XXV. Dolce peccato

Io trovo molto bello questo maltrattarci insaziabile.
Cesare Pavese

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Papà aveva aspettato fin quando poteva la mamma, ben oltre i due anni dopo il divorzio.
Non gli chiesi mai per quale motivo, nonostante il dolore lacerante, si ostinasse a procedere; per farle intendere che, nonostante gli avesse fatto a pezzi il cuore, lui l'avrebbe sempre cercata.
Tra miliardi di donne, occhi, gesti e azioni..mio padre bramava la ex moglie.
Quando si arrese furono visibili i deprimenti mesi a venire, mettendomi sempre in agguato sull'amore, vietandomi di provare qualcosa per una persona che non sia stata lui o la mamma.

E ora, comprendo il suo mancato amore.

Ero a Shadowshilde per un motivo ma ritornare in palestra senza un minimo di impegno, mi fece sentire inutile; eravamo soli, i fratelli si aspettavano molto da me.

Purtroppo, stavo spendendo questo tempo prezioso solo per scappare da Harvey e Nereide.
Il loro avvicinamento mi mandava su un altro pianeta, contenete rabbia e odio; vivendo in una bolla di bugie, Nereide ebbe via libera, dopo aver scoperto che tra me e Harvey non sarebbe potuto succedere nulla.

Mai dimenticherò l'emozione della ninfa, entrare in stanza con le palpebre spalancate e guardarmi dal basso《Stava per baciarmi Soleil, l'ha quasi fatto!》saltò da un punto all'altro stringendosi i suoi ciuffi azzurri tra le dita per non esplodere《oh Dio..si! Si! Finalmente cazzo!》non parlava di altro da giorni.
Sforzai un sorriso mettendomi a gambe incrociate sul letto trattenendo una risatina.

《Chi vi ha fermati?》

《Ho avuto un blocco, non riesco a spiegarlo..eravamo naso contro naso, mancava così - restrinse lo spazio tra indice e pollice - e mi sono tirata indietro! Che razza di idiota!》per poco non si prendeva a schiaffi《questa sera sarà la decisiva. Dopo la lezione della direttrice. Io, lui e la luna piena.》

Sorrisi alle stelle, ignorando uno sguardo di troppo, nascosto da un piumaggio familiare; da tempo oramai evitai il corvo. Per stare bene dovevo tagliare ogni filo che mi collegava a lui.

"Non sopravvalutare l'amore Soleil, mai giustificarlo. Il sentimento si basa sulla perfetta divisione di percentualità; non devi metterne in più, non devi rincorrere nessuno. Tutto verrà da sé."

Fu l'unico consiglio che mio padre disse quando tutto gli fu più chiaro, svanito l'effetto da innamorato seppe vedere con una visione realista il contesto; cerco di fare lo stesso, attutisco il dolore.

"Se son rose, fioriranno."

E quel fiore che credevo sbocciare, morirà per il freddo polare donatogli senza neanche uno spiraglio di luce.

Mi poggiai con le spalle verso il vetro della finestra coprendo il corvo, balbettando qualcosa per attutire il suo battito di ali in richiesta d'attenzione; non appena la ninfa chiuse la porta lo lasciai entrare nella mia trappola.
Lo guardai con sguardo animalesco, per poco non lo avrei mangiato o peggio, bruciato.

《Andiamo Harvey, puoi anche venire con i tuoi piedi. Giulietta e Romeo sono passati di moda》non ebbi il coraggio di guardarlo, evitai qualsiasi accenno nei suoi confronti.
Non ero qui per strappare i petali di margherite per fare m'ama non m'ama, ho degli obiettivi, lavori..e l'amore non è mai stata una mia scelta.

Misi i quaderni nello zaino fin quando il suo becco non puntò il dorso della mano; con rimorso alzai di poco lo sguardo, strofinando le nocche sulla testolina nera perdendomi in due occhi neri come la pece.

《Papà mi ha insegnato che gli omini blu sono di passaggio, e per quanto mi riguarda, io e te siamo amici. Solo buoni, ottimi..amici》tra un sospiro e l'altro gli accennai un sorriso sincero, uno che non ipotizzavo mai di poter creare.

Erano questi i momenti in cui avevo bisogno del parere oggettivo, persino un consiglio da una persona fidata, qualcuno che mi dicesse che stavo andando bene o che mi fermasse per dirmi che rotta dovevo prendere; non avendo più nessuno, mi affidai ogni weekend alla direttrice, chiedendole consigli, rivolgendomi con meno timore.
Non avevo bisogno di un riconoscimento bensì un aiuto, qualcosa che avrei fatto con mia mamma se solo fosse stata più attenta.

