro <<Certo che avresti potuto fare qualcosa! Avresti potuto fare tante di quelle cose che non basterebbe una notte per elencartele!>>

Mi avvicino al tavolino, chinandomi e recuperando la mia pistola. Mi nascondo tutte le armi addosso, stavolta senza curarmi di chi mi sta guardando. 

<<Se avessi potuto, qualcosa avrei fatto.>> gli dico, senza aggiungere nient'altro. 

<<C'è sempre una possibilità!>> replica, stringendo gli occhi e fulminandomi <<Ma tu non hai avuto coraggio. Ti vanti sempre delle tue abilità, ma non sei in grado di riconoscere i tuoi difetti.>> 

Sto per rispondergli, quando Demetra improvissamente corre a spegnere la luce del soggiorno. 

<<Ma che fai?>> chiede Markus, confuso. I nostri orologi scattano, ma Dem ci ordina di coprirli con la mano. 

<<Ci stanno osservando.>> dice, lapidale <<Hanno capito.>> 

<<Capito cosa?>> stavolta è Alex a parlare <<Ci dovete almeno una spiegazione di tutto quello che sta succedendo. Chi ci sta spiando e perché?>> 

<<Ci stanno spiando delle persone che lavorano per Ernest Fritz, o Paul Wrecker, quel criminale di cui tutti hanno paura qui a Rouen. Perché? Perché non lo sappiamo nemmeno noi.>> esclamo <<Bone, qualcosa dev'essere andato storto.>> 

<<Sì, probabilmente. Ma che cosa?>> 

<<O magari non è andato storto niente.>> fa Fede, d'un tratto <<O meglio, per Fritz non è andato storto nulla.>> 

<<Non starai mica dicendo che...>> 

<<Che era esattamente ciò che Fritz aveva pensato. E sei caduta nella sua trappola, stavolta, amica mia. Magari è stato proprio il tuo tentare di dissimulare le sue idee che gli ha confermato chi sei....>> mi spiega e mi ritrovo a darmi dell'idiota.

<<Maledizione, Noir, hai ragione!>> affermo <<Il Capo aveva ragione stamattina! Ci sono cascata come un'imbecille! Mio Dio!>> 

<<Non dannarti, non era così scontato.>> 

<<Invece lo era, Iside. Lo era...>>

Tolgo la mano dal quadrante dell'orologio, abbassando la luminosità al minimo e sgusciando in ginocchio vicino al tavolino. Mi sfilo la giacca, indossando il giubbotto anti-proiettile. 

<<Bone...>> chiamo <<Va al piano di sopra e controlla che sia tutto sicuro. Chiudi tutte le finestre e assicurati che nessuno possa entrare. Se è tutto sicuro, porta tutti loro al sicuro.>> indico i Gasly e Felix con un cenno del capo.

<<Va bene.>> e subito esegue il mio ordine. 

A breve succederà qualcosa, me lo sento. Chiedo a Dem di chiudere le tende ma, per sicurezza, restiamo tutti accucciati per terra. 

<<Che sta succedendo? Io ho paura!>> sussurra Madylin, con la voce tremante. 

<<Succede che questi pazzi ci hanno messo in pericolo, sorellina.>> è la risposta di Pierre, che stringe Maddy in un abbraccio e la tiene al sicuro. 

<<Sarò anche una bugiarda, ma non sono pazza.>> raccolgo la sua freccia, rimandandola indietro <<E quell'uomo a cui sto dando la caccia è uno degli assassini più pericolosi esistenti. Quindi, non pensare minimamente, Madylin, che lo lascerò avvicinarsi a voi senza prima averlo distrutto.>> 

<<Tutto sicuro.>> Markus scende le scale in fretta e porta su la famiglia. Ordinando loro di starsene chiusi nella "mia" stanza. Consiglia, inoltre, di non avvicinarsi alla finestra per nessun motivo. 

