Pov. Paolo

"Questo incredibile amore, un respiro profondo.

La tua vita avvolge la mia.

Io come uomo ti proteggerò, dandoti tutto quello che ho.
Mi rendo conto che per me sei importante, ora che non ci sei.

Sei tutto quello che ho.

Sei una forte. Lo so. Nulla ha più senso ora che il tuo bacio non c'è."

Cammino verso un isola nel mare. Penso a Sylvia. Mi lascio andare all'idea che nessuno mi porterà via da te. Seguo il tuo sguardo che mi porta via. Il mio amore nasce col sole.

Il medico è stato chiaro. Il bambino si salverà, ma non si sa ancora se lei si salverà.

Ha avuto un'emorragia interna. Di nuovo.

Quando la cartella clinica è stata stilata, ho avuto la conferma.

Deve partorire. E anche urgentemente.

Darà alla luce, Riccardo.

Dio quanto è bella, anche ora che sta tra la vita e la morte. Onde di questo mare ha in testa. Morbidi, col colore del tramonto. Perfetta. Ma così indifesa.

È la mia donna. Giuro che se riuscirà a salvarsi la sposerò sul serio. Non m'importerà di quella che pensa. Ma la prenderò in braccio e la porterò in quella Chiesa, la nostra.

Ora basta! Devo dirglielo.

Sono stanco di aspettare. Di rincorrerla. Io la voglio!

Trovarla vicino a me adesso, unire i nostri battiti. Ricominciare.

Ascoltami. Dico mentre mi avvicino e le sussurro all'orecchio. In una stanza illuminata da una luce artificiale. Il mio volto scarnito dalle ombre, facendo uscire i miei tratti. I miei capelli che le accarezzano il viso. I suoi occhi sigillati. Le scende una lacrima, che le contorna il viso. Quegli zigomi alti, forti. L'incarnato ha il colore del ghiaccio.
Anche questa volta ha dei lineamenti violacei sotto agli occhi.

Dicono che il bambino sta bene.

Mi muovo dietro questa tenda. Isolato. Mi pesa il cuore.

La città mi sta confondendo. Mi trovo solo. Mi prendo una sedia di plastica, quelle degli ospedali e, con la schiena girata di spalle al cielo, dormo. Con la testa tra le sue mani. Gli aghi che escono dalle vene. Fili verdi che attraversano il corpo e che portano sangue dritti al cuore. Riscaldandolo. Anche se la sua epidermide, congela.

Centomila volte ho pensato. Ho pensato che ti vorrei sentire e abbracciare, come ho fatto sempre.

Polvere di vita dentro di lei.

Vorrei sentirti anche solo per un istante.

Una distesa di acqua cristallina, un bambino che cammina tra i granelli di sabbia, lasciando indietro quello che non serve, e la persona più importante. Tu!

Tra un copri costume che faceva intravedere il corpo tuo, perfetto. Dentro un costume provocante. Il vento che faceva volare tutto quello che avevi addosso.

Questa rabbia mi porta via, mi alzo di scatto. Era troppo bello per essere vero. E scoppio a piangere. Dicono che se piangi da tutti i tuoi occhi vuol dire che le lacrime sono vere.

Sta crescendo questa voglia di vederti in piedi. La libertà di vederti a casa. Di ritornare a casa.

Insieme.




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