The Last Great American Dynasty

12 Agosto, ho una nuova casa (?):

Vivian mi ha portato in una stanza abbastanza grande, al secondo e ultimo piano di casa sua.

Mi sono guardata intorno: c'erano un letto, in un angolo, una finestra gigante, la cui dava sul boschetto, una libreria abbastanza grande, un armadio e mezza parete vuota, dalla libreria alla finestra.
Le pareti erano rosso chiaro, senza alcun tipo di foto o quadro appeso. A primo impatto sembrava una camera messa lì a caso.

-Scusa, ma chi ci dormiva qui?- ho domandato a Vivian, intanto che sistemavo i miei completi nell'armadio, e materializzavo una specchiera e un comodino, accanto al letto.
-Nessuno in particolare. Era la stanza che mio figlio William usava per rifugiarsi a leggere e avere un po di pace, quando quegli altri tre rompevano troppo le palle.
-A proposito di lui... l'ho incontrato nel boschetto, ieri sera. Mi ha parlato di questo suo pessimo rapporto coi fratelli. Avrei voluto dirgli "ti capisco", ma io sono figlia unica... mi ha fatto molta, ehm, molta... tenerezza.
-Povero ragazzo... 25 anni, e tra quei tre idioti e gli altri bambocci suoi coetanei, non so chi l'abbia trattato peggio. Sono felice che abbia trovato una persona come te, che lo faccia sentire a suo agio-

Quella frase mi ha fatto gelare il sangue nelle vene: cosa aveva passato Will?
Aspetterò che sia lui stesso a dirmelo, sempre se vorrà.

Quella sera mi sono chiusa a chiave nella mia camera e ho indossato il mio pigiama morsmordre nero (maglietta a maniche corte nera con un marchio nero argentato stampato e la scritta "morsmordre" in corsivo svolazzante bianco sopra e pantaloni al ginocchio coi serpenti argentati sotto) e mi sono sdraiata sotto le coperte, incerta se chiamare mia cugina (sì perché ora anche noi maghi abbiamo i cellulari, ma non tutti li usano) e chiederle se ci sono novità, oppure ripensare a quanto successo la sera prima. Ho scelto la prima opzione, anche perché sono ferma da due giorni.

Carino il mio telefono? No ok, dai, non divaghiamo.

-Ehi Dora... sono io.
-Cuginetta, stavo per chiamarti! Tutto apposto?
-Più o meno... credo che per ora smetterò di cercare l'assassino.
-Sapevo l'avresti detto, Lu. Io ti avevo avvisato, ma tu... testarda, come al solito eheheheh... dimmi, in quale parte degli Stati Uniti ti trovi?
-Nel Nevada, perché?
-Perché molto probabilmente il tizio bazzica da quelle parti. Mi hanno appena aggiornato due reclute che avevo mandato lì un mese fa.
-Comunque.... tu sei riuscita a vederlo in faccia, sto qua?
-Sì, ma... ma proprio di sfuggita. Era saltato sul primo taxi che passava di lì, e prima che potessi dare l'ordine di inseguirlo, era già in mezzo al traffico. Nessuno ha visto il momento esatto in cui quel coglione ha sparato a tuo padre, purtroppo. I primi testimoni sono arrivati sulla scena quando... Lu, sei ancora lì?-

Certo che lo ero... ma in un mare di lacrime, mannaggini!

-D-Dora... un'ultima d-d-domanda: il t-t-t-ipo era un babbano o un m-mago?
-Allora.... era senza bacchetta magica, e per di più vestito in un modo inguardabile, almeno per me.
-E con q-q-questo?
-Credo sia un babbano-

Ora sì che il caso si complicava ancora di più! Tra i babbani newyorkesi, mio padre non aveva nemici. E allora questo, da dove cazzo era uscito? C'era qualcosa che lui non mi aveva mai detto?

Ho chiuso la chiamata, affranta, e mi sono messa a dormire. Spero che domani vada meglio...

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Due giorni dopo, cioè oggi, ho avuto la meravigliosa idea di dipingere, sulla mezza parete vuota, l'albero genealogico della famiglia Black, in versione ridotta, ovvio. Sono partita dai miei nonni, Orion e Walburga (i due patriarchi, se vogliamo dirla tutta) e un po' disegnavo a mano, un po' mi aiutavo con la magia, per abbellire, decorare e velocizzarmi. Stavo sempre in pigiama, perché tanto chi minchia vuoi che mi veda...

Avevo parlato troppo presto, mi sa. Perché verso le sette e mezzo di sera, ho sentito la porta dell'ingresso spalancarsi e sbattere, in aggiunta a quattro voci allegre e festaiole. Diavolo! E adesso? Posso mica presentarmi in pigiama?
Assolutamente no!

Mi sono precipitata ad aprire l'armadio, ma mi ero resa conto di avere solo completi appariscenti, per nulla adatti ad una cena con ospiti. Così ho materializzato questo:

Con le ballerine nere di vernice (regalo di papà per i miei 16 anni) stava alla grande. Era anche il caso di truccarsi? Ho fissato a lungo i tanti trucchi di Fenty Beauty sulla mia specchiera. No ok, forse no, non ne vale la pena. Aspe, Lucy, dammi retta: mettiti una spolverata di Diamond Bomb, e vai.
Leggera, ma perfetta.

