35.| Secrets.
"Batteria scarica."
Il telefono lampeggia ad intermittenza, perde i sensi in pochi istanti ed io mi ritrovo a maledire Justin ed i suoi messaggi alle cinque del mattino.
Con occhiaie sotto gli occhi, libri sbagliati in borsa e due ore di sonno varco la soglia della LA Art Accademy.
Posano tutti uno sguardo sulla mia mia figura, nessuno è intenzionato a risparmiarmi una dose di imbarazzo giornaliero.
<<Ragazzina, hai lo zainetto aperto.>> il bidello Patrick scuote il capo a più riprese, ha gli occhi ridenti e l'espressione di chi si è gustato una tazzina di caffè in compagnia dell'amore della propria vita.
Io, no.
Lascio scivolare lo sguardo pigro sulla sua tuta blu e lo scanso senza neanche accennare ad un buongiorno, non se la prenderà sa benissimo come sono fatta.
Da Chad:
Il solito al distributore?
Roteo gli occhi lasciando cadere lo zaino a terra, avrei voglia di dormire un po', di affondare nella morbidezza del piumino bianco e non emergere mai più.
Nel momento in cui sbatto l'anta dell'armadietto ho un sussulto, direi un buongiorno alternativo.
<<Cosa diamine ci fai qui?>> domando ad Alicia, avremmo dovuto incontrarci a lezione o perlomeno così avevamo concordato.
Non ho voglia delle chiacchiere di prima mattina, delle ansie senza fine, di discorrere sul test di biologia.
Serenità, vorrei solo questo.
Resta in silenzio, un silenzio assordante che mi rende subito nervosa.
<<Quindi?>> sbotto impaziente, si da il caso che io stia facendo di tutto per arrivare in orario e non beccarmi l'ennesimo rimprovero.
Sono sempre in corsa, sempre sospesa tra il minuto di più e quello di meno guadagnandomi le occhiatacce di vari professori.
Precipitarsi in classe con i capelli arruffati dal vento, il trucco sbavato e l'espressione da perfetta imbambolata non aiuta.
<<Non ti arrabbierai, vero?>> domanda titubante, passa lo smartphone da mano a mano nel vano tentativo di calmarsi.
È visibilmente preoccupata, non fa che sbiancare ogni due per tre portando quegli occhi celesti il più possibile lontano dai miei.
Finalmente la sua mano tremante porge l'arma del delitto, è il cellulare color oro dalla luminosità molto bassa.
Leggo e rileggo un paio di righi, più vado avanti più non comprendo.
La guardo interdetta, tutti i miei sensi sono scollegati: per quanto voglia collegare i neuroni non si avviano.
<<Cosa è questo?!>> domando a gran voce, incurante dei curiosi.
La mia vita sta diventando un gioco, se lo avessi saputo avrei mischiato io stessa le carte.
<<Insomma, mi senti?>> incalzo fermando momentaneamente lo scorrere delle sue mani.
La mia presa deve essere dolorosa, una smorfia si dipinge appena sul suo volto sebbene lei non accenni a lamentarsene.
<<È..È in pa..pa..lestra.>> balbetta.
Lascio scivolare via la mia mano oramai arrossata per lo sforzo, i sensi si intorpidiscono ma lascio correre soprappensiero.
Alzo il passo ripercorrendo il corridoio, gli studenti sono un continuo turbinare sulla linea dell'orizzonte mentre io vestita di nero attraverso la parata della vita.
Non pensavo potessi avere determinati problemi ma evidentemente qui non mi conoscono abbastanza.
Non so che idea si siano fatti di me, non c'ho mai dato troppo peso: io me ne sto sulle mie, loro anche e va bene così.
<<Belle, c'è lezione!>> Aly mi richiama, sembra essere tornata in sè.
Le lezioni?
Non me ne frega niente, i miei hanno sempre detto che il rispetto vien prima di tutto ed io ho sempre creduto in ciò: raramente vengo sottomessa, ancor meno detto leggi.
Non mi fermerà, non così facilmente.
È passato un mese da quell'inferno che è la consapevolezza di aver perso tutto e non pensavo qualcuno potesse ancora portare a riva i ricordi, non così.
