Capitolo 1


Mi chiamo Sylvia Medici è sono nata a Rimini. Sono una ragazza di quindici anni. Caratterialmente risolutiva, utopica e passionale. Ho una grande passione, la scrittura, e nel tempo libero, frequento mostre.

Vorrei realizzare i miei sogni, chiusi nel cassetto da troppo tempo.
Frequento il liceo classico, ed è per questo che la mia, insegnante di matematica mi fa accorgere di come sono, inadeguata, con la sua materia. I calcoli non sono stati mai il mio forte, ed è per questo che ho sempre preferito un buon libro anziché risolvere qualche espressione, algebrica.

Quando sono passata dalle medie al liceo, la differenza la sentivo, eccome se la sentivo. Quindi mi sono sempre chiusa in me stessa, a leggere un buon libro.

Oggi sto leggendo un romanzo rosa e sono di spalle, ad un caldo termosifone. I miei compagni di classe ridacchiano. A me non va di stare con loro. Non mi va di fare amicizia con nessuno, per il momento.

Preferisco stare con il mio mondo. E non mi sento affatto, sola. Mentre spio ciò che stavano facendo gli altri, nascosta dietro la mia montagna di volumi.

Improvvisamente vedo avvicinarsi Stella, una mia compagna di classe.

-Ciao! Come mai sei quì, tutta sola?- Mi dice mentre sposta la pila di libri che ingombra sul mio banco.

E cosa potevo risponderle? Che mi sentivo un pesce fuor d'acqua, che sono una persona asociale? No! Semplicemente sono molto timida e, non mi va di far, invadere a chiunque, il mio mondo.

Preferisco dirle -Sono una ragazza timida, scusami!-

Mi fissa e io ricambio lo sguardo.
-Posso sedermi accanto a te?- Mi chiede. Ed io con gentilezza, annuisco. Forse ha davvero intenzione di essere mia amica. Infatti dopo poco riprende la conversione con me.

-Scusa ma da quando è morta mia madre, mi sento un po' come te.-

Come me? Ma cosa intende? -Non capisco! La guardo sbigottita, perché io non ho un lutto in famiglia,
fortunatamente.

-Si isolata, sai quando ti senti fuori luogo, quando nessuno ti capisce.-

Penso che Stella sia una persona davvero forte a non pensare, negativamente, della vita. A non buttarsi giù, ma a reagire.

L'amicizia, giorno dopo giorno, cresce sempre di più. ci cerchiamo, lei è sempre disponibile ad ascoltarmi ed io faccio altrettanto. Arrivato il momento in cui, mi fido talmente tanto di lei, che mi sento di confessarle che m'incomincia a piacere un ragazzo, che frequenta il nostro stesso istituto. È da un po' che mi attrae, fisicamente, l'ho conosciuto per caso. Lui si chiama, Daniele. Aspetto da bravo ragazzo ma il classico bad boy. Un po' più grande di me. Purtroppo non gli vado solo io dietro, ho scoperto, che mezzo liceo, gli va dietro. Credo di non avere speranze, figuriamoci una come me!
Non raccontai a nessuno di quella faccenda, solo a Stella, che mi sembra "interessata" all'idea che io Sylvia Medici possa avere la cotta per qualcuno. Per lei sono tipo, quei robot, che leggono e studiano solo. Senza avere una vita sociale. Ma comunque mi ascolta e, accoglie le mie parole, con comprensione.

Tutti i giorni incontro Daniele, tra i corridoi della scuola. Lui è, come dire, sempre più affascinante. Non manca occasione di sbirciare il  suo, fondoschiena. Sempre più alto, sempre più sodo.

Ma proprio mentre stavo ammirando quel pezzo di figo, Stella mi prende per un braccio, mi strattona e mi porta dietro un muro.

-Sylvia ti devo dire una cosa!- Bisbiglia.
-Che cosa?- Le dico sbigottita.
-Ho scoperto che anche a Serena, piace Daniele!- M'informa con un filo di voce.
-C..Cosa? E come lo sai tu?-
Gli dico iniziando ad arrabbiarmi.
-Eh.. ho sentito parlare, in classe, Giulia e Serena. Mentre passavo, lei ha detto a Giulia che, le piaceva e non poco!-
Caspiterina! È adesso? Butto lo sguardo all'insù, per qualche istante.
-Come facciamo adesso? Cosa mi consigli di fare?- Cerco conforto, in questo momento.
Dopo qualche secondo, Stella trova, una geniale, soluzione!
-Scusa tesoro, ma tra pochi giorni non festeggerai il tuo, compleanno?- La guardo e prendo le sue braccia, tra le mani.
-Si!-
-Bene, bene..Lo inviterai!-
-Co..Cosa??? Io sono molto timida, già sono un pomodoro adesso, figuriamoci davanti a lui!-
-Fatti coraggio, è l'unico modo per confessargli i tuoi sentimenti.-
Intanto c'è un via vai di ragazzi, che cambiano aula.
-Ok! Troverò il coraggio e lo inviterò!-
Riprendo un po' fiato, mi bruciano le guance, sono una persona, estremamente introversa. Non è da me invitare ragazzi, alle feste.
-Adesso andiamo in classe!- E mi prende, sotto braccio.

