Direzioni

« What if kindness prevailed
And you were someone's second chance just giving back?
That doesn't sound so bad »

[Good people - Poor Man's Poison]


𓆩⟡𓆪


         Le direzioni sono solo apparenti, giusto?

Punti cardinali dettati dalla infantile paura umana di smarrirsi e scoprirsi come insetti brulicanti sulla superficie indifferente di una sfera. Sfera persa nella sua rotazione annoiata nel bel mezzo del nulla, no? Dove non la guarda nessuno e dove non vuole essere guardata.

Fa paura, l'idea di vagare dispersi lungo il profilo assoluto di un globo sterile; trappola priva di confini o bordi oltre cui sporgersi, estraniati per sempre al conforto della fine. Fa paura pensare di poter camminare all'infinito e ritrovarsi sempre nel medesimo punto, preda inerme della crudeltà dell'origine. Fa paura. Che anche se iniziassimo a correre, non andremmo da nessuna parte.

Saremmo sempre lì.

A orbitare attorno agli stessi posti, senza nemmeno saperlo.

O volerlo.

Capirlo.

Buffo.

Costruiamo direzioni per illuderci di avere la scelta di percorrerle. Che iniziando a camminare verso di là sarà per qualche ragione diverso dal rimanere qua. Ci convinciamo che da quella parte troveremo qualcosa di veramente degno di essere raggiunto. Ci spingiamo talmente in fondo da ripiombare dove eravamo prima, più stanchi, meno innocenti. Prigionieri dei soliti luoghi.

Non basta avere le ali se catene di direzioni fasulle ti ancorano al bordo di una panchina. Non basta avere le ali se si è schiavi del sapore dolce del vino. Del profumo di libri.

Dello scintillio di occhi infuocati dietro spesse lenti scure.

Della familiarità di un respiro.

Del calore noto dentro al petto, sprigionato dalla curva di un sorriso.

Direzioni.

Che non esistono più e non sono mai esistite.

Destra e sinistra si annichiliscono tra loro mentre ad Azraphel inizia a girare la testa.

Si dibatte, rimanendo immobile. Fugge lontano, il desiderio di fermarsi che gli si contorce in petto come uno sciame di mosche.

Ma non può. Ha smarrito la strada. Non è altro che una bussola rotta e un libro di pagine bianche.

Catene lo stringono e non lo lasciano andare. Lo trascinano indietro anche se non le può ascoltare, mentre con disperazione tenta di dimenarsi e trovare una via nuova, degna di essere percorsa. E l'infinità dei sentieri, uno dopo l'altro, come foglie d'autunno trascinate via da un vento arrogante, gli si stracciano sotto i piedi.

Nord e sud danzano follemente dentro di lui, fino a fondersi nella medesima cosa.

Est e ovest scoppiano a ridere e si suicidano in un baratro di oblio, come due uccelli infine stanchi di volare.

Azraphel sta annegando.

Sale. Lo sguardo inondato di luce.

Ma il cuore sta cadendo nel vuoto.

Alto e basso.

Tutto si riduce a questo, giusto?

Ancora una volta, sopra e sotto è tutto quello che conta. I due estremi eterni rivali, separati dai guizzi incoerenti di un'umanità acerba che arranca tra sfumature proibite.

Per millenni si era nascosto nelle pieghe di quella mediazioni, annidandosi negli angoli segreti di una terra neutrale, dove alto e basso smettevano di avere senso e direzioni illusorie si diramavano come un mosaico di linee confuse sulla superficie di quella sfera impassibile.

Aveva provato a ignorare il biasimo degli estremi spietati della moralità universale, una mano in quella sinuosa e famigliare di lui, mentre sfuggiva alla scelta di un fronte, al sicuro tra i toni di grigio.

Ci aveva provato.

Aveva ceduto alla chimera di direzioni umane, rifuggendo con gioia incredula agli schieramenti assoluti, i quali man mano si prosciugavano delle verità che aveva tanto creduto tali.

Ma non era servito.

Buffo, no?

Buffo proprio come le lacrime che avevano invaso gli occhi di lui, prima che si celassero per l'ultima volta.

Buffo.

Come si erano abbandonati come sciocchi all'ingenuità umana che avrebbero dovuto proteggere, finendo per distruggerla del tutto.

Alto e basso adesso gli stringono mente e cuore in una morsa atroce. È come se la consapevolezza della loro importanza cosmica gli sia piombata addosso completamente, nello stesso tempo che impiegano due paia di labbra ad unirsi e abbandonarsi per sempre; senza permettergli scampo, annientandogli il fiato.

Dopo troppo tempo passato a fuggirvi, adesso lo richiamano con violenza: Alto e Basso. Ineluttabili come l'alba e il tramonto di due soli fiammeggianti e della certezza del loro rifugio.

Alto e Basso. Stringono come serpenti attorno al ventre e non lo lasciano andare. Mani artigliate affondate nella carne bianca.

Reclamano severi la freddezza di un bivio tra Bene e Male. Reclamano l'impossibilità della loro coesione.

Dolore gli si spande come veleno lungo la schiena, fuoco maledetto ad ardergli nei nervi e a divorargli la stabilità del respiro.

Sale. Verso l'unica direzione possibile.

Non c'è mai stata tanta luce.

E i suoi occhi si impastano col buio.


𓆩⟡𓆪

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