Non pensavo che qualcuno avesse provato a stuprare la mia serenità.
La mia amica si fa ancora più piccola bisticciando con i capelli e la maglia, cercando di trovare una spiegazione logica tuttavia non mi ha abbandonato, mi affianca in silenzio come chi pur non volendo deve.
Quanta fiducia ripongo in Alicia?
Ora, ora che mi segue senza un apparente senso per questi corridoi spogli ed infiniti nonostante io stia per fare una cazzata, ho vaga idea di quanto sia importante per me.
Tic, Toc, Tic, Toc.
Ecco cosa risponde l'orologio al mio polso, continua a far scorrere i minuti ma la mia rabbia, quella non passa.
Mi chiedo perché le mie insicurezze mi perseguitano, perché diventano realtà finendo con il tormentarmi.
È un gioco sadico questa vita, sa che sono fragile ed ogni giorno lascia cadere un colpo sulla mia anima distrutta.
Tic, Toc, Tic, Toc.
Sono sempre più persa e confusa tuttavia non disposta a cedere.
Qualche anno fa avrei accettando standomene zitta, confinata in un'angolo con i pugni chiusi ed i lividi freschi di giornata oggi invece no, ho imparato ad essere.
Spalanco le porte dell'enorme palestra con un tonfo rumoroso, sbattono ai lati del muro ed un sottile velo di calce prende a svolazzare in aria.
Il puzzo di detersivi e di chiuso è un miscuglio ripugnante, arriccio il naso senza rallentare il passo.
I secondi scorrono a lentamente mentre rimbalzi lontani di palloni si trasformano in colpi di mitragliatrice.
<<Sei una stronza di merda.>> grido avventandomi sulla chioma riccia di Mary.
Quella fissa uno sguardo perso su di me, la paura l'ha nella sua stretta mortale, guizza in quei due occhietti che lanciano lingue di fuoco da dietro una spessa montatura.
Mary Manson trema nella sua divisa da cheerleader senza spostarsi d'un metro, come se la fine fosse vicina e tutto irreversibile.
Annientarla, è un sentimento violento ma c'è e non posso nasconderlo.
Le mie cose sono solo mie, le custodisco gelosamente ed il passato, il mio passato è stato sepolto da me stessa ora e per sempre.
Nessuno deve fare il trapezista usufruendo degli scheletri nel mio armadio.
All'apice della rabbia, quando oramai la mia figura sovrasta la sua, mi accorgo di come qualcuno mi stia trattenendo.
<<Lasciatemi andare!>> sbotto avventandomi su di una chioma bionda fluente, tiro quei capelli come se fossero briglie di cavalli.
Scalcio con tutta la forza che le mie esili gambe possano avere ma fallisco miseramente, del resto non sono mai stata una cima in determinate cose.
Non riesco ad avere la meglio per via della forza che dimostra il mio ennesimo avversario, colui che mi tiene in trappola.
Alicia si avvicina, vuole afferrare la mia mano ma io la allontano di scatto con il fiatone e brace viva al posto delle pupille.
Sono sconnessa, hanno toccato un tasto dolente.
Nel profondo di me urlo così forte che sembro impazzire, è un urlo disumano che facendo schizzare la pressione ingnetta i miei occhi di sangue rosso e puro.
Cosa succede se butti del sale su delle ferite aperte? La senti la pelle che si corrode?
Così allo stesso modo io brucio.
Lascio cadere uno sguardo sufficiente sulle cheerleaders che si allenano oltre la rete da pallavolo, sventolano in aria le loro gonnelline di tessuto leggero e allegre sfilano di qui e di li.
Mi fanno schifo, vivono di apparenza così come questa "Mary."
<<Sta calma.>> sussurra una voce da me conosciuta, è la voce profonda di Juss.
Ho avvertito il suo profumo prima ancora delle sue mani, ho riconosciuto il nero delle sue braccia prima ancora di poter pronunciar parola.
Vorrei sapere perché i suoi occhi vagano sereni, asciutti e spenti, sempre così calmi e razionali.
C'è anche lui su quella foto, la cosa è imbarazzante e crudele insieme.