Sembra quasi fatto di proposito, perché subito dopo si sente il rumore di uno sparo. Il suono mi è sembrato verticale. 

L'urlo di Madylin dal piano di sopra. 

Mi precipito lì, trovandoli tutti rannicchiati e spaventati. 

<<Che facciamo?>> mi domanda Pascale, tremante. Sembra essere l'unica a trattarmi come se non avessi mentito loro per tutto questo tempo <<Abbiamo paura.>> 

<<Per ora rimanete qui, è la cosa più sicura per voi.>> rispondo, sospirando <<Noi troveremo un modo per riuscire ad uscire di qui.>> 

<<Sono armati.>> mi fa presente Alex, abbracciando la sorella per farla stare buona <<Come farete?>> 

<<Indossiamo i nostri giubbotti anti-proiettile.>> rispondo <<Il problema è che non sappiamo dove siano nascosti gli uomini di Fritz.>> 

<<Voglio aiutarti, Ally!>> esclama Felix, d'impulso, trascinandosi verso di me <<Per favore.>> 

<<No.>> gli nego il consenso <<No, perché stavolta è la resa dei conti. Se non prendiamo Fritz adesso, non lo prenderemo mai più.>> spiego <<E non posso lasciarti rischiare la vita.>> 

<<Tu lo sapevi, non è così?>> domanda Will a Felix <<La verità su di lei, intendo.>> 

<<Sì, lo sapevo. La so dal primo giorno in cui l'ho vista qui. Althea mi ha salvato la vita tanto tempo fa.>> mi sorride il francese <<Per questo le ho promesso che l'avrei aiutata.>> 

<<Ed è perché mi devi un favore, che resterai qui dentro casa e non ti azzarderai nemmeno per un istante ad uscire. Chiaro, Felix?>> 

<<Sissignora.>> sorrido a quel nomignolo. 

Estraggo il telefono, passandolo al mio piccolo e giovane agente in erba <<Chiama Fawkes e ordinagli che ci mandasse qui gli agenti di Parigi.>> 

<<Ma è notte fonda! Fawkes ti ucciderà se lo svegli a quest'ora.>> 

<<Mi ucciderà?>> ripeto scherzosamente per smorzare la tensione <<Gli porterò il criminale che nessun agente è stato in grado di catturare finora, non mi ucciderà mai.>> affermo. 

<<Se mi chiede il perché degli agenti?>> 

<<Perché, secondo te?>> lo guardo un po' male <<Pensaci, possiamo tenere uno spietato criminale e i suoi complici bloccati qui fino a quando non arriverà l'aiuto da Parigi? Sì. Ma non ti pare un po' complicato per noi quattro fermare non sappiamo quanti complici di Fritz?>> 

<<Lo prenderete, Al. Ne sono sicuro.>> 

<<Non è di questo che dubito, Felix. Non ho mai fallito una caccia, se è questo che ti turba. Quantopiù il fatto che è ancora notte fonda e che nessuno di noi è dotato di vista notturna.>> 

<<Un modo c'è...>> Philippe si alza in piedi <<Per aiutarvi, intendo.>>

<<E cioè?>> 

<<Tu sai che mi piace molto creare, ecco... ricordi quella sorta di caledoscopio che ho creato e che non funzionava? Puntandolo per sbaglio contro il cielo, mi sono reso conto che fungeva anche da telescopio. Ciò significa che ingrandisce qualcosa...>> 

<<Mi stai suggerendo di usarlo?>> chiedo, con l'espressione che indosso di solito post-cattura di un criminale. 

<<Ti sto suggerendo di salvarci il culo ancora una volta.>>

<<Sarà fatto.>> 


Una volta recuperato il caledoscopio speciale, mi faccio prestare dei coltelli da Pascale. I miei è meglio tenerli per dopo. 

Markus e Demetra, in assoluto i più veloci, si stanno preparando per scattare fuori al segnale. Lo faranno solo quando avrò stanato Fritz. 