Osservai l'orologio prima di andare.

Sbuffai annoiata, la lezione di questa sera era di una monotonia assurda.
Mi sdraiai sul prato tenendo d'occhio il mio capo, seduto sotto il salice con il fantoccio di Keena accanto, tastando le foglie che gli ricadevano sul viso con una delicatezza sorprendente; certe volte l'idea che Caiden potesse essere gentile, mi sorprende.

《C'è qualcosa che mi nascondi Soleil?》le ciocche azzurre occuparono la mia vista ritrovandomi l'oceano dritto negli occhi.《Non so di cosa parli》sussurrai osservando le stelle.

Nascose un ghigno《Oh-oh non te ne sei accorta?》mi volta verso di lei con le sopracciglia corrugate《ci sono due motivi per cui Von Stein fisserebbe una ragazza..》si ripose seduta mostrandomi un pugno chiuso con solo l'indice alzato《o perché gli stai sul cazzo》susseguì il medio《oppure ne è interessato》per poco non scoppiai a ridere.

《Bella battuta Ner, spero faccia ridere anche lui.》

《È un mio pensiero..come sei permalosa!》

Nonostante fosse un parere soggettivo, mi ritrovai a guardare nel solito punto dove vi era seduto, beccando un suo sguardo di fuoco che non ricambiai. Non voglio pensare a questo odio come una perversione eppure, ogni volta che rimanevamo soli a punzecchiarci senza nessuno di ostacolo, non potevo fare a meno di sperare che quel momento durasse a tal punto di avere la vittoria tra le mani; era solo una competizione, la nostra determinazione mischiata all'orgoglio ci rende ciechi.

*

Annodai i capelli in una coda alta, riflessa nello specchio mi sciacquai il volto per l'ultima volta.
Uscita, osservai il corpo dormiente di Nereide prima di prendere lo zaino nascosto nella valigia con tutto l'occorrente e mettermi in marcia; il ticchettio delle chiavi contro un qualcosa metallico che avevo addosso mi assicurava della loro presenza.

Solito appuntamento, orario, destinazione.

Attesi il mio capo guardando l'orologio del telefono dopo averlo posto nel taschino; poggiai le spalle al muro rilassandomi.

Una sensazione di pericolo prevalse la colonna vertebrale, mandando in estasi ogni senso preceduto dalla pelle d'oca, non feci in tempo a guardarmi le spalle che mi ritrovai la bocca tappata.《Zitta o perdiamo la gazzella》lo disse in maniera scontrosa, trascinandomi dall'altro angolo del muro per osservare il punto in cui ero prima; duro, schiacciato contro di me per nasconderci in quel centimetro di oscurità.

《Gazzella?》sussurrai dopo avergli morso il dito.

Senza fiatare allungò un sorrisetto maligno, puntando le porte d'ingresso e una ragazza dalla chioma azzurra uscire, incappucciata dalla testa ai piedi. Quel corpo esile che avevo lasciato, era più vigile di un comandante.

《Credevo te ne fossi occupata》

《Non come dovevo.》

Nereide si mosse nel buio a ovest, noi prendemmo il sentiero est.

《Keena ci aspetta dall'altra parte del muro. Tu pensa, nella stessa direzione della ninfa》sputò acido tenendomi stretta a lui, si comportava come se fossi una cosa preziosa da nascondere, un bodyguard pronto a difendermi.
Non dissi nulla, lo lasciai fare, era colpa mia se ci trovavamo a vagare nel vuoto.

《Sospetta di noi, possiamo ingannarla o prenderla come bersaglio》

《Noi chi?》

《Me e te. Non so cosa si aspetta.》

Ci guardammo in silenzio per quei secondi persi.
Nereide non sa nulla della palestra, del mio capo, della gelosia..le era stata cancellata la memoria. Mi cerca perché pensa che io me la spassi con Von Stein.

《Non ho intenzione di portarla con noi》esclamò guardandosi intorno, camminando dietro di me per guardarmi le spalle, di regola avrei dovuto farlo io.《La senti?》gli chiesi fiutando il suo odore, descrivibile l'aroma che lasciava ad ogni passo.

《Ho un piano》guardai la sagoma vagabondare vicino al lago, noi nascosti dentro il laboratorio a tenda in bella vista.

Un piano, il peggiore che potessi mai fare, avrei rischiato, tutto persino la mia reputazione.

Vidi Nereide dirigersi verso di noi, colsi la palla al balzo《Se ti piace giocare..》sussurrai sedendomi sul tavolo, tirandolo a me, aspettando quei passi che man mano si fecero più presenti《..dimostramelo.》

E infine, poggiai le labbra sulle sue.

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