Chapitre 31

<<Chris! Chris!>> esclama Madylin, entrando di corsa in casa e aggrappandosi al mio braccio. Sono seduta accanto ad Anthoine e assieme a Pierre stiamo riguardando alcune delle loro foto insieme di quando facevano karting. 

La guardo sorpresa, alzando un sopracciglio <<Che c'è, Maddy?>> domando, voltandomi verso gli altri due francesi. 

<<C'è una sorpresa per te!>>

<<L'ultima volta che mi avete detto così, mi sono ritrovata qui mia sorella!>> dico <<Federica uscirà da qualche parte?>>

<<No, niente Fede. Ma tu vieni!>> così mi lascio trascinare dalla Gasly, non prima di aver afferrato la mano di Pierre e la maglietta di Anthoine. Almeno non farò la figura dell'idiota!

Maddy si ferma davanti al garage, lasciandomi e alzando lentamente il portellone. Dentro ci sono i ragazzi della band, con in mano i loro strumenti e microfoni piazzati davanti. La Gasly si piazza dietro di me, spingendomi dentro.

<<Ma che succede?>> chiedo, confusa <<Ragazzi?>>

<<Hai composto ogni singola canzone che noi abbiamo cantato, ci hai aiutato con i ritmi, ci hai fornito spartiti e supporto.>> comincia a dire Jesse, che è il bassista. 

<<E per questo, noi vogliamo tanto ringraziarti!>> prosegue Daniel, il chitarrista. 

<<Goditi questa canzona, Christina, perché è tutta per te!>> conclude Javier, il batterista. Proprio lui dà il via. 

Riconosco la canzone all'istante, sorridendo come una cretina. 

She looks so perfect, 5 Seconds of Summer. 

I ragazzi stanno dando il meglio di sé, suonando con un'emozione, con una forza che non ho mai visto in loro. Mi porto le mani sopra il cuore, emozionata. 

Quando si scatenano nel ritornello, comincio a ballare sul posto. In qualche modo devo ringraziarli. 

Batto le mani a ritmo, prima che Dan mi lanci il microfono in un momento di libertà. Cominciò a cantare insieme a loro, facendo cenno di darci ancora più dentro. Do prova delle mie abilità vocali in quel garage, lasciando ruggire il leone. 

Manca ancora un ritornello prima della fine della canzone, che lascio terminare a loro. Faccio un passo indietro, provata dall'intensità del brano. 

Appena lasciano andare, salto ad abbracciare Daniel, lasciandogli un bacio sulla guancia. Lo stesso faccio con gli altri. 

<<Piaciuta?>> domanda Jesse, con il fiatone. 

<<Puoi dirlo forte, JJ.>> rispondo, un po' commossa. Anzi, sto letteralmente per piangere. 

<<Ti sei commossa, rana!>> afferma Daniel, indicandomi. Ormai ha preso a chiamarmi così, non so nemmeno io perché. 

<<Non è assolutamente vero!>> ribatto, facendogli un occhiolino. Oggi sto facendo la civetta più del solito, magari proprio perché c'è Pierre dietro di me e so che questo potrebbe scatenargli una reazione gelosa. 

<<Sì, come no!>> fa Javi, sorridendomi e passandomi il braccio intorno alle spalle. 

Ho fatto davvero tanto amicizia con questi ragazzi, sono diventati sempre più importanti per me. 

<<Una cosa c'è da riconoscertela, Christina, le canzoni le sai scrivere davvero bene.>> si complimenta JJ, battendomi il cinque <<Ci stai facendo da songwriter, praticamente.>>

<<Pare che vi mancherò, allora, quando andrò via!>> dico, senza pensarci. 

L'atmosfera sembra quasi congelarsi all'istante <<Te ne vai?>>

<<Non penso di restare fino a Natale, quindi... sì.>> annuisco, annunciando in parte il mio piano. Ovviamente, la parte con Fritz è stata tagliata. 

