Capitolo 14
Il Mattino seguente Sylvia si accorse che Gianluca era cambiato.
Era diverso, molto più sicuro di sé nelle sue cose, quel ragazzo insicuro e con la paura verso il futuro, aveva lasciato spazio ad una persona migliore.
Vedendo la luce di fronte a sé, anche se il prezzo di tutto ciò lo pagava Sylvia che, lo vedeva sempre immerso nelle sue cose, sempre più distante da lei.
In quel fine settimana si prevedeva che doveva partire. Tutto era cambiato! Giorno e notte si ritrovava da sola mentre lui li trascorreva dietro al suo lavoro, senza fermarsi un attimo.
Il venerdì lui caricò la sua auto con gli strumenti da loro, il borsone con i vestiti. Partì lasciandosi dietro l'immensa comprensione di quella ragazza.
Sylvia ancora una volta si ritrovava a ingerire bocconi amari solo perché voleva bene a qualcuno.
Dal ciglio della strada asfaltata, con le prime luci del mattino che allungavano le ombre degli ulivi che, popolavano il terriccio intorno la casa, alzava il braccio per salutare Gianluca.
Sylvia voleva viverla quella storia, ma tutto era cambiato, lei sarebbe rientrata a Firenze sola, con la malinconia nel cuore.
Sapeva che prima o poi sarebbe arrivata quella telefonata....
Quella telefonata, infatti, arrivó prima del previsto. Gianluca voleva trasferirsi a Roma e lei non avrebbe potuto fare più niente. Non lo ha potuto fermare.
Già lo immaginava vagare per Roma tra la gente che aspettava il semaforo che si colorava di verde per attraversare la strada, lui che attraversa con il suo zaino rossi con bordi neri. Avrebbe fatto colazione in quel bar dove loro si fermavano spesso. A due piani, appena si entrava c'erano due tavolini circolari dove la gente si affrettava nel mangiare cappuccino e cornetto per correre al lavoro.
Avrebbe aspettato il suo turno in fila per pagare la consumazione alla cassa e sarebbe stato all'inpiedi per bere quel succo di frutta all'ananas.
Appena terminato di bere, riprende la borsa e sarebbe uscito dal bar attraversando, proprio di fronte, Piazza della Repubblica. Sarebbe passato davanti ad un grande vaso romano con le zampe leonine e con un grande festone che avvolge il lato superiore, se solo avesse distolto lo sguardo e puntarlo verso la piazze, avrebbe visto i ragazzi parlare seduti sulla corona di una grande fontana che getta acqua a cascata verso l' interno e una statua di una grande sirena che sorride ai turisti che, quando arrivano a Roma, camminano per quella piazza.
Se solo avesse alzato gli occhi, pochi chilometri più in là avrebbe visto il Quirinale con le grande bandiere sventolare sui tre punti più alti.
Sylvia lo immaginava così mentre era assopita nei suoi pensieri, languidi occhi tristi. Al solo pensiero che un'altra storia stava finendo, moriva dentro!
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