Chapitre 26
📍19 giugno 2019
<<Eddai, per favore!>> continua a supplicarmi Pierre, mentre cerco di seminarlo e di proseguire la mia camminata da sola. Sono ore che insiste, giuro che sto perdendo la pazienza.
<<No, ti ho detto!>> affermo, sbuffando e accelerando il passo <<Mi puoi, cortesemente, lasciare in pace? Vorrei andare a camminare. Da sola.>> specifico, guardandolo male.
Lui, però, si attacca al mio braccio <<Ti lascio in pace solo se mi dici che ci vieni.>>
<<Pierre, tesoro, non costringermi a mandarti a tappeto con una mossa di Taekwondo e a lasciarti qui steso, non ne ho proprio voglia.>> gli faccio presente, roteando gli occhi infastidita. Lui però non fa una piega, aumentando un po' la presa. Giuro che lo uccido all'istante. Giuro che lo uccido. Giuro che lo uccido. Giuro che lo uccido. Ho già detto giuro che lo uccido? Penso di averlo fatto. E di aver reso ben chiaro il concetto. O almeno, con voi sicuramente, con lui - forse - un po' meno.
<<Tanto lo so che non mi faresti mai del male.>> si diverte a giocare con il fuoco. Ma quello che non ha ancora capito è che il fuoco brucia. E fa male.
Stacco immediatamente, e con forza, il braccio da lui, facendolo rimanere magari anche un po' male <<Forse non lo farei, ma magari non ti è chiaro il fatto che io non ho pazienza. E non ci tengo nemmeno ad avercela!>> affermo <<Quindi, se ora ti levassi dai piedi e smettessi di provare a convincermi, mi faresti un grande, grandissimo, immenso favore.>>
<<Okay, a parte gli scherzi. Che cos'hai?>> Gasly torna serio all'istante <<Di solito non mi rispondi così male. Cioè, alle volte non mi rispondi e basta, ma...>>
Prendo un grande respiro, cercando di rimanere più calma possibile. Devo ammettere che è difficile sopprimere l'incessante desiderio di far star zitto qualcuno <<Per una volta, non ho niente.>>
<<E allora che c'è?>> se continua con domande di questo tipo, non so quanto ancora potrò frenare il mio desiderio di recidergli la lingua in un solo colpo.
<<Sono due ore che continui a chiedermi di venire con te al tuo stupido Gran Premio, non credi che dopo il quarto no la risposta sia evidente?>> domando, retoricamente <<Non ci voglio venire, nonostante sia qui in Francia.>>
<<Posso almeno sapere il motivo?>>
<<Semplicemente non ne ho voglia, non insistere.>> esclamo, superandolo e cominciando a camminare veramente.
Stamattina io e Felix ci siamo allenati, adesso voglio godermi una passeggiata in pace.
<<Ok, va bene. Scusa.>> mi dice, con un tono pari a quello di un cucciolo bastonato. E maledetto siano lui ed il suo essere così tenero <<Non ti disturberò più.>>
Avete presente quando un cagnolino abbassa le orecchie e fa tanta tenerezza? Bene, quello è Pierre in questo momento.
Presa da non so cosa, mi scuso a mia volta <<Ok, I'm sorry. Didn't mean to be rude...>> passo involontariamente a parlare nella mia lingua madre, che ogni tanto prende il sopravvento senza che io possa farci niente. Magari saranno gli istinti omicidi che provavo fino a qualche secondo fa e che adesso si sono tramutati in incessante voglia di baciare questo francesino fastidioso fino allo sfinimento. Non so ancora dirlo con precisione.
<<No, ok, va bene...>>
Sbuffo, infastidita. Mi piacerebbe davvero andare con lui al Gran Premio, accompagnarlo. Ma sicuramente verrei accerchiata dai fotografi e tutti i gossippari comincerebbero a cercare informazioni su di me. Finché si tratta di solo alcuni cittadini di Rouen è okay, ma non posso espormi. Se qualcuno dovesse scoprire il mio vero nome, per me la missione sarebbe finita. Non c'è niente, al momento, importante come l'incarico che mi è stato assegnato.
E poi, non c'è solo questo.
