Chapitre 11

📍18 aprile 2019

Sono passati un paio di giorni da quel quasi bacio con Pierre e da allora non è successo nient'altro. Non ne abbiamo nemmeno parlato, e se devo essere sincera fino in fondo questa cosa mi dà sui nervi.

Non perché io sia innamorata o qualunque altra cosa voi possiate pensare, ma piuttosto perché odio lasciare le cose a metà. Intavolerei io stessa il discorso, ma so che poi finiremmo a parlare di tutt'altro. Ormai mi conosco e so come la mia lingua mi porta a reagire in ogni situazione. Quando sono imbarazzata, inizio a parlare di tutt'altro: conoscendo Pierre, e il suo lato un po' timido, sicuramente coglierebbe la palla al balzo per spostare l'argomento di conversazione.

E poi, dopotutto, non sono qui per innamorarmi. Devo portare a termine la mia missione, e dopodiché sparirò.

Christina Robin non è Althea Blythe: Christina Robin non esiste, e sparirà definitivamente subito dopo aver arrestato Ernest Fritz.

A proposito di Fritz... dopo giorni e giorni sono finalmente riuscita a leggere la lista dei chirurghi. E mi sono saltati fuori due nomi, due soltanto. Due chirurghi plastici in erba, come avevo già pensato, che sono morti poco tempo dopo gli attentati in circostanze sospette.

Ognuno di loro aveva 100 pazienti, circa, dopo gli attentati, quindi dovrò mettermi d'impegno e trovare chi tra questi 200 in totale è più sospetto. Per prima cosa, mi concentrerò su chi so essere ancora in vita, e questo perché alcune delle persone su cui dovrò indagare se ne sono andate. E sicuramente Fritz non è tra questi.

Sono certa che rimarrò con almeno una ottantina di persone, e da lì individuare il nome finto del mio uomo non dovrebbe essere così tanto difficile!

Una volta fatto, sarò costretta a chiedere aiuto a Markus. Ho bisogno di hackerare i sistemi di sicurezza dello studio medico dove lavoravano i due chirurghi, e lui è un esperto in queste cose. Quando lavoravamo insieme, era sempre lui a occuparsi di questo (ovviamente, ha il permesso speciale per intromettersi in ogni tipo di sistema).

In quel momento, sarà facile avere il nuovo viso del colpevole!

Mi butto sul letto, sospirando. Quanto vorrei, in questo momento, avere Federica con me. Mi piacerebbe un sacco chiacchierare con lei, raccontarle tutto quello che mi passa per la mente, festeggiare la sua riabilitazione...

Eppure non si può, e questo lo so bene.

Mi infilo le cuffiette nelle orecchie, collegandole al mio cellulare e lasciando partire la mia playlist preferita. Poi prendo il mio computer, in un impeto, cominciando a visionare i nomi.

Cancello man mano dalla lista i nomi di tutti i defunti, e come previsto mi trovo con circa 85 nomi. Il problema ora sta nel trovare un criterio di esclusione per gli altri: Ernest Fritz può essere una persona soltanto, quindi devo escludere altre 84 persone!

Bene!

Gli occhi cominciano leggermente a bruciarmi, così abbandono il mio proposito di continuare, e mi alzo dal letto, sedendomi sul davanzale della finestra a guardare fuori. Non so perché, ma mi rilassa terribilmente farlo. Quando piove, come oggi, è ancora meglio.

Mi porto la mano al collo, giocherellando con la luna della collana che mi ha regalato Pierre. Sospiro, poggiando la testa contro il vetro e chiudendo gli occhi. Il rumore della pioggia mi riempie le orecchie, calmandomi immediatamente.


Ormai è sera, e ha smesso completamente di piovere. Adesso c'è solo un clima umido. Ne ho approfittato per andare a fare una passeggiata, per far sbollire ogni tipo di nervosismo e potermi così ben concentrare sulla missione.

Sto attraversando il cancello quando vedo Pierre fermo sulla porta, mentre ascolta... Julie? Quella è Julie? Sì, credo. Dicevo, Pierre è fermo sulla porta, mentre ascolta Julie parlare di qualcosa.

Oggi, però, non sembra disgustato come l'altra sera... wow... volubile il ragazzo.

Mi avvicino piano, facendo finta di non esser per nulla interessata alla loro conversazione. Quando, però, sono a pochi passi da loro, Julie salta addosso al pilota, stampandogli un bacio bello grande e piuttosto rumoroso.

Ammetto di star sgranando lo sguardo. La mia espressione, però, viene ben presto sostituita da un sorrisetto, mentre passo accanto a loro, per entrare. Mi volto a guardarli, fingendo un sorriso <<Congratulazioni!>> esclamo, con tanto di occhiolino.

<<N...>>

Interrompo Pierre, chiudendo la porta e scoppiando a ridere. Dio mio che situazione imbarazzante!

Cosa credeva Julie? Di farmi un dispetto? Novità, tesoro, non mi fa né caldo né freddo. Anzi, la cosa è parecchio comica.

Mi fermo in cucina a prendere un bicchiere di succo, e subito mi ritrovo Pierre dietro.

<<Scusa!>> continua a ripetere, come se in alcun modo la cosa potesse ferirmi! Insomma, perché dovrebbe?

