Chapitre 43

📍17 novembre 2019

Mi siedo sopra il letto della mia stanza, con la mia ciotola di patatine tra le gambe ed il computer poggiato davanti a me. Alzo il volume, sospirando.

<<Forza trésor...>> mi sfrego le mani, nel mentre che la gara comincia.

Ho promesso a Pierre che non mi sarei alzata nemmeno per un secondo e che avrei seguito la sua gara da cima a fondo. Soprattutto, dopo tutto quello che ha fatto per me in questa settimana...

Ho una strana sensazione per questa gara... è appena cominciata, eppure sento che succederà qualcosa. Non so ancora se sia positiva o no, ma me lo sento. Bah, ci scommetto la missione! Nah, questo forse è meglio non dirlo...

Tirandomi uno schiaffetto in faccia, torno a concentrarmi su ciò che vedo.

Ho scoperto di essere una stress eater solo quando si parla di Pierre. Infatti, continuo a mangiare patatine su patatine pregando che non succeda niente al mio francese preferito.

Al sessantacinquesimo giro capisco cos'era quella sensazione strana, Charles e Seb vanno a contatto. Un impatto che secondo me distrugge gli equilibri già precari della Scuderia - ed è davvero un peccato, è ovvio che tifo per loro due (e sì, qualche volta anche per Pierre).

Dopo Bottas e i due della Ferrari, anche Stroll si ritira. Beh... come dire, questa gara è un po' maledetta. Un po' tanto...

Maledetta almeno fino a quando non mi rendo conto di in quale posizione Pierre sia. Lui è... è TERZO! TERZO CA***!!! SI!

Sto per mettermi a gridare contro il computer, solo dieci secondi dopo mi rendo effettivamente conto del fatto che lui non possa sentirmi.

Ma a proposito, avete mai sentito la voce del suo ingegnere di pista? Cioè, è tipo la cosa più bella del mondo!! Madonna che voce... starei ad ascoltarlo per ore.

Incrocio le dita alla collisione tra Hamilton e Albon - che devo dire non mi sta nemmeno così tanto simpatico. Come persona, non lo conosco, ma come pilota...

E Pierre passa!

Dai, cœur! Puoi farcela! Forza Pierre! Dai!

Le mie patatine oramai sono belle che finite ed è ormai scattato l'ultimo giro.

Coraggio dai!!

La battaglia tra Pierre e Hamilton infiamma gli ultimi secondi del giro, dopo che Max Verstappen taglia il traguardo con grande merito.

Ma la cosa più importante oggi è il secondo posto di Pierre!

Sorrido, emozionata. Mi butto indietro, con le mani incrociate sul petto. Sono troppo felice per lui!

La premiazione sul podio è davvero bella.

Il sorriso sul viso del mio francese è incredibile. Dopo tutto quello che ha passato, se lo merita. Gliel'ho detto più di una volta. He deserves the world.

Ora però le inquadrature si sono spostate su Max, quindi nessuno inquadra più Pierre. Immagino ne sia contento: conoscendolo, so benissimo che odia stare al centro dell'attenzione.

E se proprio devo essere onesta, questo podio serve anche per dimostrare a Marko ed Horner cosa si sono persi. Pierre Gasly è un talento vero, e soprattutto è un gran signore. Quei "bastardi" alla RB non se lo meritano, lui è troppo di classe per persone come loro.

Il mio telefono squilla, facendomi venire anche un colpo.

Quando leggo il mittente, non ci penso due volte a rispondere.

<<AAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!>> un grido. Ecco qual è stata la reazione di Pierre, mentre compare sul mio piccolo schermo. Si è messo a gridare come un pazzo. Sia qui al telefono con me che durante il suo team radio.

<<Pierre, sei stato incredibile!!>> affermo, sorridendogli e mandandogli un grosso bacio con la mano <<Davvero, hai guidato in modo formidabile!! Sono orgogliosissima di te!>>

<<Grazie Chri!>> annuisce, imbarazzato <<Questo podio ci tengo tanto a dedicartelo! Perché tu non mi hai mai mollato, mai lasciato al mio destino. Mi hai sempre ricordato che la cosa più importante non è per quale team gareggi o se ti chiami Max Verstappen o no... mi hai insegnato che la cosa fondamentale è avere dignità. Ed io ti sarò grato per sempre per questo insegnamento. Quindi, Christina, se oggi sono andato a podio, è perché sapevo che tu c'eri. Sapevo che saresti rimasta sempre lì, per me. Mi riempie il cuore di gioia saperlo!>>

