Chapitre 23

| Pierre |

Ho girato per tutta Rouen per almeno un'ora, ma non sono riuscito a trovare Chris. Non so più dove cercare: sono stato in giro per i vari quartieri, ho cercato in tutti i vicoli, ma non ho idea di dove lei sia.

Devo trovarla assolutamente.

Stavolta è davvero indifesa.

Proteggerla è mio compito.

Prendo il telefono, componendo il suo numero. Vorrei chiamarla, ma poi mi ricordo del fatto che è Federica ad avere il suo cellulare.

<<Che cosa faccio?>> chiedo ad alta voce a me stesso.

Devo pensare. Devo pensare come lei. Se fossi Chris, dovrei andrei?

Lei è una persona tendente all'essere solitaria, quindi non sceglierebbe mai un posto rumoroso. Da escludere, allora, la città.

L'unico posto che mi è rimasto da controllare è il bosco, allora.

Mi spiccio ad arrivare lì. Sono davvero, davvero, preoccupato per Chris. Con il telefono a mo' di torcia, mi metto a cercarla. Cerco in ogni punto, evitando di farmi spaventare da tutti quei rumori sospetti che sento.

Sono animali, sono solo animali, ripeto a me stesso. Ammetto di avere paura. Che paradosso, eh? Corro a trecento chilometri orari quasi ogni weekend e ho paura di camminare in un bosco di notte.

Se Chris non fosse così maledettamente importante per me, adesso non sarei qui. Ma lei lo è, lo è tremendamente. E quindi mi tocca affrontare la mia paura.

Ce l'ho sempre avuto questo timore dell'ignoto, fin da quando ero un bambino. Ho sempre vissuto in quella casa, con la mia famiglia, la conosco meglio di me stesso ormai. Mi ricordo, però, che quando ero piccolo e facevo tardi le sere d'estate, avevo sempre tanta paura di andare in bagno da solo.

Dovevo sempre chiamare mamma o papà, o altrimenti andavo in giro come nel 1800. Solo che in quel secolo si usavano le candele, io usavo le torce elettriche.

Solo a pensarci mi viene da ridere, e c'erano Phil e Will che si divertivano a prendermi in giro e a farmi gli scherzi. Una volta, mentre attraversavo il corridoio, mi sbucarono dietro vestiti da fantasmi, con tanto di finta catena strisciante e mi fecero venire un infarto. Ancora mi ricordo il salto che feci.

Cammino per una decina di minuti probabilmente in tondo, fino a quando non mi trovo davanti una sorta di magazzino abbandonato. Non è grande, ma è una struttura che si vede abbastanza bene.

Devo confessare di non esserci mai entrato. Non ci sono mai venuto in questa parte del bosco. Non mi ha mai ispirato veramente fiducia.

Ad essere sinceri, non è il bosco che non mi ispira fiducia. Sono io che mi cago addosso fin troppo facilmente per queste cavolate.

La porta è leggermente aperta, così mi infilo dentro, pregando mentalmente di non trovarci un serial killer dentro. Pronto a colpire qualsiasi eventuale aggressore, punto la torcia in giro. Per gran parte non c'è niente, ma poi...

Una figura giace per terra, con la testa nascosta tra le ginocchia e dei singhiozzi che riempiono l'aria.

<<Chris...>> sussurro, chiamandola. Lei alza lo sguardo immediatamente, accorgendosi di me.

Si alza in piedi di colpo, asciugandosi le lacrime che sta piangendo e guardandomi freddamente <<Che ci fai qui?! Vattene.>> mi comanda <<Vattene via, lasciami in pace.>>

<<No, non vado via. Per favore, parliamone.>>

<<Vattene!>> si gira dall'altra parte, dandomi la schiena. Non vuole nemmeno parlarmi, non vuole guardarmi. E questo mi spezza il cuore.

<<No, io resto qui.>> affermo, sicuro. A volte mi chiedo da solo da dove io prenda tutto questo coraggio. Chiudo la porta, girando dall'interno la piccola chiave ramata.

