XXVIII. Il beneficio del dubbio

Odero, si potero; si non, invitus amabo.
Ovidio

☀︎︎☽︎

Caiden mi farà fuori.
Mi manderà via.
Cosa ne sarà di me?

La testa un soqquadro nel vedere i ricci biondi respirare l'aria gelida circostante, ripiegata dalla sconfitta; lo stomaco accartocciato ad ogni suo sguardo. Keena d'altro canto, non sembrò affatto male, come un comandante restava rigida sulle sue posizioni.

Quando la legammo alla sedia dell'ufficio con più strati di corda, non mossi un muscolo per via del panico; dovevo parlare con il mio capo e addolcirlo. Non immagino la sua reazione nel vedere la preda nel nostro territorio, specialmente una ex studentessa di Shadowshilde.

《Sta arrivando》mi informò Keena dall'altra parte della stanza. Annuì di consenso cercando di degustare un assaggio di rabbia.

Imbavagliata non disse nulla, non ringhiava o gemeva, se ne restava muta a fissarmi.

《Non ti uccideremo Ambrose, se è questo quello che pensi. Non saremmo arrivati a questo punto se non vi foste accaniti》alzò gli occhi al cielo accennando un'aria di sfida; lasciai scappare un sorrisetto nel ritrovare lo stesso atteggiamento che ponevo con Von Stein《collabora e ti lasceremo andare.》

Con un sospiro evitai ulteriori spiegazioni, lasciandola sola con i suoi pensieri mentre mi diressi al secondo problema.
Feci per aprire la porta del garage ma lui fu già davanti, coperto dalla testa ai piedi con una giacca dal tessuto morbido e un cappello che lasciava qualche ciuffo sbizzarrirsi; mi imposi davanti all'ingresso ricordando il discorso che dovevo fargli. Il suo sbuffare fu percepito persino a distanza, dalle narici tornadi di umidità.

《Promettimi che non ti arrabbierai..》borbottai notando la mascella contratta《..abbiamo tutto sotto controllo.》

Fece per passare ma lo bloccai, ringhiò bruto una minaccia fin quando non mi travolse per via di un grido femminile: Ambrose è scappata.

Quella vipera aveva tagliato le corde con un dannato pezzo di vetro.

《Ambrose? Chi cazzo sarebbe?》

Si domandò scettico Caiden guardandosi intorno, alla ricerca disperata della nostra vittima; mi parai dietro di lui notando le figure di ombre innalzarsi agli angoli della stanza, marciare ad ogni corridoio per accalappiare il coniglio.

Lo guardai intensamente, fermo sul posto e immobile come la pietra, muoveva solamente i muscoli delle mani, guardando il vuoto alla ricerca della fuggitiva; mi stupì di quanta magia possedeva ancora nel corpo. Burattini a Shadowshilde, qui, il suo lavoro proseguire giorno e notte senza mai fermarsi, da solo doveva lavorare il doppio. Mi sentì in colpa nel vederlo distrutto, mangiato dal sonno con delle borse violacee sotto le palpebre, dormendo due ore a notte per svegliarsi all'alba e studiare, lavorare, allenarsi.

《Voi..》ringhiò ritornando con ombre impossessarsi di Ambrose《..che diamine succede qui?》

Io e Keena in riga orizzontale, davanti a lui che fissavamo la fuggitiva alle sue spalle sospesa in aria, ombre che le legavano il collo, polsi e caviglie. Sua sorella tremava come una foglia per via delle batoste di suo fratello mentre io, dispersa nella mia testa, non badai alle parole.

《Stiamo cercando di mandare avanti la missione》mi giustificai《lei sa del pugnale, lo ha fabbricato insieme a Teseo.》

《Santo Cielo.》

Calcolando la loro età, Caiden faceva il secondo anno quando Teseo e Ambrose si diplomarono.
Potrebbe conoscerli, potevamo vincere.

《L'altro?》entrambi i fratelli guardarono me《hanno provato a spararci, gli ho spaccato un vaso in testa》giurai di aver sentito un urlo mangiato.

