II. Shadowshilde
Sappiamo chi noi siamo, ma non sappiamo cosa potremmo essere.
Shakespeare.
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Sbarcai nella soglia di una vita nuova, stringevo i polpastrelli contro la copertina ruvida di un libro al cui interno incastrato il foglio di ammissione al nuovo istituto.
《Buongiorno, signorina La Rouge. La direttrice l'attende nel suo ufficio.》
Toccavo con le scarpe sportive, il terreno fragile sotto i piedi.
Mi guardai intorno osservando ogni minimo particolare come le punte delle chiome alte d'alberi naturali, le montagne sfumate al cielo in lontananza e la leggera brezza gelida sfrecciare tra le ciocche dei miei capelli; accennai un sorriso al piccolo gnomo alto fino alle cosce, scocciato in viso.
Avevo fatto un viaggio lungo, chissà da quanto mi attendeva nonostante il ritardo, il trasporto non era stato dei migliori, colui che mi guidava a cavallo, non riconosceva i sentieri forestali.
Dopo aver sviluppato capacità fisiche e mentali, crescendo come i normali studenti, frequentavo scuole di gradualità più elevate.
Osservai le gambette ricoperte da pantaloni grezzi e larghi muoversi ad ogni passo, stringeva nelle tasche il suo visibile pugnale con una lama talmente affilata che luccicava sotto la mia vista; provai a non ridere per la sua goffaggine nel mentre tentava di ricordare quale chiave aprisse il grande cancello nero davanti a me.
《Mi scusi, dove sono tutti gli studenti?》nel vecchio istituto era palpabile il chiasso e persino le urla dei giovani.
Ognuno di loro, compiuti diciotto anni, veniva qui.
《Oh non si deve preoccupare fanciulla..ascolterà delle sinfonie mai udite prima. Beethoven ci fa un baffo!》risi un po' non credendo fosse serio.
Strinsi il libro al petto, le pulsazioni si fecero sentire, non avevo mai provato una sensazione di disagio davanti ad un corpo di guida scolastico.
Al quanto simpatico.
Varcata la soglia dei cancelli, odore di magia pizzicò le narici tanto da stringere gli occhi per non starnutire, mi sembrava di essere sotto allergia al polline; mi guardai le spalle godendo di un panorama invisibile, le mie pupille si allargarono per la gioia.
Un mondo che all'esterno fu invisibile, ora fu riflesso nelle mie iridi castane.
Una struttura madornale grande quasi quanto le montagne dietro, alta e antica si insinuava dentro di me a passi elevatori, la temevo per la sua altitudine e per la sua avvenenza.
Mi ricordava un palazzo incantato, una fiaba sospesa, una biblioteca abbandonata.
Sotto un incantesimo di nitidezza, dall'esterno dei cancelli, la scuola parve un pezzo di mattoni costruiti male di paesi irrilevanti nella cartina geografica.
Tutto l'istituto era circondato da muri invisibili, era questa la magia palpabile.
Camminai a passo svelto nel sentiero in mezzo a erbe curative, alberi imponenti, meravigliandomi di quanta botanica ci fosse.
《Le diamo il benvenuto nella sua nuova casa signorina La Rouge, spero che la nostra convivenza sia allettante》gli sorrisi soffermandomi alla soglia del maestoso istituto, mi guardò con speranza prima di passare le piccole dita corte sul pomello.
Posai i piedi sul parquet ciliegino, l'interno era pieno di arte con quadri antichi e muri di pietra.
Questo posto ispirava maturità e saggezza, più vecchio di una prugna secca mi ospitava nell'era di una nuova generazione.
《Leggendo il rendimento scolastico, ha instaurato problemi di convivenza nella vecchia scuola》morsi il labbro sotto uno sguardo fulminante.
Avevo sempre sognato di mettere piede qui, le più grandi ci descrivevano questo istituto come il paradiso sceso in terra; da ragazzina, uno dei miei tanti sogni era coltivare le passioni qui dentro.
Shadowshilde di qua, Shadowshilde di là..tutte non facevano a meno di illustrarmi questa scuola solenne provocandomi un rosicamento continuo.
《Diciamo che le compagnie non erano delle migliori..》
Lo pregai con lo sguardo di non mandarmi via, mi meritavo una possibilità, diplomarmi nell'istituto più conosciuto da esseri magici.