<<Non sto calma, Justin!>> faccio rivolta a lui, le sue braccia sono una prigione di ferro ed io non posso evadere.
Juss non mollerà la presa, prova addirittura ad accarezzarmi ignorando gli istinti omicidi che nel frattempo attanagliano la mia mente.
Lui sa che non sono così, lui sa come farmi del bene.
Perché solo io sto soffrendo?
Perché non sono di titanio come gli altri? Perché sono così debole e piena di ombre?
Vorrei per una volta poter rivoluzionare i ruoli, far entrare nei miei panni tutti questi spettatori e poi forse, forse dimostrare a tutti come ci si sente a vedere il mondo che ti rema contro e con lui il destino senza sapere minimamente come salvarti.
Il fiume in piena ti colpisce in pieno petto, ti svuota di sentimenti e lucidità e scivoli giù, sempre più giù respirando acqua e sensi di colpa.
Dolore, solo dolore.
<<Tu, chi cazzo ti credi di essere per ficcare il naso nella vita degli altri?>> ululo.
Mary, quell'essere poco più che insignificante è sul punto di scoppiare in singhiozzi, lacrime da coccodrillo per completare il numero da illusionista.
Sono talmente accaldata da non sentire le mani esperte di Justin percorrermi il viso, fa scivolare via tutti i dubbi e le domande.
Le sue attenzioni non fanno che caricarmi di forza, dovrebbero calmarmi ma è attualmente impossibile.
È come se lui mi desse la spinta verso l'impossibile, come se bastasse una sola carezza per sentirmi viva, fuoco ardente.
<<Scusa..>> riesce a balbettare la ragazza, ha le guance accese e le mani tremanti tuttavia quegli occhi vivi la tradiscono, ci leggo solo compiacimento.
Vorrei potermi punire per questo cinismo ma dovrei crederle?
<< Mettere in bella piazza la mia relazione con Justin ed anche la morte dei miei...
Chi ti ha dato l'autorizzazione?>>
sbotto oramai al capolinea, vorrei trattenere le lacrime ma scendono giù da sole come pioggia salata.
L'abbraccio di Justin è confortante, mi ci perdo dentro nascondendoci il volto.
Cosa sono agli occhi della scuola ora?
Una ragazza senza ombra di pudore?
Una "poco di buono"?
Una stronza?
Cosa penseranno di me da domani?
La mia vita è un continuo pormi domande senza risposte, chissà forse un giorno troverò un modo per mettere a tacere questi spettri.
<<Una ragazza mi ha fornito il materiale...
Non pensavo fosse così personale, scusami.>> scandisce le parole a rallentatore come se fosse sempre in procinto di voler dire una cosa piuttosto che un'altra.
<< Quello che hai fatto è davvero infantile, se fossi in te rivedrei le priorità.>> aggiunge Justin continuando a cullarmi stretta al petto.
I suoi occhi sono di fuoco, prende grandi respiri nel tentativo di calmare l'incessante battere del cuore ma lui sa, sa quanto mi ha ferita trovarmi sulla bocca di tutti senza minimamente saperlo.
È sempre stata la mia più grande paura non essere accettata e Justin, lui lo sa perché è stato il primo a giocarci.
<<Credo che tu sia caduta molto in basso, ti aveva già detto di non voler proferire parola sul suo passato o sbaglio?>>
Il gesticolare di Alicia fendendo l'aria spaventa ogni secondo di più la "vittima".
<<Non la facciamo lunga, cancellerò il post.>> starnazza lei forte del fatto che alcune sue amiche l'abbiano raggiunta.
Ho uno spasmo, vorrei seriamente parlare dire qualcosa ma non ci riesco.
Sono stanca di dover dare spiegazioni, trovarmi a scegliere tra due opzioni sempre e costantemente ferma nei pressi di un bivio.
<< Credevi che ci fosse qualcosa di cui vergognarmi nella relazione con Belle??>> sul volto di Justin si dipinge il solito sorrisetto sarcastico dietro al quale si nasconde la parte più sadica del suo essere.