Federica è rimasta con i Gasly, che si sono avvicinati piano alla finestra per guardare. Mi auguro che la mia migliore amica sia in grado di proteggerli. Con i nostri auricolari le indicherò le posizioni degli uomini di Fritz e lei cercherà di sparare. 

Io, invece... io mi occuperò di fare da esca. 

Non c'è tempo di aspettare l'aiuto degli ausiliari di Parigi. Dobbiamo fare tutto da noi. 

Dalla finestra della cucina, punto il caledoscopio e osservo. 

Pian piano, con il silenziatore alla canna del piccolo fucile che lei stessa si è portata, ne fa fuori tre o quattro. Spara al petto, ma non in modo da ucciderli. La sua specialità è "zittire" i nemici. Fa in modo che percepiscano l'ossigeno abbandonarli. In quel modo, i criminali capiscono che gridando non farebbero altro che rischiare la morte ancor di più. 

Quando mi sono assicurata che non ci sia più nessuno di pericoloso, abbandono il caledoscopio ed esco. 

Giocherello con il mio coltello, mentre chiamo a gran voce quel nome spregevole. 

<<Fatti vivo, Wrecker. Coraggio. Lo so che sei qui.>> rido, mentre parlo. La mia ironia sta facendo di tutto per prendere il sopravvento, e per una volta glielo concedo. 

<<Cos'è, per caso hai paura?>> 

Ancora nessuna presenza rilevata. 

<<Kir, sei sicura che...>> la voce di Markus si fa viva al mio orecchio, ma io non gli rispondo. Piuttosto, mi tolgo l'auricolare e lo butto per terra, calpestandoci sopra. 

<<Forza Wrecker, fatti vivo. O dovrei chiamarti Ernest Fritz? Come già sai, ho scoperto tutto quello che potevo su di te, sono in grado di ricostruire la tua vita intera. Wow... dovrei farti i complimenti quasi. Il tuo piano era impeccabile.>> 

Stavolta, al contrario, si sentono dei passi. Dietro il maestoso albero del vialetto, si rivela esserci quell'uomo. 

<<Ah sì? Beh, ho tirato in trappola quello che si dice essere il miglior agente dell'FBI, almeno un po' in gamba dovrò essere, giusto?>> mi sta schernendo, beh... staremo a vedere. 

<<Bravo, sì, questo devo riconoscerlo. Non avevo capito quali fossero le tue vere intenzioni, fin quando i tuoi uomini non si sono presentati qui. Un piano ben congegnato, lo ammetto. Avevo interpretato male il messaggio nascosto nella tua firma nel pacco che ci hai spedito a Londra.>>

<<Ah sì? E cos'avevi pensato, allora? Grande Kir, eh?>> 

<<Beh, è semplice. Consideravo la tua firma EF come uno scherno. In effetti, in parte era anche questo. O sbaglio? Uno scherno per non averti preso prima di ora...>> 

<<Non sbagli, mia cara. Era in parte esattamente quello. Ma dei complimenti devo farli anche io a te, non mi aspettavo ti accorgessi così in fretta dell'uomo che avevo mandato a seguirti.>> 

<<Non è stato difficile.>> esclamo, impugnando ben bene il mio pugnale <<Hai scelto il tuo uomo più facilmente visibile. Anche tu commetti degli errori... come quello del tuo chirurgo plastico.>>

<<Sei piuttosto sveglia, ragazzina. Sei riuscita a trovare il mio nuovo nome risalendo al mio chirurgo, sapevo che prima o poi qualcuno l'avrebbe fatto. A quel tempo commisi un errore. Non avrei dovuto lasciarlo vivere così poco...>> 

<<Un errore che ti è costato la cattura, a quanto pare...>> alzo un sopracciglio, scrutandolo attentamente sotto la luce dei lampioni. 