Dopo quella noiosa ora di algebra, non vedo l'ora che suoni la campanella, non ho fatto altro che fissare Serena, tutto il tempo. Mentre se la rideva, con Giulia. Chissà che cavolo, hanno da ridere! Mi irrita, di base sono una ragazza molto gelosa, ed è per questo che sto affrontando le mie paure per chiedere a Daniele di venire, alla mia festa. Che non so nemmeno...oddio! Solo ora mi accorgo che dovrei, organizzare tutto! I miei sapevano che non avrei fatto baldoria, non se lo aspettano nemmeno, secondo me.
Respiro profondo.
Facciamo così..semmai, in un passato remoto, dovrebbe accettare, allora organizzo tutto, altrimenti no! No! No!
Ma proprio no.
-Sylvi perché agiti la testa, con intervalli di ogni tre secondi?-
La guardo -No niente, niente!- E arrossisco, come sempre. Ormai ci ho fatto l'abitudine.

Quando suona la campanella, sono già lì che scalpito per uscire fuori, dall'aula. In preda al panico, lo vedo camminare, con passo felpato e con testa all'ingiù.

Oddio! Che strizza allo stomaco. -Cosa dovrei fare, esattamente?- Comunico a Stella mentre le stritolo, il braccio.
-Respiri profondi per incominciare!- E inizio a respirare come se stessi partorendo, arrivando in iper ventilazione.
Poi quando è a pochi centimetri da me, Stella mi spinge, ma talmente forte che mi trovo tra le sue braccia.
-Ehy..- Urlo, mannaggia! E adesso chi ha il coraggio di alzare la testa.
-Sylvia, tutto bene?- Mi dice Daniele.
Caz...mi sta rivolgendo la parola. Ho la salivazione a zero. Non so cosa fare, sto incominciando a tremare. -Si..- E sorrido come una pecora al pascolo.
-Sylvia ti voleva invitare alla sua festa di compleanno, sabato! Puoi portare chi vuoi.- Stella mi salva da quella situazione, che più imbarazzante, non si poteva.
-Certo, mi farebbe piacere!-
Coosaa! Ha accettato?? Ho ascoltato bene!
Guardo Stella, incredula.
-Ok allora, ci vediamo lì!- Aggiunge lui. Ma lì dove? Non gli abbiamo detto dove!
-Si, a casa mia!- Gli dico, non pensando alla figuraccia, appena fatta.
-A bene! Parli anche tu!-
Mister simpatia, meno male che è bello! Altrimenti chi se lo filava.
Va via e noi facciamo il trenino, festeggiando alla risposta di Daniele.

Non ci eravamo rese conto che Serena e Giulia, avessero assistito a tutta la scena.

Sabato è arrivato, sono più nervosa che mai, non so dove sbattere la testa, non riesco ad essere riflessiva. Meno male che c'è Stella, altrimenti già avrei mandato, tutto all'aria.

Alle 20:00 puntuali, arrivano tutti gli invitati. Daniele indossa una camicia bianca e pantaloni neri. È così carino. I miei occhi sono come, due cuoricini.

Prendo fiato, li accolgo. Abbiamo preparato un piccolo rinfresco, con pasticcini e bibite, rustici e la torta finale.
Sono emozionata. Lui è quì. Cosa potevo chiedere di più, oggi.

Poi però Stella mi chiama da parte e mi sussurra, -Ora è il momento, chiamalo da parte!-
Annuisco.
Riprende l'iper ventilazione, ma perché questo giovanotto mi fa questo effetto? Mi avvicino e gli bisbiglio.
-Dani potresti venire un attimo di la, con me?-
-Certo!- Mi risponde con fare da duro, come se fosse rimasto solo lui su questa terra.

Faccio segno di seguirmi e ci ritroviamo, fuori al balcone di casa.
Mi giro verso di lui e gli dico tutto quello che sento, liberandomi da quel peso.
-È dalla prima volta che ti ho visto che non faccio altro che pensare a te, sei stato come l'acqua nel deserto arido, le tue labbra carnose sono il mio pensiero fisso, vorrei baciarle e abbandonare tutti i miei pensieri, vorrei perdermi nel tuo sguardo ambrato e toccare finalmente il mio sogno....tu!-
Imbarazzato da quelle parole, mi guarda con aria spazientita e mi risponde.
-Scusa Sylvia, ma adesso non mi và d'impegnarmi con una persona! Prima vorrei far esperienza con le ragazze, più mature.-
Una botta ferma dritta allo stomaco, nessuno poteva evitarmela. Che figura che ho fatto. Mi sono dichiarata io e ho ricevuto un due di picche.
"Brava, cosa ti credevi di fare, con mezzo liceo che gli corre dietro?" Mi dice la mia coscienza.