<<Ora tu te ne vai, o ti butto fuori a calci!>>

<<Chris, per favore. Guardami. Parlami. Ti prego.>> la supplico, avvicinandomi e posandole le mani sulle spalle. Appoggio la fronte contro la sua nuca <<Per favore, ti supplico.>>

<<Perché?>> domanda, allora, tremando a causa dei forti singhiozzi e lasciandosi andare <<Perché mi avete fatto questo?>> me lo chiede con una voce talmente rotta che riesco a percepire il mio cuore spezzarsi. Odio che tutto questo sia successo a lei, proprio a lei, che ne ha passate davvero tante.

<<Ch...>>

<<Lasciami parlare, se proprio vuoi che io dica qualcosa.>> esclama <<Mi sono sentita tradita, lo sai, vero? Tua sorella mi ha tirato un colpo davvero basso. Non mi interessa dei crediti per la scrittura o del fatto che la gente abbia apprezzato ciò, ma quanto più che lei non mi abbia detto niente... io, penso di non essere stata orribile con lei. Penso di non aver fatto niente di male nei suoi confronti, per ricevere in cambio una cosa del genere... e se l'ho fatto, non me ne sono nemmeno resa conto...>>

<<Ti chiedo scusa per quest'oltraggio, davvero. Madylin non...>>

<<Non difenderla, ti prego. Lo so che è tua sorella e che ci tieni a lei, ma per favore... non davanti a me. Quello che ha fatto, a mio avviso, è imperdonabile. Davanti agli altri, dì quello che vuoi, ma non davanti a me. Ti capisco, perché ti capisco. Se ci fosse stata Federica al posto di tua sorella, io non avrei esitato due volte a difenderla. Ma ti chiedo di non farlo.>>

<<Va bene...>> bisbiglio <<Va bene, non preoccuparti. Se non vuoi che lo faccia, allora non lo farò.>>

Rimane zitta per un po', sempre tremolante e penso con il morale sotto i piedi <<Quella canzone l'avevo scritta per mia madre.>> mi confida, e fingo di non sapere che Federica lo abbia già rivelato <<Quando lei e mio padre sono morti, io non ho potuto dire loro addio. E avevamo litigato proprio qualche giorno prima... non hai idea di per quanto tempo io abbia odiato me stessa per questo.>>

<<Io...>>

<<Ma so che Federica te l'ha già detto, ne sono sicura. Non è così?>>

<<N-... Sì.>> decido di dirle la verità <<Sì, ce l'ha già detto. Appena tu sei corsa via, ci ha spiegato la motivazione.>>

<<Grazie per la sincerità, lo apprezzo...>> sussurra <<Ora, però, puoi davvero andartene e lasciarmi da sola. Ti ringrazio per esserti preoccupato per me, ma non ce n'è bisogno. Va a fare qualsiasi cosa, persino spennare una gallina è più interessante che stare con me in questo momento.>> per fortuna, ancora fa dell'umorismo.

<<Perché non capisci che io non ti lascio?>> chiedo, retoricamente. Cerco di sorriderle, ma lei non ricambia.

<<Perché non voglio che tu rimanga, Pierre. Vederti, in questo momento, mi fa ricordare quanto io sia arrabbiata con tua sorella e vorrei evitare qualsiasi azione che comprenda l'omicidio.>> afferma, con la voce traballante <<Quindi, per favore, va via.>>

<<Ascoltami, te ne prego.>> mi sposto davanti a lei, afferrandole le mani e stringendole <<Sei disposta ad ascoltare ciò che ho da dirti? Dopodiché, me ne andrò, e ti lascerò in pace.>>

<<Va bene.>> acconsente, con gli occhi bassi.

<<Federica ci ha dovuto dire cos'è successo.>> incomincio con il dirle questo <<E non avrei mai pensato che... che, insomma... siamo rimasti tutti basiti. Persino Madylin. Quello che hai passato è orribile. Davvero, Chris, noi... noi siamo mortificati. So che mi hai chiesto di non dire niente a suo favore, ma mi sento di dover spezzare comunque una lancia. Maddy non è cattiva, questo lo sai anche tu. L'unica cosa che non intendeva fare era ferirti, sicuramente. Lei ti vuole bene, ti considera come una sorella. Ha sbagliato, e non lo nego. Avrebbe dovuto parlarne con te, vero. Però ti prego, non odiarla.>>

<<Va bene, questo è quello che devi dirmi? Proverò a non ucciderla non appena la vedrò!>> conferma, con un tono acido.

