Capitolo 13
Era straziante vederla così.
Sembrava una persona forte, stronza, bastarda, sicura di sé... invece era lì, sul pavimento freddo e gelido di quella squallida stanza, con probabilmente le lacrime agli occhi.
Era come rinchiusa in sé stessa.
Io non riuscivo a capire quello che le stava passando nella testa, né quello che stesse facendo con le mani davanti agli occhi.
Non emanava nessuna emozione, non diceva niente, e io continuavo a volere delle spiegazioni.
<< Parla, ti scongiuro >> mormorai con un filo di voce.
Lei rimase ferma, immobile, in quella posizione.
Io ero seduta sulla sedia, come mi aveva ordinato, ma non riuscivo a stare ferma.
Guardarla dall'alto verso il basso mi sembrò davvero strano.
Mi sentivo come se fossi io a incombere su di lei, come se avessi io il potere... ma sapevo bene che in realtà non era così.
In quel momento sembrava incredibilmente debole, seduta per terra, come una bambina abbandonata dai genitori.
Io potevo alzarmi, spaccare la finestra e provare a scappare...
Invece mi alzai, andai verso la figura disperata di Lauren e mi misi in ginocchio davanti a lei.
I capelli le erano finiti davanti al volto, ma era lo stesso uno spettacolo.
Era sempre bellissima.
Mi sedetti, con le gambe incrociate, mentre la guardavo con gli occhi pieni di lacrime.
Aspettai.
Aspettai che si calmasse.
Aspettai che alzasse lo sguardo, che mi guardasse e che mi spiegasse quello che stava succedendo, quello che volevo sapere.
Passarono i minuti e, alla fine di tutto, si limitò ad alzarsi e a iniziare a darmi di nuovo degli ordini.
<< In piedi, su >> disse, senza neanche porgermi la mano per aiutarmi.
Io la guardai, con uno sguardo letteralmente distrutto.
"Cosa? Mi prende per il culo?"
Rimasi a sedere, senza speranze.
Non avevo la forza psicologica per riuscire a comandare al mio corpo di alzarsi.
Quando finalmente mi guardò negli occhi, mi accorsi della presenza di piccole lacrime, quasi sul punto di cadere.
Il colore delle sue iridi era cambiato notevolmente, diventando quasi verde acqua.
<< Alzati >> ripeté, cercando di mantenere il solito tono da dura, fallendo.
Lentamente, con la poca forza fisica che avevo, mi alzai barcollando.
Sapevo già quello che mi aspettava, perciò mi avviai verso la sedia.
Dopo essermi seduta, mi lasciai comandare da lei.
<< Metti le mani dietro lo schienale >>
Prese le corde, si mise a sedere sul letto dietro di me, e iniziò a legarmi i polsi.
Nei primi due passaggi non strinse troppo, per non farmi male e per non segnarmi la pelle, mentre negli ultimi ci mise tutta la forza.
Mi legò con cura alla sedia, dopo di che si mise a sedere sul muro davanti a me e tirò fuori dalla tasca un pacchetto nero di sigarette.
Ne tirò fuori una, la accese e iniziò a fumarsela.
A ogni boccata che inalava, la merda che mettevano dentro quel piccolo cilindro entrava in circolo nel corpo perfetto di Lauren.
Non doveva buttarsi in corpo quello schifo, ma ogni volta che faceva uscire quel fumo nero dalla sua bocca ne rimanevo incantata.
Era così fottutamente sexy che non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi quattro semplici movimenti.
Semplicemente si portava la sigaretta alla bocca, la circondava con le labbra, inspirava ed espirava.
Ormai erano movimenti impressi nella mia mente.
Sembrò calmarsi, tiro dopo tiro, finché non la finì del tutto.
La buttò per terra, per poi strofinarsi le mani.
Fece un lungo respiro, respirando aria e ossigeno buono, per poi sbuffare lievemente.
Io presi coraggio e parlai.
<< Ora mi puoi dire perché fai così? >>
La mia voce risuonò, tremolante e insicura, in tutta la stanza.
Mi salì un groppo in gola dalla paura che mi pervase subito dopo.
Lei alzò lo sguardo e mi guardò dritta negli occhi.
Rimanemmo così per diversi secondi, creando un'incredibile tensione tra di noi.
Io riuscì a deglutire a stento da quanto panico stavo trattenendo dentro di me.
Il mio respiro accelerò visibilmente.
Una parola sbagliata e me ne sarei pentita.
<< Non sono affari tuoi >> rispose, scandendo ogni singola parola.
