2. Il Drift

-Perchè no?!- 

Zaldrik piantò le mani sulla scrivania di Red con rabbia. Come poteva rifiutare la sua richiesta? Era da più di un anno che non provava ad effettuare il Drift con qualcuno! Sarebbe dovuto essere fiero di sapere che voleva ancora tentare! Dopotutto, non era lì per questo?

-Non è una richiesta da esaudire su due piedi. E ricordati che adesso non sono più il Capitano della nostra squadra, ma il Comandante dell'intera base. Non pensare di ignorarlo.- 

-Red, pensi mi importi qualcosa del tuo rango? A me interessa solo pilotare di nuovo. E so che anche tu vorresti lasciarmelo fare visto che mi hai sempre portato con te. Non sono forse il miglior Ranger qua dentro? Prova a negarlo!-

Il nuovo Comandante sembrò appellarsi a tutto il suo autocontrollo per non mandarlo a fare in culo. Zaldrik sapeva com'era fatto e ne aveva approfittato fin troppe volte. Red aveva la nomea per essere il classico "gigante buono". Un uomo molto alto, impostato, dalle spalle larghe e il fisico allenato, ma con la personalità di un padre amorevole, finito a fargli le ramanzine con rassegnazione. 

-Dammi un attimo tregua. Parlerò con il ragazzo e vedremo.-

Zaldrik esultò internamente. Sapeva che prima o poi si sarebbe lasciato convincere, gli serviva solo del tempo.

-Va bene, papino, fammi sapere!- disse alla fine per poi congedarsi. Lo sentì sospirare mentre usciva dal suo ufficio e non poté fare a meno di ritenersi soddisfatto anche per il fastidio che gli aveva arrecato.

Incamminandosi per tornare alla propria stanza il suo sguardo si soffermò sull'ingresso della mensa. Era ora di cena e lì erano riuniti la maggior parte degli abitanti della base. In un tavolo, le coppie di piloti stavano mangiando insieme, probabilmente per fare cose stupide come "team building" o roba così. In qualche tavolo più in là, la tipa meccanica che aveva visto quel pomeriggio stava tenendo compagnia al ragazzo albino. Non aveva troppa voglia di stare in mezzo alla gente, aveva già pianificato di tornare sul tardi a cenare ma doveva iniziare a giocare le sue carte.

Entrando in mensa Vagnus lo vide e la sua risata si spense.

-Ehi, Vance. Non preoccuparti, non sono qui per te.- gli disse facendogli un sorrisetto irritante.

Il ragazzo lo guardò truce stringendo le posate tenute tra le mani. Se gli avesse tirato addosso il coltello per la rabbia la situazione si sarebbe fatta davvero interessante ma non fece nulla per provocarlo ancora. Aveva altro a cui pensare, stranamente.

Prese da mangiare e si sedette a fianco ad Hades senza chiedere il permesso. La ragazza davanti a loro lo fulminò con lo sguardo e lui decise facilmente di ignorarla.

- Bene, che si dice qui?- disse, volendo intromettersi in qualsiasi discussione stessero facendo.

-Era una conversazione privata.- lo avvertì Shirley con i nervi a fior di pelle.

-Tra poco non ci sarà più niente di privato tra me e il mio co-pilota.-

Zaldrik sorrise con tutta l'arroganza che riusciva ad esprimere, passando un braccio sulla spalla di Hades per avvicinarlo a sé e rimarcare ancora di più il concetto. 

-Ti conviene toglierli le mani di dosso.-

-Tranquilla, Shirley.- la fermò Hades tutto irrigidito a quel tocco, non si poteva dire se per l'imbarazzo o la mancanza di abitudine al contatto fisico. Si girò verso Zaldrik osservandolo con attenzione con i suoi occhi rubino.

-Perché fai così?- chiese, con ingenuità.

