Cap 32
Quando entro alla tana dell'Orso, è l'orario dell'aperitivo. Ho chiesto a Prisca se mi accompagnava, ma sua madre non aveva voglia di portarla in macchina fino a lì. La musica è fortissima e Geo è impegnato a preparare i suoi cocktail. Mi siedo al bancone e lo osservo mentre shakera e si passa il tumbler vicino all'orecchio.
«Cosa bevi?», mi chiede, strizzandomi l'occhio.
Ho studiato un po' i cocktail e le bevande da aperitivo. L'ho fatto davvero. Ho aperto una pagina google e mi sono informata. Me ne vergogno un po'. Mi ha fatto venire in mente quando, a partire dalla prima media, ho iniziato a studiare i colori. Più ne sapevo e più soffrivo. Ma qui è diverso, Qui basta scegliere e gustare.
«Un Hugo, grazie», rispondo.
«Ottima scelta, principessa», mi dice e prima di prepararmelo si ferma e mi stampa un bacio sulla guancia. Tre ragazze ci fissano in modo strano. Forse sono gelose. Hanno tutte i tacchi, e il seno che spunta fuori dalle canotte. Io indosso una semplice maglietta bianca e un paio di shorts.
«Bentornata», aggiunge Geo.
Fa ancora quel movimento vicino all'orecchio.
Mi viene da ridere.
«Si sente il mare, come nelle conchiglie?», gli chiedo.
«Che?», dice lui e mi allunga una ciotola di salatini.
«Quando shakeri vicino all'orecchio»
Geo scoppia a ridere.
«Sei tremenda», risponde solo, ma poi deve servire altra gente. C'è una cameriera che prende le ordinazioni ai tavoli. E' una ragazza carina, avrà qualche anno in più di me. Ogni tanto anche lei mi fissa come se fosse infastidita. Non capisco il perché di tutta questa ostilità, ma decido di godermi il mio aperitivo e assaggio il primo Hugo della mia vita.
«Allora, com'è?», mi chiede, mentre passa svelto alcuni ombrellini di carta dentro ai bicchieri.
«Buonissimo», rispondo. Ha un sapore intenso e mi sembra molto forte. A dirla tutta, dopo averne bevuto solo tre sorsi, mi sento già girare la testa.
Lo osservo mentre lavora. E' così bello, con i capelli legati e lo sguardo concentrato. Sembra davvero un artista. Lui vuole essere così, un genio dei cocktail. Il mago dei bicchieri e la campionessa di pattinaggio. Suoneremmo bene insieme. Non faccio altro che chiedermelo: Geo è mio? Oppure quei baci per lui non significano niente?
La sua mano sfiora quella della cameriera mentre prende l'ordinazione. Siccome brucio d'invidia, mi attacco alla cannuccia. Dopo un po', lui è di nuovo lì e mi sussurra all'orecchio: «Fai chiusura con me?»
Non posso. Lo sa benissimo. Devo cenare e sono già mezza sbronza.
«Rimani qui con me», insiste, e mi toglie il bicchiere vuoto da sotto il naso.
«Okay», rispondo e sento che mi è difficile dirgli di no. Ross si arrabbierà tantissimo.
«Te ne porto un altro», mi informa».
Le tre ragazze parlano e guardano nella mia direzione. Cerco di ignorarle e mi ingozzo di patatine. E' stata una settimana intensa, mi merito questo momento. Domani tornerò ad allenarmi. Adesso voglio godermi un po' di libertà. Il secondo cocktail va giù molto più in fretta del primo. Mi sono abituata al sapore amarognolo e la gola non brucia neanche più.
Mi sembra di essere più felice, adesso. Seguo il ritmo della musica con la testa. Geo ogni tanto mi osserva e sorride. Il tempo inizia a passare decisamente molto più in fretta. Senza neanche rendermene conto, sono le nove, e adesso ci siamo solo io e Geo. La sera questo posto si svuota.
«Vorrei lavorare in un vero pub», mi confida Geo, appoggiandosi al bancone.
Io lascio cadere la testa sulla sua fronte. Sono un po' stanca.
«Potrei servire i miei cocktail fino a tarda notte»
«Non ti aspetterei così tanto», rispondo. La mia voce è diversa. Sento che faccio fatica a trascinare le parole. E' come se mi uscissero dalla pancia e facessero un lungo tragitto.
«Magari invece sì», dice lui e mi bacia sulle labbra, prendendomi la faccia tra le mani. Mi appoggio al palmo di quella mano calda e grande. Ci affondo il naso dentro e poi gliela lecco.
Geo si ritrae, ridendo.
«Hai bevuto un po' troppo, bambina», scherza. Io scoppio a ridere. Non so neanche se riuscirei a camminare.
Lui si avvicina, si siede e mi prende in braccio.
«E se entra qualcuno?», gli chiedo.
«In questo caso dovrei alzarmi e assicurarmi che riesci a stare sulla sedia da sola», mi risponde.
Mi bacia sul collo. Piego la testa all'indietro e sento che sto rabbrividendo.
«Vuoi sapere perché shakero vicino all'orecchio?», mi bisbiglia in un orecchio.
«Sì», rispondo e mi rendo conto che gli direi sì a qualsiasi domanda.
«Per sentire quando il ghiaccio si rompe», spiega «ed è quello il momento di interrompere»
«Adesso capisco», rispondo «è un po' come sentire il mare nella conchiglia, in ogni caso»
Geo ride e mi stringe più forte. Mi giro verso di lui e inizio a baciarlo.
«Sai di sambuca e menta», mi informa «buonissimo. Proprio il sapore che speravo»
Mi aggrappo a lui e inizio a ruotare il bacino.
«Non puoi fare così, Laura», dice «o mi farai impazzire»
Infila una mano sotto la maglietta e mi stringe un seno. Sospiro.
«Sei così sexy...», mormora.
Non me l'ha mai detto nessuno. Ma decido di credergli. Lascio che mi tocchi e intanto continua a baciarmi. Sento che sono bagnatissima e anche lui è eccitato. Ho uno strano dolore al basso ventre, qualcosa di completamente nuovo, che non avevo mai provato.
«Allora io vado», dice la cameriera, comparendo dietro alle nostre spalle. Era ancora qui? Come ho fatto a non accorgermi? E perché Geo non mi ha avvertita?
Mi guarda con ostilità. O forse le faccio pena. Non riesco a capirlo,mi gira troppo la testa.
«Va bene, Lori», risponde Geo in maniera naturale «ci vediamo dopodomani»
Lori esce sbattendo la porta.
«E' arrabbiata?», chiedo.
Geo mi bacia ancora.
«Non pensarci», mi dice.
E funziona. Se me lo chiede intanto che mi bacia, potrei eseguire qualsiasi suo comando.
«Ti voglio», sussurra Geo.
«Anch'io», rispondo.
«facciamolo qui, sul bancone del bar», mi dice ancora.
«Va bene», sussurro.
Lui si stacca da me e scoppia a ridere.
«Che c'è? Cos'ho detto?», protesto.
«Sei un pochino sbronza», dice Geo «davvero vorresti buttare via la tua prima volta in questo bar con me?»
Serro le labbra e mi sento un po' ridicola. Ha ragione lui. Sono ubriaca.
«Ti porto a casa, principessa del ghiaccio».
SPAZIO AUTRICE
Grazie per le vostre stelline e i commenti. Non smetterò mai abbastanza di dirvelo. Io leggo tutti i vostri commenti e mi danno la spinta giusta per continuare a pubblicare questa storia!
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