Il suo tono faceva paura, e dentro di me cresceva il timore di farla incazzare ancora di più se avessi aperto la bocca un'altra volta.
Ma riuscì a farmi coraggio.
<< Perché fai così? >>
Il suo comportamento era inquietante, come se fosse bipolare, ma non era quello.
Dentro di me sapevo che era per qualcos'altro.
Lei respirò profondamente, come per mantenere la calma o per calmarsi.
<< Fatti gli affari tuoi >>
<< Dimmelo >> dissi quasi urlando.
Rimasi stupita dal tono quasi autoritario della mia voce, ma subito dopo mi pentì di quello che avevo fatto.
Il suo sguardo mi sciolse definitivamente.
Sentì una forte sensazione, quasi gelata, accarezzarmi pesantemente la schiena.
La paura mi stava facendo sudare freddo.
<< Lo ripeto un'ultima volta: non sono affari tuoi >>
<< Perché ti nascondi? Dillo >> urlai, questa volta a pieni polmoni.
Iniziai a respirare in modo affannoso, come se quell'urlo mi avesse privata di ogni energia che mi era rimasta.
Saltò su in piedi dal muretto molto agilmente e arrivò davanti a me in neanche un secondo.
Il mio respiro si fermò, come il mio cuore e la mia attività cerebrale.
Il suo volto era così pericolosamente vicino al mio che il mio corpo si spense completamente.
Potevo leggere la sua anima attraverso i suoi occhi, e lei sembrò capirlo, infatti subito dopo riprese le distanze.
<< Cosa mi stai nascondendo? >> mormorai tra me e me.
Solo che lei lo sentì.
<< Niente che t'interessi, Cabello >> sibilò tra i denti.
<< Certo, se riguarda me >> mi azzardai.
Lei sgranò gli occhi.
<< Non sei al centro dell'universo, principessina >>
Mi morsi la lingua per non dirgliene di tutti i colori.
<< Rispondi alla mia domanda >> le ordinai, finendo il coraggio definitivamente.
Lei chiuse gli occhi, respirò profondamente, per poi riaprirli lentamente.
<< No >> disse semplicemente, girandosi e avviandosi verso la porta.
A quel punto non riuscii più a controllarmi.
<< No! Ehi! Rispondimi >> esclamai << Cazzo, girati >>
Iniziai a singhiozzare.
<< Perché non me lo vuoi dire? >> domandai disperata.
<< Perché non sono cazzi tuoi >> gridò << Sono io che comando. Decido io, tu non hai nessun potere nella situazione in cui sei messa >>
I miei occhi si riempirono di lacrime.
Lei, intanto, aprì la porta per uscire.
Non mi guardò neanche.
<< Rispondimi, cazzo >> urlai un'ultima volta.
Alla fine lei cedette, e rivelò tutto, prima di chiudere la porta con forza.
<< Devo fare il mio lavoro, cazzo >> gridò arrabbiata << Devo essere seria in tutto quello che faccio. Una mossa sbagliata e mi potrebbero fare fuori... Non posso permettermi di innamorarmi >>
Le sue parole mi lasciarono senza fiato.
23 agosto 2016
Oggi festeggio con voi l'anniversario in cui iniziai a scrivere e pubblicai il primo capitolo della mia prima storia.
Non posso credere che siano passati solo 2 anni da quel giorno.
Mi sembra una vita che scrivo... e invece è solo l'inizio.
Iniziai a scrivere perché le storie che leggevo non mi prendevano come mi sarebbe piaciuto, così iniziai a scrivere quello che volevo che gli altri scrivessero.
Iniziai a pubblicare storie così, tanto per fare, non pensavo di attirare lettori da tutto Wattpad (e da quasi tutto il mondo, visto che H.O.P è stata letta in 34 paesi)
Quando arrivai a 1K di followers e poi al mio attuale 2K, ero letteralmente incredula.
So che per alcuni può sembrare poco, ma per me è un bel traguardo.
E poi, beh, 1mln di visualizzazioni a H.O.P ... io non ho parole.
Non ho parole per descrivere la gioia immensa che mi procurate ogni giorno con i vostri like e i vostri commenti, perché è grazie a quello che fate per me che io continuo a scrivere.
Ormai non lo faccio solo per me, lo faccio anche per voi.
Per farvi felici e per farvi vivere e per rendervi partecipi delle storie che partorisce la mia mente.
Detto questo, per questo giorno speciale per me, vedrò di pubblicare un altro capitolo stasera (:
Grazie di tutto
- GleekAndLiars xx.
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