Se i suoi sguardi potessero uccidere lo avrebbero già fatto, lo avverto perso in ricordi dell'estate oramai passata.
<<Non era questo il mio intendo..>> conclude lei nuovamente in un mare di sudore.
I rimorsi mi divorano ma perché aggiungerne altri?
Perché girare il coltello nella piaga sanguinante?
È un viaggio sola andata nella mia psiche contorta e sfasciata, c'è tanto da perdere e poco da acquistare.
<< Belle me la mangio con gli occhi, dà fastidio a qualcuno???>>
Sputa grondante di disprezzo Justin, si volta verso gli spalti sporchi e cattura con lo sguardo altre ragazze.
Alzo il volto sul ragazzo biondo, gli tremano le mani mentre tira indietro quel ciuffo biondo color del sole.
È sempre perfetto in ogni sua parte, sono abbastanza per lui?
Le presenti dondolano sulle punte, hanno lo sguardo che saetta qui e là come a voler cercare qualcuno.
In quelle iridi ci leggo solo falsità travestita da preoccupazione.
<< Hey...emh Betty?>> una ragazza sembra volermi chiamare da fondo campo, agita la mano con vigore.
La tipa smuove la folta chioma bionda platino ed ancheggia verso noi come appena scesa dalla passerella.
Sento la sua muscolatura di Juss irrigidirsi e le braccia stringersi con ancora più forza intorno a me.
Questa protettività amata ed odiata è tutto ciò che resta, davvero.
La ragazza rallenta i passi mentre quegli occhi di serpente ,incastonati in quegli zigomi alti e sporgenti, sorridono incrociandomi.
<<Cosa succede qui?!>> lo spiccato accento americano assume una sfumatura di compiacimento, cosa c'è di bello in questa situazione?
<<Janet, carissima cerca di controllare le galline al tuo seguito.>> Justin mescola il sarcasmo con la rabbia strappandomi un sorriso.
<<Nulla che ti possa riguardare.>> sputo acida, decido di riacquistare territorio e di spalleggiare il mio futuro ragazzo.
Mary le lancia uno sguardo carico di preoccupazione e complicità che io non mi lascio sfuggire.
Queste due evidentemente si conoscono, la cosa non mi piace.
<<Justin, che modo è di salutarmi?!>> butta fuori la bionda inarcando un sopracciglio in segno di sfida.
Sfida truccata, come ogni qual volta scende in pista.
Io e Justin siamo stati annientati, distrutti da tutti questi eventi così dominanti e contrari e lei, lei ha saldato il conto in sospeso con il karma.
Il karma l'ha ripagata facendomi passare per strega davanti tutta la scuola.
Il biondo sorride impercettibilmente, alzo lo sguardo sui suoi occhi brillanti di luce nuova e sinistra.
Ancora una volta mantiene una calma disumana, vorrei solo poterlo eguagliare.
<<Credevi che non me ne sarei accorto?
Chi mai avrebbe potuto scattarci quella foto a Fort Lauderdale?
Chi mai avrebbe potuto venderla a questa...questa gallina?
Dovresti lasciare al passato un po' di amarezza, liberartene ed amare te stessa.>> alza esponenzialmente la voce, incomincio ad avere paura della piega che la situazione sta acquistando.
Noto il pomo d'Adamo andare su e giù e quegli occhi, oramai bravi a seviziare, smontarla pezzo per pezzo.
La foto, quella maledetta foto in copertina ritraeva me e Justin intendi a fare il nostro prim ed ultimo bagno.
Quante volte Janet dovrà distruggere quella giornata?
<< Credevi che io fossi così scema da farti fare quello che volevi con qualsiasi ragazza?
Sono stufa di tutti i tuoi giochetti, di tutti i tradimenti e di essere la ruota di scorta.
Tutti hanno finalmente capito chi sei, chi siete!!!>> fa saettare lo sguardo tra di noi, è carico di odio e non lo nasconde.
La situazione diventa man mano ilare ed io mi ritrovo a ridere del fatto che entrambe , Mary e Janet, abbiano diciotto anni.
<<Tesoro, credi davvero che Justin abbia solo occhi per te?
Non era con Yasmine che te la facevi una settimana fa, Bieber?
