Pov. Paolo

Sono inerme.

Al solo pensiero di poterla perdere.

Muoio.

Brividi.

Ma quanto freddo sulla pelle.

La vorrei scaldare. Vorrei dirle che amo solo lei e poter stare "Tutta la vita con te."

Eppure l'incubo si è ripresentato. La vedo ancora dietro ad un vetro. Ancora una volta. Temevo che non si sarebbe presentata più una cosa del genere. Eppure è così.

Stasera dovevo raccontarle mille cose. Eppure la vedo lì. Sdraiata ancora una volta. Con i tubi che le escono dappertutto. È surreale la scena intorno a me.

Sylvia è il dolore che mi fa più male. La malattia che vorrei avere. Sempre.

Ridò a pugni questo muro. Questo sarà il centesimo. Eppure sento che non mi passa.

Mi ha lasciato così. Mi fa vivere e l'attimo dopo, morire.

Non la lascerò mai andare.

Il mio cuore è stato strappato dalla ragazza più dolce di questo pianeta. Siamo così simili e così diversi allo stesso tempo.

Lei non potrà mai cancellare quello che c'è stato.

Dalle pagine del nostro amore.

Stringimi, ti prego.

Voglio te, lo giuro amore mio.

I tuoi occhi chiusi ed i tuoi capelli che scivolano su un letto dalle lenzuola bianche.

Io e te, senza stancarsi mai. Ti ricordi?

Non mi va di andarmene. Eppure vorrei stare in tutti i posti tranne che, quì.

Non ho dubbi. Io amo solo te.

Hai nostro figlio dentro di te. Non dimenticartelo.

Siamo una famiglia. La nostra.

Non aver paura quando ti sveglierai ed io ti stringerò, perché è il mio solo ed unico desiderio.

Guardo quest'orologio appeso, e scopro che non è tra scorso neppure un istante. Eppure quando stiamo insieme, il tempo vola.

Ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati.

Il suono del treno mentre entra in stazione ed il suo fischio.

Ti vidi per la prima, con lo sguardo altrove. Per non farti notare. Ma nonostante tutto erano gli occhi più belli ed espressivi di tutti i presenti. E da lì mi hai fatto scoprire l'amore. Quello vero. Quello con la "A" maiuscola.

Sei la cosa più semplice, e bella che abbia mai incontrato.

Sei la persona giusta per me.

Sei la mamma di mio figlio.

La compagna di vita.

Ogni volta che mi parli io credo in tutto ciò che mi dici. E vedo tutto in modo positivo.

Tu sei la cornice della mia inutile esistenza.

Sembri irraggiungibile in questo momento. Accorciano le distanze, perché non riesco a venirti a prendere dove sei.

Ci separano respiri ed attimi. Ci tengono lontani i tuoi difetti che sono gemme che mantengono, in parte, in piedi, questa storia.

Comunque quando ti sveglierai io sarò quì. Mi vedrai sopravvissuto alla tua assenza. Al tuo essere immobile.

Al tuo modo di non esserci.

Non c'è misura a questa sofferenza.





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