<<Oh, sbagli se pensi che mi lascerò catturare...>> 

<<Hai commesso troppi crimini per avere anche solo il diritto di respirare la stessa aria di persone innocenti!>> sbotto <<Farò in modo che tu marcisca nelle celle dell'FBI. Farò tutto ciò che è in mio potere affinché tu non veda mai più la luce del sole.>> 

<<Uh, tesoro, sei così interessante...>> mi sorride malizioso <<Scommetto che a letto saresti un'ottima compagna.>> 

Lo guardo freddamente <<Se pensi di distrarmi con le tue insulse e banali chiacchiere, ti sbagli di grosso.>> 

<<Oh, ma lo so. Il fatto è che chiacchierare mi è servito per far perdere la mira alla tua amica con il fucile. Sono troppo vicino a te, perché mi spari. O colpirà entrambi o non colpirà... e sappiamo bene che non ti sparerà, anche se indossi quel bellissimo giubbotto antiproiettile.>> 

<<Beh, sei furbo anche tu.>> faccio un passo indietro, per cercare di ridare a Federica il tempo di mirare ancora <<Ma non abbastanza per riuscire a sfuggirmi. Ho delle questioni in sospeso con te e non mi fermerò fino a quando non ti avrò preso.>> 

<<Oh, voi agenti... siete così innamorati del vostro lavoro... ricordo ancora quando ne ammazzai due tanti anni fa. Che goduria che è stata il sentire i loro lamenti, il loro dolore, mentre li trapassavo di proiettili. Mhh, che soddisfazione nel vederli morire lì. Se chiudo gli occhi, riesco ancora a rivedere quel bellissimo ricordo. La pozza di sangue sotto i loro corpi, però, è stata la cosa più bella!>> ride, mentre parla. 

Lancio il coltello in sua direzione e, mentre si sposta per schivarlo, lo punto con la pistola. Ce l'ho nel mirino, preciso, perfetto <<So bene di che parli, Fritz.>> dichiaro <<Perché i due agenti che hai ammazzato, Venom e Irish, erano i miei genitori.>> 

La mia affermazione, lo vedo, lo lascia stupito <<Questo non l'avevo programmato, invece. Ma avrei dovuto pensarci, dato che sono spariti i loro badge dal mio sotterraneo. E sei identica a tua madre, ragazzina.>> 

<<Me l'hanno detto tutti quanti... al funerale soprattutto. Dopo che TU me li hai portati via, ho giurato che ti avrei trovato e mi sarei vendicata. E ora sono qui, davanti a te...>>

<<Non immagino nemmeno cosa tu voglia farmi...>> mi sorride. Osa davvero sorridermi. 

<<Non posso dirlo ad alta voce, risulterebbe troppo cruento.>> lo fisso glacialmente, caricando il colpo. 

<<Sei così diversa dal personaggio che ti sei creata, ragazzina. Ti ho osservato per giorni, quella Chris che non è esiste era così perfetta...>> 

<<Non esiste un essere umano perfetto.>> sentenzio <<Nemmeno la finta Chris lo era. Lei non era altro che un personaggio che ho interpretato. E proprio per questo non era perfetta!>> 

<<Un personaggio a cui ti sei affezionata, però... non è così? Non ti sei legata a quella famiglia?>> 

Scelgo di non rispondere, a costo di risultare spietata <<Metti le mani in vista, Fritz. Non esiterò a spararti a qualsiasi tuo movimento.>> 

Un altro rumore di pistola da dietro di me e il nuovo grido di Madylin. Ruoto la testa involontariamente, prima di sentire un dolore sordo allo stomaco. Fritz è riuscito a colpirmi. 

Riesco a percepire l'agitazione di Felix fin da qui, mentre continua a sporgersi dalla finestra per vedere come sto, anche se gli ho esplicitamente detto di non farlo. 

Cado qualche metro più indietro, disarmata. 

Ma che cazzo ha a posto del pugno? Una lastra di marmo? 

Stavolta sono io in svantaggio, però. Lui, ora, punta la pistola contro di me. 

