2.
Lasciato il ristorante alle spalle, mano nella mano ci avviamo a casa. Ripenso a quello che mi ha detto Paolo, mentre stavamo seduti al tavolo.
Mi ha detto una cosa stranissima.
Ha parlato di figli che già aveva. Ma come mai?
Mi sto aggrovigliando il cervello, non riesco a capire come mai e perché. Quelle affermazioni così dirette.
Mi giro. Lo sto fissando. Mi vengono i brividi. E non perché fa freddo, ma perché penso all'espressione del suo viso quando mi ha detto quelle cose.
Ha una figlia e un figlio. Non saprei. Il mio viso si è rintristito tutto ad un tratto. Lui se ne accorge e mi sposta una ciocca di capelli dal viso. Io mi scanso. Non voglio che mi tocchi adesso. Sono molto nervosa.
Sta nevicando. Alzo gli occhi al cielo. Che bello quando cadono i fiocchi di neve. Sono tutti diversi tra di loro, proprio come le persone.
Ognuno ha il suo carattere, il suo dolce profumo, un odore di pelle. Nonostante tutto, la calotta è un blu molto particolare, con riflessi bianchi.
Aspetto un bambino, questo è importante.
-Amore, a cosa stai pensando?- mi domanda e ritorno alla realtà.
-A quanto sia bello essere mamma- e mi accoccolo tra le spalle. -Penso alla bellezza di un sorriso di un neonato, al suo odore di talco. Ai suoi occhi espressivi- mi giro verso di lui mentre mi bacia.
È così rassicurante pensare che qualcuno condivide con te un esperienza del genere. È così importante contare su qualcuno quando non c'è nessuno con cui puoi parlare. Mi terrà la mano e mi rasserenerà quando vedrò il buio.
Sarà lì con me quando vedremo il sesso del bambino. È tutto così particolare.
-Dovremmo scegliere una casa più grande- Esordì Paolo mentre nota la mia assenza. Il mio corpo è lì ma la mia mente naviga in giro per non so dove.
Annuisco.
-Certo, possiamo metterci già alla ricerca.- gli stringo forte la mano e mi aggiusto la sciarpa che il vento ha fatto cadere. Non sembra ma quì fa molto freddo.
Né abbiamo e ne stiamo passando tante insieme. Questa non era che la ciliegina sulla torta. Non ritengo che dobbiamo per forza sposare. Ma mi piacerebbe. Mi emozionerebbe pronunciare il "Si" ed impegnarmi con lui. Tanto è come se lo fossi già.
-Prendiamo un thè?- gli domando. Sento il freddo fin nelle ossa.
-Oh amore. Già hai le voglie?- ridacchia sotto ai baffi.
-Smettila! Fa gelo stasera, vorrei solo riscaldarmi.- gli dico, ma infondo mi fa piacere che s'interessi dei miei stati d'animo.
Mi apre con disinvoltura la porta del bar e mi fa accomodare sul divanetto più comodo.
-Vado ad ordinare, tu aspettami quì- mi ordina mentre si allontana.
Lo guardo, risulta goffo e impacciato. Forse non sa come comportarsi. Immagino a come sarà quando verrà alla luce.
Mi serve lui stesso il thè con biscottini al cacao. Lo sorseggio guardandolo sottecchi.
Mi fa compagnia, è molto gentile e premuroso. Si preoccupa se sto bene e se ho bisogno di qualcosa.
Io gli rispondo sempre che sto bene e non ho bisogno di nulla. Che quello che ho, mi basta.
Quando sono ormai le 11:00pm ci ritiriamo in albergo. Mette un film romantico, "Sweet November", e lo guardiamo. Abbracciati.
Ripenso al nostro futuro insieme e a quello che ne verrà.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top