Poso le labbra sulla sua guancia, lasciandolo immediatamente di stucco <<I really didn't mean to be rude.>> ripeto <<Look, I'm honored, but... there's a reason I can't come with you. If you want to know it, I'll tell you.>>
<<Non devi sentirt...>>
<<Domenica sarebbe stato il 23esimo compleanno di Lexie, nonché l'anniversario di quando io, lei e Fede ci incontrammo la prima volta... per questo non verrò, perché non sarei altro che una presenza fantasma. E ho bisogno di tempo per me.>>
<<Oh, io non... scusa.>>
<<Non verrò a Le Castellet, ma farò una cosa per te.>> gli dico, rivolgendogli un sorriso gentile.
<<Cioè?>>
<<Parlerò con Madylin e chiuderò definitivamente la questione. Ti toglierò dall'imbarazzo di decidere con chi parlare quando ci siamo entrambe.>>
<<Non devi farlo per me, sul serio. Se sei ancora arrabbiata...>>
Lo interrompo per tipo la quarta volta <<Sì, sono arrabbiata. Ma in questi giorni ho riflettuto e scritto tanto, mi sono sfogata a sufficienza e ora sono di nuovo completamente lucida. Devo parlare con lei e chiarire i punti che non combaciano.>>
<<Grazie...>> sussurra <<Ho sbagliato ad insistere, dovrei sapere ormai che se dici di no un motivo c'è.>>
<<Non ti preoccupare per queste sciocchezze.>> affermo <<Però credo che tornerò a Londra.>>
<<Come mai?>>
<<Ogni anno, vado sempre al cimitero e le lascio dei fiori. Poi passo a casa dei suoi genitori e guardiamo insieme le nostre foto da ragazzine.>> spiego, un po' emozionata <<Anyway, I think I could take a look at the Tv and make sure that you didn't crash. Then, maybe, root for you.>> bisbiglio, avvicinando la bocca al suo orecchio dopo essermi chinata in avanti.
<<I promise I won't.>>
<<Non fare promesse che non sei sicuro di mantenere...>> gli dico <<Però, se tornassi a casa intero, devo dire che non mi dispiacerebbe.>>
E dopo quell'affermazione, comincio a correre, per rispettare il mio programma di allenamento.
<<Chris!>> mi richiama però il francese. Così mi fermo, aspettando che mi raggiunga per dirmi ciò che deve dire.
<<Che c'è?>> chiedo, curvando un po' la testa.
Qualche secondo dopo, me lo ritrovo a pochi centimetri <<Mi sono dimenticato di dirti una cosa.>>
<<Cioè?>> sento il mio respiro accorciarsi sempre di più man mano che lui mi si avvicina.
<<Grazie.>> sussurra, prima di stampare un bacio all'angolo della mia bocca <<Farò del mio meglio e ti dedicherò il risultato.>>
<<Mi stai dando un valido motivo per seguire la gara, o sbaglio?>> domando, retoricamente ed ironicamente.
<<Non sbagli.>>
<<Forse la guarderò.>>
Tra qualche minuto Madylin scenderà in garage per cominciare a prepararsi per suonare con la band ed attaccare gli strumenti.
Mi siedo davanti alla tastiera, accendendola e cominciando a suonare non appena sento la porta che si apre. Sta arrivando.
Ho scelto come canzone "War of hearts" di Ruelle. Una delle mie canzoni preferite in assoluto e, da quello che so, anche una di Madylin.
Lei entra proprio quando comincia il coro prima del ritornello.
Mi giro con la testa verso di lei, facendole cenno, con un sorriso, di iniziare a cantare con me. Lei è stupita, e ci credo. Non le ho rivolto la parola per giorni e giorni e ora mi presento qui a proporle un duetto, avrei dei dubbi anche io!
<<I can't help but love you. Even thought I try not to. I can't help but want you. I know that I'd die without you.>> cantiamo insieme, e mi sembra quasi di vederla con gli occhi un po' lucidi.
Finita la canzone mi alzo in piedi, abbracciandola. Lei mi si deve essere aggrappata, perché stringe la mia camicetta nei pugni.
<<Scusa.>> me lo ripete più volte, mentre restiamo ferme così.