Prima di partire per Miami non avevi qualcosa di incompiuto con Ashley???
E con Lilian come è andata a finire?>> Il tono ironica taglia in due l'atmosfera.
L'elenco ben stillato di tutte le ragazze con cui probabilmente Justin è stato mi fa rabbrividire.
È stato fedele con me?
Chi me lo assicura?
Dovrei credergli?
Le evidenze sono contro noi, tutti ci vogliono separare e la mia fiducia non regge a tutto ciò.
<<Chiudi il becco, stupida.>> il ragazzo alle mie spalle sibila.
Respiro a malapena quasi volessi diventare trasparente, avverto come sia sul punto di esplodere e come lo voglia fare.
<<Non ho paura di informarla di tutte le ragazze che ti sei fatto ma credo che tu abbia ragione, inutile...
È una puttana.>>
La bionda scoppia a ridere in modo sguaiato, è veleno allo stato puro.
Cosa dovrei fare?
Sono stata ridicolizzata per due volte di seguito nell'arco di una giornata e sono stremata.
Stremata perché le risate di queste oche non finiscono, perché alle frecciatine acide non riesco a rispondere, sono bloccata.
Quanto vorrei rivendicare la pace?
Quanto vorrei farmi valere?
Non ci riesco perché Janet è tutto quello che non sono e che vorrei essere, sembra sempre essere un passo più avanti di me ed essere stata creata per essere qualcuno.
Io no, rimango nell'ombra e sono nessuno.
Non ci riesco perché ho combattuto troppo, perché non devo spiegazioni ma sopratutto perché tutto quello che ho fatto non si potrebbe che spiegare con la parola amore.
Ho amato Justin, l'ho fatto davvero ed ho amato i miei genitori tanto dal proteggerli da ogni pettegolezzo.
Oggi tuttavia hanno violato tutto ciò che di più intimo potessi avere ed hanno sotterrato anche l'ultimo briciolo di fiducia che io potessi provare nei confronti di Justin.
<<Piangi? Tesoro, è la verità!
Probabilmente tra qualche mese lo troverai a letto con un'altra, abituatici!>> continua quella, ignorando i pugni chiusi lungo i fianchi di Justin, le nocche bianche ed i sibili che continua ad emettere cercando di regolarizzare il respiro.
Potrebbe atterrarla con un pugno secco tuttavia sta cercando di controllarsi, di trovare qualcosa da dire.
Perché non si difende? È per caso vero tutto ciò?
<<Justin, parla e di qualcosa!>> singhiozzo in sua direzione, Mary fa da spalla destra a Janet sfoderando un sorrisino di gloria.
<<Forse è meglio...>> la voce premurosa di Alicia monta in me rabbia e delusione.
No ed ancora no, dobbiamo chiarire...
<<No, cazzo... Justin, per favore...>> le mie sono frasi sconnesse, vuote.
Sto annegando e nessuno tende la mano...
<<Ti ricordi quando, Emily si vantava di aver perso la verginità con te?
Se non sbaglio era il giorno dopo il nostro secondo mesiversario..>> pungola la bionda continuando il gioco di tortura.
Justin si volta pronto ad incrociare i miei occhi rossi, si porta d'istinto le mani tra i capelli e fissa lo sguardo su di me.
Marrone contro verde, come il primo giorno.
Lo esploro, provo a dare significato e senso ad ogni sfumatura di miele, ad ogni luce che lo attraversa artificiale e non ma per quanto profondo possa essere uno sguardo stavolta ho bisogno di fatti.
<<Non parla perché ho ragione.. Condoglianze e benvenuta alla LA Art Accademy, dove i ragazzi sono dei puttanieri e le caste sociali innumerevoli! Ora noi sgombriamo il campo, forza ragazze basta drammi per oggi.>>
Fa Janet scoccandomi un'occhiata di trionfo, ci leggo tutta la superbia ed il piacere d'avermi inflitto l'ultimo colpo.
La vedo allontanarsi fiera come una pantera, a grandi falcate attraversa l'ambiente con portamento perfettamente studiato.
Brilla mentre io mi spengo.
