Capitolo 53

Viaggiammo.

Viaggiammo per non so quante ore, fino a che Lauren non decise di fare una sosta per dormire.

Fù snervante per me.

Il silenzio sfondava i miei timpani, dando libero arbitrio ai miei pensieri più folli e alle mie domande più complicate.

Non sapevamo entrambe dove stavamo andando, o forse lei sì ma io no.

Non avevamo una meta, eppure stavamo viaggiando senza fermarci a sgranchirci le gambe o per fare il punto della situazione.

Dopo diverse miglia, per puro caso trovammo un motel, in mezzo al nulla.

A vederlo sembrava abbastanza piccolo, le pareti esterne erano di un rosa chiaro molto tenue e l'insegna di benvenuto era fatta di imponenti luci al neon viola.

La scritta "vacancy", invece, era rossa, molto accesa.

Lauren parcheggiò in modo da nascondere l'auto, dietro la struttura.

La prima cosa che fece fu caricare l'arma da fuoco che nascondeva nella giacca e farmi scendere dalla macchina, aprendomi lo sportello gentilmente.

Il freddo invase il mio corpo.

Non c'era vento, ma il mio respiro iniziò a condensarsi davanti ai miei occhi non appena misi i piedi sull'arido terreno della zona.

Era sera, il sole se n'era andato già da un pezzo, perciò la luna aveva dato il via libera al gelo più puro.

Prima che mi congelassi, Lauren mi prese per mano e ci fiondammo dentro al motel.

"Finalmente un po' di calore" pensai.

Il pavimento era tappezzato di una moquette rosso sangue, molto scura, mentre le pareti erano bianco latte.

Il contrasto colpì molto i miei occhi, soprattutto per la scelta dei mobili, che erano neri.

Andammo verso il bancone davanti a noi, enorme e vuoto.

Non c'era nessuno.

Lauren aspettò qualche secondo, impaziente, sempre tenendomi stretta la mano, poi alla fine cominciò a suonare il campanello come una fossennata.

<< Cazzo, ma dormite di già a quest'ora? >> disse tra sé e sé ad alta voce.

<< È l'una di notte >>

Borbottò qualcosa d'incomprensibile e continuò a suonare l'arnese sul tavolo.

Alla fine arrivò una donna sulla cinquantina, con un sorriso falso stampato sulle labbra.

<< Cosa posso fare per voi? >> ci domandò gentilmente.

<< Ci servirebbe una camera per stanotte >>

La donna prese un paio di chiavi e Lauren sborsò subito la cifra che le aveva chiesto.

Le afferrò e cercammo il numero 314.

Chiuse a chiave non appena entrammo, guardando prima nel corridoio se qualcuno ci aveva seguito.

Era diventata molto ansiosa e scrupolosa da quando non mi aveva uccisa.

Aveva paura di qualsiasi cosa, non si fidava di nessuno.

Si fiondò sul letto, mettendosi a sedere e pensando.

Fissò il vuoto per diversi minuti, mentre io la guardai attentamente.

Sospirai, non sapendo come essere d'aiuto visto che la causa di quel casino ero io.

Alla fine tirò fuori un telefono usa e getta, che non poteva essere rintracciato e compose un numero.

Mentre il cellulare squillava, chiuse le tende della finestra e ascoltò se, attraverso la porta, c'era qualcuno fuori.

Dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno, si concentrò sulla chiamata.

Mi avvicinai per sentirla anch'io, mettendomi a sedere accanto a lei sul materasso.

<< Pronto? Sono Lauren >>

<< Tu, cazzo, che fine hai fatto? Lo sai che sei nei guai? >> disse la voce al di là della cornetta.

Lei sospirò.

<< Lo so, ho combinato un casino >>

<< Lau, di me ti puoi fidare, che diavolo hai combinato? L'hai uccisa vero? >>

<< No, Austin, è questo il problema >>

Doveva essere il suo collega.

Ci fu un lungo silenzio, poi parlò.

<< Sai che sei nei guai vero? Il boss ha aspettato la tua risposta per quasi un ora e mezza. Perché non l'hai uccisa? >>

Lauren girò la testa e mi guardò negli occhi.

<< Io la amo. Non potevo >>

<< Cazzo >> imprecò lui << Ti sei messa in un bel casino, e io non voglio esserne coinvolto. Se mi chiederanno qualcosa di te io farò finta che questa conversazione non abbia mai avuto luogo, sappilo >>

<< Ehi, ehi, tranquillo. Ho bisogno solo che tu mi dica dove sono i singoli depositi delle armi e dei rifornimenti del capo >>

Fortunatamente fu molto collaborativo.

Lauren non fece accenni a dove eravamo, né a quali sarebbero stati i nostri spostamenti.

Fu molto attenta, anche se si fidava di lui, a non dare indizi per aiutare una nostra possibile cattura.

Mentre Austin parlava, prese una mappa e si segnò ogni singolo nascondiglio, e, alla fine, conclusa la conversazione, si salutarono.

<< Okay, quelli più vicini a noi sono questi due, ma possiamo andare anche a questo >>

Lauren era visibilmente stressata, e non ce la facevo a vederla così.

Continuò a pianificare dove andare e come fare ad assaltare i probabili rifornimenti d'armi, senza fermarsi.

Sbuffai, stendendomi sul letto, più che stanca per colpa del lungo ed estenuante viaggio.

<< L-Lauren, vieni a letto? >> cercai di chiamarla e catturare la sua attenzione... ma niente.

Continuava, anche se era visibilmente stanca.

Dopo vari tentativi falliti mi alzai, e avvolsi le mie braccia attorno al suo collo.

Lei sembrò rilassarsi per un attimo.

Baciai la sua guancia sinistra, molto lentamente.

<< Lauren? Ti decidi a venire a letto? >> sussurrai al suo orecchio.

<< I-Io devo... devo proteggerti >>

La presi per il mento e la baciai dolcemente.

<< Sì, ma adesso vieni a letto con me e dormiamo, okay? >>

Sospirò lievemente quando riuscì a posare le mie labbra sul suo morbido collo.

Mormorò qualcosa, che purtroppo non compresi.

Sicuramente si stava ancora rifiutando di lasciare da parte i suoi piani.

Continuai a stuzzicarla, riuscendo a deconcentrarla e a prenderle le carte che erano sul piccolo banchetto davanti a lei.

Mi allontanai velocemente e saltai nel letto.

Lei non ritrovandosi più le sue cose davanti ai girò verso di me, sorridendo e scuotendo la testa.

<< Ora tu vieni qui e ti riposi >> insistetti, appoggiando la mappa e tutte le altre cartacce sul comodino di fianco a me.

Lauren scoppiò a ridere e si decise a venire da me, per mia grande gioia.

Gattonò verso di me e si accoccolò al mio fianco.

<< So a cosa stavi pensando, Camila. Ero troppo fissata a pensare a quel "piano d'attacco", scusa >>

Le sorrisi.

<< Ssh, adesso baciami >>

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