5. DESIDERIO NEGATO.
Mentre le mani di Sir Kita si avvicinavano al viso di Joka, quest'ultimo sentì un brivido di eccitazione corrergli lungo la schiena.
Il contatto con la pelle coperta dai guanti neri del preside suscitò in lui una sensazione di anticipazione mista a nervosismo. Poi, il suo sguardo incrociò quello di Sir Kita, dove desiderio e sfida brillava nei loro occhi gialli.
«E tu cosa hai in mente, preside?», chiese con un tono leggermente provocatorio, anche se il battito accelerato del suo cuore tradiva una certa ansia.
Sir Kita non rispose subito, ma continuò ad avvicinarsi lentamente, mantenendo lo sguardo fisso su Joka, come se volesse leggerne ogni più piccolo segnale di reazione.
Quando le sue mani giunsero a sfiorare il viso di Joka, si fermò per un istante, permettendo a entrambi di assaporare l'attesa.
«Ho in mente...», mormorò, inclinando leggermente il capo, «... Di esplorare i confini di questa passione che arde tra noi».
Le sue parole risuonarono nell'aria tesa, mentre Joka sentiva il calore della vicinanza di Sir Kita avvolgerlo completamente. E nonostante l'ambiente formale dell'ufficio e la situazione delicata, un'energia intensa pulsava tra loro, alimentata dalla consapevolezza del desiderio reciproco.
«E come intendi farlo?», chiese Joka, la sua voce tremava per l'eccitazione.
Sir Kita sorrise, un sorriso malizioso che fece brillare i suoi occhi di una luce magnetica. Con un movimento invisibile, avvicinò il suo volto a quello di Joka, finché le loro labbra non erano a pochi centimetri di distanza.
«Con un bacio», sussurrò, prima di unire le loro labbra in un contatto morbido.
Joka chiuse gli occhi e ricambiò il bacio, avvolgendo le braccia attorno al busto del preside.
Per un istante, tutto sembrò sospeso nell'aria, mentre Joka e Sir Kita si abbandonavano alla dolcezza del momento, lasciandosi trasportare dalla passione che ardeva tra loro. Poi, con uno scatto, Joka si allontanò dal preside, coprendogli la bocca.
«Pensavo avessi una relazione con Le Prof, motivo per il quale ero venuto, all'inizio...», balbettò.
Sir Kita ridacchiò, «Già, ma non immagini quante volte lo sento parlare in continuazione di te. Certe volte mi sembra come se lui fosse davvero... innamorato di te... Puoi rettificare? Prima di me, Le Prof ha avuto il privilegio di stare con te nel letto, sei un Ombra interessante...».
Il preside si lasciò scappare uno spasmo e un gemito di piacere.
«Shh!», lo interruppe Joka, «Che Goro e Akira stiano insieme non significa che...».
«Lo so», rispose il preside, «Ma le Ombre sono diverse dai loro correspettivi umani, come io e Yusuke, e confesso che il suo atteggiamento timido e riservato mi innervosisce a volte».
Joka provò sorpresa e compiacimento di fronte alle parole di Sir Kita.
«Non sapevo», ammise, nascondendo la propria confusione dietro un'espressione impassibile.
«Ma non credo che sia appropriato... discutere delle relazioni personali dei nostri corrispettivi. Soprattutto se parliamo di Yusuke, Akira e Goro...».
Sir Kita annuì, comprendendo il punto di Joka.
«Hai ragione», disse con un sorriso comprensivo, «Mi scuso se ho intromesso troppo, anche se confesserei che c'è un punto su cui noi tre siamo esattamente come loro tre».
Joka emise un sospiro, «Non importa. Se penso a ciò che è successo con Akira...».
Sir Kita rise, «Troppo contorto, vero? L' amare sé stessi... Capisco».
«Comunque, riguardo alla passione che brucia tra noi, cosa ne pensi?», domandò Joka.