<<Grazie...>> le dico. Anche se non è seria, so che non lo farà veramente <<E ancora una volta, mi dispiace per ciò che ti è successo, Chris. Non posso nemmeno immaginare quanto orribile possa essere quella sensazione...>>

<<Io non ho bisogno della pietà di nessuno, Pierre. Benché meno della tua. Perché credi che non ti abbia detto niente su di loro, eh?>>

<<Per la privacy?>>

<<Per la privacy, sì, forse... ma magari perché io non ho bisogno di nessuno che abbia pietà nei miei confronti. Non voglio essere trattata come una che non è capace di reagire. Io posso farlo, io voglio farlo. Non mi interessa di quello che gli altri pensano. Detesto chi mi dice che "Oh, sono così dispiaciuto per te" e poi magari mi sparlava anche alle spalle. Quindi, per favore, non dire niente. Fa già schifo così, non c'è bisogno di aggiungere...>>

<<Okay, questo l'ho imparato. Lo ripeti sempre, ormai l'ho memorizzato. Ma devi anche capire che non sempre si può vivere senza gli altri.>>

<<Senza chi? Ho già le persone che voglio davvero al mio fianco. Qualcuna l'ho persa, qualcuna è rimasta, ma a me va benissimo così. Mi va bene così.>> replica, alzando le spalle e togliendo le mani dalle mie. Fa qualche passo indietro, appoggiandosi al muro con la schiena.

<<Chris, per favore! Ammetti di soffrire per una volta nella tua vita! Lasciami restarti vicino! Lascia che io ti aiuti! Le brutte cose succedono, bisogna solo avere il coraggio di superarle.>>

<<Che vuoi che ti dica? Che mi sento ancora terribilmente in colpa? Se è questo che vuoi sentire, posso gridartelo all'infinito. MI SENTO IN COLPA, OKAY? MI SENTO IN COLPA! MI SENTO IN COLPA! MI SENTO IN COLPA! Ti sta bene ora oppure vuoi continuare a sentire? Bene allora. Sai come mi sono sentita quando mi è stato detto cos'era successo a mia madre e mio padre? No? Te lo dico io! Morta! Mi sono sentita morta, senza un motivo per continuare a respirare! Non ho mai detto loro che li amavo, non ho mai chiesto loro scusa per tutte le parole orribili che ho detto, non ho mai detto loro quanto fossero perfetti. Non ho mai detto loro che non desideravo veramente che sparissero. E sai perché non l'ho fatto? Per questo carattere di merda che mi ritrovo! Perché sono così stramaledettamente orgogliosa da non rendermi conto delle cose belle che ho fino a quando non le perdo! E mi odio per aver causato quel dolore alle persone che per me contavano di più. Mi pento ogni singolo secondo, di ogni singolo minuto, di ogni singola ora di non aver risposto alle chiamate di mia madre, mi pento ogni istante di non aver chiesto loro perdono. Mi pento di averli lasciati andare via! E sai perché non ti voglio qui? Perché tu hai tutte le opportunità che io non posso avere! Io non sono te, Pierre, non sono Federica, non sono Markus né Demetra, io non riesco ad andare avanti. Sono ancorata al mio passato talmente in profondo che sradicare quei momenti comporterebbe uccidermi! E non sono pronta ad affrontare quei demoni che mi tormentano le notti da anni! Perché io ho paura, ho paura, okay?>> si confessa, tirando finalmente fuori tutto quello che ha dentro. Il suo corpo trema, scosso da tremiti dovuti alla violenza con cui parla <<Ho paura di scoprire che loro non mi abbiano perdonata. E non potrei vivere con quel rimorso.>>

<<Non avresti mai potuto saperlo, Chris.>>

<<Sai cosa mi uccide riguardante la morte di Lexie?>>

<<No, non lo so.>>

<< Almeno in quel caso avrei potuto fare qualcosa di più. Probabilmente non le avrei salvato la vita, ma avrei potuto dirle tanto. She was my one e non gliel'ho mai detto. Vedi quante cose si perdono a rimanere zitti?>>