Mi guardo intorno velocemente, mentre elaboro un piano. 

Non mi sono vantata di essere il miglior agente per poi venire fregata così da Fritz per ben DUE volte. Questo è chiaro?! 

<<Alzati, e metti le mani sopra la testa, cagna.>> comanda, sputando in mia direzione. Mentre mi tiro su, fingo di sostenermi con le mani. 

Senza che se ne accorga nemmeno, gli scaglio contro il mio coltello. 

Lo schiva, ma questo mi consente di attaccare. Con le arti marziali, riesco a respingerlo indietro e ad ingaggiare una lotta ad armi pari con lui. 

<<Bone, ora!>> grido, dando il segnale ai miei compagni.

I due agenti scattano fuori, riuscendo a circondare Fritz. Ora sì che è in trappola! 

<<Mh...>> ghigna <<Bravi, mi avete accerchiato.>> si passa la lingua tutto intorno alla bocca, senza mai interrompere il contatto visivo con me <<Ma se pensate che battermi sia così facile, vi sbagliate di grosso.>> 

<<Che vuol dire?>> domando <<Che vai blaterando?>> 

<<Cosa credi che abbia sparato a fare prima, bella Kir?>> 

Improvvisamente, un'altra schiera di uomini armati fa la sua comparsa. Ma sono resuscitati dal terreno? Sono zombie o cosa? 

Io, Iside e Bone ci scambiamo un'occhiata rapida. 

Con la mano dietro la schiena, faccio un cenno a Noir. 

Dove diamine sono gli ausiliari di Parigi, maledizione?! 

Balzo indietro, cominciando a sparare a quante più persone possibili. Sto cercando di non uccidere nessuno, non voglio avere altre vittime sulla coscienza. 

Percepisco un qualcosa rimbalzare contro il mio petto, ed un proiettile argenteo cade per terra. 

<<Idiota!>> sbotto, colpendolo in pieno petto e ricacciandolo indietro <<Mira bene, almeno!>> 

<<Noir!>> grida Markus, a gran voce <<Pensi di venire a darci una mano o vuoi goderti lo spettacolo da lassù?>> 

L'italiana ride <<Quasi quasi la visione del tuo fondoschiena da qui è più bella, Bone!>> è la risposta. 

<<Hey, ci stai provando con il mio fidanzato?>> 

<<Bambini, la smettete?>> chiedo, abbattando uno degli ultimi uomini, fintanto che anche Federica ci raggiunge. Continuiamo a lottare tutti insieme. 

Solo in quel momento gli ausiliari fanno la loro comparsa. 

Fritz prova a scappare, ma gli assesto uno sparo preciso alle gambe. Proprio dove fa più male. Cade a terra in pochi secondi, non riuscendo a fare neanche due metri. 

<<Prendetelo.>> ordino ad uno dei nostri colleghi francesi <<E portatelo qui.>> 

Detto questo, me ne torno dentro. I Gasly scendono lentamente le scale, ancora terrorizzati. Io, intanto, getto un po' d'acqua sulla ferita alla mano, che mi sono fatta quando Fritz è riuscito a colpirmi. 

<<Allora è... è finita?>> domanda Alex, tremante. 

<<Sì.>> confermo <<Sì, è finita definitivamente.>> mormoro, trattenendo il dolore della ferita. Ciò che mostro è solo una smorfia accennata <<Potete stare tranquilli, li abbiamo presi tutti quanti.>> 

<<Bene, meglio...>> sussurra Pascale <<Vado a prenderti una benda e...>> 

<<Non c'è bisogno che fingiate di essere gentili con me.>> faccio loro presente, sorridendo debolmente <<So cosa pensate in realtà e so quanto odiate mentire, tutti quanti. Quindi... potete anche non farlo. Mi rendo conto di avervi... delusi. Ne sono pienamente consapevole. Non... non mi offendo.>> curvo le labbra all'insù, girandomi e facendo per camminare verso la porta. Ho visto dalla finestra che hanno preso Fritz, è giunta l'ora di trovarmi davvero nelle condizioni che mi aggradano tanto. 

