Capitolo 21
Mi guardò per qualche secondo.
I suoi occhi verdi erano incastonati con i miei marroni in un lungo sguardo.
Era come se stesse cercando di capire cosa fosse meglio fare.
Rimase sulla soglia della porta, guardando prima verso la sua stanza e poi verso di me.
Alla fine si riavvicinò lentamente, fermandosi però davanti alla finestra.
La sua figura era illuminata per metà dalla luce pallida della luna, mentre l'altra metà dal buio della stanza.
Era semplicemente stupenda.
Deglutì un paio di volte, per poi venire verso di me.
Salì lentamente sul letto e si stese proprio dietro di me.
Io ero distesa di lato, verso la porta, e le davo le spalle, perciò non sapevo cosa stesse facendo.
La sentivo muoversi, ma non avevo la più pallida idea di come si volesse mettere.
Avrei voluto girarmi verso di lei, ma non ne avevo le forze.
Volevo vederla, era più forte di me.
Il mio cervello provò a comandare al mio corpo di muoversi, ma i muscoli si rifiutarono.
Alla fine sentii le sue mani prendermi per i fianchi e tirarmi verso di lei.
La mia schiena era completamente a contatto con il suo corpo, la sua testa era appoggiata sulla mia e le sue gambe erano intrecciate con le mie.
La sua mano dal mio fianco scese, fino a circondarmi la vita completamente con il suo braccio.
Mi vennero i brividi.
In quel momento mi sentii davvero al sicuro.
Le ombre che mi circondavano sparirono del tutto, e mi sentii protetta.
Chiusi gli occhi e mi addormentai, circondata dal calore di Lauren.
Nessun genere di incubo si fece strada nei miei sogni, e riuscii a dormire senza problemi.
Mi svegliai riposata più che mai.
La prima cosa che vidi non appena aprii gli occhi furono i capelli corvini della donna che mi aveva concesso di dormire nel letto con lei.
Ci misi un po' prima di realizzare quello che stava accadendo: Lauren stava ancora dormendo, ed era appoggiata al mio petto, con il braccio che mi circondava i fianchi.
I muscoli del suo volto erano rilassati, gli occhi chiusi e le labbra leggermente aperte.
Era dolcissima.
Sorrisi a quella scena così tenera, e iniziai ad accarezzarle i capelli.
Non appena iniziai sentii un mugolio di piacere farsi strada nella sua gola, poi si accoccolò ancora di più verso di me, come per cercare più calore.
Non l'avevo mai vista così dolce e innocente.
Senza neanche accorgermene, quel momento finì in meno di un attimo.
Lauren aprì gli occhi e si allontanò non appena realizzò quanta vicinanza c'era tra di noi.
<< B-Buongiorno >> balbettai, leggermente scombussolata.
<< Buongiorno, Camila >> disse, stropicciandosi l'occhio << Dormito bene? >>
Sorrisi, imbarazzata.
<< Ehm sì... >> mormorai << Grazie anche stavolta >>
Lei mi guardò e sorrise.
<< Grazie a te. Non ho mai dormito così bene in vita mia >> affermò stiracchiandosi e scendendo dal letto.
Scendendo andò verso la finestra, e guardò fuori, scrutando attentamente l'esterno.
Si girò verso di me, mi squadrò per bene mentre ero ancora sul letto e deglutì.
<< Scendi >>
Io ubbidii.
<< Allora... da quanto tempo eri sveglia? >>
Perchè quella domanda?
<< Ehm, penso dai cinque ai dieci minuti >>
Lei annuì.
Pensò un attimo, annuendo in continuazione.
<< Saresti potuta scappare e invece non l'hai fatto >> disse alla fine << Ti meriti una colazione coi fiocchi >>
I miei occhi s'illuminarono di felicità.
Scesi dal letto saltando di gioia.
<< Oddio, sì! Grazie! >>
Lei si mise a ridere.
