📍 27 maggio 2019
| Pierre |
<<Lovely-jubbly>> sento gridare da Chris, mentre con il suo kart taglia il traguardo. Lo ferma, per poi tirarsi su e rimanersene in piedi con le braccia rivolte verso l'alto. La raggiungo, aiutandola a togliersi il casco e la balaclava (mie donazioni) e a scendere dal kart senza distruggere niente. Le porgo le mani, che afferra, e salta fuori.
<<Was it good?>> le domando in inglese, osservandola annuire e sorridere.
<<Now I feel like I'm the bee's knees!>> la guardo un po' confuso mentre pronuncia quella frase. Evidentemente si tratta di uno di quegli slang britannici che nessuno capisce, tranne i britannici (e a volte nemmeno loro) <<Significa che mi sento come se fossi il meglio del meglio!>> mi spiega, sospirando e continuando a guardarsi intorno.
<<E "lovely-jubbly"?>> chiedo <<Domando perché ogni tanto te ne esci con queste espressioni che mi fanno rivalutare la mia conoscenza in inglese!>>
<<Significa "Eccezionale", o una cosa del genere. Voi dovreste tradurla così più o meno.>> mi spiega <<Ma mio caro, tu dovresti davvero rivalutare il tuo inglese!>>
<<Hey!>> esclamo, indispettito, facendola ridere <<Io sono francese!>>
<<Non è una giustificazione!>> controbatte <<Io sono inglese, ma a momenti parlo francese meglio di te!>>
<<L'importante è crederci, chérie, che certe volte pronunci in un modo che non sta né in cielo né in Terra!>> mi beffo di lei, osservando la sua espressione sorridente e i muscoli del suo viso contrarsi pur di non dire qualcosa. Allora scuote la testa, e lascia muovere i suoi bellissimi capelli.
<<Hey, Pierre!>> mi richiama, qualche secondo dopo.
<<Mh?>>
Poi mi rivolge un'occhiata che afferro al volo.
<<Chi perde paga pegno?>> propongo, tendendole la mano. Lei la afferra, siglando il patto.
<<Non sei ancora pronto a perdere contro di me, Gasly, te lo dico già.>> mi fa presente, assottigliando lo sguardo e risultando così maledettamente sexy <<Perché, andiamo, è ovvio che vincerò io!>>
<<Mh. Vedremo.>> le rispondo, alzando le spalle.
<<Ti umilierò, lo sai, vero?>> scherza, sporgendosi in avanti e avvicinandosi al mio orecchio.
Io faccio lo stesso <<Tesoro, io non credo. Semmai, cara, perderai tu contro di me!>> Chris allora ride ironicamente <<Chi è il pilota tra me e te, Christina?>>
<<Ah! Chi è il pilota tra me e te, Pierre?>> Chris scimmiotta la mia voce, ridendo e gongolando. Non tenta nemmeno di nascondere la sua soddisfazione nell'avermi praticamente stracciato <<Te l'avevo detto, Pierre, che avresti perso!>> mi dice, non appena lascia il suo kart e mi si riavvicina.
La guardo male <<Ti ho lasciato vincere!>> sbuffo, incrociando le braccia al petto. Tuttavia, non riesco a trattenere un sorriso. Perché non è vero, non l'ho lasciata vincere: è lei che è fantastica ed incredibile in tutto quello che fa.
<<Seh, come no?!>> ride, chinandosi verso di me <<Guarda che, se ti dà fastidio, possiamo dire che hai vinto tu!>>
<<Ah ah, molto divertente!>> ribatto, roteando gli occhi <<Fortuna del principiante!>> continuo a scherzare, anche se appaio serio.
<<Tesoro, se fossi una principiante in fatto di guida, probabilmente non sarei nemmeno partita!>> dichiara, stirando le labbra in un sorrisetto fiero.
<<Ti stai auto-squalificando dalla nostra scommessa, lo sai, vero?>>
<<Oh no! Io ho vinto, tu ora paghi pegno!>> afferma lei, ridacchiando <<Non preoccuparti, non ti farò fare figuracce!>>
<<Oh guarda, ora che me l'hai detto sono molto più tranquillo!>>
<<Lo vedo!>>
<<E comunque, mia cara, ti ho davvero lasciato vincere!>>
<<Oh, ma io ci credo, Pierre, io ci credo!>>
<<Questa non è altro che la pura verità!>>
<<Sì, sì. Se lo dici tu!>>
Appena prima di partire, io e Chris abbiamo deciso che ci saremmo fermati a dormire in un hotel. Esattamente, ora ci troviamo a Rochefort, a circa 5 ore da Rouen. Così, in questo momento, stiamo camminando verso la struttura che ci ospiterà.
Non ci siamo portati dietro altro che un piccolo borsone con un paio di vestiti, non resteremo qui a lungo.
Improvvisamente, comincia a piovere e noi siamo costretti a cominciare a correre. Ci mancano circa 200 metri per arrivare all'hotel, quando vedo Chris fermarsi e toccarsi la gamba.