<<Kir...>> mi chiama Dem, rientrando e fermandosi alla porta <<Fritz vuole parlare con te, dice che sei l'unica a poter capire.>> 

<<Che vuol dire?>> domando, confusa, ruotando la testa in direzione della mia amica <<Iside, secondo me è una grandissima presa in giro.>> 

<<Secondo me no, invece. Te lo ricordi il criminale che fingeva di essere uno di noi? Mosca l'avevamo chiamato, no? Bene, hanno lo stesso sorrisetto, e inoltre la vena sul suo collo non pulsa eccessivamente. Sta dicendo la verità.>> 

Do un'occhiata ai Gasly di corsa, prima di uscire. 

A passo spedito, mi fermo davanti a Fritz, che è ammanettato in ginocchio. La sua ferita continua a sanguire, e ne approfitto, piantandoci il piede sopra e spingendo. 

<<Fa male, vero? Fa male la consapevolezza di essere stati sconfitti?>> domando, malignamente, chinandomi e bisbigliandoglielo all'orecchio. 

<<Ripeto, puttana, sei sveglia. Ma non abbastanza.>> 

<<Che vuoi dire? Che cosa hai combinato, figlio di puttana?>> sibilo, alzandolo per il collo della sua giacca e lasciandolo a penzoloni. Mi sputa addosso, mentre sento la sua saliva colarmi per la guancia. Mollo la presa, lasciandolo cadere a terra e pulendomi il viso. 

<<Che se credi che il mio piano fosse solo aggredirvi, beh, ti sbagli di grosso, piccola. Sapevo fosse rischioso, così ho aspettato che non ci fosse nessuno prima di attuare l'ultima parte del mio grande piano.>> mi guarda ghignando. Muove la mano, facendo scivolare qualcosa nella manica. 

Solo poi collego tutti i punti. Ordino a tutti di allontanarsi da lì e portare Fritz con loro. Io corro dentro, intimando ai Gasly di fare lo stesso. Nessuno capisce, ma faccio in modo che gli ausiliari parigini portino via i miei amici. 

<<Avevi detto che è finita, Ch... Althea. Che è successo?>> mi chiede Jean-Jacques, non capendo.

<<Prendete tutti gli oggetti di valore e importanti che avete e portateli via con voi. Andate il più lontano possibile e non avvicinatevi.>> esclamo, deglutendo. I miei piccoli orecchini tintinnano veloci <<Avete mezzo minuto per farlo!>>

<<Spiegaci che succede, prima!>> ordina Pierre, acidamente. La situazione tra noi, si può dire, è ancora peggio di prima <<O non ci muoviamo da qui. Non ci fidiamo di te.>> 

<<Succede che se ho capito ciò che Fritz sta nascondendo, in poco tempo questa casa potrebbe saltare in aria.>> dichiaro, cercando di mantenere il sangue freddo e piantando gli occhi in quelli di Pierre <<Non ti... vi metterei in ansia se non ne fossi certa. Pierre, per favore, uscite. Posso trovare il detonatore, ma per farlo mi serve tempo e mi serve che voi siate al sicuro.>> 

<<Come il detonatore?>>

<<Come saltare in aria?>> 

<<Per favore, non rischiate la vita così! Andate via!>> 

Mentre loro si preparano in fretta e furia, io mi guardo intorno. Fritz deve aver piazzato stasera il detonatore, al massimo ieri, ma sicuramente in un posto dove nessuno avrebbe potuto trovarlo. Anche se adesso uscissi e gridassi contro di lui, sicuramente non mi direbbe nulla e piuttosto riderebbe. Perderei solo tempo. 

I Gasly escono uno ad uno, ma poi i passi si bloccano alla porta. 