<<Perché mi chiedi scusa?>> domando, divertita, sorseggiando dal bicchiere e portando lo sguardo su di lui <<Hai detto qualcosa di male su di me?>>

<<No, ma...>>

<<Allora di che devi scusarti?>>

<<Cioè, a te non...>>

<<Oh, se è quello che vuoi sapere, no... non mi dà per nulla fastidio, perché dovrebbe? Insomma, sei liberissimo di baciare chi vuoi, anche se è una cozza, ma quelli son dettagli...>> rispondo, alzando le spalle <<Per il resto...>>

<<Nemmeno un po'?>>

<<No!>> rispondo, sorridendogli <<Ma spiegami una cosa... ma non ti fa ribrezzo? Cioè, probabilmente se l'è passata mezza Rouen...>> poi però mi tappo la bocca con la mano, sentendo la risata di Pierre.

<<Infatti mi ha baciato lei, non ci penso nemmeno un po' ad uscire con lei... nemmeno se mi pagassero milioni.>>

Scuoto la testa, sciacquando il bicchiere e sistemandolo nell'apposito mobiletto. Poi mi faccio una coda veloce, iniziando ad apparecchiare.

Si sono fatte le otto e noi non abbiamo ancora mangiato stasera. Sistemo la tavola, mentre Pierre continua a guardarmi.

<<Ho qualcosa in faccia?>> domando, curiosa.

<<Oh no, assolutamente...>>

<<Okay...>> sussurro, spegnendo il forno - il cui timer ha appena suonato - e togliendo da lì la teglia con le patate <<Hai un'espressione strana...>>

<<Ma davvero non ti importa?>> me lo chiede con un tono misto tra la delusione e la sorpresa.

<<Eh?>>

<<Davvero non ti importa se lei mi ha baciato?>>

<<Dovrebbe?>>

<<Non so, stavamo per baciarci l'altro giorno!>> è la sua risposta. Oh, finalmente riusciremo ad intavolare il discorso <<E ora mi dici che non ti importa nulla se Julie mi ha baciato o no... non ti capisco!>>

<<Che dovresti capire, scusa? Cioè, io e te non siamo altro che amici. Se tu vuoi baciare la cozza, poi sono affari tuoi!>> rispondo, sinceramente <<Devo sapere qualcosa? Nel senso, vuoi spiegarmi perché ora ti importa di come la penso io se baci lei?>>

<<Perché tu m... no, niente. Curiosità.>> dopo aver pronunciato quella frase, Pierre si zittisce e non dice più alcuna parola per tutto il resto della cena.

Pascale prova ad intavolare una conversazione con lui, ma sembra completamente assorto nei suoi pensieri.


Una volta essermi fatta una doccia ed essermi lavata i denti, mi dirigo in camera.

Ammetto che la domanda di Pierre è rimasta nella mia testa. Perché voleva sapere la mia opinione? C'è un motivo particolare se... se me l'ha chiesto?

Possibile che lui provi qualcosa per me? No, dai! Impossibile, questo è davvero impossibile!

Torno a concentrarmi sulla mia lista, scervellandomi per trovare un modo per eliminare nomi.

Da quello che mi è stato detto dal capo, Fritz non si è mai sposato, dunque non può avere nemmeno la cittadinanza italiana.

Certo, è ovvio pensare che potrebbe aver usato un documento falso, ma sono quasi convinta di no. Questi due chirurghi erano corrotti, interessati solo al denaro, quindi probabilmente saranno bastati dei soldi in più. Inoltre, Fritz ha ammazzato il chirurgo che l'ha operato. Ho sviluppato una teoria, ma è possibile che sia assurda: Fritz si presenta nello studio chirurgico con il suo vero nome, paga il chirurgo. L'uomo lo opera, lo registra nei documenti con un nome e un'identità falsi, dandogli persino un documento che gli permetta di scappare. Dopodiché, però, Fritz lo uccide, si riprende il denaro e scappa, approfittando della sua nuova identità.

Ecco, però nella mia teoria ci sono tre punti che non combaciano. Se è come dico io, punto primo, allora dovrei includere tutte le persone che ho escluso nella lista dei sospettati, perché non è detto siano morti davvero. Punto secondo, perché il medico si è dovuto occupare persino di fornirgli il documento? Impossibile che un uomo come Fritz non avesse nessun contraffattore nella sua banda... il terzo punto, tuttavia, è quello che manda all'aria la mia tesi: i documenti, come passaporti o carte d'identità, sono difficili da contraffare alla perfezione, c'è sempre uno sbavo. Anche quando credi che il lavoro sia perfetto, una macchia c'è comunque.

Per questo motivo credo di aver seguito la pista giusta, escludendo quelle persone. Eppure... eppure un dubbio costante ce l'ho...

Il quadro è sempre più complicato, anche per una come me... che cosa posso fare? Lavorare qui non è nemmeno come farlo a Londra, dove dal quartier generale si poteva accedere a tutto. Qui no, qui sono da sola nella tana del nemico.

Devo trovare una soluzione... se per caso dovessi commettere un errore, mi farei scoprire da Fritz e allora salterebbe tutto...

Dio, aiutami tu a questo punto... dammi la forza per decidere cosa fare.

Il capo si fida di me, si aspetta il meglio, la più totale perfezione... e tutti gli altri problemi che affollano la mia mente sono futili e solo una perdita di tempo.

Mi sto effettivamente rendendo conto di essere sulle tracce di un omicida? No, perché mi pare di star perdendo troppo tempo e sprecando troppe risorse dietro a qualcosa che non vale come il caso!

Prendetemi per fredda, prendetemi per malvagia... ma non ho tempo per pensare a cosa sente il mio cuore se Pierre bacia o non bacia la papera... proprio non ce l'ho!

E ogni secondo che passa, Ernest Fritz è sempre più lontano dalla cattura.

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