Epilogo

Passarono mesi da quando Harley venne salvata dai dottori e non aveva perso il piccolo né l'anno scolastico, anche se dette gli esami in una scuola privata con Pamela. Harley e Deacon avevano deciso di trasferirsi nella casa al mare, dato che era quasi arrivata l'estate, e l'appartamento del bar era stato lasciato a Pamela e al suo lupetto. Grazie ai video delle telecamere che Deacon aveva salvato ed esposto in questura, Bertha e sua madre vennero denunciate e costrette ad allontanarsi dalla città, spostandosi dove non potevano più fare male a nessuno. Quando Sebastian disse che Harley aspettava un figlio, ci furono reazioni diverse. Deacon ne rimase sconvolto, Pamela rischiò di svenire ma Harley ne fu molto felice. Il professore, da allora, aveva cercato di tirarsi indietro, se Harley aveva voglia di consumare con lui, per non fare male a lei e al bambino non ancora nato. Deacon era disperato all'idea di diventare padre, aveva paura di essere pessimo o di non amare abbastanza suo figlio. E se fosse come suo padre? Che aveva maltrattato Sebastian perchè amava un ragazzo e poi costretto Deacon a frequentare bordelli, facendogli nascere il disturbo dell'ipersessualità. Il professore era contento di avere un nuovo lavoro, come cameriere al bar di Harley, ma gli mancava insegnare. E la sua compagna se ne accorse.

-Cosa c'è, Deacon?- domandò Harley, che si sedette su uno scoglio, accanto al suo lui. L'ex insegnante osservava il mare in tutto il suo splendore con aria malinconica e si teneva una mano in tasca. -Niente, sto bene.- rispose Deacon. Harley aggrottò la fronte e schioccò la lingua. Ade giocava nelle vicinanze con una farfalla. -Senti un po', ciccio, io ormai ti conosco. Sono mesi che ti comporti così. Ti tieni sempre lontano, quando voglio fare quello o non vuoi parlare di nostro figlio. Cos'è? Non mi desideri più?- disse lei, incrociando le braccia. Deacon deglutì e fece passare l'aria del mare tra i denti. Doveva dire la verità, ora o mai più. L'uomo aprì bocca ma, in quell'istante, delle risate familiari attirarono l'attenzione dei 2 e di Ade. Pamela e Sebastian stavano correndo felicemente sulla spiaggia. Harley fece il gesto del "ti tengo d'occhio" a Deacon, poi si alzò a raggiungere la sorellina e il cognato. Deacon rimase fermo, concentrandosi sulle onde del mare.

-Ce l'ho fatta, Harley! Ora sono diplomata anche io!- esclamò Pamela, che abbracciò delicatamente la sorella maggiore. Sebastian sorrise nel vedere le 2 ragazze esprimere affetto. Rey e Persefone rincorsero Ade per gioco, che alla fine acchiappò la farfalla. Harley volse lo sguardo verso Deacon, che si alzò per unirsi alla cricca. -Non capisco come mai Deacon sia così distante. Non vuole figli ma non vuole nemmeno che abortisca. Non so cosa fare.- ammise la maggiore. Sebastian si fece avanti. -Fammi parlare con lui.- propose. Pamela fece una smorfia e scosse la testa. -Lo capisco bene. Se dovesse succedere a me, non so nemmeno cosa farei. Non voglio distruggere la vita che si sta sviluppando dentro ma non sono pronta.- commentò la minore. Deacon si schiarì la voce e tutti i presenti lo guardarono. -La verità è che ho paura. E se poi faccio schifo? E se tratto male il piccolo? E se sono come mio padre?- confessò l'uomo e si coprì il viso per la vergogna. Harley si avvicinò a lui e gli tolse le mani dal viso, poi si alzò sulle punte dei piedi per baciargli la fronte. -Non sei affatto come tuo padre. Nostro figlio sarà fiero di avere te come genitore.- lo rassicurò lei. Deacon tirò su col naso e provò a sorridere. -Spero che sia vero. Se mai dovessi comportarmi male, colpiscimi pure con la pancia.- disse lui. Harley ridacchiò e agitò le spalle. -Oh, vuoi tentarmi?- Sebastian e Pamela si guardarono e si allontanarono con i 3 cani per lasciare soli Deacon e Harley. Ora sembrava che fosse stata risolta la questione.

-Hai già pensato a come chiamare nostro figlio?- chiese Harley, dopo un po'. Deacon alzò le spalle in realtà non ne aveva idea. Anzi, ne aveva una ma non sapeva se sarebbe piaciuta ad Harley. Chiese a lei di parlare prima. -Io stavo pensando di chiamarlo Logan.- disse lei. Deacon si grattò il mento e si rimise una mano in tasca. -E io pensavo di chiamarlo Joel.- ribatté lui. Harley annuì e gli diede delle pacche sulla spalla. -E Joel sia.- disse lei. Deacon la guardò perplesso. -Sei sicura? Ero convinto che non ti piacesse la mia idea.- rivelò l'ex insegnante. Harley incrociò le braccia e inarcò un sopracciglio. -Perchè non doveva piacermi la tua idea? Smettila di vergognarti di tutto. Lo sai che ti ho perdonato per la faccenda delle foto al bar di gennaio.- disse lei. Deacon si morse il labbro inferiore e tirò fuori l'oggetto che teneva in tasca. Era un anello, al cui interno c'era una frase che Harley amava e al centro c'era una riproduzione in miniatura della pietra viola della collana. -Harley Quinn, vuoi...?- Lui non fece in tempo a finire, che lei lo gettò in acqua per la foga dell'abbraccio. -Mi hai convinto, Deacon Marin. Accetto eccome di sposarti ma non perchè sono incinta.- disse lei con tono sarcastico, poi si chinò a baciarlo. Deacon pensò che l'anello si fosse perso ma invece notò che Harley teneva il pugno chiuso. L'ex professore si lasciò andare e sollevò Harley per le cosce, ricominciando a fare quello che non faceva da tempo. -Ti desidero sempre.- mormorò lui. Ora non avrebbe più avuto vergogna. 

Nota dell'autrice: buona domenica a tutti ^^ siamo finalmente arrivati all'ultimo capitolo di questa storia.

Avevo voglia di un lieto fine, come sempre del resto, e quindi ecco il risultato. Finché non avrò connessione stabile e nuove idee, questa è l'ultima storia lunga che pubblico. E c'è una sorpresa nella raccolta di one shots Cassarian, andate a vedere ;) Ci vediamo poi ^^

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