<<Va bene, non importa più.>> le dico, sciogliendo l'abbraccio <<Promettimi che la prossima volta che vorrai usare una mia canzone me lo chiederai. Ed io sarò felice di prestartela.>>
<<Avrei dovuto ammettere il mio errore fin dall'inizio, e invece ho insistito a fare di testa mia. Sono stata una stronza completa, Chris, e... ti ringrazio... per avermi perdonata.>>
<<Mi sono comportata male anche io. Ma ero così arrabbiata...>> sussurro, tendendole la mano <<Però ora ti propongo questa pace. La situazione è troppo stressante per tutti.>>
<<Avevi ragione ad esserlo...>> sospira la Gasly, ricambiando il mio gesto <<Scusami, ancora una volta.>>
<<Adesso è tutto ok.>>
<<C'entra Pierre, per caso, con questo tuo cambio di idea?>> mi domanda, dopo qualche secondo di silenzio <<Perché non...>>
<<In realtà, in un modo un po' strano e complesso, è Lexie che mi ha spinto a metterci una pietra sopra.>> le rispondo, alzando involontariamente lo sguardo al soffitto e sorridendo. Mads mi guarda confusa <<So cosa stai pensando, sicuramente che io sia pazza. Ma... definiscimi come vuoi, ma Lexie è qui. Lex credo sia il mio angelo custode.>>
<<Non penso tu sia pazza...>>
<<Però, devo dirlo, anche tuo fratello c'entra un po'.>>
<<Non ho ancora capito se voi due state insieme o no!>> mi dice, ridacchiando, sedendosi sulla sedia di fronte alla tastiera.
<<E cosa ti farebbe pensare questo?>> ho un sopracciglio alzato e un'espressione dubbiosa più per convincere me stessa che lei <<No, perché sono curiosa!>>
<<Innanzitutto, non l'hai ancora ucciso nonostante lui ti tartassi costantemente e ti faccia perdere spesso e volentieri la pazienza. Poi, ogni tanto uscite insieme e non tornate per un po' e probabilmente bisognerà disinfettare qualsiasi superficie a Rouen, vi scambiate quei tipici sguardi da fidanzati fieri uno dell'altro... c'è una bella quantità di elementi che me lo fa credere! Per carità, sono contentissima se state insieme!>> elenca Maddy, contando ciò che dice sulla punta delle dita.
<<Non stiamo insieme, Mads...>>
<<Però sembra di sì! Sembrate una coppietta di sposi, siete tenerissimi!>> la sua affermazione, anche durante il momento in cui cala il silenzio, continua a risuonare nella mia testa.
Non riesco a smettere di pensarci.
<<Oh...>> riesco soltanto a dire, cercando di non mostrarmi turbata da questa cosa. Così cambio argomento direttamente <<Maddy, ti va di cantare qualcosa insieme?>> le domando, premendo di nuovo il pulsante sulla tastiera e accendendola.
<<Certo!>> esclama, contenta, voltandosi e recuperando la chitarra, lasciata lì da uno dei suoi amici e compagni di band <<Che cosa vogliamo cantare?>>
<<18.>> suggerisco, senza neanche pensarci due volte.
<<Aspetta, quale?>> Madylin non ha mai davvero ascoltato questa canzone? Seriamente?! Io l'ho adorata talmente tanto - seconda solo a tutta la discografia degli Imagine Dragons - che a momenti persino quando facevo cose con il mio fidanzato dell'epoca ce l'avevo nelle cuffiette. Mi ha aiutato moltissimo durante la mia depressione. Ovviamente con il supporto anche di Lex e Fede.
<<Quella degli One Direction.>> rettifico <<Non l'hai mai ascoltata?>>
<<Aspetta, è quella che fa così?>> e suona qualche nota alla chitarra. Annuisco, quando le recepisco come giuste.<<Però non so il testo. Cioè, lo sapevo a 13 anni, ora non me lo ricordo più!>> scherza <<Cantala tu, io ti seguo con la musica.>>
<<Okay.>>
Ci divertiamo insieme a cantare e suonare fino a quando la sua band non arriva al garage. Nonostante la proposta di Mads di restare ed aiutarli con la musica, li lascio da soli. Non è il caso di disturbarli.
Devo, purtroppo, confermare ciò di cui ero convinta. Non riescono a comporre un qualcosa, difatti continuano a suonare a ripetizione la canzone che ho dato loro. Bah, vedremo come andranno le cose.