<<Non mi fare piangere!!>> comando, scherzosamente, ma seriamente felice <<Io non ho fatto altro che ricordarti che persona incredibile tu sia!>> dichiaro <<Il talento non ti manca, si è visto in come hai guidato, sei un ragazzo d'oro... ti meriti questo e tanti altri bei momenti.>>

<<Sei speciale per me, Chris.>> sussurra, dolcemente <<E non vedo l'ora di tornare a casa per abbracciarti.>>

<<Non vedo l'ora che sia domani anch'io.>> mormoro, in risposta <<Ah, e ovvio, portami un souvenir dal Brasile!>>

<<Ti scatto una foto alla faccia amareggiata di tu sai chi e poi te la stampo come gigantografia!>> mi dice, facendomi ridere all'istante. "Tu sai chi" per noi è Albon <<Che sorriso stupendo che hai...>>

<<Goditi il tuo podio, dai. Festeggia, mi raccomando!>>

<<Sissignora!>>

<<Sei stato bravissimo.>> gli dico, dopo qualche secondo di silenzio. Chino la testa, per guardarlo meglio. Non si può esprimere a parole quanto io sia fiera di lui. L'ho visto toccare il fondo, l'ho visto crogiolarsi nella sua disperazione, ma l'ho visto anche rialzarsi.

Per tutto questo tempo, è stato convinto che anche io l'avessi fatto a mio tempo. Non sono mai stata in grado di farlo come ha fatto lui, io ho nascosto il dolore. Lui, invece, ci è riuscito. E i risultati si vedono.

Non c'è un modo per esprimere il mio orgoglio. Sorrido, quasi amaramente.

<<Grazie, petite.>> mi ringrazia, non riuscendo a percepire il vero pensiero dietro il mio sguardo <<Sono contento di sapere che sei fiera di me.>>

<<E come potrei non esserlo? Voglio dire...>> mi interrompo, per guardarlo ancora <<Hai abbattuto quel muro di credenze idiote che ti eri creato da solo. Ci sei riuscito. Adesso... adesso si può dire che la tua rinascita sia iniziata...>>

<<Okay...>> sorride, ridacchiando <<Stai facendo dei discorsi strani oggi, sei sicura di stare bene?>> scherza.

Lo faccio anche io, mentendo, però <<Certo! Ti sto solo prendendo in giro. A parte gli scherzi, oggi hai davvero dimostrato quanto vali.>> confermo <<Goditi questo e tutta la gioia.>>

<<Grazie.>>

<<Sono qui per questo, no?>> chiedo, retorica, stirando la bocca verso l'alto <<Adesso devo andare... ci vediamo domani, allora...>>

<<A domani.>>

Chiusa la videochiamata, mi sento come se un tir mi fosse passato sopra almeno un centinaio di volte. Questa sensazione... è orribile. Non so spiegarla, è più forte di come quando ci si sente in colpa.

Presa da un attacco d'ansia, sento il bisogno di saltare giù dalla finestra per schiarirmi le idee. In pochi minuti, mi ritrovo nel bosco, nel magazzino dove tenevo le armi, nello stesso posto dove io e Pierre passammo quella notte dopo "Unsaid Emily".

Venire qui non è stato volontario, era come se i miei piedi si stessero muovendo da soli.

Entrata, mi vado a sedere nello stesso punto dove ci siamo abbracciati per dormire.

Se tocco il muro con la mano, ancora riesco a percepire il suo respiro, il battito regolare del suo cuore, il calore che il suo corpo emanava a contatto con il mio...

Chino la testa, poggiando la fronte contro la parete.

Estraggo il telefono dalla tasca, componendo a memoria quel numero. Mi porto il cellulare all'orecchio, mentre scatta subito la segreteria telefonica.

<<Ciao, questa è la segreteria di Lexie Grey! Purtroppo non posso rispondere, ma lascia un messaggio dopo il bip. Ti richiamerò appena posso, un bacio!>>

Questo stesso numero che non chiamo da tanti anni, questo stesso numero che non ho mai dimenticato. Questo stesso numero che ora come ora è l'unica cosa che può darmi un po' di sollievo.

Incomincio a parlare, per sfogarmi.