《La prego non mi guardi così, sarò una buona studentessa, studierò notte e giorno se devo.》
Lo gnomo mi studiò con aria interrogativa, gli avrei mostrato tutto quello che sapevo fare mettendomi in gioco, meritavo questo posto.
《Soleil La Rouge, lei è stata già ammessa all'istituto. Non comando io, sa?》disse tra un sorrisetto perfido e dei ghignacci prendendosi gioco di me.
Gnomi dannati.
Poggiai la mia valigia sul pavimento limpido, odore di pagine di libri vecchi mi sfiorava l'olfatto e un misto di piante grasse e fiori incantati fece aggrenzire la pelle; fissai in vari punti gli studenti muoversi veloci e gnomi indaffarati.
A quanto pare erano loro che aiutavano nelle faccende.
Una discussione accesa interruppe la mia fantasia, le orecchie chiedevano pietà nel sentire delle cordi vocali gravi sprigionare agonia attraverso delle semplici parole; percepivo una rabbia straziante, temei il peggio.
《Sempre lui! Mi scusi, torno subito..non si muova da lì.》
Curvai le sopracciglia, lo gnomo corse verso il corridoio svelto e agile; arrivò in una scalata di scale continue fino ai piani superiori, si arrampicò furtivo, i passi sembrarono infiniti.
Non diedi corda alle raccomandazioni del mio accompagnatore, mi mossi in fretta per vedere dal piano terra, lo gnomo oscurarmi la vista cedendosi all'impatto.
《Porca puttana!》tonfo, grida e intere assi di legno crollare su di me.
Misi lo gnomo sotto la mia ala protettiva prima di lanciare artigli di fuoco bruciare la legna che cadeva piovente sopra le nostre teste, una pioggia di cenere cosparse l'intera area; beccai con lo sguardo l'artefice, che guardò dai piani superiori il tutto, alzando le spalle.
Nera, padroneggiai le scale senza dar peso alle occhiate altrui.
Un silenzio agghiacciante mi indirizzò contro il nemico, ammassati accanto a me gnomi distrutti, guardai la figura a pugni chiusi tenendo a bada la rabbia.
《Ei! Dico a te!》
Sono passati anni da quei traumi infantili, la rabbia è una delle mie acerrime nemiche oltre all'orgoglio, due affamate indomabili; non ho mai avuto intenzioni beffarde ma se solo mi fosse stato insegnato a mantenerle a bada, non sarei qui contro un mostro.
《Ma cazzo, ci vedi o no? Intere assi di legno stavano per spaccarmi il cranio!》accennai chinandomi verso gli esseri feriti, accarezzai le loro fronti sudate medesimandomi nei loro panni sporchi.
Capire per essere capiti, ricorda Soleil.
Due scarpe fecero cigolare il pavimento, per un breve momento ebbi il terrore di ricevere un calcio in faccia bensì porsi attenzione a ogni gesto suo, per poco non gli sputai sui piedi.
Man mano che alzai lo sguardo mi concentrai sui vestiti: i jeans neri legati dalla cinta coperta da un maglione a collo alto bianco. Come la neve di montagna, come il latte caldo.
Il logo di Shadowshilde stampato sopra.
La pelle chiara, e le vene calcate da un nero oscuro.
Sputava fumo dai suoi pugni carichi. Era una minaccia?
Voleva credere che io potessi avere paura di un ragazzo delle ombre?
《Sparisci troia》
《C-cosa?..Lurido bastardo》
《Troia. T-r-o-i-a, sparisci ho detto.》sibilò a un millimetro dal mio viso, si chinò con il busto prendendomi il mento con due dita, sprofondai nelle iridi nere come la pece ritrovando tutte le paure che avevo seppellito dentro di me; le sue pupille mi mostrarono l'arte dell'incomprensione.
《Non prendo ordini da te》se solo mi avesse chiamato così ancora una volta, lo avrei bruciato vivo.
《Ti sbagli. Tu sei l'ennesima studentessa con la testa fra le nuvole. Ma io ho sentito parlare di te..sei quella che causò l'incendio a Toronto》e quel nero mi inghiottì in un solo boccone.
Non sapevo che qualcuno potesse conoscere questa vicenda dopo anni, non credevo se ne parlasse qui.