<<Certo che ci mancherai!>> sentenzia Daniel <<E non solo perché ci scrivi le canzoni, ma proprio per come sei!>>

<<Anche voi mi mancherete, Dan. Ma non è questo il momento per deprimersi! Mi avete cantato una delle canzoni più tenere e belle che io abbia mai ascoltato e ne sono felicissima! Vi ringrazio tantissimo.>> parlo con il cuore, rivolta a quei tre <<E proprio per questo, ho deciso che anche io vi faccio un regalo.>> 

Mi volto, incrociando per un attimo gli occhi di Pierre. Mi abbasso, recuperando da un mobiletto una cartellina. Ne estraggo quattro fogli, che porgo ad ognuno di loro. 

<<Ma questa è...>>

<<La vostra nuova canzone. Avevo pensato di modificare una parte prima di darvela, ma voi mi avete convinto con il vostro regalo. Questo è il mio per voi, invece. Per questo, vi presento "Nobody but you". Io, come è giusto che sia, compongo in inglese, perché è la mia lingua madre. Però, mi ci sono impegnata e ve l'ho tradotta in francese. Potete cantarla come volete.>>

<<Inglese, inglese. Omaggio alla dama autrice!>> Daniel sta flirtando con me più del solito. Tra quelli del gruppo, lui è il più grande. In ordine decrescente, lui, JJ, Javi e poi Maddy. Rispettivamente, 22, 21, 20, 18. Quindi, nemmeno dire che Dan è piccolo per me. 

<<Suoniamo allora!>>

Con Maddy e i ragazzi a fare da pubblico, eseguiamo la canzone. E, come si suol dire, buona la prima. Sono davvero formidabili

<<Okay, non so voi, ma io ho una gran fame!>> esordisce JJ, sfregandosi le mani e avvicinandosi a Maddy <<Quindi, madame, che si mangia?>>

<<Venite dai!>>

I ragazzi cominciano tutti ad incamminarsi verso il salone, mentre io ne approfitto per fare quell'aggiustatura alle note che non mi piacevano. Quattro segni a matita e via, testi e spartiti pronti. 

<<Ancora qui?>> al sentire una voce, quasi salto. Pierre. 

<<Sì, ho aggiustato il tutto. Tu come mai?>>

<<Volevo stare con te.>> sussurra, rivolgendomi un piccolo sorriso <<Ti ho vista poco oggi.>>

<<Ho avuto un po' da fare.>> rispondo, con lo stesso tono <<Beh, io ho fatto. Possiamo entrare, almeno ci ricongiungiamo agli altri.>>

Lui annuisce. Quando sto per passargli accanto, però, mi ferma, bloccandomi lì. I suoi occhi attirano i miei come in una calamita. 

<<Che c'è tra voi?>> chiede, e dentro di me quasi esulto. Speravo che me lo chiedesse, ed eccoci qui!

<<Tra me e chi?>>

<<Lo sai benissimo tra te e chi, Christina.>> si avvicina, sfiorandomi le labbra <<Tra te e Daniel. Che c'è?>> 

<<Sei geloso?>> 

<<A dire il vero, sì.>> lo fa di nuovo, si avvicina ancora, sempre di più <<Secondo te, perché?>>

Gli poso le mani sul petto, spingendolo un po' indietro <<Non proverò ad indovinare solo perché sei depresso, non ti darò la soddisfazione>> gli faccio presente, camminando all'indietro e facendogli un occhiolino <<Non adesso, almeno. Chissà, magari più tardi. Stanotte, forse.>> 

Una volta dentro, mi siedo tra Anthoine e Will. 

<<Che si fa?>> chiedo <<Oddio, non il gioco della bottiglia!>> esclamo, notando proprio una bottiglia ruotata sul tavolo <<Ci giocava mia nonna nel dopo guerra.>> 

<<Su, e facciamolo un giro!>>

<<E va bene.>> acconsento <<Forza, JJ, gira.>>

<<Alex!>> tocca al Gasly scegliere, verità per lui <<Ehm... peggior regalo mai ricevuto?>>

E si continua così. 