<< Sembri una bambina così >> ridacchiò.
Subito dopo mi fece sedere sulla sedia e mi ordinò di mettere le mani dietro la schiena.
Prese lo scotch e lo srotolò.
<< Tranquilla >> mi rassicurò << Appena torno con la colazione ti libero. È solo per assicurarmi che non scapperai in mia assenza >>
Annuii, già consapevole che lo avrebbe fatto.
Era diventata una cosa normale, ormai non mi opponevo più.
<< Vedrò di metterci al massimo dieci minuti >>
Detto quello, volò letteralmente fuori dal motel.
La guardai entrare in macchina e andarsene dalla finestra.
Iniziai a contare i secondi, tanto per tenermi impegnata mentre aspettavo.
Non avevo niente da fare, ed era noioso stare da soli e seduti tutto il tempo.
Solitamente ero una ragazza logorroica, e tutto quel silenzio era anormale per me.
Incredibilmente mantenne la promessa, tornando all'orario stabilito.
La guardai scendere dalla macchina con due grandi sacchi bianchi.
"Oddio" pensai eccitata.
Stavo assolutamente morendo di fame.
Non appena entrò, la stanza fu invasa da un profumo al dir poco invitante e dolciastro.
Appoggiò i sacchi sul pavimento, tirò fuori il suo coltello e tolse lo scotch che mi teneva i polsi legati.
Dopo di che, chiuse la porta e mi fece sedere sul pavimento.
<< Questo sacchetto è tuo e questo è mio >>
Lo aprii e per poco non svenni.
C'era un bicchiere pieno di caffè e latte e poi quattro contenitori con quattro dolci diversi.
Nel primo c'era una pasta semplice, di forma rotonda alla vaniglia, nel secondo c'era un muffin ancora caldo e al cioccolato, nel terzo c'era un waffle e nel quarto una piccola pila di mini-pancakes.
Avevo le lacrime agli occhi.
Aprii tutti i contenitori e fui investita da una calda e invitante brezza zuccherosa.
Assaporai quella sensazione ad occhi chiusi.
Lei si mise a ridere.
<< Dentro ci dovrebbe essere anche una bustina con lo sciroppo d'acero da mettere sui pancakes >> m'informò.
Subito dopo averla trovata, iniziai a mangiare.
Era tutto ancora caldo, il muffin era ancora morbido e soffice e il caffè era di starbucks.
In poche parole la colazione perfetta.
Riuscii a mangiare tutto, con grande sorpresa di Lauren che, a differenza mia, si era mangiata solo una pasta e bevuto il caffè.
<< Cazzo se avevi fame >>
La fulminai con lo sguardo.
<< Per me il cibo è tutto >> affermai seria, scandendo ogni singola parola << E tu me lo hai negato per tre giorni... ci credo che avevo fame! >>
Lei annuì, sconfitta.
<< Eh, lo so... mi avevi fatto incazzare davvero tanto >>
<< E ti giuro che ho imparato la lezione >> la interruppi.
Lei esplose in una grande risata.
<< Meglio così >>
Mentre finivo di mangiare iniziai a fare un po' di conversazione.
<< Lauren... ehm, con mio padre? >> chiesi << Che sta succedendo? >>
Il suo sorriso si spense in meno di un secondo.
Deglutì rumorosamente e girò la testa da un'altra parte.
Rimasi interdetta.
Cosa voleva dire?
<< L-Lauren? >> balbettai.
<< Tuo padre ci sta dando qualche problemino >>
Scossi la testa, e finì di bere il caffè.
"Lo sapevo" pensai "Sempre il solito orgoglioso"
Presi un profondo respiro e le chiesi che generi di problemi stesse causando.
<< È già la seconda volta che dice di non voler pagare >> mi spiegò << Se arriva alla terza sarà un problema, ma non per noi... per te >>
A quelle parole sbiancai.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top