Torno in camera, chiudendo la porta a chiave. Recupero la pistola da dentro l'armadio, spolverandola e assicurandomi ancora una volta che sia nascosta a regola d'arte. Lo stesso, poi, faccio con i coltelli e gli altri oggetti.
<<Quando riuscirò a trovare Fritz?>> domando, ad alta voce, sospirando <<Ho bisogno della vendetta che tanto agogno.>>
Come se fosse un segno del destino - o come preferisco credere io, un dono di Lexie - il mio cellulare emette un suono, segno che è arrivato un messaggio.
Nella schermata di blocco non c'è nessuna notifica, ciò significa che mi è arrivato un messaggio nell'app segreta.
Che cos'è l'app segreta? Semplice.
Per dimostrare di essere abile con la tecnologia - per passare il suo esame d'ingresso - Markus ha sviluppato un'applicazione che cripta i dati ed impedisce che questi vengano messi in rete in qualsiasi modo, rendendoli così illeggibili. Sarebbe l'equivalente di Whatsapp, ma più sicuro.
Noi agenti che apparteniamo a quella sede la usiamo quasi tutti. Molto comoda ed efficiente!
C'è un messaggio proprio da parte del mio hacker di fiducia.
Una foto e una didascalia.
<<Indovina chi ti ha trovato ufficialmente la prova che Fritz è Paul Wrecker?>> recita il testo e spalanco gli occhi.
Quindi... quindi questo significa che...
Che devo solo catturare Paul Wrecker e dopodiché avrò completato la mia missione.
Un magone mi si forma involontariamente in gola.
Però sapevo che questo momento sarebbe arrivato.
<<Non rispondi, Kir, cara? Ti ho lasciato così senza parole? Ahahah!>> Markus scrive ancora.
<<Sì, sì, mi hai lasciato senza parole.>> digito, per poi cancellare <<Non fare lo spocchioso, Bone, si sapeva! P.s sei stato grande!>>
Blocco il cellulare, chiudendo gli occhi per qualche secondo.
<<Questo si sapeva, tesoro. Il capo mi ha detto di dirtelo, ma... ma so che in realtà non volevi che te lo dicessi, o sbaglio?>>
<<Posso chiamarti, Mark?>>
<<Anche alle tre di notte, lo sai.>>
Non credo di averlo mai detto a nessuno, ma Markus è il mio contatto d'emergenza. Se dovesse succedere qualcosa a me, lui sarebbe il primo ad essere chiamato.
Non lo sa nemmeno Fede, solo lui.
Quando è morta Lexie, così come feci io tanti anni fa, Markus non riusciva a mangiare, a dormire, a momenti nemmeno a respirare. Non lo dico con vanto, ma sono stata io ad aiutarlo a ricominciare. Capivo meglio di tutti come si sentiva, così ho fatto di tutto per farlo ripartire.
E quando ci sono riuscita, è stato come se anche io avessi affrontato l'addio a Lexie. Avevo promesso a mia sorella che sarei stata vicina a Markus, e così ho fatto.
<<Hey!>> è la prima cosa che mi dice lui.
<<Hey.>> lo saluto, prima di cominciare a parlare.
<<Coraggio, amica mia, dimmi tutto.>>
<<Parlo a Markus o a Bone?>>
<<Markus.>> è la sua risposta, che mi fa subito spuntare un sorriso <<E ora parla, che ho bisogno di fare ehm... come si chiama l'italiana di cui ci parla Fede? Quella che spettegola su tutti, la signora un po' rifatta!>>
<<Chi?>> chiedo, confusa.
<<Dai che hai capito. Quella che quando siamo andati in Italia dalla famiglia di Fede Lex aveva trovato in televisione.>>
<<Ahhh!>> esclamo <<Ora ho capito. Non mi ricordo come si chiama però. Benedetta? No, aspetta... Bianca?>>
<<Sempre con la B era! Ehm...>>
<<D'Ursio o una cosa del genere mi sembra fosse il cognome.>> ripenso <<Ma comunque, gossiparo di fiducia, che te ne pare se io ti racconto e tu mi ascolti?>>
<<Mi pare un'ottima idea!>>
Non aspetto nemmeno che Mark inizi nuovamente con le sue domande e le sue battutacce ironiche, so già che poi mi perderei e adesso ho bisogno di buttar giù un fiume di parole senza che nessuno mi interrompa. E so che lui non lo farà.
Mai.
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