Poi cade su di me <<Verità.>> scelgo <<Ma vi avviso, se è troppo personale non rispondo.>> affermo. Tocca ad Anthoine. 

<<Posto più strano in cui... sì, insomma, ci hai dato dentro e quanti anni avevi. >> 

Scoppio a ridere, non per la domanda ma per la risposta <<Scusate...>> e continuo a ridere <<Avrò avuto 20 anni? Si, più o meno, è stato poco prima dell'incidente...>> faccio due calcoli <<E beh... c'è stato un periodo qualche anno fa in cui fuori dal museo di Sherlock Holmes era stata messa una cabina fotografica, per le foto di coppia no? Beh, io e questo ragazzo ci siamo infilati lì. Devo dire, dovrà essere stato il posto più eccitante di questo mondo, perché non è durato nemmeno due minuti!>> scuoto la testa, divertita <<Ah, Dio mio, quante ne ho fatte.>> 

<<Ma seria?!>> sono tutti stupiti. 

<<Hey, anche io devo divertirmi.>> commento, alzando le spalle <<Altre domande su questo o possiamo andare avanti?>>

<<Ma come...>>

<<Era retorica, Philippe.>> lo interrompo al volo, facendo ridere tutti <<Will, ora giri tu.>> 

Si continua così a ridere per tutto il resto del giro. 

<<Pierre... obbligo o verità?>>

<<Verità.>>

<<La persona in questa stanza che stimi di più? E perché?>>

<<Chris.>> risponde quasi al volo, beccandosi delle occhiate maliziose <<Perché... è una persona davvero forte e in gamba. Perché riesce a rendere divertente qualsiasi cosa e... e soprattutto perché, dopo tutto quello che ha passato, è ancora in grado di tirarsi su ed è una cosa che vorrei saper fare anche io.>> durante tutte le sue parole, ci siamo guardati. Senza mai staccare il contatto. 

<<Ma che ti è successo, perché?>> domanda Javier <<In realtà, è un po' che volevo chiedertelo, ma non mi sono mai permesso... però...>>

<<Curiosità, ci sta.>> scuoto le spalle <<Mi sono successe diverse cose, Javi. Due sono quelle devastanti. 15 marzo 2012 la prima, i miei genitori sono stati ammazzati nell'attentato a Tolosa e... e beh, il secondo... 2016, 15 maggio. L'elicottero su cui mi trovavo con i miei amici è precipitato e una delle mie sorelle è morta schiacciata. Ma cambiamo argomento, non mi va di parlare di mamma e papà o di Lexie...>>

Continuiamo ancora a giocare, ma ho perso interesse. 

<<Chris, obbligo o verità?>>

<<Obbligo.>>

<<Dai un bacio sulla guancia alla persona a cui sei più affezionata in questa stanza.>> 

Mi tiro su, e noto Daniel spostarsi un po' più a destra. Sta... sta pensando che andrò da lui? Al contrario, mi fermo vicino a Pierre, abbassandomi e posando le labbra dove richiesto. Veloce, schiocco secco. Con il pollice, gli pulisco poi una piccola macchia di rossetto rimasta. Dan ci è rimasto male, lo so. 


<<Chris, posso parlarti un secondo?>> i ragazzi ormai sono andati via e siamo rimasti solo noi e Anthoine. Proprio quest'ultimo mi ha appena chiamata. 

<<Certo! Che succede?>> Pierre e gli altri stanno tutti aiutando a cucinare. Io e Tonio siamo fermi davanti la porta del pilota RB. 

Anthoine mi lancia qualcosa, che afferro al volo, senza nemmeno farci caso. Quando abbasso lo sguardo a controllare, per poco non sbianco. Questo è...