<<Pensavo fosse Federica la tua one...>>

<<Certo, ma anche Lex lo era.>> annuisce, asciugandosi di nuovo qualche lacrima dal viso <<So che ti ha spedito Federica qui per controllare che io non commetta idiozie, comunque...>>

<<Non...>>

<<Non mentirmi, per favore.>> mi blocca all'istante <<In quel caso, non saprei davvero più di chi fidarmi.>>

<<Non è proprio così... cioè, Federica mi ha ordinato di venire a cercarti, ma io ci sarei venuto comunque.>> le confesso <<E di me puoi fidarti, comunque.>>

<<Ne sei davvero così sicuro?>>

<<Mi dispiace che tu stia soffrendo così tanto, mi dispiace.>>

<<E di che ti dispiaci tu, bah...>> mormora, lasciando la sua testa poggiarsi contro il muro <<Fosse colpa tua, avrei un buon motivo per odiarti. Il mio problema è che non posso odiare te per qualcosa che non hai fatto.>>

<<Perché dovresti odiarmi, scusa?>>

<<Perché altrimenti finirei per innamorarmi perdutamente.>> mi risponde, e probabilmente non ci pensa neanche a ciò che dice. Si siede sopra uno scatolone, non facendo nemmeno caso alla mia espressione da ebete. Non incrocia il mio sguardo nemmeno per sbaglio. Sta guardando in tutte le direzioni, meno che verso di me.

Mi inginocchio davanti a lei, sfiorandole le dita della mano sinistra con le mie <<Che vuoi fare?>>

<<Mh?>>

<<Con mia sorella, dico. Che vuoi fare?>>

<<La eviterò, almeno fin quando non sarò più arrabbiata. Rischierei di metterle le mani addosso ed è una cosa che non voglio.>> risponde subito <<A meno che tu non preferisca che io la uccida...>>

<<No, non ucciderla. Evitala, ma non ucciderla.>> alzo le mani, dandole ragione.

<<Almeno in questo siamo d'accordo...>> si lamenta, sbuffando. Ho notato come ha ben cambiato discorso.

<<Sai cosa ti farebbe bene, invece? Cantare, qualsiasi cosa.>> le suggerisco <<Ti aiuterebbe a liberarti un po'.>>

<<Sì, forse...>>

Cercando in giro, piuttosto che rimanere così fermo, trovo un paio di coperte. Ne butto due per terra, sistemandole a ridosso del muro, l'altra l'accantono per qualche istante. Dato che Chris non ne vuole sapere di alzarsi, la sollevo di peso - beccandomi anche qualche sberla - e mi siedo sopra una delle coperte. Avvolgo entrambi con l'altra, sembriamo degli involtini primavera.

L'inglese si dimena un po', volendo togliersi da lì, ma la trattengo, circondandole la vita con le braccia. Alla fine, si ferma, sbuffando <<Come mai ci tieni così tanto a voler morire?>> mi chiede, ad un certo punto. Quasi mi stupisco che abbia parlato, considerando che è rimasta zitta zitta per diversi minuti.

<<Prego?>> replico, un po' divertito e un po' confuso <<Io non voglio morire. Se ti riferisci alla Form...>>

<<Non mi riferisco a quello, ma a me. Restandomi così attaccato rischi solo di morire per mano mia.>> si spiega meglio lei, roteando gli occhi.

<<Tu non mi uccideresti mai.>>

<<Chi te lo dice?>>

<<Io ti piaccio.>> esclamo, sicuro. So bene dove colpirla, ormai, per farla rimanere senza parole <<Quindi, non mi faresti mai del male.>>

<<Tu non mi piaci!>> controbatte, indispettita. Beh, per lo meno sono riuscito a farle smettere di pensare alla faccenda di Madylin e dei suoi genitori <<Non mi piaci, punto.>>

<<Oh, io ti piaccio, invece. O a quest'ora sarei già bello che morto... o quantomeno, con una delle mie balls in meno.>> affermo, sfiorandole l'elice dell'orecchio destro con la punta del naso.

