Capitolo 10
Dopo aver detto quella frase, che io non realizzai subito, entrò in bagno e socchiuse la porta.
Socchiuse la porta perché tanto era sicura che io non mi sarei alzata per entrare dov'era lei.
Solo quando sentii l'acqua scendere dentro la vasca, realizzai quello che aveva detto.
"Ho bisogno di farmi il bagno... ma non voglio che Lauren mi guardi! Cazzo!" pensai, scuotendo la testa e guardandomi attorno per cercare di tranquillizzarmi.
Mentre lei era nella vasca, io iniziai a pensare a cosa valeva la pena di fare.
Volevo rilassarmi, stare distesa per un oretta immersa nell'acqua calda, senza essere legata con delle stupide corde, che, inoltre, mi segnavano dolorosamente i polsi.
Il mio corpo non toccava acqua da giorni ormai, e i miei capelli iniziavano ad essere uno schifo... ma lavarmi davanti a quella donna...
Sarebbe stato troppo imbarazzante.
Volevo farmi assolutamente quel bagno... ma dovevo trovare il modo per farla stare fuori dalla porta.
Dopo un po', uscì dal bagno, coperta a mala pena.
Riuscivo a vedere la maggior parte della sua meravigliosa pelle leggermente umida e bagnata.
Sulle sue spalle nude erano ancora posate delle piccole goccioline, che luccicavano grazie alla poca luce soffusa che si era creata nella stanza.
I suoi capelli bagnati le cadevano davanti, sul petto, ed avevano un colore ancora più scuro del solito, un nero assoluto.
Senza volerlo la guardai negli occhi e, Cristo, mi sentii morire.
Erano diventati di un verde acceso e splendente, non ghiacciati come al solito, ma stranamente caldi.
Le sue pupille erano leggermente dilatate, a guardarle mi sentivo affogare.
Erano nere e profonde come l'universo.
Non dissi niente, anche perché ero rimasta senza parole da tanta bellezza di un semplice essere umano.
Stranamente non si mise a sfottermi o a prendermi in giro, anche se le stavo sicuramente sbavando davanti agli occhi, senza vergogna né pudore.
Alla fine distolse lo sguardo e se ne andò nell'altra camera a cambiarsi i vestiti.
Questa volta chiuse la porta.
Io rimasi lì, a guardare quella barriera che mi divideva dalla visione completa del corpo che ogni donna avrebbe voluto avere.
Scossi la testa e tornai alla realtà.
Dovevo smettere di pensare a lei, dovevo pensare alle persone che amavo, come mio padre, mia madre, la mia sorellina e il mio fidanzato Shawn.
Mi mancava passare le giornate con loro, soprattutto con il mio ragazzo.
Mi mancavano le sue coccole e il suo modo di essere dolce e tenero con me.
Fui interrotta dall'aprirsi violentemente della porta, che sbatacchiò al muro, provocando un rumore forte e sordo.
<< Cazzo, che delicatezza >> imprecai.
<< Come la tua nel parlare >> rispose lei, prontamente.
Era ritornata la stronza con gli occhi di ghiaccio, vestita completamente di nero e con la tipica giacca di pelle.
Si mise a sedere davanti a me, a un paio di metri dalla sedia, con le gambe incrociate.
Si mise comoda, appoggiando il mento sulle due mani intrecciate, sostenute dai gomiti appoggiati sulle ginocchia.
Rimanemmo a guardarci negli occhi così, per un'infinità di secondi.
<< Allora >> iniziò lei << Lo vuoi fare o no questo bagno? >>
Deglutii rumorosamente.
"Cazzo" pensai "Devo decidere cosa fare adesso"
<< I-Io >> balbettai, senza riuscire a dire niente.
Ci misi un po' prima di trovare il coraggio per rispondere.
<< Io lo voglio fare... ma te dovrai restare fuori >>
Alzò un sopracciglio.
<< Scusa? >>
<< Non voglio che mi guardi nuda mentre mi lavo... non riesco a rilassarmi >> protestai.
<< Ti imbarazza? >> domandò, fregandosene di quello che avevo detto.
<< Sì >> ammisi.
Annuì, chiudendo gli occhi e facendo spallucce.
<< È normale, ma io devo tenerti d'occhio. Non me ne frega un cazzo della tua privacy. Quindi, o ti fai il bagno in mia presenza, oppure non te lo fai affatto... a te la scelta >>
Respirai profondamente.
Dovevo scegliere.
Alla fine scossi la testa, e me ne fregai.
"Troverò il modo" pensai.
<< Okay. Mi va bene >> risposi.
Sul suo volto si dipinse un sorrisetto soddisfatto e malizioso allo stesso tempo, che mi fece rabbrividire e quasi pentire della mia scelta.
<< Mancano ancora un paio di ore al tramonto... se non mi darai problemi te lo faccio fare anche subito >>
Io annuii, per farle capire che ero sottomessa al suo volere.
<< Perfetto >> ridacchiò << Vedo che hai capito >>
Prima di venire verso di me a liberarmi, chiuse la porta a chiave, per precauzione.
<< Io ora ti slego. Quando te lo dirò io, ti alzerai >> disse, mentre mi slegava i polsi dietro la schiena.
Appena sentii la presa sulla mia povera pelle farsi sempre più lenta, sfilai le mani e mi massaggiai i polsi doloranti.
Li guardai e avevano degli evidenti segni rossi.
"Cazzo..." pensai, sconvolta.
Avevo visto i rapimenti, i sequestri, solo in televisione... e vivere l'esperienza in prima persona era tutt'altra cosa.
Lei si accorse di avermi fatto male, e che io ci ero rimasta abbastanza male.
Si accucciò davanti a me, e con l'indice tracciò il segno provocato dalla corda.
Il suo tocco delicato mi fece venire i brividi.
<< Mi farò perdonare >> sussurrò, continuando a guardare i miei polsi << Potrai stare dentro la vasca quanto ti pare >>
<< Grazie >> fu l'unica cosa che riuscii a dire, in un piccolo mugolio.
Tornò in piedi e si allontanò di poco.
<< Alzati, lentamente >>
Io feci come mi ordinò, senza dire niente.
Una volta in piedi, abbassai lo sguardo per terra, tenendomi il polso che mi doleva di più, come se fossi imbarazzata.
Lauren entrò un attimo in bagno, e tornò con un lungo asciugamano di cotone.
<< Togliti i vestiti e mettili sul letto dietro di te >>
Io granai gli occhi.
Dovevo svestirmi davanti a lei?
Lei notò la mia espressione sul mio volto, e alzò un sopracciglio.
<< Qualche problema? >> domandò.
<< È-È che mi vergogno >> balbettai.
Sbuffò.
<< Togliti i vestiti >> ripeté, fregandosene.
Rimasi un attimo immobile, pensando a come fare, ma mi arresi.
Non potevo fare niente per evitarlo.
Dovevo togliermi i vestiti davanti ai suoi occhi.
Lentamente afferrai la stoffa della mia maglietta, facendola poi scorrere verso la testa.
La buttai sul letto, e subito dopo guardai per un attimo Lauren.
I suoi occhi luccicavano di lussuria.
Fissava attentamente il mio reggiseno di pizzo, con le braccia incrociate.
Mi coprii all'istante la pancia e il seno, arrossendo.
Lei sorrise.
<< Non devi vergognarti. Hai un corpo bellissimo. Devi mostrarlo con fierezza a chiunque abbia la possibilità di vederlo >> mormorò con voce roca.
Il suo tono era così dolce che il mio cuore si sciolse a ogni sua singola parola.
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