<<L'ho trovato vicino la porta di camera tua quando sei uscita.>> mi spiega <<Deve esserti caduto e non te ne sei accorta. Credo sia un bene che l'abbia trovato io il tuo badge, no, agente Blythe?>> deglutisco. 

<<Anthoine, io...>>

<<Non dirmi niente, me lo immagino già. C'è un motivo se fai questo. Non mi sembri una persona cattiva, voglio fidarmi di te. Non ho detto niente a lui perché mi aspettavo che lo sapesse, considerando ciò che prova per te. Però... però Pierre non lo sa, giusto?>>

<<No...>> sussurro, abbassando lo sguardo <<E non deve saperlo.>>

<<Perché? Ti rendi conto di quello che prova per te, giusto? Ti rendi conto di stargli mentendo?>>

<<E secondo questo non mi distrugge ogni giorno di più?>> ribatto all'istante <<Secondo te, questo non mi fa venir voglia di buttare tutto all'aria per dirgli la verità? Ma non posso.>>

<<Perché no?>> lo dice come se per lui fosse ovvio. Certo, non può capire cosa si prova. 

<<Ho fatto un giuramento, Anthoine. Ho giurato che pur di servire la patria avrei dato me stessa e Pierre è parte della patria. Se gli dicessi la verità, probabilmente non mi perdonerebbe mai, o se lo facesse...>>

<<Se ti perdonasse, invece?>>

<<Vorrebbe aiutare. E ho perso fin troppe persone in vita mia, non posso perdere anche lui.>> sibilo, velocemente <<Preferisco che mi odi, piuttosto che si metta in pericolo per me.>> 

<<Lo stai ingannando, e questo è spregevole.>>

<<Ormai non posso cambiare idea. Mia madre e mio padre sono morti nel fermare l'attentato e la persona che sto cercando è la stessa che li ha ammazzati, per cui... pensala come ti pare, ma finché non avrò consegnato quell'uomo alla giustizia, io non mi fermerò. Dovesse costarmi la vita, l'FBI avrà la sua testa. E sarò io a portargliela.>>

Kir... quella parte di me che prende il sopravvento. Kir... quella parte che mi rende forte. Kir... quella parte di me che mi allontana dalla persona che amo. Kir... quella che mi farà avere giustizia per la morte delle persone che amavo di più al mondo.

<<Come riesci anche solo a guardarlo negli occhi? Come fai, eh?>>

<<È la cosa più dura, lo ammetto. Ma sono obbligata a scegliere, non posso avere entrambe le cose. Le opzioni sono soltanto due: o scelgo l'amore e lascio l'FBI, vivendo la mia vita per amore suo, o scelgo l'FBI e lascio andare Pierre, andando avanti in solitudine. Per te, probabilmente, la scelta è semplice, tu hai la possibilità di vivere alla luce del sole, io no. Ma non me ne lamento, ho scelto io di fare l'agente, ho scelto io di rischiare.>> tento di spiegargli, anche se so già che sarà inutile <<E per quanto i miei sentimenti per Pierre siano forti, non posso lasciare un assassino a piede libero.>>

<<Mh...>> sorride amaramente <<Forse il tuo problema non è scegliere, perché già sai cosa farai.>>

<<Ah sì? E quale sarebbe il mio problema allora?>>

<<Impegnarti.>> risponde, facendomi alzare un sopracciglio <<Impegnarti con Pierre. Nella tua vita ti sei sempre preoccupata della perfezione, o sbaglio? E Pierre è quel vento che ti spazza via ogni certezza. Tu hai paura di questo.>>

<<Oh Anthoine, sei così ingenuo...>> mormoro <<La paura è un'altra cosa.>>

<<Noi corriamo ogni weekend su delle macchine a 300 km/h, secondo te non sappiamo cosa sia la paura?>>