-Così come?- 

-Ho già detto che mi va bene pilotare con te... non devi per forza essere amichevole con me...-

Shirley si posò una mano sulla fronte con un'espressione rassegnata mentre Zaldrik guardava il ragazzo accanto a sé cercando di non far trapelare il suo stupore.

-Non sono amichevole.- 

Ed era vero. Se aveva un pregio dentro di sé era quello di non riuscire a mentire. La falsità gli dava il voltastomaco. Nella sua mente il suo comportamento era un modo per intimidirlo e cercare di imporsi su di lui, fargli sapere che non aveva via di scampo. Come poteva aver frainteso?

-Oh, ecco... Scusami, pensavo che magari volessi passare del tempo con me per... diventare amici.- 

Zaldrik non riuscì a trattenersi dal ridere.

-Amici? Sul serio?! Bella questa!-

E nonostante il corvino gli stesse ridendo davanti, Hades non fece una piega. Abbassò lo sguardo verso il suo piatto con della tristezza nel volto ma senza dire una parola o farne un dramma. Shirley si allungò per mettere una mano sulla spalla dell'amico e aprì la bocca con tutta l'intenzione di farla pagare al coglione che aveva davanti ma l'albino la fermò toccandole il braccio.

-Capisco. Saremo solo colleghi, non è un problema.- disse infine, alzandosi dalla sedia. Non aveva quasi toccato cibo eppure si incamminò verso l'uscita senza aggiungere altro.

-Hades, aspetta!- esclamò la rossa dopo essersi alzata a sua volta. Prima di andare si girò verso Zaldrik con uno sguardo di fuoco.

-Sei uno stronzo!-

-Buongiorno! Te ne sei accorta solo adesso, dolcezza?-

Shirley strinse i pugni e si incamminò fuori. Zaldrik, dal canto suo, non si era stancato e non aveva intenzione di finire quella scenata tanto presto. 

-Perché mi stai seguendo?!- gli urlò lei in corridoio appena si accorse di averlo alle costole.

-Non saprei. Magari mi piace vederti incazzata. È divertente.-

-Ah, ho capito. Vuoi divertirti.- 

Si fermò. Zaldrik la sentì fare un respiro profondo, poi si voltò per rivolgersi a lui.

-Non mi interessa sapere cosa vuoi da Hades, se lo stai bullizzando o ingannando. Già so da me che il Drift non funzionerà. Rassegnati, non sarai mai il suo co-pilota.-

-Dici sul serio? Pensi che quel ragazzino avrà la forza di andarmi contro? Sembra uno che mi lascerebbe fare tutto quello che voglio.-

Shirley fece un sorrisetto. Incrociò le braccia e lo guardò con aria di sfida. Non era un'espressione di chi voleva cercarsi una rabbiosa diatriba, ma di chi sapeva in partenza di avere la meglio. Zaldrik non poté che irritarsi a guardarla, e allo stesso tempo si stupì di vedere quella ragazza così sicura.

Sicura si sé.

Non era abituato ad avere persone attorno a lui che mostrassero così tanta sicurezza. Forse era anche per questo che si divertiva così tanto ad infastidirle. Bastava una leggera folata di vento per spezzarle. Vagnus era la persona più insicura che conoscesse. Nokaria non conosceva nemmeno il suo vero io, quindi non si esponeva mai. Red sarebbe stato accondiscendente anche con il suo peggior nemico. Blue... beh, lui lo ignorava e basta. Non era abbastanza duro di testa per andargli contro. Non aveva mai trovato qualcuno che si fermasse e gli parlasse faccia a faccia senza timore.

-Sai, voglio divertirmi anche io. Dirò al Comandante di farvi fare la prova per il Drift, che ne dici? Così capirai da te cosa vuol dire avere torto.-



Red sfogliava quel fascicolo con una certa curiosità. Non era tipo da invadere la privacy altrui ma aveva davvero bisogno di avere un quadro completo, di vederci chiaro. Perché Zaldrik voleva proprio quel ragazzino come co-pilota? Era la prima volta che gli diceva esplicitamente chi preferiva come partner. La cosa lo faceva preoccupare e leggere il fascicolo di Hades non faceva altro che aumentare i suoi timori.