Sir Kita gli lanciò uno sguardo intensamente desideroso, «Penso che sia un peccato lasciarla languire», disse con voce bassa, accostandosi nuovamente all'altro.
Ma prima che potesse avvicinarsi di più, la porta si aprì di scatto.
«Preside! Abbiamo un problema nell'aula di musica, le casse non funzionano!», esclamò una studentessa di quarta, con evidente stupore nel vedere la scena che si stava svolgendo.
Sir Kita e Joka si allontanarono rapidamente, sorpresi dall'inaspettata interruzione e guardando la studentessa con imbarazzo.
«Manderò subito un tecnico a controllare. Grazie per avermi avvisato», disse Sir Kita.
La studentessa annuì e si allontanò rapidamente, lasciando l'ufficio in silenzio. Sir Kita e Joka invece si guardarono, sorridendo ironicamente per la situazione imprevista.
«Sembrava quasi che volesse interromperci», disse Joka.
Sir Kita rise leggermente, scuotendo la testa, «Beh, abbiamo evitato guai peggiori, e quasi tutte le mie studentesse sono gelose di me... Ma forse è meglio continuare stasera, a casa mia».
Joka ghignò maliziosamente, «Oh, fai sul serio?».
«Assolutamente», rispose Sir Kita, «Dobbiamo concludere ciò che abbiamo iniziato qui».
Joka sentì un altro brivido corrergli lungo la schiena, eccitandosi.
«Mi piacerebbe, chissà come sei fuori dall'ambiente scolastico... vorrei scoprire tutti i tuoi segreti...», mormorò, sentendo il desiderio bruciare dentro di sé mentre giocava i capelli neri dell'altro tra le dita.
Sir Kita ghignò, «E io non vedo l'ora di svelarti ogni angolo oscuro della mia mente».
«Chissà cosa riserverà la notte...», disse ancora, gemendo.
«Non saprei, ma la certezza è che stai cercando di rimuovere dai pensieri il mio vice preside...».
Joka scoppiò a ridere, «Le Prof, intendi? Oh forse sì, perché? Ti dà fastidio?».
Sir Kita sorrise, lasciando trapelare un briciolo di gelosia giocosa.
«Oh, no, non direi che mi dia fastidio. Semplicemente preferirei che i suoi pensieri fossero rivolti altrove... magari verso di me, dimentichiamo entrambi Le Prof e concentriamoci su noi stessi», rispose con un tono leggero, mentre nascondeva uno sguardo furtivo.
Joka rise, divertito dalla risposta del preside.
«Ah, capisco. E cosa suggerisci di fare per distoglierla dai suoi pensieri?», domandò.
Sir Kita alzò un sopracciglio, pensando rapidamente, «Oh, credo che ci siano modi più che sufficienti per farlo», sibilò e ricominciò a privare l'altra Ombra del cappotto a tre code.
Joka allargò un enorme sorriso, lasciandosi coinvolgere dal gioco del preside.
«Mi piace come pensi, ma ci sarà bisogno di qualche piano astuto», lo stuzzicò.
Sir Kita annuì, continuando a svestire Joka con abile destrezza, «Sono sicuro che saremo abbastanza creativi», rispose, lasciando intravedere un'idea intrigante. Dopodiché rimosse anche il gilet e iniziò a baciare ogni angolo del petto di Joka con gusto.
Ogni bacio causava un gemito da parte di Joka, poi, quando raggiunse le labbra umide, le catturò in una serie di morsi che lo coinvolsero totalmente da non staccarsi facilmente.
Mentre Sir Kita continuava a baciare appassionatamente il petto di Joka, un rumore improvviso fece sobbalzare entrambi. La porta dell'ufficio si aprì di scatto, rivelando la figura imponente del padre di Daichi, uno dei due ragazzini che si erano picchiati nel cortile della scuola.
«Preside Kita, mi scusi se mi intrometto, ma sono venuto a prendere mio figlio e mi ha detto che resterà qui questo pomeriggio perché è stato messo in punizione, posso sapere cosa è successo?», disse con un'espressione seria.
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