<<La vostra è adrenalina, mista, sì, a paura, ma pur sempre adrenalina.>> controbatto, appoggiandomi con la mano allo stipite della porta <<La vera paura è diversa, il terrore è diverso.>>

<<E cos'è allora, Althea?>> 

<<Che cos'è? La paura è un elicottero che cade, la paura è tu che lotti per tenere forte la mano alla tua migliore amica e cercare di non lasciarla andare, la paura è la presa che si spezza, l'elicottero che si schianta e lei che tu non vedi più. La paura è riuscire a tornare a camminare, la paura è vedere i tuoi amici feriti e doloranti, la paura è gridare disperatamente quel nome per riuscire a trovarla, la paura è vederla schiacciata e ferita sotto i resti dell'elicottero che TU stessa hai prenotato. La paura è lei che ti dice di star morendo, la paura è lei che ti dice di prenderti cura di suo fratello, esattamente lì vicino a te, perché lei non potrà più farlo. La paura è lei che muore davanti ai tuoi occhi, la paura sono le cicatrici che ti rimangono. La paura è rimanere quattro giorni dispersi, con i cellulari che non funzionano, e il cadavere di una donna meravigliosa che inizia a decomporsi. La paura sono le bestie che minacciano di divorare quel corpo, la paura sei tu che, anche se vorresti soltanto dormire, fai di tutto per non farle avvicinare, perché vedi suo fratello e sai di averle promesso che ti saresti presa cura di lui. La paura è il post traumatic stress disorder. La paura è quando la notte non riesci a dormire perché rivedi quella scena marcata nella tua mente, come se Dio ci tenesse tanto a ricordarti di aver contribuito alla morte di tua sorella. La paura, Anthoine, è questa!>> vorrei gridare, ma non posso, perché so che Pierre verrebbe qui e non deve vedermi piangere. Perché è esattamente questo che sto facendo, sto per piangere. 

Il francese fa un passo avanti, stringendomi in un abbraccio da cui non mi tiro indietro. 

<<Mi dispiace di averti detto quello, io...>>

<<Mi hai chiesto cos'è la paura, io ti ho risposto. Non ho paura di impegnarmi, sono tre anni che cerco di prendermi cura dei miei amici come farebbe Lexie...>> sussurro, staccandomi e arretrando <<Se avessi paura, avrei rinunciato fin da subito a legami a questa famiglia. Ma mi hai vista, sono... felice. Quando i miei genitori sono morti, avevo perso le speranze. Io ero... non ero più Althea Sheila Blythe, ma solo un manichino. E ora che sono tornata ad essere quello che sono, ora che mi sento come in famiglia, sono pronta ad avere quella vendetta. Per questo, Anthoine, ti chiedo di mantenere il mio segreto. L'hai scoperto per una mia imprudenza, ma di te so che posso fidarmi. Per favore...>> lo supplico, quasi. 

<<Certo che manterrò il segreto.>> me lo dice con un sorriso, anche lui ha gli occhi lucidi <<Aveva ragione Pierre prima...>>

<<Mh?>>

<<Quando ha detto che sei un modello da seguire, non si sbagliava. Ne devi aver passate tante, eppure ti rialzi. Non gli dirò nulla, te lo prometto, Chris o Althea o come devo chiamarti ora...>> 

<<Chiamami Chris, è più sicuro quando ci sono loro...>> 

<<Senti, mi piacerebbe sapere più di te, cioè... della tua vita... non ho mai incontrato una persona come te, sono curioso.>>

<<Mi spiace, ma non posso rivelare niente. Il giuramento di fedeltà prevede anche questo.>>

<<Certo, ma non voglio sapere del caso su cui sei ora, magari anche di uno di quando eri appena entrata, cose del genere, insomma...>> 

<<Va bene.>> acconsento <<Ma non una parola dovrà uscire dalla tua bocca, o l'FBI vorrà la mia testa.>> 


Mi infilo dentro la stanza di Pierre velocemente, senza che nessuno si accorga di me. E come dire, in questo sono piuttosto brava! Mi nascondo nell'ombra fino a quando non si rende conto di avere visite.