<<Devo ripeterti ancora che non mi piaci?>>

<<Tesoro, me lo hai detto tu già una volta che ti piaccio. In più, devo anche ricordarti che ci siamo baciati diverse volte? O che la settimana scorsa abbiamo...>> mi interrompe, tappandomi la bocca istintivamente con la mano. Mi scappa un sorrisetto, so di aver vinto.

Almeno con lei, qualcosa ho vinto.

Intanto, Chris canticchia qualcosa. Sembra uno stereo rotto, perché comincia a cantare una canzone e dopo cinque secondi già la cambia.

Tuttavia, sono sicuro di non poterla biasimare.

Passo la mano sul suo braccio, solleticandole la pelle. Lei si gira, abbracciandomisi e sistemandosi in maniera più comoda.

Arrotolo un po' i suoi capelli intorno alle dita, giocando con essi.


| Althea |

In questa posizione, così, riesco a percepire il battito regolare del cuore di Pierre. Provo una sensazione così di pace che non penso di essere capace di descrivere. Mentre il suo petto si alza e riabbassa, io chiudo gli occhi.

È così che ci si sente quando si è innamorati? Come se si fosse al sicuro da qualsiasi cosa?

<<Andiamo via.>> sussurro, spontaneamente. Lo sento mugugnare un qualcosa confusamente, mi spiego meglio <<Sì, andiamo via. Solo io e te. Senza nessun altro. Senza qualcuno che ci cerchi, senza persone a farci pressione. Solo io e te.>>

Mi sfiora la fronte con il naso, sorridendo <<Dove vogliamo andare?>>

<<Lontano da tutto.>>

<<Va bene.>> mormora, in risposta, lasciandomi un bacio sulla fronte e stringendomi più forte <<Partiamo quando vuoi. Ma non torniamo mai più.>>

<<Ci sto.>> bisbiglio <<Non torniamo mai più.>> ripeto <<Mai più.>>


| Pierre |

Chris si è ormai addormentata ed io sono fermo in questa posizione davvero scomoda da tipo due ore. Però, se mi muovessi, la sveglierei ed adesso pare star dormendo un sonno tranquillo.

Recupero il telefono, che ho lasciato vicino la coperta, e scrivo un messaggio a Federica, al numero dell'inglese: <<Fede, non preoccupatevi se non ci vedete tornare. Chris si è addormentata. Ci penso io a lei.>>

Lei, come se stesse aspettando il mio messaggio da ore, legge e risponde subito: <<Ok, ti ringrazio. Ah, e una cosa, se state dormendo vicini, abbracciala. Ho letto che aiuta a conciliare bene il sonno e vorrei evitare che mia sorella rivivesse cose che non dovrebbe... mi capisci, vero?>>

<<Certo. E non preoccuparti, ci penso io a lei. A proposito, non mi ha ucciso, è un passo avanti, no?>>

<<Un grandissimo successo!! Ahaha, buona notte, allora. E state attenti!>>

<<Buonanotte a te.>>

Abbandono il telefono e mi concentro sull'inglese, che mi dorme abbracciata. Quando mai mi ricapiterà una cosa del genere?

Sorrido, mentre il suo dolce profumo mi arriva al naso. Scorro un po' con il didietro, riuscendo finalmente a trovare una posizione comoda. Dopodiché chiudo gli occhi anche io, lasciandomi andare.

Non penso ai serial killer, né ai potenziali semplici assassini che potrebbero starci guardando dalla piccola finestra sulla parete alla nostra sinistra. L'unica cosa che conta è la piccola ragazza che sto stringendo.

Quella di oggi è stata una lunghissima giornata, e sono sicuro che domani sarà ancora peggio.

Quindi, godiamoci la pace prima che scoppi la tempesta.

Non voglio essere pessimista, ma non oso ancora immaginare lo scontro titanico che sarà l'incontro tra Madylin e Satana, come l'ha definita una volta Markus. Chris mi ha promesso di non tentare di uccidere mia sorella, ma non ne sono proprio convinto.

Potrei comunque assistere ad un omicidio.

Speriamo di no.

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