Non dissi più niente, sputava odio cercando di sminuire tutti credendosi più forte, era debole ma non avevo il coraggio di ammetterlo. Non più.
《Come vedi Soleil, le voci girano. Le mie palle girano. E non sarà una primina spadaccina a cambiare il mondo. Va via e stai alla larga da me.》
Ingoiai un groppo di saliva abbassando lo sguardo, il sangue mi ribolliva nelle vene e, vedendolo di spalle, una sensazione meschina mi accarezzò la pelle; lui era un mostro, io non sarò la salvatrice ma di certo non mi farò abbattere solo perché aveva usato i miei punti deboli per vincere.
Sprigionai tutta la cenere di un nuovo fuoco pronto a divorarlo, con le nocche bianche sputai acida il veleno con cui mi aveva fatto la doccia.
E lui, a mia insaputa, lo bloccò.
Le sue ombre inghiottirono la mia luce e come se nulla fosse, catapultai al piano terra a pochi metri dalla porta.
《Benvenuta a Shadowshilde, Soleil La Rouge!》rise allontanandosi dalle scale per poi andarsene, una porta venne sbattuta e il rumore mi diede la carica di muovermi e rialzarmi.
Fui senza parole.
Guardai l'arra circostante non notando nessuno, mi rialzai a fatica, sprofondando negli abissi.
Avevo fatto una figuraccia e per di più aveva ragione, che diavolo mi era saltato in mente?
Lui non era un essere umano, è un mostro, come me.
E tra mostri, vince chi sopravvive.. io come una idiota, avevo dato una mappa della mia debolezza.
Mi rimisi in piedi soffiando sulla copertina del libro per rimuovere tutti i pezzi di cenere, a testa bassa, mentre cercai di levare qualche bruciatura del foglio di iscrizione, mi domandai seriamente se quello che stavo per fare fosse giusto.
Assecondando i suoi poteri ai miei, ero una formica.
Credevo che dovessimo imparare, non duellare, lui era invincibile.
Assorta tra i pensieri andai a sbattere la testa contro il petto di qualcuno, dopo la botta di prima, rialzarmi dal pavimento non ne avevo più forze.
《Merda! Ti sei fatta male per caso?》
Una possente mano fu tesa davanti alla mia faccia, priva di parole fui già in piedi senza aver mosso neanche un muscolo..possedeva una forza magnifica.
《No, sto benissimo. Be' ecco..devo andare》sorrise subito, ricambiai sforzandomi, feci per andare alla sua destra e si mise davanti, fu lo stesso per la sinistra ed entrambi i quattro piedi ballavano sul pavimento.
《Per Dio! Io vado a sinistra, tu a destra》dopo l'incazzatura di prima non me la sentivo di andare oltre.
《Vedo che hai conosciuto Von Stein》incurvai le sopracciglia curiosa.
《Chi?》
《Caiden Von Stein. Un figlio di puttana, ti ha dato un benvenuto con i fiocchi》annuì stringendomi nelle spalle, vergognandomi di essere stata vista in condizioni pietose.
Avevo notato con la coda dell'occhio la sua presenza distanziata mentre prendevo coraggio ed energie per rialzarmi dal pavimento, lui aveva osservato tutto senza muovere un muscolo. Usava l'astuzia.
《Harvey - mi tese il palmo - ho ricevuto un benvenuto del genere anch'io》i miei occhi brillarono dietro le ciocche bionde platino che aveva, sorrisi di gioia stringendogli la mano con fare sicuro.
《Soleil. Immagino che lui odi i primini come noi..sei per l'iscrizione, vero?》lo vidi annuire mostrandomi il mio stesso foglio di ammissione.
Parlammo per brevi secondi prima di essere affiancati dai nostri gnomi tutori.
Non temevo una conoscenza da così tanto tempo.
《Il nostro cammino si sta per schiarire giovani, la direttrice vi attende per il vostro consenso. Siete liberi di scegliere cosa fare delle vostre vite ora》ascoltai la sua voce come un sussurro, accarezzavo con le dita il mio libro schiarendo la voce, avevo sempre sognato un posto del genere e di certo non mi arrenderò.
《Fanciulla?》mi richiamò lo gnomo prima che potessi entrare nell'ufficio della direttrice. Mi voltai per ascoltarlo.
《Benvenuta a Shadowshilde, le sinfonie qui non mancano mai. Le è stata dedicata persino una.》
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