<<Stai bene?>> le domando, dovendo alzare un po' la voce a causa del forte crosciare della pioggia per terra. C'è un acquazzone incredibile, che nemmeno in Normandia.
<<Sì, più o meno.>> replica, con lo stesso tono. Cerca di riprendersi, ma aggrotta la fronte e stringe gli occhi sofferente <<Ho dimenticato le gocce in hotel e sapevo di doverle prendere prima di uscire, ma me ne sono dimenticata...>>. Allora mi avvicino a lei, dandole le spalle e abbassandomi <<Che stai facendo?>> chiede, con confusione.
<<Sali, dai. Ti porto io.>>
In strada ci siamo solo noi.
<<No.>> risponde soltanto, scuotendo la testa.
<<Ma se ti fa male!>>
<<Tu non mi conosci da tanto tempo, quindi non puoi saperlo... ma io odio dover chiedere aiuto.>>
<<Oh fidati, me ne sono accorto!>> ribatto, mentre lei mi scocca un'occhiataccia. Mi spinge leggermente, così mi ritrovo ad allontanarmi <<Chris, dai, così ci ammaleremo soltanto!>>
<<Tu va dentro, io faccio da sola!>> sbuffa <<E non guardarmi così!>>
<<Così come?>>
<<Oh, lo sai, invece!>>
<<Secondo te, se lo sapessi, te lo chiederei?>> rispondo, incrociando le braccia al petto e guardandola, attendendo una risposta.
<<Mi guardi come se ci fosse qualcosa di interessante da vedere in me!>> esclama allora, allargando le braccia e alzando le spalle <<E non riesco a respirare, se mi guardi così.>>
<<Magari perché c'è qualcosa di buono da vedere?>>
<<Mh, se ti piacciono le granite, evidentemente c'è davvero qualcosa di buono.>> e alla mia espressione evidentemente confusa mi spiega <<Il ghiaccio, Pierre. Sveglia.>>
<<Fosse almeno una battuta intelligente!>> dico, scuotendo la testa <<Eccetto gli scherzi, Chris, per favore, vieni dentro. O ti ammalerai sul serio!>>
<<Tu cammina!>>
E pian piano inizia a trascinarsi. Finge di farcela da sola, ma è chiaro che invece non ci riesce. Tuttavia, forse per orgoglio, non mi chiede aiuto.
<<Sicura di non volere una mano?>>
<<Piuttosto preferirei buttarmi dal quinto piano!>> borbotta sottovoce, ma la sento comunque e non riesco a non ridere.
<<Beh, ce l'abbiamo fatta!>> le dico, aprendo la porta della stanza, ricevendo un "Vaffanculo" in risposta.
<<Saresti potuto anche entrare da solo, anziché aspettarmi!>> controbatte Chris, alzando le spalle.
<<Mh, e secondo te ti avrei lasciata lì, da sola, con una gamba dolorante e tremolante?>> le chiedo, retoricamente. Le lancio le sue gocce, che lei beve rapidamente e subito si sente meglio. La sua gamba smette di tremare e finalmente riappoggia il piede bene a terra.
<<Me la so cavare da sola!>>
<<Questo non lo metto in dubbio, Chri! Ma devi capire che non puoi continuare così. Una volta potrebbe andarti male, e potrebbe non esserci qualcuno ad aiutarti!>> le faccio notare.
Lei ridacchia sarcasticamente, avvicinandosi e fermandosi a qualche millimetro da me <<Se qualcuno dovesse "attaccarci", Pierre, penso che avrebbe più paura di me che di te.>> mi dice, piantando gli occhi nei miei e mordendosi il labbro per qualche secondo.
<<Tu mi farai diventare matto.>> bisbiglio. E non so nemmeno io il perché.
<<Al momento, non è il mio obiettivo primario.>>
La bacio istintivamente, nonostante siamo entrambi bagnati fradici e probabilmente con l'acqua persino nelle scarpe.
Lei ricambia, e posso percepire il freddo dell'anello che indossa sul collo.
La sollevo, passando le mani sotto le sue cosce e facendo toccare la sua schiena al muro.
Stavolta non c'è nessun telefono a poterci interrompere, questa volta ci siamo soltanto io e lei. E tutta l'acqua che abbiamo addosso.
Perdo definitivamente il controllo di ciò che faccio quando Chris mi morde, anche se involontariamente, il labbro.
<<Scusa.>> fa per dirmi, ma non le lascio il tempo di farlo.
<<Mh mh.>> mugugno <<Non importa.>>
Eh no, ora proprio non importa.
<<Dormi?>> le domando, cercando di individuare bene la sua figura. Nella stanza è tutto buio. Ormai si è alzata la notte.