Si gira di spalle per ritornare dai suoi amici, quando si volta verso di me, cogliendomi alla sprovvista.
Le sue mani presero il mio viso, accarezzandolo.Chiusi gli occhi abbandonando tutti i sensi, incomincia a baciarmi il viso per salutarmi ma si ferma un istante per guardarmi negli occhi mentre, io li serro. Si avvicina, lentamente alle labbra, e ci abbandoniamo in a quel bacio.
È il mio primo bacio.
Si stacca, violentemente, e mi guarda per un istante, come un addio.

Mi sussurra  all'orecchio -Questo è il nostro segreto, non dirlo a nessuno, se davvero mi vuoi bene!-

Ritorno alla festa rimbambita, ma completamente, stracotta di lui. E cerco di spiegare tutto a Stella che mi, guarda impaziente, di sapere cose fosse accaduto. Quando le dico del bacio, inizia ad urlare come una matta. Facendo girare tutti i presenti, verso di noi.

Dopo quella volta, non ho più visto Daniele, anche se lo penso in continuazione. Stella non ce la faceva più a vedermi triste quindi mettemmo su un piano per riprendercelo.

Era tutto pronto. Il piano lo attiviamo, stamattina stessa.

Chiedo il telefonino a Giulia, per inviargli un sms.

Con l'aiuto di Stella, scrivo.

"Ciao Daniele sono Sylvia come và? Ti va di vederci, alla fine dell'ora, fuori la mia aula?"

Daniele, risponde al mio invito. "Si, ci vediamo dopo!"
-Oddio Stella, aiuto!-
-Tranquilla tesoro, ci sono io con te!-

-Che volevi fare con il mio telefono?- Urla Giulia, interrompendo quell'attimo gioioso.
In preda al panico, cerco di trovare, una buona scusa.
-Giulia volevo contattare solo una mia amica.-
Nessuno crede alle mie parole. Mi guarda con aria minacciosa, e va via.

Quando il suono della campanella segna, la fine dell'ora, esco dall'aula. Mi vedo seguire anche da Giulia, che vuole vedere con i suoi occhi, a chi ho inviato, l'sms.

Lo vedo rivolto con le spalle alla finestra, una gamba appoggiata all'indietro, il piede al muro, un braccio penzolante, mentre con l'altro porta la mano a stropicciarsi gli occhi, come se si stesse appena svegliando.

La testa abbassata, quei suoi capelli biondini, la carnagione chiara, un filo di barba. Che imbarazzo, finalmente lui è davanti a me, dopo tutto questo tempo. Mi fa sempre lo stesso effetto.

Voglio sapere se mi ha pensata, perché lui è stato un tarlo, nella mia mente. Che rabbia averlo di fronte a me e non poter riassaporare, il suo profumo. Accarezzare di nuovo, il suo viso. Mi devo accontentare di quello che c'è stato.

-Ciao Daniele, come stai?- Solo questo riesco a dire. Non voglio farlo arrabbiare. Mi aveva detto che non dovevo dire, niente a nessuno.

-Bene. Grazie..te?- Mi risponde.

Non sapendo più cosa dire. Ho dimenticato tutto il discorso provato in questi giorni, con Stella. -Ehm volevo vederti, mi mancavi , ma ritorno in classe, anzi, scusa il disturbo!-

Faccio una piccola piroette su me stessa e incomincio ad andare in classe. Anche lui si allontana, raggiungendo l'ultima aula del corridoio.

Stavo per sedermi al banco, quando Serena e Giulia avanzano verso di me, con fare minaccioso.
-Perché ci hai prese in giro? Il messaggio lo hai inviato a Daniele, no ad tua amica!- Urlano entrambe.
Già oggi non è giornata. Conto fino dieci, ma sono ancora quì che mi guardano.
Sono spazientita adesso, prendo il mio banco e glielo scaravento addosso, con tutta la forza che ho, in corpo.

Afferro con violenza i lunghi capelli neri e lisci di Serena, sentendo le sue grida di dolore.
Con un leggero affanno, la spingo su banco. Stella prende le mie difese, inveendo contro Giulia.
Serena, quando si alza dal banco ha il naso che le sanguina. Prendo mira e le do un calcio nel sedere, facendo schizzare il sangue sulla parete accanto a lei. I compagni di classe stanno incitando a massacrarci, ma la smetto.
La bidella corre verso la nostra aula, sentendo le grida.
-La smettiamo!- Le comunico mentre mi rimetto, il banco a posto.
Fortunatamente la professoressa non se ne accorge di nulla, Serena è in bagno a medicarsi. La prossima volta la smette di provocarmi, è una cosa mia, lei non c'entra niente.

Le vacanze arrivarono presto, io e Stella continuiamo a sentirci telefonicamente, anche se ognuna sente la mancanza dell'altra.


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