<<Ciao Lex, sono io, sono Althea.>> silenzio <<Io... io non so che fare. Non capisco più cosa mi stia succedendo, non riesco più a capire se sia un bene o un male ciò che sto provando. Mi sento morire al solo pensiero di mentire ancora a Pierre. Lui... lui crede che io sia degna di stare al suo fianco - anzi, addirittura pensa che sia lui a non essere degno di me. E... ed io so che in realtà non lo merito, ma non riesco ad allontanarmi da lui. Vedi, è come se quel ragazzo capisse ciò che sono, come se lui fosse improvvisamente diventato quella colla che tiene uniti i miei pezzi. Lexie, ho bisogno di imparare ad amare: lui me l'ha insegnato, ma non mi ha mai detto che in mezzo si correva il pericolo di inciampare in un turbine di sensazioni strane, sensazioni che un cuore freddo come il mio non ha mai provato. Ho bisogno di un aiuto. Difficilmente lo chiedo a qualcuno, tu lo sai, ma... sono una persona completamente diversa ora. Sono cambiata dall'ultima volta che ci siamo parlate. Quell'Althea che conoscevi tu è stata sostituita da un mostro, da un Frankenstein che non sono in grado di controllare. Pierre è riuscito a mandarmi completamente fuori di testa. In poco tempo è diventato la mia ancora più grande, quella che mi dà stabilità. Proprio oggi, è riuscito a risalire dal suo abisso e quando mi ha telefonato ho percepito il suo cuore scoppiare di gioia. Ma sai di cosa mi sono resa conto dopo? Che tutto ciò che stavo facendo io non era complimentarmi con lui per il suo podio, ma quanto più il pretendere di essere contenta per lui. Non fraintendere, lo sono davvero, però... però lui crede che sia Christina, non Althea. Ho compreso che lui non vedrà mai la vera me come vedrebbe Chris. Perché ho preteso così tanto di essere lei, che mi sono dimenticata l'essenza pura di ciò che sono. La mia forza è sempre stata il non cedere mai alle debolezze, ma forse il mio unico punto debole è lui. Lui, che potrebbe distruggermi in milioni di pezzi soltanto con uno sguardo. Lui, che... che mi ha fatto dimenticare di tutte le priorità, di tutti i giuramenti, lui che mi ha raccolto da terra e mi ha trasformato di nuovo in un cigno... Lexie, capisci? Il mio senso di colpa per avergli mentito non è più solo un senso di colpa. Si è trasformato in un qualcosa di troppo grande, in qualcosa che ormai non può più essere taciuto. Ma la domanda è... cosa faccio? Dimmelo tu, perché io sono...>> il messaggio si interrompe automaticamente, bloccandomi dal finire il mio discorso.

Ho parlato con il cuore in mano. Ho detto tutto ciò che sentivo di dire. Non mi pento di nemmeno una parola, perché ogni cosa che ho detto è la pura verità. Nient'altro che la verità.

Subito dopo, chiamo anche Federica.

Se prima dovevo lasciare andare il mio flusso di parole a qualcuno che non avrebbe mai potuto rispondermi, adesso sento il bisogno di farmi gridare contro dalla mia migliore amica.

Lei, come previsto, risponde subito.

<<Pronto? Ally, senti, mi sto allenando con le matricole in palestra, quindi sono un po' di corsa. Dimmi tutto...>> la sento, infatti, con il respiro affannato. Però ho bisogno della mia migliore amica.

<<Codice Madrid.>> sussurro, soltanto, percependola bloccarsi.

<<Codice Madrid?>> ripete, quasi come a voler confermare ciò che ha sentito <<Allora dammi due minuti e sarò tutta per te.>> sentenzia <<Metto ko questi ragazzini.>>

Per esattamente un minuto e dieci secondi non si sente nemmeno un suono. Dopodiché, la immagino riprendere il suo cellulare in mano e concentrarsi unicamente su di me.

Codice Madrid è una parola d'ordine che abbiamo coniato tanto tempo fa, quando eravamo solo due ragazzine alle elementari. Significa che una ha estremamente bisogno dell'altra. Io ho usato soltanto una volta - prima di oggi - questa richiesta, ed è stato dopo la morte della mia famiglia.

<<Che succede, tesoro mio?>> mi domanda, dolcemente.

<<Un casino, Fe...>> rispondo, sospirando e alzando la testa verso il soffitto <<Succede che sto male. Io... non posso continuare ad ingannarlo così. Lui è... è una delle persone migliori che conosca, non si merita tutte queste bugie. Mi si spezza il cuore solo per continuare a guardarlo negli occhi... che faccio, Fede? Come posso sopravvivere, se sento che mi manca l'aria quando lui non c'è? Per favore, dimmelo, perché io non capisco. Sono stata con tanti ragazzi, ma nessuno mi ha mai fatta sentire come lui, perché?>> chiedo, tutto d'un fiato, in stato più nervoso del normale.