Il francese se ne sta lì ad osservare il suo telefono, sembra uno zombie. Sono le due di notte, accidenti, e già sembra defunto. 

Mi avvicino, sotto il suo sguardo mezzo addormentato. 

<<Che ci fai qui?>> me lo chiede con una voce così da idiota che quasi mi verrebbe voglia di alzarmi e andare via. Purtroppo mi sono già seduta. 

<<Ma come, già non te lo ricordi più? Non dovevo tirare ad indovinare?>>

Sorride, sorride e basta. Si tira su meglio, ne approfitto per sedermi sopra di lui. L'unica luce nella stanza è quella della luna riflessa dal vetro della finestra. 

<<Quale sarebbe la tua ipotesi?>> domanda, portando una mano all'elastico che tiene unita la mia treccia e togliendolo. Lascia liberi i miei capelli, incominciando a giocarci. 

<<Non mi ricordo nemmeno la domanda.>> confesso, chinandomi in avanti e posandogli entrambe le mani sul viso, baciandolo <<Ma non mi pare sia così interessante.>>

<<Già...>> concorda, ridendo <<Non ci interessa proprio.>>

Porto una delle sue mani al bordo della mia maglietta, mentre continuo a lasciargli baci. 

<<Aspetta...>> dice, fermandosi con il respiro affannato <<Devi rispondere alla mia domanda.>>

<<Quale?>>

<<Che c'è tra te e Daniel?>> ripete la stessa identica cosa di oggi, con l'unica differenza che ora siamo entrambi mezzi nudi, avvinghiati e con la stessa identica voglia di due conigli. Non so se mi spiego. 

Sorrido, mordendomi la lingua <<Ci siamo totalmente innamorati, guarda... mi sono presa una sbandata per lui talmente grande che, se me lo chiedesse, sarei disposta a scappare con lui.>> dichiaro, ironicamente. 

Ma a quanto pare i francesi non conoscono l'umorismo britannico, perché Pierre mi guarda un po' deluso e fa per tirarsi leggermente indietro.

<<Secondo te, idiota...>> incomincio a dirgli, allacciandogli le braccia al collo <<Se provassi qualcosa per Daniel, sarei qui adesso? O dietro me e te ci sarebbe tutto quello che c'è ora?>>

<<Magari sei indecisa.>>

<<O magari, voglio solo che tu smetta di parlare.>> sibilo, passando con le dita sui suoi addominali perfetti. Lo sento trattenere una risata. Soffre il solletico? Ah ah! 

<<Come lei comanda.>> mi prende in giro, mimando un saluto dittatoriale, prima di tornare a noi. 

Deve essere sempre il solito stupido, è incredibile! 

E per quanto tutto questo sia sbagliato, è dove voglio essere ora. Così non mi lamento quando vengo avvolta dalle sue braccia per dormire un po'. 

In realtà, non sto affatto riposando. Sto pensando. Se vi concentrate attentamente, sentirete il rumore delle mie sinapsi spremersi. 

Poco dopo la cena, quando Pierre si è andato a fare un bagno e gli altri non erano interessati a noi, io e Anthoine siamo andati a farci un giro e gli ho raccontato un po' come funziona. Sono sempre più convinta sia una bravissima persona e quindi non mi pesa più di tanto l'avergli dovuto dire la verità. 

Gli è piaciuta molto la storia del disinnescare le bombe, e chi se l'aspettava che fosse un fanatico dei film di James Bond? Solo che in questo caso JB è una donna e pure cazzuta! 

<<Dormi, dai, non pensare. Se pensi ti vengono le rughe...>> mormora Pierre, prima di addormentarsi. 

<<A tua zia, magari.>> replico, stretta tra le sue braccia. 

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