Quel ragazzo ne aveva già passate tante, anche troppe per i suoi gusti. Se fosse stato per lui l'avrebbe anche congedato, spinto a cercarsi una vita fuori da lì però... i piani alti non erano dello stesso avviso.

Era stato proprio il Comandante Laadi a lasciargli quell'unica raccomandazione.

-Ti contatteranno più volte per ricordarti di usare Hades contro i Kaiju, quando avverrà il prossimo attacco. Non devi lasciarglielo fare.-

Non aveva spiegato il perché. Riusciva ad intuirlo leggendo quelle pagine nonostante molti dei documenti fossero censurati e non disponibili ai suoi occhi. Non era comunque facile rimanere lì a sfogliare quelle pagine. Sapere cosa aveva vissuto lo stava facendo diventare teso e sobbalzò leggermente quando sentì qualcuno bussare alla porta del suo ufficio. Chiuse il plico di fogli e lo infilò nel primo cassetto a portata di mano della scrivania.

-Avanti.-

La porta si aprì rivelando la figura piccola e pallida di Hades. Si stringeva con le spalle come a farsi ancora più minuto, cercando quasi di scomparire. Red si intenerì nel vederlo così intimidito.

-Mi voleva vedere, Comandante Kaeran?-

-Sì, accomodati. E chiamami pure Red.-

Hades chiuse la porta alle sue spalle e si andò a sedere senza dire una parola.

-Zaldrik mi ha detto che vorrebbe provare ad effettuare il Drift insieme a te. Sei d'accordo?-

Lo vide fare un semplice segno di assenso, tenendo lo sguardo basso.

-Sei sicuro? Non sei obbligato.- 

Hades strinse le proprie mani, sfregando le dita tra di loro nervosamente.

-Sì, se è quello che vuole lui... per me non c'è nessun problema...-

-Se ti sta costringendo puoi dirmelo tranquillamente. So che tipo è Zaldrik, magari ti sta intimorendo o...-

-No, no. Assolutamente.-

Hades fece una pausa alzando lo sguardo verso il nuovo Comandante.

-Ho solo paura di fargli male.- disse con sincero timore nei suoi occhi.

Red si stupì per quella sua confessione. In che modo avrebbe potuto fargli del male?

-In che senso?...-

Non riuscì a farsi dire altro. La porta si spalancò e Zaldrik, insieme a Shirley poco dopo, entrò senza nemmeno chiedere il permesso.

-Perché non hai bussato?!- lo rimproverò Shirley.

-Digli perché siamo qui e basta!- gli rispose Zaldrik contrariato.

Red si passò una mano sul viso. Quel ragazzo era proprio senza alcuna speranza. Non sapeva cosa doveva fare con lui.

-Avevo bisogno di parlare con Hades in privato.- si aggiunse al rimprovero.

-Scusaci, Zaldrik non mi avrebbe lasciato in pace se non ti avessi parlato subito.- 

Red osservò Shirley con una certa curiosità, facendole segno di continuare e rivelare cosa doveva dire di così importante. La ragazza si fermò un attimo a guardare Hades, ancora seduto e visibilmente confuso da tutto quel trambusto. Doveva proteggerlo. Solo così quello stronzo lo avrebbe lasciato stare.

-Il Comandante Laadi mi ha raccomandata personalmente come persona di fiducia in questa base... e vorrei che ti fidassi di me anche tu. Lascia che provino ad effettuare il Drift. Mi prenderò la responsabilità di qualsiasi cosa accada.-




Era ormai la mattina successiva quando Zaldrik entrò nello spogliatoio con un sorriso soddisfatto in volto. Tutto stava andando secondo i suoi piani, liscio come l'olio. Poteva essere più fortunato di così? Non immaginava nemmeno come! 