Mi giro a guardare, incrociando lo sguardo di Pierre. Per un secondo, mi sembra di rivedere gli occhioni della persona che amo. 

Però la consapevolezza che ormai la verità è venuta a galla riesce a farmi riflettere come Kir sapeva fare un tempo. 

<<Va, Pierre.>> dico <<È troppo pericoloso stare qui.>> 

Lui non risponde, ma indugia a guardarmi ancora. 

Io più di dirgli di andare non posso fare. Così continuo a cercare il detonatore. 

<<Chi altri lo sapeva?>> 

<<Non posso dirtelo.>> 

<<Dimmelo, me lo devi almeno!>> 

<<Pierre...>>

<<Dimmelo maledizione!>>

<<Anthoine!>> sbotto, in preda all'esasperazione <<Anthoine lo sapeva. L'ha scoperto quando ha visto il mio badge. Se non ti ha detto niente, è stato perché gli ho fatto promettere. Adesso, per favore, va! Non voglio mettere in pericolo nessuna vita, la tua men che meno!>> 

Dopo quelle parole, se ne va davvero ed io rimango da sola. 

Aprendo qualche cassetto alla rinfusa, riesco a trovare il detonatore. 

È una sorta di aggeggio, grande come un libro di fiabe ma spesso come la divina commedia. Segna che mancano quaranta secondi all'esplosione. Ho fatto appena in tempo a trovarla. 

<<Mamma, papà... salvatemi, vi prego.>> sibilo, a denti stretti, alzando il coperchio della bomba. Immagino sia collegato a qualche altro detonatore sparso attorno alla casa. Però questo è piuttosto grande, e in generale sono questi i dispotivi centrali. 

Estraggo il coltello, buttandomi il cellulare vicino e componendo il numero di Federica. 

<<Che diamine stai facendo? Vieni fuori di lì!>> mi grida, non appena risponde. Sta piangendo. 

<<Non posso.>> mormoro, chinandomi sulla bomba <<Il timer segna quaranta secondi.>> 

<<Al, non fare stupidaggini! Corri via! Pierre ci ha detto cosa stai tentando di fare, razza di imbecille! Vieni fuori!>> si intromette Demetra <<Per favore!>> 

<<Ormai è tardi...>> sussurro <<Se taglio il filo sbagliato, la bomba esploderà comunque. Sia dentro che fuori e non sappiamo quanti detonatori ci siano in giro. Potrebbe essercene uno dietro di voi, ragazzi. Salteremo tutti in aria lo stesso. Se invece prenderò il filo giusto, saremo tutti salvi.>> 

<<Non puoi morire! Ricordi? Hai promesso a Lexie che ti saresti presa cura di noi!>> Markus... 

Trenta secondi.

<<Mi dispiace... ma non posso lasciare che queste persone perdano il posto dove vivono per causa nostra. È colpa mia se Fritz ci ha trovati e ci ha presi in giro! Quindi è giusto che sia io a risolvere il compito... la missione è mia.>> 

<<Ma non se questo significa che rischiare la tua vita!>> grida Dem, talmente forte che la sento anche da qui. 

<<Quindici secondi...>> comincio a tremare, come non ho mai fatto <<Vi voglio bene, ragazzi. E... se le cose dovessero andare male, prendetevi cura di Felix. Dem, Mark abbiate la famiglia che tanto sognate. Siate felici, coronate il vostro sogno d'amore. Fede... Fede, tu vivi la vita come meglio puoi. Vi auguro tutto il meglio del mondo.>> 

<<No, Al...>> 

Attacco la chiamata, interrompendo a metà le parole della mia migliore amica. 

Chiudo gli occhi... mancano tre secondi. 

E taglio. 

<<NO!>> grida qualcuno fuori, ma io non sento altro che il ticchettio del timer <<CAZZO, VIENI FUORI!>> 

Eppure... eppure non succede niente.

Noi siamo salvi.

Io sono salva. 


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