《Cosa?!》

《Mi hai sentito? Ci stavano sparando! E poi avrà perso i sensi per qualche ora, ho cercato di calcolare il suo risveglio!》

Per un millesimo di secondo mi parve il diavolo in persona, non solo per l'odio che possedeva il suo corpo bensì per la sclera dell'occhio colorata di un grigio cenere tendente al nero.

《Andrà tutto bene..》

《Dimmi cosa va bene. Dimmi una fottuta cosa buona che hai fatto da quando sei qui》lo stomaco preso a cazzotti mentre sua sorella tentava di avvicinarsi; in preda all'ira, intravidi una crisi.

《Sto ricavando informazioni》mi giustificai ancora, prima della sua risatina ironica.《Informazioni? E di che genere?..Sai cosa noto invece?..Non fai altro che girovagare, ti senti persa da quando la tua amica ti ha tradito. Già, un amore errato, un'amicizia sbagliata e ciò che ti rimane siamo noi..solo i bastardi Von Stein》esplose come una bomba ad orologeria, catapultandosi nelle ferite più profonde del mio cuore, riaprendo ogni cicatrice.

《Caiden!》abbaiò Keena, parandosi davanti al mio corpo《non prendertela con lei. Stiamo cercando di fare il nostro meglio..》ma negò con la testa pulendo il naso gocciolante con il braccio.

《Sono così stanco..》sbuffò poi bruto, puntandomi l'indice contro《e cosa ricevo in cambio? Danni! Solo ed esclusivamente danni ovunque ci sia il suo zampino!》

Il mostro che parve domare per tutto questo tempo, con le energie deboli e stanchezza, venne liberato dal suo guinzaglio pronto a prendersela con la prima persona che vedeva.
Distrusse le panche, gli appendiabiti e le mie emozioni; persino Ambrose, ignara di ciò che stava succedendo, rimase a guardarci immobile.

《Siamo una squadra..》sussurrai confusa, le pulsazioni del cuore martellare in ogni millimetro del corpo, vederlo impazzire mi preoccupò; piegato dal suo stesso dolore si azzardò a guardarmi spregevole, gli occhi iniettati di sangue e inchiostro.《Squadra? Ma chi vuoi prendere in giro?》un nodo in gola non mi fece urlare, sputavo acidità per giustificare l'evidenza.

《Sta zitta Soleil》

"Devi stare zitta stupida bambina."

《No cazzo!》

Fui più convincente ad ogni passo, un millimetro di distanza come quella sera nel laboratorio, come ad ogni nostra discussione.
Io non avevo paura di lui, non ne avrei mai avuta.

《Non osare toccarmi》

"Devi stare alla larga da me."

《Altrimenti?》

Poggiai i polpastrelli sulla sua spalla invano, di getto le ombre mi schiaffeggiarono contro il pavimento freddo, per rialzarmi ebbi una storta, il fuoco ustionare le caviglie.

《Non mi fai paura Caiden Von Stein!》pronunciai sottolineando il suo nome sulla punta della lingua《non ti lascerò prendere i meriti del mio lavoro!》

All'improvviso sua sorella si pose davanti a sé, creando una sorta di ipnosi che potesse metterlo in riga.《Basta così Caiden..》sussurrò con la voce spezzata dal pianto.

Mi mancò l'aria nel vederlo cadere come una foglia d'autunno, la sua fortezza sbricciolarsi, ogni ombra e comando dissolversi nel nulla; Keena si occupò di Ambrose, usando tutte le sue energie per proiettare dei nostri fantocci a Shadowshilde.

Con l'assenza di Caiden, saremmo andate alla deriva.

Mi lasciai sfuggire una lacrima, ignorando il dolore alla caviglia e il sangue caldo bagnare il cuore; non mi ero offesa per ciò che aveva detto benché sapevo che a parlare fu la rabbia eppure, nel sentirlo impazzire proprio come feci io a tredici anni, mi lacerò.

Tralasciando tutto, caddi sulle ginocchia strisciando verso il corpo esile, poggiando i polpastrelli lungo la colonna vertebrale ricurva, bagnando la sua guancia con una mia lacrima.

《Sta tranquilla Soleil, dormirà per un bel po'..non succederà più》eppure non volevo fosse così, non doveva trattenere le emozioni o ad ogni punzecchiamento sarebbe esploso.