La sua tuta da pilota color pece era stata sistemata nella sinistra, pronta per essere indossata dopo tutto quel tempo in cui erano stati separati. Sperava di riuscire ad entrarci ancora visti i suoi continui allenamenti. Magari gli sarebbe stata stretta per colpa di tutti i suoi muscoli! Quasi lo sperava.

Iniziò a spogliarsi e stava slacciando i pantaloni quando Hades entrò a sua volta per cambiarsi facendo uno sbadiglio. Lo vide osservarlo per qualche attimo (come biasimarlo?) per poi andare anche lui vicino alla sua tuta, sulla destra. Nonostante fossero molto simili, entrambe nere, quella di Hades era decisamente più piccola e per Zaldrik era facile capirne il perché. La loro corporatura a confronto non poteva essere più diversa e la distanza si accentuò quando Hades si tolse il maglione della divisa, e poi la maglietta bianca che portava sotto.

Essendo un contesto militare ci si sarebbe aspettato che tutti i piloti fossero un minimo allenati, al contrario quel torso pallido avrebbe potuto fare impressione a vederlo. Era molto magro, le ossa del torace quasi sporgevano e davano l'impressione di potersi spezzare al solo sfiorarlo. La schiena e le braccia erano piene di cicatrici di cui non si capiva bene la provenienza, rendendo la sua pelle bianca un mosaico di vecchi tagli e lesioni. Anche Zaldrik, a quel punto, non riuscì a distogliere lo sguardo da quel ragazzo per qualche attimo. 

Ai suoi occhi, quell'aspetto così bizzarro aveva un'aura di macabro fascino, c'era un qualcosa che lo attirava nonostante tutto risultasse sbagliato e allarmante. Decise di concentrarsi nel vestirsi e scacciò dalla sua mente qualsiasi pensiero potesse essere compromettente in vista del Drift. 

Si infilò la tuta con una leggera difficoltà, andando ad allacciare le parti più rigide con impazienza. Quasi si era scordato come si facesse. 

-Sei pronto?- chiese ad Hades con della tensione nella voce. Lui rispose con un mugolio di affermazione e Zaldrik si decise ad uscire.

Fuori lo spogliatoio si trovava già la stanza dei test. Una serie di simulatori con i rispettivi schermi per la valutazione erano messi su un lato e davanti uno di essi Red, Shirley e Blue erano fermi ad aspettarli.

Blue si avvicinò a loro per primo, osservandoli un po' e sistemando infine un pezzo di armatura della tuta di Zaldrik.

-Non la indossavi da un po'... si vede!- gli disse, prendendolo amichevolmente in giro.

Il corvino non gli rispose per le rime solo per non rovinare l'inizio del suo personale momento di gloria.

Blue andò davanti ai vari schermi e si sistemò gli occhiali osservandoli. Sembrava molto professionale quando si metteva alla sua postazione, pronto ad osservare dati da cervelloni per capire cosa succedeva nella loro testa in ogni istante. Era la loro ancora di salvezza in caso qualcosa andasse storto. 

Zaldrik si sistemò insieme ad Hades sul simulatore e si accorse di sentirsi nervoso, come se fosse la sua prima volta. Non sapeva come mai, non era mai stato bravo a capire le sue emozioni o sensazioni, ma sapeva di essere agitato, come se tutta la sua vita dipendesse da quel momento.

-Se siete pronti, possiamo iniziare.- disse solamente Red in piedi accanto a loro, contratto in una posa rigida che mostrava tutta la sua tensione. 

Blue avviò il macchinario e il simulatore si accese. Le braccia meccaniche si unirono ai loro caschi e si collegarono insieme per la prima volta.

-Zaldrik...- lo chiamò Hades prima che iniziassero a connettere le loro menti.

Zaldrik si girò verso di lui e vide il suo sguardo triste e spaventato.

-...mi dispiace.- 

Calò il buio.

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