<<Questo non lo so, amore...>> mormora <<Io non so come tu possa sopravvivere. Quello che voglio dirti io, però, è che tu devi capire che non lo stai veramente ingannando. Tu convinci te stessa che sia così perché non ti sei presentata a lui come Althea, ma in realtà ti sbagli. Sì, magari lo hai ingannato sul tuo nome, sulla tua professione, sulla tua vita... ma ciò che conta è che quello che gli hai detto sui tuoi sentimenti era, è, vero!>> afferma, e me la posso benissimo immaginare mentre parla e gesticola - come solo una vera italiana sa fare <<Vedi, so quanto sia difficile mentire a qualcuno a cui si vuole bene, però adesso è necessario che tu ti faccia forza.>>

<<La missione sta finendo...>> le faccio notare, con voce spezzata <<Non sono sicura di riuscire a vivere senza di lui.>>

<<Oh, ascoltami!>> dichiara, fermamente <<Tu e solo tu sei padrona di te stessa. Non hai bisogno di nessuno per sopravvivere, perché sei una cazzo di forza della natura. Tu puoi fare tutto quello che vuoi, perché possiedi il potere necessario! Se vuoi vivere sapendo di aver bisogno di lui, allora fallo. Ma se credi che sia troppo difficile accettare un'esistenza senza poter vivere il tuo amore per lui, allora cancellalo, nascondilo, fingi che ciò che sia successo tra voi non abbia importanza.>>

<<Hai ragione...>> bisbiglio <<Ora magari si rivelerà il peggior consiglio della storia...>> scherzo, riuscendo un po' ad avere il morale rialzato.

<<Se avessi voluto dare consigli, Ally, avrei fatto la psicologa!>> senza saperlo, Federica riprende delle mie parole di diverso tempo fa <<Althea, adesso ti parlo con il cuore. Io so quello che provi per Pierre, non sono in grado di stabilirne tuttavia l'entità, e so anche che sei combattuta, però... pensa a ciò che vuoi, prima di prendere qualsiasi decisione istintiva. Voglio soltanto che tu sia felice, e farò tutto ciò che in mio potere affinché ciò accada. Vuoi che prenda a calci Pierre? Bene, lo farò. Vuoi che lo rapisca, lo torturi e gli faccia il lavaggio del cervello per costringerlo a dimenticarti? Lo farò. Devi solo dirmelo.>>

<<Ti ringrazio, Fede.>> sorrido <<La risposta che cercavo è molto più difficile del previsto da ottenere, ma la scoprirò, te lo prometto...>>

<<Io sono qui per te, e ci sarò sempre. Potrà succedere qualsiasi catastrofe, il mondo potrà anche finire, ma io troverò sempre il modo di tornare da te. Ricordatelo.>>

La ringrazio ancora e ancora una volta.

<<Di nulla, patata.>> la sento sorridere dall'altro capo della chiamata <<Non dimenticarti chi sei.>>


📍18 novembre 2019

Ed è quando la porta si apre, rivelando un Pierre pieno di valigie e con un trofeo enorme tra le mani, che i Gasly perdono completamente la testa. Si gettano addosso al ragazzo, stritolandolo, abbracciandolo, gridandogli quanto sono fieri di lui.

Eh beh, come potrebbero non esserlo?

Quel pilota da strapazzo è riuscito dove prima aveva fallito, è andato a podio - il secondo posto, è vero, è il primo dei perdenti, ma ha tenuto testa con valore a Lewis Hamilton. Pierre si merita più che una lode.

Io, tuttavia, non mi butto nella mischia generale, ma aspetto che si sia liberato degli abbracci della sua famiglia per salutarlo. Mi guarda come se mi stesse chiedendo un qualcosa in particolare, cosa che io ho afferrato. Per cui rimedio al volo, stampandogli un grosso bacio soddisfatto - anche se non è proprio a questo che puntavo quando ho deciso che mi sarei un pochino staccata da lui-, scompigliandogli i capelli con la mano <<Sei stato bravo.>>

<<Lo so.>> mormora, con un sorriso, rivolto con la testa verso il trofeo, che scintilla tra le sue mani. Ne è fiero. Poi punta di nuovo gli occhi su di me, come a dire "Stai bene?".

Gli faccio un cenno positivo con il capo, allegando un occhiolino e un sorriso, prima di ricevere un messaggio. Non è suonato nulla, ma ho percepito la vibrazione dalla tasca posteriore dei miei jeans.

Una foto?

Dal capo?!

Nell'app criptata dell'FBI?!?!

<<Direttamente per me.>> è il messaggio, così apro la foto. Un pacco con all'interno un biglietto. Ingrandisco per leggere meglio.

"Venite a prendermi" recita il testo, con due letterine più piccole vicine E.F.

Questa è una sfida, Fritz? Questa è una sfida?

Allora preparati...

La tigre sta per sfoderare gli artigli.

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