Non voglio vedere le mura di Caiden, desidero andare oltre perché so, che dietro quei mattoni, ci sarebbe stato un mondo.

*

Dopo pranzo, Ambrose venne rinchiusa in una stanza sotterranea, tenuta sotto controllo da Keena per farmi chiudere occhio dopo tutto quello che era successo stamattina; suo fratello dormiva sul divano del suo ufficio sotto delle coperte di lana e un panno sulla fronte, per via della magia e della rabbia trattenuta gli salì la febbre. Lo notai dal tremolio delle gambe, la fronte sudata ma il corpo gelido.

E mi pentì di aver trascurato i suoi bisogni.

Non dormì neanche cinque minuti, la testa mi parve pesante tanto che diedi il cambio a Kenna qualche ora di anticipo, prima di andare a dormire per la mattinata seguente; la giornata parve volare nonostante il silenzio regnante.

Nessuna parlava, ce ne restavamo silenti a mangiare una difronte all'altra. Non volarono parole.

Dopo aver dato la buonanotte a Keena, sorvegliato Ambrose durante il suo sonno e il piatto vuoto della cena consumata accanto, un bisogno interno di cercarlo mi consumò come la fiamma di una candela; mangiata dai sensi di colpa rischiai, sgattaiolando nel suo ufficio per trovarlo vuoto.

Ma come fa a restare in piedi nonostante si affacci alla morte?

Un campanellino d'allarme uscendo dal garage gettando l'occhio alla prateria infondo priva di umanità, al silenzio circostante e al buio naturale della notte, privo di ombre stuzzicare il mio interesse; delusa dalla fuga sospirai, strusciando i piedi sull'asfalto per tornare dentro, fin quando la mia ombra non si staccò dal corpo indicò su. Scioccata da un trucchetto sconosciuto, feci come disse, intravedendo una figura seduta sul bordo del tetto.

Con titubanza, salì le scale antincendio all'angolo delle mura, trovandolo nella stessa posizione di prima con la coperta sulle spalle e una tazza di tisana calda. Silente, mi avvicinai con le labbra serrate e la voglia di domandargli cosa pensasse su di me, ma evitai.
Mi sedetti a distanza di qualche centimetro sul bordo, guardando il fumo accarezzargli il viso.

《Smettila di guardarmi così》sobbalzai nel sentire lo spiffero della sua voce.《Così come?》alzò le spalle, neanche lui sappe esprimersi.

Successivamente si voltò, gli occhi umidi concentrarsi a vicenda dove le pupille correvano veloci, percorrendo ogni dettaglio dei nostri visi stanchi.

《Come fai sempre..》borbottò superfluo rispecchiandosi nel liquido della tazza
《..come- come se ti aspettassi qualcosa di bello da me.》

Feci evadere una risatina silenziosa, alzando le spalle con un misto di leggerezza e beatitudine.
Parlarci senza accanirsi contro ci è complicato eppure, se visti da occhi esterni, quei sguardi silenziosi suscitavano tutt'altro che odio; effettivamente, l'ira è sempre risultata come una arma efficace parando qualcosa di più forte dalla quale non potevamo etichettare.
Ci è voluto più di un mese per guarire un mare in tempesta, quanto ancora dovrò spenderne per un mare calmo?
E se quelle acque che crediamo serene, all'aperto, possano imbattersi nuovamente sugli scogli, dove andremo a finire?
Perché siamo barche, marinai, rocce.
Siamo acqua agitata, calma, salata.
Salata come le lacrime, roventi come un pianto mancato.

《Forse perché esiste.》

Lui è il mio Ash, un uomo che aveva bisogno di una spinta per ricominciare.

《Non posso assicurarti la bontà Caiden, ma proverò a fartela conoscere》

《Per quale motivo?》

《Non lo so. Lascerò che i dubbi ci perseguitino fin quando non ne troveremo risposta》sogghignò ed io alzai gli occhi al cielo, nel sentire le sue dita sfiorare le mie morsi l'interno guancia.

Avremmo scaturato i temporali peggiori, malvagi, pieni di lussuria; tuoni avrebbero coperto le nostre voci ansimanti e lampi avrebbero illuminato l'energia trasparente che c'era tra di noi. Ma ci saranno giornate di sole se solo non aprisse l'ombrello.

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