<<No.>> mi risponde, voltandosi verso di me, o almeno così mi pare <<Nemmeno tu, a quanto pare.>>
<<Non riesco a smettere di pensare a cosa volessi dirmi qualche sera fa...>> le confido <<Quando i tuoi amici sono andati via, avevi cominciato a dirmi qualcosa, ma poi ti sei zittita e non sei più andata avanti.>>
<<Non era niente di importante.>>
<<A giudicare dall'espressione che avevi, sembrava davvero importante, invece.>> replico, ma la sento sbuffare.
| Althea |
<<Se fosse stato importante...>> incomincio <<Me lo sarei ricordata.>>
E, ancora una volta, mi ritrovo a mentirgli.
Che cosa avrà fatto di male questo ragazzo per affezionarsi a me? È una persona così dolce, così gentile... se ne avessi uno, direi che mi si sta spezzando il cuore.
<<Se lo dici tu...>>
Mi volto dall'altra parte, dandogli la schiena. Poggio la testa contro il cuscino, rimuginando su tutte le bugie che ho dovuto inforcargli.
Non mi sono mai sentita colpevole in vita mia, per tutto ciò che ho dovuto fare. Ho ammazzato una persona per salvarne cento, e non ho provato tutto questo senso di colpa. So che è brutale da dire, ma è così.
In vita mia ho fatto tanto, sia nel bene che nel male, eppure non mi sono mai sentita così.
Che cosa diamine mi sta succedendo?
Perché l'amore deve rovinare sempre tutto? Ci ho messo anni per essere com'ero prima di conoscere Pierre, ho sacrificato ogni cosa bella della mia vita per diventare l'agente che sognavo di essere... e ora sto buttando tutto.
Che direbbero mia madre e mio padre? Che direbbero di me? Che direbbero della figlia che tanto volevano fosse un modello da seguire?
Quanto stupida posso essere, se sto sprecando tutto ciò?
Affondo la testa nel cuscino pur di non lanciare un grido di rabbia. Vorrei voltarmi. Vorrei incrociare gli occhi chiari di Pierre e sentirmi subito meglio, ma questo equivarrebbe ad una sconfitta.
<<Tutto bene?>> mi domanda il pilota, allungando una mano e posandola sul mio fianco <<Chr...>>
<<Ascolta... se tu ti trovassi bloccato ad un bivio, se dovessi prendere una decisione... come faresti a scegliere?>>
<<Quali sono le opzioni?>>
<<Non ci sono opzioni...>> beh, oddio, opzioni ci sono eccome <<Se ti fossi perso e ti trovassi di fronte a un incrocio e non avessi indicazioni, come faresti a trovare la via giusta tra la destra e la sinistra?>>
<<Credo che seguirei il mio istinto.>>
Sospiro <<Già...>>
<<Hey...>> lo sento muoversi e qualche secondo dopo percepisco le sue labbra posarsi sulla mia spalla, mentre mi carezza il braccio con la mano <<Se c'è qualcosa di cui vuoi parlare, te l'ho già detto, puoi dirmelo. Io non ti giudicherei mai, piccola.>>
Io lo so che tu non mi giudicheresti, Pierre, ma in questo particolare contesto so che lo farai. Ed è per questo che non posso dirti niente. Tu odi le bugie.
E odieresti me.
<<Lo so...>> sussurro, girandomi e allungandomi. Mi abbraccio a lui, anche se mi ero già ripromessa di non farlo, e subito mi sento meglio, quasi più rilassata.
Percepisco la tensione nel suo corpo nei primi secondi in cui mi si ritrova addosso. Non si aspettava che facessi una cosa del genere, ma poi mi stringe a sua volta.
<<Stasera sei più strana del solito!>> me lo dice come a voler scherzare, senza nessun velo di malizia nella voce.
Se fossi a conoscenza dei demoni che popolano la mia testa, Pierre, per causa tua, non penso faresti ancora tanto lo spiritoso.
<<Sarai tu che mi fai questo effetto...>> bisbiglio, immaginandomi già il pilota arrossire. Ormai ho capito che l'unica cosa da fare con lui per distrarlo è farlo diventare color peperone. Se si riesce nell'impresa, inizierà a balbettare parole a caso e quando uscirà dalla modalità psico-mode non si ricorderà assolutamente niente.
Questa è una grande scoperta. Considerando quanto maledettamente curioso lui sia, mi sarà utile questa nuova rivelazione!
<<Ah... eh... sì... cioè...>> come previsto, Pierre inizia a balbettare. Mi sporgo, lasciandogli un bacio veloce e facendolo stare zitto.
Ora come ora ho bisogno solo di silenzio, per permettere alla mia coscienza di dilaniarmi.
Chiudo gli occhi, cercando di non pensare alla mia vita. Cercando di non pensare a come la mie certezze stiano crollando una dopo l'altra.
Ma c'è solo un chiodo fisso nella mia mente. Un chiodo fisso che non verrà estirpato tanto facilmente: distruggere Ernest Fritz e tutto ciò che lui ha creato.
Devo riuscire a tenermi unita fin quando non completerò la mia missione. Poi, quando andrò via, potrò prendermi il mio tempo, potrò leccarmi le ferite e lasciare loro il tempo di ricucirsi.
Ma fino a quel momento, non mi è consentito fallire.
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