Esce dalla mia vita per l'ultima volta lasciando solo caos.
Pensavo fosse finita ed invece solo ora il dado è stato tratto.
<<Belle io...>> sussurra Justin, lo vedo perso e stanco.
I capelli appena smossi, le braccia lungo il corpo buttate lì a peso morto e quei lineamenti così contorti, così poco miei.
Non lo riconosco, mi specchio nei suoi occhi ma ci vedo l'oblio.
Dove è quella gentilezza?
Quella pace?
Quella sensibilità che c'ho visto?
Perché vedo solo ombre?
Siamo entrambi tenebre e così non si vive, così non riusciremmo mai ad andare avanti.
<<Ho già sentito troppo.>> infierisco nel preciso istante in cui si avvicina, ha come sempre le labbra che mi chiamano ed il fascino disegnato in volto.
<<Devi fidarti, Belle!>> sussurra.
Alzo un sopracciglio oramai al capolinea del surreale, cosa viene dopo?
<<Di chi Justin? Di colui che tutti odiano e che ha finito con il far odiare anche me?
È sbagliata la nostra relazione, facciamocene una ragione!
Non si va ne avanti ne indietro, siamo bloccati nel bel mezzo del nulla.
Io non posso, sono traumatizzata da fare schifo e sono sempre sul filo di un rasoio.
Vuoi finire con il distruggermi anche tu?
Per me questo è un nuovo inizio, lasciatemi stare!>> sbotto a voce così alta da avvertire la eco delle mie parole.
Distruzione, il vuoto ecco cosa vi è dopo il surreale.
Lacrima dopo lacrima scompare dalla mia visuale, scompare per sempre dai miei pensieri perché io lo rimuovo pezzo dopo pezzo.
Pensavo potessimo lavorare, pensavo si potesse fare ma esattamente cosa?
Cosa?
<<Fanculo.>> grido lasciandolo solo, in compagnia di un passato di cui conosco solo l'ombra di un ricordo.
Il ricordo di una persona acida ferita da lui.
È ottobre, le foglie cadono e così anche le speranze, piango sulla spalla di Alicia come questo cielo nuvoloso.
Un'altro mese di fallimento è in corso, quando mai finirà?
----
Amore sotto il cielo di Miami.
Si dice che in questa Accademia persino le porte abbiano orecchie e che esporsi è bene solo se lo si fa con destrezza.
Il detto ,che circola da tempi immemori, non sembra essere giunto all'orecchio di una delle tante studentesse immatricolatesi quest'anno.
Protagonista di un ennesimo scandalo qui alla LA Art Accademy è una studentessa di quarto anno.
Disarmante bellezza sui toni del nero sembra aver fatto breccia nel cuore del ragazzo più scontroso della scuola.
Che Bieber fosse strano lo si era percepito eppure nessuno avrebbe mai pensato ad incontri e baci di fuoco sotto il sole estivo di Miami, alle spalle dell'allora fidanzata, modella e capo delle cheerleaders Janet Clark. (al giorno d'oggi non più scossa dall'accaduto e addirittura amica stretta di lui. Ndr)
Secondo una fonte vicina ai due, la coppia di amanti sembrava essersi separata per incomprensione eppure dal trasferimento di lei qui in America (dopo la tragica morte dei genitori in un incidente stradale, ndr) questi due piccioncini sono stati avvistati ripetutamente insieme.
( I due fanno capo allo stesso manager, Scooter Braun. Ndr)
Altre fonti rivelano che per l'italiana sia stato un vero e proprio colpo ritrovarsi pericolosamente vicina a Bieber.
Amore o odio?
Cosa succede nel momento in cui una Bad Girl si accaparra un Bad Boy?
Staremo a vedere.
*Foto in copertina dei due in quel di Fort Lauderdale, volti oscurati per motivi di privacy.
"You don't know what they're like
If they know that you're alive
They're gonna try to take away the secrets of your planet's life.
I know you must be upset, you lost your family in a wreck
But you gotta listen"
- Backpack.
Spazio Autrice:
Ragazze ho appena pubblicato un avviso importante sulla page Instagram "shadows._wattpad .
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top