Mentre mi sistemavo, ho sentito le quattro voci davanti alla mia porta. Che cazzo volevano?!
-Ma chi ci sta qui dentro?
-A me lo chiedi, Joe?
-Sì, a te, Jack! A chi lo devo chiedere?
-Comunque questo o questa si è fregata la mia stanza anti rotture di coglioni, volevo dirvelo.
-Sai quanto me ne frega, William?
-Oh scusa se ogni tanto ho bisogno di stare da solo, scusa eh!
-Si vede qualcosa? Chi c'è?
-Non ti ci mettere pure tu, Averell!-
In poche parole, i quattro fratelli si stavano semi azzuffando davanti alla porta della mia camera. Ero tentatissima di prenderli a schiaffi tutti quanti, ma la loro mamma fortunatamente è arrivata prima di me:
-Levatevi da quella porta e filate a lavarvi le mani, che la cena è pronta! Muoversi!-
Grazie... appena in tempo.

Cinque minuti dopo mi sono affacciata timidamente alla porta della sala da pranzo. In tavola c'era un mega piatto di arrosto di vitello, contornato di fette di pomodori e peperoni.
Non è che avessi una gran fame, però.
-Tesoro, vieni qui e siediti- mi ha esortato Vivian- è da quando sei arrivata che non tocchi cibo.
-Veramente sono quasi due mesi che mangio poco e niente.
-Peggio ancora! Ma sei sicura di stare bene?
-Sì, sto... benissimo. Ma se proprio ci tieni... provo qualcosa-

Mi sono seduta accanto a Will e, molto controvoglia, ho fatto levitare due fette di arrosto e una manciata di pomodori, sotto gli occhi attoniti di tutti quanti e ho iniziato a mangiare in silenzio, non curandomi delle chiacchiere intorno a me.

-Avete visto cosa ha fatto?- ha cominciato Joe, che a mio parere doveva aver messo un paio di libri sotto di sè, per arrivare al tavolo- dico, l'avete visto?
-Ma di cosa parli?- gli ha chiesto Jack, masticando un pezzo di peperone- a me sembra tutto apposto.
-La ragazza. Ha fatto una roba strana... ha preso il cibo senza toccarlo! Chissà se...
-Joe Dalton! Smettila di parlare mentre mangi!- ha esclamato la mamma- al tuo nuovo piano penserai dopo! Dimmi Averell, vuoi il bis di arrosto? Ecco qui...
-Grazie mammina!
-Perchè a lui sì e a me no?- ha ribattuto Joe.
Non ce la facevo più: ho finito ciò che avevo nel piatto, e ho iniziato a fissare il vuoto.

Ero talmente assorta che non mi sono accorta che Will aveva appoggiato la sua mano sulla mia. Ma l'ha ritirata non appena Joe si è girato verso di noi.
-Rimetti un attimo quella mano dove l'avevi prima.
-No, scordatelo.
-Se il mio sesto senso non sbaglia, qui qualcuno si è preso una cotta, bella potente. Chi sarà mai questo qualcuno?
-Joe, dai, non cominciare... lo sai che...- ha balbettato Jack.
Prima che finisse la frase, mi ero alzata da tavola ed ero tornata nella mia camera.

Mi sono nuovamente chiusa dentro, mi sono rimessa il pigiama e ho ripreso a dipingere il mio albero genealogico. Il ritratto di nonna Walburga mi stava venendo alla grande. E siccome mi stava tornando il buonumore, ho iniziato a canticchiare:

🎶And they said "There goes the last great American dynasty"
Who knows, if she never showed up what could've been
There goes the maddest woman this town has ever seen
She had a marvelous time ruining everything🎶

Incredibile quanto questa canzone mi rappresentasse... Taylor Swift ne sa una più del diavolo.
Mentre stavo finendo di decorare il primo ramo dell'albero, qualcuno ha bussato alla porta.
Fantastico! L'ultima persona con cui volevo parlare era lì, che chiedeva di entrare.
Che faccio? Lo dovrei ascoltare? O lasciar perdere?
Ok, lo faccio entrare.

Will aveva gli occhi rossi, e doveva aver pianto.
-Scusami Lucy... se ti... ti ho preso la mano... l'ho fatto senza pensare... mi dispiace- ha mormorato, con la voce rotta.
-Non ti preoccupare. Non ti fare sti problemi. Lasciali stare, non meritano le tue lacrime, soprattutto Joe. Ma è sempre stato così? Uno scassa horcrux di prima categoria?
-Purtroppo sì-

Ho ripreso a decorare i due ritratti, con un semplice incantesimo, mentre lui mi osservava, ammirato.
-Quando andavo alle medie, passavo ore e ore a leggere i libri di Harry Potter... e mi sono sempre chiesto se maghi, fate e streghe esistessero davvero. E non sai quante prese per il culo ho ricevuto per questo.
-Beh, ora hai la prova che esistono: hai una delle ultime streghe purosangue rimaste al mondo proprio davanti al tuo naso!
-Ed esiste anche tutto il resto?
-Di cosa? Del mondo magico? Beh, ovvio, avevi dubbi?
-Assolutamente no- mi ha detto Will, abbracciandomi- ti... ti dà fastidio se...
-No, tranquillo. Lo sopporto-

Non sono mai stata una tipa molto... affettuosa, diciamo. Non mi piace essere toccata, da nessuno. Ma a volte ho bisogno di un abbraccio, e basta.

Lo so che aspettavate altro... tra due o tre cap ci sarà💋💋

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